pensieri.a.nudo

Post N° 74

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Non so più che giorno è.

Ne tanto meno il vento e la luce artificiale riescono a suggerire la stagione che vado calpestando a testa china.

Il mio è un viaggio senza meta, senza sogni, senza futuro. è l’imbecille andare di chi non sa dove andare, ma non può più restare.

Percorro in trance la via del non ritorno. I passanti sono ombre liquide che scivolano su me, le insegne accecano la solitudine, il fumo denso e nero delle automobili mozza il fiato, il trambusto cittadino non mi appartiene. Nulla più mi appartiene, ormai.

Non so perché mi trovo qui e non mi interessa saperlo, non più.

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So che meno di una vita fa ti ho perduto. Mi sei scivolato dalle braccia. Ho osservato a lungo un corpo inerme ai miei piedi, il fantoccio della gioia passata. Gli occhi cavità vuote e disperate. Le spalle ricurve, morte. Le mani chiuse a pugno, senza poter regalare neanche una carezza, un ultimo dignitoso saluto d’addio.

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Ho voglia di camminare, camminare, all’infinito andare senza sapere dove.

Stringo gli occhi, li strizzo così violentemente da farmi male. Non ho voglia di vedere, osservare, capire, ricordare, sperare.

La faccia contratta in smorfie di dolore. Tutte le membra dolenti. La rabbia mi regala profondi respiri, singhiozzi osceni. Una lacrime ardita si permette un  mesto tremolio nelle palpebre, sfugge al mio controllo e lenta scende lungo il profilo del naso, inumidisce le labbra, attraversa il collo per morire in gola.

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Brividi di gelo.

Sono ancora viva.

Ora so, so che è inverno.

E lo sarà per sempre.

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- Ovunque -