MOVIMENTO DI AGGREGAZIONE POPOLARE
1) Divenire voce unitaria del dissenso.
2) Promuovere un referendum per diminuire i privilegi della casta e delle alte cariche della pubblica amministrazione.
3) Abolizione dell'immunità parlamentare escludendo i reati d'opinione.
4) Un tetto massimo di reddito tra stipendio parlamentare e privato.
5) Diminuzione del numero dei parlamentari ed abolizione enti provinciali
6) Eliminare le pensioni d'oro con un giusto livellamento delle altre,una sola pensione con scadenza nei termini previsti per età e anni lavorativi.
7) Lotta alle forti disuguaglianze dei salari e abolizione del precariato.
8) Destinare i finanziamenti per l'istruzione esclusivamente alla scuola pubblica .
9) Una giustizia veramente uguale per tutti con la responsabilità civile e penale per i giudici.
10) Ristrutturare l'organizzazione della Pubblica Sanità.
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Le pagine di cronaca del nostro Paese ci hanno abituato alla lunga sequela di affermazioni propagandistiche del Cavaliere. Ancora una volta, come nel caso della Social Card, con lo spostamento del G8 a L’Aquila, ci troviamo davanti a un puro proclama elettorale, che specula sulla sofferenza e sul disagio delle popolazioni colpite dal terremoto e contrasta con ogni elementare logica economica. Una di queste spese era il G8, un vertice che, nonostante la sua completa inutilità, continua a tenersi ogni anno, pretendendo di costituirsi come luogo legittimo dove “emanare” politiche planetarie. Otto paesi che decidono per il mondo, escludendo la partecipazione di altri importanti Stati, che avrebbero tutto il diritto a parteciparvi. Altro che multilateralismo e governance globale! Le decisioni prese nei G8, oltretutto, non sono assolutamente vincolanti (non avendo titolo per esserlo) e finiscono infatti per essere inconcludenti. Quello che dovrebbe essere un forum globale, si riduce a proporre soluzioni che rispondono a interessi particolari. Degli otto paesi più industrializzati del mondo. Un incontro che potrebbe benissimo tenersi in videoconferenza, come forma di consultazione a tempo perso, senza sprecare denaro pubblico inutilmente. I fondi ammontano a 400 milioni di euro, una cifra esorbitante che farebbe davvero comodo in un’emergenza come quella abruzzese. Ma la proposta di SL non è stata nemmeno presa in considerazione. Il premier sostiene che spostando il vertice “degli otto” nel cuore dell’emergenza si risparmierebbero 220 milioni di euro. Questo significa che per organizzare il forum a L’Aquila basterebbero solo 180 milioni dei 400 predisposti allo scopo dalla delibera CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) del 6 marzo 2009. Non c’è bisogno di essere Trichet per intuire che è una previsione un tantino ottimistica, se consideriamo che bisognerebbe traslocare un apparato organizzativo enorme fatto di capi di stato, delegazioni, giornalisti e oltre 16 mila persone fra diplomatici, alti ufficiali, sherpa, traduttori e tecnici in una regione nella quale a mala pena sono agibili le strade. Ragioniamo inoltre sui 220 milioni recuperati attraverso la nuova geniale intuizione. Quando si mette in programmazione un evento di questa portata non ci si riduce all’ultimo momento per approntare l’agibilità delle strutture e la disponibilità di posto. I lavori alla Maddalena non sono iniziati certo ieri. Ci sono cantieri su cui sono stati già versati milioni di denaro pubblico, dove migliaia di operai da mesi lavorano 24 ore al giorno per permettere la realizzazione del vertice inutile: cantieri che rischiano di venir abbandonati da un giorno all’altro. E quanto eseguito finora, anche se si sposta il G8 altrove, va comunque concluso (pena ulteriore spreco di risorse). E poi pagato. Le proteste dei vertici amministrativi sardi sono state molto forti, e l’imbarazzo di Cappellacci palpabile, nonostante l’apparente benedizione. “La macchina non si può fermare - ha commentato il sindaco della Maddalena, Angelo Comiti - perché quando si spendono soldi e risorse pubbliche si risponde ad organismi che non scherzano, come la magistratura e la Corte dei Conti […] Sono già state realizzate strutture importanti”. La procedura attraverso cui vengono assegnate risorse per eventi del genere, infatti, è molto complessa e sottoposta a vincoli precisi. Un’operazione come quella propagandata dal premier potrebbe anche portare la Corte dei Conti a incriminare l’amministrazione per “danno erariale” (cioè alle casse dello Stato). Ancora una volta Berlusconi raddoppia lo spreco e strumentalizza la tragedia dell’Abruzzo, usata anche come scudo contro le possibili contestazioni no global al G8 de L’Aquila (lì, dice il premier, “non avrebbero la voglia, la faccia e il cuore di fare manifestazioni dure”). Già il G8 è in sé un spreco. Il premier ha trovato il modo di sprecare i soldi due volte. Sempre sulle spalle dei terremotati.
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