La verità sull'ospedale di Gaeta

Post n°27 pubblicato il 16 Giugno 2008 da brigante10

In questi giorni, una certa stampa e una tv locale hanno dissacrato l'informazione attraverso una comunicazione degna del Minculpop di epoca fascista e del KGB della peggiore URSS. Una manifestazione pacifica contro la chiusura del reparto Pediatria del Di Liegro, è stata trasformata in una assatanata seduta contro il Sindaco Raimondi e la sua giunta per lo spostamento del reparto all'ospedale di Formia. E' stato strumentalizzato persino il Centro Anziani, ignaro del tranello al quale personaggi invisi alla maggioiranza di governo, per motivi personali o per motivi politici hanno orchestrato detta campagna di denigrazione verso il primo cittadino e i suoi assessori. Il sindaco era assente per impegni pregressi, era a Roma per un incontro istituzionale con il presidente della Ragione Marrazzo, altri tre assessori erano impegnati nel convegno con esponenti della Comunità europea per il progetto denominato MEDOCC. Il comune era chiuso, data l'ora, infatti i dipendenti dell'ente alle 18,00 vanno via. Dentro il Comune c'era solo l'addetto al sindaco e l'assessore alla sanità avv. Giovanni Ialongo che voleva ricevere la delegazione dei dimostranti. La delegazione voleva parlare con il sindaco, assente per impegni presi un mese prima.Il giorno prima una delegazione comunale era stata a Latina ove si era acclarato il tutto, e qualche giorno prima, proprio gli assessori indicati, erano stati i primi ad accorrere all'ospedale per difendere il reparto pediatria. E c'erano tutti, maggioranza ed opposizione, uniti nella difesa del Di Liegro.
Alla manifestazione mancava l'ex sindaco Magliozzi, che con grande dignità e onestà intellettuale, non ha partecipato. Perchè?
I detrattori dell'attuale sindaco, e i dirigenti delle associazioni, presi di controbalzo, sanno che il Di Liegro è stato svenduto da tempo e ogni cittadino di Gaeta può leggere le deliberazioni del consiglio comunale dei dieci anni precendenti. Noi del partito del Sud siamo andati a spulciarne qualcuna:

ESTRATTO DELLA DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N°82 del 07/10/2002
Intervento del Sindaco Massimo Magliozzi:"...c'è un atto aziendale che è stato votato dalla regione. Cioè, è stato inviato alla regione, è stata fatta la commissione dei sindaci, con i vari pareri. Oggi siamo in ritardo pazzesco. E devo dire che, purtroppo, se questo documento,quest'atto aziendale oggi può sembrare in qualche modo un atto aziendale che va in una direzione che forse non ci soddisfa, devo dare la colpa anche a me,perchè sono stato nel 1994, come consigliere, fino ad oggi, e devo dire che noi, all'epoca, INSIEME ( cioè destra e sinistra) all'epoca era maggioranza, facemmo un errore gravissimo. Noi quando abbiamo fatto quella delibera del 1996, ci abbiamo messo di tutto e di più, senza renderci conto che si stava andando verso una direzione di razionalizzazione, già nel 1996 quando abbiamo fatto questa delibera. E non ci siamo resi conto dell'errore che facevamo, abbiamo messo di tutto. Uno si alzava e diceva: mettiamoci questo. L'altro si alzava e diceva: mettiamoci...e noi mettevamo dentro, senza renderci conto.E come diceva appunto Magliozzi ( il dottore), noi abbiamo fatto un altro errore gravissimo...ero uno di quelli che non si è reso conto che quando si è parlato di DEA di primo livello Gaeta-Formia, non ci siamo resi conto che quella era una grande fregatura per Gaeta, perchè poi, ci siamo ritrovati il DEA di primo livello a Formia..."
ESTRATTO DELLA DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N° 93 DEL 18/11/2003 (Giunta di destra)
Intervento del Sindaco Magliozzi:"...nel 1996 c'ero anche io in quel consiglio comunale, abbiamo deciso una determinata cosa ( destra e sinistra), che Formia diventava DEA di primo livello, per cui significava che la chirurgia andava tutta a Formia, lo abbiamo deciso tutti. Poi si è deciso che la medicina venisse a Gaeta...dunque l'atto aziendalereso esecutivo in data 10 marzo 2003,che è il documento di organizzazione e programmazione dell'azienda Sanitaria prevede che l'ospedale di Gaeta diventi polo medico del presidio ospedaliero del sud, con le seguenti strutture: pronto soccorso, day Hospital multidiscipline, epatologia,medicina generale, diabetologia, dialisi, centro di coordinamento ADS, servizio di cardiologia, day hospital di oncologia, allergologia, pediatria, patologia clinica, radiologia…

Intervento del consigliere Giovanni Erbinucci:”…quando saranno attivate all’ospedale di gaeta le strutture complesse di Nefrologia e dialisi e malattie infettive, che non essendo previste nell’atto aziendale all’ospedale di Formia, dovrebbero essere trasferite all’ospedale di Gaeta. Tra breve anche la Rianimazione sarà trasferita, giustamente, a Formia, in quanto DEA di primo livello…”

Questa delibera consiliare è stata approvata con 12 voti favorevoli della maggioranza di destra, tra i quali il sig Antonio Strozza, colui il quale, dimostrando la sua rabbia per motivi personali contro Raimondi,voleva l’intervento del prefetto Frattasi.

Per finire, diciamo che l’ospedale di Gaeta, è stato declassato per colpa della sinistra e della destra, lo ha detto l’ex sindaco Magliozzi in consiglio comunale. Si son fatti fregare. Oggi si manifesta contro chi colpe non ha in questa storia.
Nel 2000, sotto la giunta di sinistra è andata via da Gaeta” Ortopedia”,
nel 2003, sotto la giunta di destra “Chirurgia”
Nel 2004, sotto la giunta di destra” Rianimazione”, cioè il cuore di un ospedale, senza la quale sono state costrette ad andare via Ginecologia e pediatria.
La Regione spende per la sanità il 76% del bilancio, una cifra enorme, come ovviare?
Due sono le vie, la razionalizzazione in atto oppure la soppressione delle convenzioni alle cliniche private, che nel Lazio sono una caterva, basta pensare a quelle religiose, sostentate da noi cittadini.
On. Berlusconi,
visto che Lei tutto può, visto che sta regalando 300 milioni di euro ad una azienda statale morta, l’Alitalia; visto che lei è per la libertà di impresa; visto che la nostra Regione, sotto la giunta Storace, nel 2004,si è macchiata di un delitto atroce vendendo le mura dell’Ospedale di Gaeta e quelle di altri 38, alla società SAM IMP, Le chiediamo di promulgare una legge deroga per noi, per salvare il nostro >Ospedale. Deve sapere che Gaeta, sotto i Borbone aveva due ospedali, e il primo fu aperto nel 1321 nel complesso dell’istituto Pio dell’Annunziata.
Il partito del Sud rivuole l’ospedale che ci è stato lasciato dal Prof Corbo nel 1980. Era un gioiello: vi era chirurgia ( con cinque sale operatorie),; vi era Medicina, Ortopedia, pronto soccorso, Una sala di Rianimazione di primo livello, Ginecologia, Pediatria, Radiologia, e persino la Cucina e la lavanderia.
Spero che i coordinatori del suo partito di gaeta e di Formia, i deputati e i senatori, i consiglieri provinciali e regionali, e soprattutto i sindaci delle due città contigue siano d’accordo nel sottoscrivere tale documento, e soprattutto che Lei, che è così buono, ci faccia questo regalo, visto che il suo predecessore ha regalato al Piemonte 500 milioni di Euro per la ristrutturazione dei beni demaniali piemontesi. Un po’ di par Condicio non guasta. Per favore non ci mandi l’esercito, lo abbiamo assaporato già nel 1860 e dintorni, quando 150 mila soldati massacrarono oltre un milione di contadini, chiamati, dal massone Cavour “ briganti”

Il Partito del Sud
Sezione di Gaeta “ Cosmo Ciaramaglia”
Via Rimini, 1






 
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Primo congresso nazionale del Partito del Sud

Post n°26 pubblicato il 12 Giugno 2008 da brigante10


1° Congresso Nazionale del Partito del Sud-Alleanza Meridionale





Come annunciato con precedente messaggio, confermo che dal 20 al 22 giugno p.v. si terrà il 1° Congresso Nazionale del Partito del Sud-Alleanza Meridionale presso la Sala Verde dell'Hotel Serapo di Gaeta (telef. 0771 450037)

Tutti i Coordinatori Regionali ed i Componenti del Coordinamento Nazionale sono invitati a partecipare anche alla luce delle deliberazioni che si andranno ad assumere in merito ad una eventuale aggregazione con le altre formazioni meridionaliste.

I lavori del Congresso si svolgeranno secondo il seguente programma:



GIORNO 20 GIUGNO



Ore 16,30 – accreditamento dei partecipanti

Ore 17,00 – insediamento dell'Ufficio di Presidenza del Congresso. Verifica poteri

Ore 17,30 – Definizione e composizione delle Commissioni Congressuali (statuto, programma,

elettorale)

Ore 18,00 – Avvio dei Lavori Congressuali

Ore 21,00 – Sospensione dei lavori



GIORNO 21 GIUGNO



Ore 9,00 – Ripresa dei Lavori Congressuali

Ore 9,30 – Relazione del Coordinatore Nazionale A.Ciano

Ore 10,00 – Interventi Programmati

Ore 12,30 – Sospensione dei Lavori

Ore 15,00 – Ripresa dei Lavori

Ore 16,30 – Presentazione dei documenti elaborati dalle Commissioni congressuali

Ore 18,00 – Votazione dei documenti delle Commissioni Congressuali

Ore 19,00 – Insediamento dell'Ufficio Elettorale Congressuale

Ore 20,00 – Presentazione delle Candidature per le Elezioni degli Organi del Partito
Dalle ore 18,00 si terrà il Forum Satellite:
"I Periodici Meridionalisti: Problematiche e soluzioni
per lo sviluppo della informazione delle Genti Meridionali"


GIORNO 22 GIUGNO



Ore 9,30 – Apertura del Seggio Elettorale del Partito

Ore 10,00 – Interventi programmati

Ore 12,00 – Proclamazione degli eletti

Ore 12,30 – Presentazione dei documenti approvati

Ore 13,00 - Intervento del Coordinatore Nazionale eletto

Ore 13,30 - Chiusura del congresso



Si precisa che ai lavori del Congresso avranno diritto di intervento e di elettorato attivo e passivo coloro che risulteranno iscritti al Partito. Gli interventi dei responsabili di Organizzazioni esterne accreditate avranno spazio prima dell'intervento del Coordinatore Nazionale eletto

Poiché parte dei lavori sono stati affrontati e risolti già nel Congresso Costituente dell'8 e 9 dicembre 2007 le operazioni congressuali potrebbero subire variazioni terminando anticipatamente rispetto ai tempi previsti.

Ritengo doveroso sollecitare la presenza di tutti coloro che sino ad oggi si sono impegnati senza risparmio di forze per dare corpo e forma al nostro Partito che senza dubbio sta diventando punto di riferimento per tante gente del Sud e della Sicilia.


                           Il Coordinatore Nazionale
                                       Antonio Ciano

 
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Il Partito del Sud con Nello Musumeci

Post n°25 pubblicato il 07 Giugno 2008 da brigante10


sabato 7 giugno 2008
CATANIA

LA "BOMBA"MUSUMECI...
Il quotidiano catanese “La Sicilia” di oggi in edicola pubblica una lunga intervista di Andrea Lodato con il candidato sindaco Nello Musumeci. A rarika ve la propone nella versione integrale. "Per strada -dice Nello-mi fermano persone di ogni ceto sociale e di idee diverse: mi chiedono tutti un impegno straordinario per questa città". La candidatura a sindaco di Musumeci è sostenuta ufficialmente anche dal Partito del Sud...Una bella scossa a una campagna elettorale che sembrava un po’ spenta, per forza di cose, di numeri, di sondaggi, anche per la logica e per una presunta o presumibile coerenza e continuità nel voto. Nella corsa per la poltrona di sindaco di Catania il candidato del centrodestra, Raffaele Stancanelli, lo si dava per strafavorito, il suo competitor diretto, Giovanni Burtone del centrosinistra naturalmente in svantaggio. Ed in questo quadro anche la migliore delle ipotesi per i concorrenti della coalizione uscita trionfante dalle Politiche e dalle Regionali, cioè un eventuale ballottaggio, pareva sfumare sul nascere.
Poi l’incognita e l’irruzione sulla scena di Nello Musumeci, che alla Provincia chiudeva l’accordo con Castiglione, ma al Comune no. E decideva di correr da solo. L’incognita gettata in quella campagna che appena partita sembrava quasi arrivata al capolinea, i sondaggi che, nel giro di due settimane, hanno spiegato che con Musumeci in campo converrà esser più prudenti nel fare calcoli e tirare conclusioni. Ma la bomba, per la verità, non è arrivata né improvvisa né inattesa.
“No, direi proprio di no”. Nello Musumeci, seduto al tavolino di un bar sotto la sede di Confindustria racconta che cosa è successo cosa è successo in quei giorni e in quelle ore decisive. Lo interrompono ogni due minuti sconosciuti passanti, per fargli gli auguri ed in bocca al lupo. Musumeci piace, non c’è che dire. Il che può non significare nulla o poco in termini di consenso, ma che, intanto, abbia un forte appeal è un fatto. Lui ringrazia. La signora della Catania bene che ha un nipote candidato “con gli altri”, ma promette il voto a Nello. E il pensionato che “non la penso mica come lei, ma mi piace”.
“Ne incontro a decine – spiega sorridendo Musumeci – in ogni angolo della città, gente di ogni ceto sociale. Credo che mi vogliano bene davvero”. Quando sorride dicendo queste cose Musumeci sa di usare forme condizionali al posto di certezze giusto per non apparire spaccone. Invece ci crede, eccome. Ma allora, era o nell’aria la sua candidatura?
“Si – riattacca da dove aveva lasciato – direi già da quando Umberto Scapagnini aveva fatto capire che si sarebbe dimesso per puntare ad un seggio a Roma, in molti ambienti si era cominciato a fare il mio nome. Ed erano anche partite alcune sollecitazioni informali, la richiesta di una eventuale disponibilità. Vorrei ricordare che già nel 2000, prima del voto per le Amministrative, un sondaggio mi accreditava come il politico più popolare e credibile per i catanesi. Allora Gianfranco Miccichè mi chiese se avevo voglia di provare l’avventura al Comune, dimettendomi dalla Provincia. Dissi di no, perché non volevo tradire i miei elettori. Accadde la stessa cosa, lo ricorderete, nel 2005. Anche allora c’erano sondaggi straordinari per me, ricevetti forti pressioni per una mia candidatura. Ma per non correre il rischio di creare inutili fratture nel centrodestra si scelse una strada diversa. E feci il vice sindaco”.
C’entra questo, tutto questo, con il fatto che a poche dalla presentazione dei candidati al Comune e alla Provincia Nello Musumeci ha deciso di scendere in campo da solo? C’entra. Perché al di là delle polemiche, degli scambi di accuse e di ripicche con i suoi ex amici di An che oggi ignoreremo, Musumeci sentiva attorno a lui a livello personale un’atmosfera che prometteva, certo non che minacciava. Cioè, fatti adeguati conti e, forse, debiti scongiuri, Musumeci deve avere pensato che, andasse a finire come il destino voleva, stavolta doveva passare all’incasso e alla verifica della sua popolarità, non essendoci le condizioni per un’alleanza. E capire se il ricordo era ancora una carta da giocare. Perché di Musumeci i catanesi ricordano due mandati da presidente della Provincia, tanto per cominciare.
“Ricordano - dice Musumeci - un’amministrazione capace di decidere, di non piegarsi ai capricci e ai giochi dei partiti, ma anche un’amministrazione che viveva ed andava avanti in uno spirito di grande concertazione. C’era, dice ancora oggi qualcuno, un forte potere decisionale del Presidente. Credo che fosse proprio così, ma tutti penso concordino sul fatto che quella capacità di prendere decisioni non provocò mai un deficit di democrazia. Anzi, se possibile esattamente il contrario. Perché in tanti anni non avemmo mai uno sciopero alla Provincia e con tutti i sindacati, dico quelli di sinistra in maniera particolare, mantenemmo un rapporto di dialogo costante. E anche politicamente in dieci anni non ci fu mai un problema, uno screzio, una spaccatura, un’incomprensione seria all’interno della nostra maggioranza. Ricordo questo perché a quella stabilità, a quel decisionismo, a quell’assumersi anche il peso di scelte e decisioni pesanti si lega il ricordo sempre vivo nei catanesi di una buona amministrazione. Che rispettò rigorosamente tutti i cittadini, senza guardare, ovviamente, a chi aveva scelto Musumeci e a chi aveva votato per altri candidati. Ecco perché il mio governo alla Provincia, così come quello di Enzo Bianco al Comune che era di tutt’altro colore, vengono ricordati come la primavera di Catania”.
Questo è il passato, tempo che Musumeci con la sua lista prova a volgere al presente e coniugare domani al futuro. Punta sul voto disgiunto, l’unica arma che può traghettarlo al ballottaggio. Per questo continua a stringere mille mani, ha un sorriso e una battuta per tutti, da viale Vittorio Veneto e corso Italia, centro chic della città, alla Pescheria, ai mercati popolari. Sorrisi, impegni. “Promesse no, se non quelle di continuare ad essere quello di sempre” spiega. Quello che, ricorda anche questo, per coerenza e serietà senza che gli fosse richiesto, si dimise dopo tre mesi da vice sindaco della giunta Scapagnini dopo aver lasciato il suo partito, Alleanza Nazionale.
“Sentii in quel momento di dovere fare quella scelta, anche se stavo in giunta non perché lo avesse voluto il mio partito, ma per una precisa indicazione di Silvio Berlusconi. Ancora oggi qualcuno mi dice che, secondo lui, sbagliai ad andarmene, perché sarei stato naturalmente il candidato sindaco del dopo Scapagnini. Scusate, rispondo, per me di naturale c’è rispettare la mia storia, la mia onestà, quella che la gente mi riconosce, la mia coerenza, non i percorsi tortuosi e per i cittadini spesso giustamente incomprensibili della politica, delle scelte verticistiche, delle imposizioni piovute dall’alto”.
Musumeci lo dice di sfuggita, ma proprio quell’uscita dalla giunta, in fondo, oggi può utilizzare come un jolly. Perché se dice che “Catania vive uno dei momenti più difficile dei suoi ultimi sessant’anni, è una città in costante regresso, sempre più vecchia ed impoverita”, è chiaro che muove critiche nemmeno velate all’amministrazione da cui se ne andò senza sbattere la porta, in silenzio e con discrezione, ma senza rimpianti.
“Oggi le finanze comunali sono al collasso, interi quartieri al buio, la disoccupazione dilagante, il disagio sociale crescente, i servizi pubblici scadenti. Ma io dico che la rinascita è possibile”. Ovviamente a determinate condizioni. Saluta, Musumeci, l’ennesima persona che si ferma ed interrompe intervista e caffè. “Signora mia, certo che possiamo uscire da questa crisi - spiega paziente. Ma ci vuole un’amministrazione che sia onesta, efficiente, che abbia esperienza, senso delle istituzioni e rispetto per il cittadino. Signora, ma lei se lo ricorda...”.
E’ un ritornello, la risposta è sì. Ora manca una settimana, poi Musumeci saprà, e con lui la città, se davvero la sua discesa in campo sarà servita a dare una scossa alla campagna elettorale e di che grado potrà essere l’eventuale sisma. Lui sorride, finisce il caffè, e si tuffa nell’assemblea di Confindustria. Si ricomincia.
Andrea Lodato
Tratto da "La Sicilia" del 7 giugno 2008
Pubblicato da Orazio Vasta a sabato, giugno 07, 2008 0 commenti
Etichette: Catania-Sicilia-sud, Elezioni 2008, Informazione, Partito del Sud

 
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Delio Fantasia difende la sua delibera

Post n°24 pubblicato il 05 Giugno 2008 da brigante10

giovedì 05 giugno 2008
TF7 numero 29, "sex and the golfo"
Ospite Delio Fantasia, ex consigliere di Rifondazione Comunista e promotore della delibera sui Dico formiani.
letture: 261
TF7: Benvenuti al ventinovesimo numero di TF7, il rotocalco online del sudpontino. Conduce Luca Di Ciaccio. E "benvenuti all'inferno" preannuncia Delio Fantasia, ex consigliere comunale di Rifondazione Comunista a Formia e ospite in studio. Il quale è tornato, dopo sei mesi di silenzioso ritiro dalla scena politica, al centro delle polemiche per l'annuncio di una clamorosa iniziativa: se la nuova maggioranza di centrodestra al comune di Formia revocherà, come annunciato, la contestata delibera sulle unioni civili, da lui promossa lo scorso anno, farà nomi e cognomi degli attuali amministratori coinvolti in casi di adulterio coniugale, frequentazione di prostitute, omosessualità non dichiarate.
Sesso e potere nel Golfo. "Da quando ho fatto questo annuncio ho ricevuto telefonate da tutti i consiglieri, loro sanno che io so" dice Fantasia. Come lo fa a sapere. I politici andavano a confidarsi da lui, come l'ex deputato Vladimir Luxuria ha detto che facevano con lei in Parlamento?

Quanto è lunga - chiediamo - la lista cui accennava nel suo comunicato? Ci sono solo personaggi della maggioranza o anche dell'opposizione? Perché a questo punto, se non altro per completezza di informazione, se i nomi li deve fare li dovrebbe fare tutti... Ma a proposito: la legge sulla privacy così non va a farsi benedire? Intanto noi approfittiamo dell'occasione per ripercorrere alcuni tra i più famosi e recenti scandali sessuali in Italia e nel mondo per scoprire quali tipologie possano essere riconducibile al nostro apparentemente ameno circondario. Si è più adulteri a destra o a sinistra? A Formia o a Gaeta? E come la mettiamo con la Chiesa?

E a proposito di benedizioni, le reliquie di Sant'Erasmo sono appena arrivate via mare da Gaeta a Formia. Un evento epocale. Un grande manifestazione di popolo, quel popolo che ormai la sinistra sembra aver perso. Come lo valuta? E come valutare gli allarmi sicurezza persino a Formia, per non parlare dei picchiatori anti-immigrati del Pigneto a Roma col Che Guevara tatuato sul braccio? Certo, adesso che lei non c'è più Fantasia e la sinistra ad amministrare Formia, don Antonio con le campane farà ancora di più quello che vuole... Buona visione.


postato da: TF7_redazione

 
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