IL CRISPANESE

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LA MENTALITà

     La nostra, e una mentalità decadente?

   

Provo a rispondere io, sperando che anche voi darete la vostra risposta. 

 No! Ma, se si va avanti così lo sarà. Il pesce puzza dalla testa, sì e sempre detto. La politica in quanto tale, non esiste a Crispano. Esiste invece la politica dell’arroganza, dell’odio personale, dell’egocentrismo e dell’ignoranza (vedi i voti acquisiti con salsicce e costolette di maiale).

Tutti i politici di Crispano, a qualunque schieramento appartengono, rispecchiano questo tipo di politica. Il cinquanta per cento della decadenza mentale esistente e dovuto a loro.

Per quanto riguarda il resto, la situazione Crispanese somiglia molto al film i “I magnifici sette”.

Il popolo di un piccolo paese messicano e vittima di continue scorribande di Calvera e dei suoi banditos, che, quando arrivano, si prendono tutto il loro raccolto, il vino e se le trovano approfittano delle loro donne.

Un giorno, asfissiati da queste continue razzie da parte dei banditos, una loro delegazione va al confine per assumere dei cowboys, n'assumono sette e tornano in paese. Questo popolo, era abituato a vivere dentro la paura e a nascondersi in chiesa tutte le volte che c’era un pericolo. I magnifici sette, che rappresentavano il coraggio, la scaltrezza, la voglia di giustizia, la libertà, l’intelligenza, l'unita, e l'amore per gli altri. Istruirono e aiutarono questo piccolo popolo a difendersi da solo, invece di chiudersi in chiesa tutte le volte.

Alla fine ci riuscirono, uomini donne e bambini uniti, si difesero e si liberarono dalle scorribande sempre più frequenti di Calvera e dei suoi banditos.

 Anche a Crispano, da quando sono arrivati Calvera e i banditos (molti anni ormai) la maggior parte dei Crispanesi si chiude in chiesa, o nel Katecumenio, andiamo a cercare i magnifici sette? 

              

 
 
 

 

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Post n°71 pubblicato il 27 Gennaio 2007 da satiricus1
 
Foto di satiricus1

(Al Parroco)

 

Il pulviscolo d’Amore non credeva a quello che vedeva, ma era la realtà. Da solo non avrebbe mai potuto farcela con i coibentatori dell’anima in particolare il Vasolo.

Satiricù essendo il concentrato della consapevolezza Crispanese, era devastante per l’anima avvelenata dei Coibentatori. Il pulviscolo d’Amore era orgoglioso dopo tanta fatica e altrettanto dolore, di avergli messo a disposizione il proprio corpo e la mente, che usava magicamente.

Il Vasolo dopo la metamorfosi, camminava al fianco di Satiricù facendo ordine e mettendo in fila i Crispanesi che volevano toccarlo accarezzare il Gattotigre o semplicemente guardarlo negli occhi. Intanto i Coibentatori dell’Anima, che si erano concentrati sul sagrato della chiesa dove si stava preparando una delle processioni giornaliere, intimiditi da quello che era successo al Vasolo, sparsero la voce che in piazza c’era qualcuno che stava mettendo in atto delle magiche diavolerie, quindi decisero di mandare il Parroco ad esorcizzare e fermare quell’individuo. I colombi Crispanesi che volavano sopra la chiesa, si affrettarono a portare la notizia al pulviscolo d’Amore, che, svolazzando sul corso che sembrava un piccolo canyon, si andò a piazzare sopra la tabella del tabaccaio per godersi lo spettacolo. Da sinistra arrivava la controprocessione improvvisata, che dalla piazza scendeva per Via Lutrario verso la chiesa. Satiricù e il Vasolo liberato, in testa, seguiti dai Crispanesi e le loro anime che liberate dal veleno si trasformavano  in fiori e farfalle unendosi a loro.Da destra, intravide la processione che dalla chiesa veniva verso la piazza, con il prete in testa, seguito da un gruppetto di bigotti spinti dal Politicante e dal Mericano. Sullo sfondo all’altezza del giardinetto si vedeva il giglio ballare.

Come in un duello da film western si fermano ad una decina di metri di distanza, le loro pistole sono gli occhi. Il Parroco li aveva puntati a terra. Satiricù li aveva puntati su di lui aspettando che alzasse la testa. Appena lo fece il Parroco ebbe un sussulto dal di dentro e i Crispanesi presenti ambedue le parti, rividero di nuovo quello che vedeva Satiricù.Il serpente della libido si vedeva chiaramente attraverso il corpo del Parroco che intanto si era denudato.La coda gli usciva dall’ano una decina di centimetri, proseguendo attraverso l’intestino, l’animale interamente composto di veleno gli attraversava lo stomaco e l’esofago arrivando a ficcarsi perfettamente con la testa nella gola.Non voleva uscire, costringeva il corpo a torcersi per terra come una treccia di mozzarella, dato il colore della pelle. Satiricù mise per terra il Gattotigre, si avvicinò porgendogli una mano sulla fronte e una dietro la nuca stringendo come una noce di cocco in una morsa per il ferro.Quella pressione costrinse il serpente a farsi vomitare.Man mano che veniva fuori liberando il corpo di quell’uomo il Gattotigre se lo ingoiò come uno spaghetto per tutti i suoi cinquantaquattro metri.

L’uomo liberatosi di tutta quella schifezza, nudo com’era si avvicinò ad una ragazza nella processione dei bigotti.La ragazza, ancora con le lacrime agli occhi per la contentezza, poichè anche lei aveva vomitato una vipera prontamente ingoiata dal Gattotigre, lo abbracciò amorevolmente.    

Insieme attraversando la controprocessione, tra i fiori e le farfalle si andarono ad appartare nel vecchio cinema. Ci rimasero diversi giorni passando il tempo a fare l’amore, seguendo il loro naturale istinto di conservazione, aprivano leggermente la serranda solo quando qualcuno gli portava qualcosa da mangiare e bere.

Tutti, pensavano che fosse finita, d’un tratto si sentì un rumore sinistro un miscuglio tra una palla matta che sbatte istericamente e un ammalato terminale che cerca di vomitare con tutte le sue forze per liberarsi di qualcosa di schifoso ma non ci riesce. Era Francischiello Katacù. Lui e i responsabili del KateKumenio sono la cosa peggiore che poteva incontrare un buon popolo, come i Crispanesi. Mentre si sbatteva in quella maniera, abitato da un essere che la mia fantasia non riesce a descrivere ma voi provate a immaginare la cosa più abominevole e schifosa che la vostra fantasia riesce a immaginare, quello era.Il pulviscolo d’amore mosso a pietà alzò una saittella e fece in modo che Francischiello Katacù e la sua mentalità discendesse nelle fogne, in ogni caso, pensando che una volta arrivato al mare discenda nelle sue profondità purificandosi e preparandosi alla nuova vita.    

Satiricù, continuava ad andare avanti, affiancato dal Vasolo che faceva ordine, mettendo in fila i Crispanesi che volevano accarezzare il Gattotigre, e toccare o guardare negli occhi Satiricù per risvegliarsi l’anima.

Da "Il Crispanese"

(racconto fantastico)

 

 

 
 
 
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Data di creazione: 13/07/2006
 
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"NOI SIAMO ACQUA"

"Noi siamo acqua"

Quando l’’artista si fa strumento, coscienza collettiva, imputato e obiettore di una società cosi detta “evoluta”, ciò che è espressione visiva penetra l’osservatore interagendo con lui fino al coinvolgimento.

L’acqua e l ‘inizio, la vita, la parte fluida del cosmo  l ‘acqua e primordiale.

“Noi siamo acqua”.L’acqua, un archetipo potente e importante come quello del sole.Un elemento che, come la terra e l ‘energia (il fuoco) già da diversi anni bisogna comprarla.

Un'opera come “Noi siamo acqua”, più che essere spiegata, in qualche modo pone una domanda forte e consapevole.

Quelli che verranno dopo di noi ,cammineranno per strada con le maschere antigas e andranno a fare la fila al supermercato per comprare L’aria ?

 

NON MI AVRETE MAI COME VOLETE VOI

No, non mi avrete mai come volete voi!

Non sono come voleva mio padre, non sono e non sarò come vuole mia madre (cara) non posso, non sono come vorrebbero i miei fratelli e le mie sorelle, non sono come vuole la mia donna, neanche come vogliono i miei figli, non sono come vorrebbero gli altri parenti, non sono nemmeno come vorrebbero i miei amici, non sono come volevano i miei insegnanti a scuola, sono un operaio, non riuscirò mai ad essere come vogliono questi datori di lavoro, non posso essere come vuole questa televisione e informazione, non sono come vuole questa politica, non sono come vogliono i politici di Crispano, ne come vuole la mentalità camorristica, non sono come vuole la chiesa, non potrò mai essere come vuole il parroco di Crispano.

Sono come vogliono il sole, la luna, le stelle, come vuole il mare e l’alta montagna, sono come vuole il vento la natura la terra, come vogliono gli animali.

Scusate tanto, non mi avrete mai come volete voi!

 

IL MIO APPELLO LA MIA SFIDA

Stamattina vado in giro per crispano per pubblicizzare questo blog,cercherò di farlo sapere a quanti più Crispanesi mi sarà possibile.

Il mio appello va a tutti i Crispanesi che verranno a visitare il blog, per favore comunicatelo a tutti i crispanesi che conoscete.

Questo blog sarà dei crispanesi, scrivete commentate mandatemi le vostre foto, che sostituirò con la mia e le altre periodicamente, il mio intento e di far capire che il Crispanese sia tutta crispano, voglio dire,siamo più di dodicimila abitanti e quando si parla male di Crispano non interessa nessuno, difendiamo Crispano come se tutta la popolazione fosse uno solo, il Crispanese.

Sarebbe bello l'intervento dell'altra metà del cielo, le Crispanesi. Per adesso, non sono riuscito a trovare l'indirizzo web dei giornalisti del mattino, se qualcuno di voi ha facoltà mandategli questo blog oppure fatemi sapere come rintracciarli che me la vedo io.

La mia Sfida va

A tutti i politici di Crispano degli ultimi venti anni e più, ovviamente del c.destra e del c. sinistra scrivetemi se avete coraggio.

Ai camorristi crispanesi scrivetemi provate a usare la parola se avete coraggio.

 
 

LA MIA ANIMA

Era lì, davanti a me, con l’aria di chi vuole interrogarti, forse per timidezza o perché avevo aperto la porta mezzo nudo, non lo fece. Con movimenti molto impacciati sostenne che mi avrebbe aspettato al parco alla solita panchina, e senza darmi il tempo di rispondere volò via.

Questo mi mise addosso una certa agitazione, al punto che guardandomi fra gli occhi nello specchio la mia fronte diventò un piccolo schermo. Dapprima nebbiosamente, poi più nitida vidi la sua figura, in piedi su uno sgabello, e di spalle Io che gli allungo una mano per farla scendere.

La guardavo nel cuore degli occhi sperando che, oltre alle mie parole ascoltasse anche il mio pensiero:

 “…….SEI UNA DONNA

PER ME SEI TUTTE LE DONNE

SEI LA LUCE DEL FARO

CHE ILLUMINA GLI SCOGLI

DELLA MIA ANIMA

ED ANCHE SE A VOLTE NON  VOGLIO                                                                  

MI GUIDI… E MI PROTEGGI

NEL FANTASTICO VIAGGIO DELLA VITA.”

 

G. M.

 

"RESISTENZA PASSIVA"

In questi giorni si sono accesi i riflettori dei media su Napoli città. E la provincia?

A Crispano non ci sono più di 20 camorristi.

Uno e mezzo per ogni 1000 abitanti.

Li conosciamo. Prima di tutto sono esseri umani, sono genitori, mariti, fratelli, figli, e in quanto esseri umani amano, le mogli, i figli, i fratelli.

Per questo noi li amiamo.

Per quanto riguarda il resto, sono i nostri peggiori nemici, rappresentano la peggiore decadenza mentale che possa ricadere su un piccolo comune come Crispano. (di riflesso in tutta la provincia di Napoli e la Campania)

Che cosa significa resistenza passiva contro costoro?

Nessun rispetto, niente legami, niente favori, niente di niente, non cagarli proprio, non dargli nessuna importanza, non avere mai bisogno di loro, soprattutto non avere paura, al massimo dato che sono esseri umani e anche loro amano, un buongiorno e buonasera niente di più.

Questo deve fare la cosiddetta società civile!

Lo stato, la magistratura e gli organi di polizia, lo sanno chi sono, e solo loro possono sequestrare i soldi e i beni della camorra, l’unica vera risposta che può dare lo stato.

 

La società civile gli toglie il potere, lo stato gli toglie i soldi e i beni e li distribuisce, facendo aumentare il benessere  la cultura anticamorristica, questa e resistenza passiva, e tanto utopistico?

 

 

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