Creato da lachouette il 29/06/2012

CIVETTERIE

TRACCE D'ANIMA...le creazioni e il blog di una Interior designer con la passione per il cucito, il disegno, l'arredamento, la pittura, il modellato...e non solo. Manuale, diario di bordo...di tutto un pò.

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VADO AD INCIPRIARMI IL NASO...

Post n°38 pubblicato il 10 Novembre 2012 da lachouette
 

Volatile...impalpabile...e profumata. Antico belletto amato da regine, donne, dive e anche...badate bene...si...anche uomini. Di cosa parlo?...della CIPRIA. Erano altri tempi, quelli di quando si sentiva una donna  dire "Vado ad incipriarmi il naso..."una frase sussurrata che sapeva di donne affascinanti, lievemente maliziose e comunque garbate. Quante dive e divine l'hanno fatta propria...Eleonora Duse, Greta Garbo...ecc..ecc..
Un antico mondo femminile andando lentamente sbiadendo come foto d'altri tempi. L'usare un dischetto di velluto profumato...o un piumino di cigno...come al tempo del Re sole...era una azione antichissima.
Non sembra siano però stati i Francesi ad inventare la cipria...come spesso si pensa...molti testi la portano lontana nel tempo...ed a darne prova sarebbe lo stesso vocabolo, che sembrerebbe derivare da CIPRO, la famosa isola...di Venere...dea della bellezza. E dalle cronache passate sembra che a diffonderne l'uso in seguito...e a portarla ai francesi, sia stata Caterina Dè Medici....in occasione del proprio matrimonio con il re di Francia...Enrico d'Orleans. Signore e signori altolocati, cominciarono ad usarla su gote e parrucche per distinguersi dalla ‘colorita' gente del popolo.
Diventa quindi uno status symbol e si avvia una produzione di massa che porterà i profumieri francesi a realizzare questo prodotto in grandi quantità e avendone fiutato l'affare, spesso si spinsero ad utilizzare non più le sostanze naturali ossia il riso e l'amido che l'avevano caratterizzata fino ad allora, ma anche l'ossido di piombo...con le relative conseguenze negative sulla salute; ma purtroppo come sempre accade il più delle persone non badava alla qualità del contenuto e delle materie base...ma alla profumazione, che in Francia era richiesta forte, persistente e marcata. E fu da qui che la produzione si diversificò...infatti in altri paesi, fra i quali l'Italia era richiesta una profumazione meno forte, anzi molto lieve....andando a conquistare un pubblico meno eccentrico....e non solo.Per vendere bene si rese utile una confezione attraente e curata e si cominciarono a usare tartaruga, legni pregiati e via via....materiali e forme sempre più accattivanti. Per arrivare poi ad una continua evoluzione...che sfociò all'800 che con l'industria divenne di cartone...e poi nei primi decenni del ‘900 dove abbiamo invece una evoluzione nel contenuto, ossia il portacipria diviene più pratico, da viaggio, per dare modo alle signore di usarla anche fuori casa e questo la porta da polvere impalpabile ad una forma compatta. Ma ancora, il portacipria diviene porta rossetto e sigarette. Seguono gli anni '60 con il portacipria in plastica....e in fine, ahimè durante il contesto di ‘liberazione femminile'...inizia a prevalere l'idea di eliminazione degli orpelli in nome di un nuovo credo...che per un po' manderà in soffitta i belletti e la femminilità...fino ad un ritorno avvenuto ai giorni nostri...e che comunque non avrà mai il sapore vero di un tempo.

Oggi...anche il make up parla di noi...e la cipria si è fusa per 'praticità' con il fondotinta...diventando appunto  ‘pratica'....sempre per chi la sa e la vuole usare...personalmente preferisco comunque la cipria.....

Fortuna, però , esistono i collezionisti, che sono la nostra memoria e che oggi cercano questo accessorio, sborsando anche cifre non indifferenti per possedere un piccolo barattolino di profumata meraviglia che può partire da una cinquantina di euro fino ad arrivare a ben 800!....

Ora...se vi va...a Milano esiste un museo che raccoglie questi affascinanti oggetti di fascino demodé. 

Oppure ancora cliccate qui....

o ancora....qui....clicca.


Chou

 

 
 
 
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