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QUEL VOLTO DA SEMPRE CERCATO

Post n°14 pubblicato il 04 Giugno 2008 da maryrose.ms
 

 http://www.ilpiave.it/IMGART/190208/sindone.jpg

L'annuncio del Papa: dal 2010 nuova ostensione della Sindone

di Davide Rondoni

Tratto da Avvenire del 3 giugno 2008



Non c’è nulla come cercare quel volto.

Non c’è nulla come cercare il volto del destino. Cioè il volto profondo di quel
che ci succede. Di quel che ci arriva addosso. Il suo volto, vogliamo sapere.



Vogliamo vedere al fondo della vita che ci tocca di vivere, vita che con i suoi
splendori e orrori a volte ci toglie il respiro, vedere che volto ci sia.
Vogliamo sapere se si tratta di un viso spento come un oblìo, un viso vuoto,
che non ha nessun interesse per noi.



Un viso come uno sbadiglio. Come una statua impassibile. Vogliamo vedere se
hanno ragione coloro che dicono che al fondo delle cose ci aspetta solo il buio
e nessun volto. Oppure solo il ghigno di un fato che si prende gioco di noi.



Vogliamo sapere se nel fondo dei nostri giorni, dei nostri amori, dei nostri
dolori c’è il viso di un 'ubriaco' come diceva un personaggio di Shakespeare.



O se invece c’è il viso della Sindone, quello di un Dio che ha amato l’uomo,
noi, fino a patire. Un Dio che ha avuto passione per l’uomo. Da sempre, l’uomo
ha cercato quel volto. Lo ha gridato il salmista. Lo cercavano i sapienti di
ogni popolo, nei segni che sembrava lasciare tra fuochi e stelle, tra tempeste
e aliti lievi del vento. Lo hanno cercato sempre gli uomini.



Immaginandolo nelle visioni, inseguendolo nelle altezze del pensiero e negli
slanci pazienti delle arti. E anche il cosiddetto uomo moderno, o meglio ciò
che certi maestri di epoche recenti hanno denominato tale, pur se fingeva di
disinteressarsi di quel volto e di non cercarlo più, in realtà ha sempre alzato
volti da guardare come se rappresentassero il suo destino. Come l’uomo di
sempre. Abbiamo avuto le maschere a volte tragiche, a volte grottesche, quasi
sempre cieche e sorde ai bisogni profondi della vita: le maschere del Potente,
dell’Eroe, della Celebrità. In certi momenti il volto di un uomo si è
immedesimato con il destino di un popolo, di una nazione, o di una rivoluzione.
Lo hanno idolatrato. Ma ha lasciato spesso il vuoto, e spesso l’orrore dietro
di sé. Invece il volto dell’uomo della Sindone chi è? Al di là delle diatribe
tra filologi ed esperti, quel volto come fu allora per il volto di Cristo non
vuole imporsi alla nostra attenzione, resta sempre in un suo velo di segreto.
Perché occorre sempre cercare il volto di Cristo. Occorre sempre, per
riconoscere veramente, anche una mossa della libertà, un rinnovarsi della
domanda. Anche i suoi primi discepoli, che l’avevano davanti nelle colline,
sulle rive del lago o anche ai tavoli di gente discutibile, lo fissavano per
cercare di capire chi era veramente. Ogni volta capivano di più, e ogni volta
dovevano chiederselo di più. Nel 2010 il Papa ci dona l’occasione per andare a
vederne questo segno unico e misterioso. Per rinnovare ancora la ricerca di
quel volto. Che è il volto della verità. La quale per i cristiani non è un
discorso.



Non è nemmeno una cosa da 'spiegare' o di cui 'convincere' gli altri. La verità
è il volto di un Dio appassionato, fino al dolore, alla nostra vita. Non si
tratta per noi di sapere un discorso, una formula, o una bella frase. Si tratta
della gioia di vederlo, e dell’opera di assomigliargli. Grazie a Il Mascellaro

 
 
 
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VERGINE MADRE

«Vergine madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu se' colei che l'umana natura nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore per lo cui caldo ne l'eterna pace così è germinato questo fiore. Qui se' a noi meridïana face di caritate, e giuso, intra i mortali, se' di speranza fontana vivace. Donna, se' tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua disïanza vuol volar sanz'ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s'aduna quantunque in creatura è di bontate».
 

LA MADRE

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"Cari amici,
Ciò che mi preoccupa principalmente della vicenda del sito islamico legato ad Al Qaeda in cui il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed io siamo stati minacciati di morte, indicati come "due morti che camminano, proprio come si autodefiniva Falcone", è la sottovalutazione del fatto che si tratta di un testo in lingua italiana e che l’autore è verosilmente un italiano convertito all’islam terroristico di Osama bin Laden.
La mia impressione è che in generale, a livello di potere esecutivo, legislativo e giudiziario, immaginando che questo terrorismo islamico "Made in Italy" potrebbe essere l’opera di una testa calda e magari di un cane sciolto, nel senso di un fanatico non organico a un gruppo terroristico noto, il pericolo viene valutato al ribasso e si ritiene quindi che non ci si debba preoccupare più di tanto. Questo è un errore gravissimo. Non si comprende che anche se fosse presente un solo aspirante terrorista e magari un terrorista suicida, sarebbe di per sé sufficiente per avere la certezza che si tratta della punta di un iceberg, dove l’iceberg è una realtà ben radicata territorialmente e ideologicamente che dovrebbe preoccuparci." Magdi Cristiano Allam
 
 

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