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Delta HF Integrale Evoluzione "Final Edition" by Kyosho

Post n°4 pubblicato il 24 Luglio 2007 da CuoreSportivo_QV
 

Davvero bella . Questo è di sicuro il primo commento da fare di fronte a questa riproduzione della Kyosho .
L'impatto emotivo poi per gli appassionati Lancisti è forte, visto che il modello in questione, la "Final Edition", è l'ultima serie speciale prodotta e di sicuro una fra le più affascinanti e rare vista la sua destinazione al solo mercato giapponese . Detto questo, passiamo all'analisi del modello :
Esterno
Il primo particolare che fa bella mostra di sè è di sicuro la verniciatura di lucentezza e spessore corretti così come la tinta rossa che è della tonalità corretta .La caratteristica striscia giallo/blu che attraversa tutto il corpo vettura nella parte superiore è verniciata in modo impeccabile, non presenta imperfezioni nè sbavature .
Abbigliamento esterno e decals
Se poi da veri appassionati ed esperti vi state domandando se sono presenti tutti i particolari unici e caratteristici della Final Edition su questo modello, la risposta è sì . Non manca infatti nessuna delle targhette identificative specifiche dell'originale a partire dal badge "HF" con placchetta aggiuntiva sulla mascherina, ai due loghi storici "HF" con elefantini rossi sui passaruota fino al bellissimo badge "HF Integrale" nella specifica colorazione rossa con banda giallo/blu sul portellone . Peccato per quest'ultimo, tanto bello da vedere quanto irreale nelle dimensioni e nello spessore . Ben riprodotti i loghi Lancia su mascherina e portellone, di grande effetto anche se un pò troppo spessi quelli sui montanti delle portiere . Passando al frontale si notano subito i caratteristici gruppi ottici della HF Integrale 8 e 16v ottimamente riprodotti (i fari poliellissoidali tipici della Evo erano al tempo vietati in Giappone), al centro fa invece bella mostra di sè la classica mascherina Lancia completa come detto di stemmi e loghi, peccato solo la griglia a nido d'ape, come anche tutte le altre, siano soltanto accennate e quindi chiuse .Belli e molto realistici i fendinebbia completi di ottica e parabola riflettente cromata, riusciti, anche se non troppo particolareggiati gli indicatori di direzione . Restando sui gruppi ottici, ma stavolta quelli posteriori, il giudizio cambia : i gruppi principali ai lati infatti hanno un bell'effetto visivo ma si limitano a plastiche colorate senza particolari interni, peggio è stato fatto per le luci di retromarcia accanto alla targa realizzate in semplice plastica trasparente tendente al bianco .
Parti apribili
Per quanto riguarda le parti apribili occorre fare una distinzione fra portire e cofani . Le prime sono di facile apertura e come da tradizione Kyosho, grazie al meccanismo di richiamo, sono richiudibili perfettamente con un semplice tocco . Discorso diverso per i cofani : quello anteriore, molto realistico con le 4 griglie nere in plastica applicate, incernierato erroneamente tramite due braccetti al musetto, ha un'apertura limitata che può essere estesa facendo forza sul cofano stesso, con il rischio però di ritrovarsi l'intera parte in mano e staccata dalla vettura . Il cofano posteriore si apre facilmente e senza nessuno sforzo, il problema è che non vi sono sistemi di ancoraggio o tenuta, di conseguenza non è possibile lasciarlo in posizione aperta .
Ruote e freni
Sulla fiancata fanno bella mostra di sè i passaruota bombati, ben rifiniti e delle giuste dimensioni, sotto ai quali troviamo le ruote caratterizzate da pneumatici in vera gomma con ottima scolpitura riproducente il modello Pirelli P700-Z e cerchi in plastica color antracite dal disegno discretamente realistico e completi di decals riportante lo scudetto Lancia . Al di sotto di questi ultimi è possibile intravedere i freni a disco, di una corretta tonalità di grigio, solidali alla rotazione del cerchio e dotati di pinza freno fissa di colore nero.
Vano motore e bagagliaio
Passando al vano motore, ben riprodotto e ricco di particolari, merita menzione particolare la riproduzione della testata del 4 cilindri di 2 litri correttamente verniciata in rosso e completa di alette di raffreddamento e scritta in rilievo "Lancia Turbo 16 Valve", unico neo il colore di queste ultime, cromato anzichè grigio acciaio . Spostandoci sul bagagliaio, escluso l'inconveniente del portellone, non possiamo non soffermarci sulla splendida cappelliera rifinita con finissima moquette nera (come del resto l'intero vano), abbattibile ma purtroppo sprovvista di cordicelle di ancoraggio al cofano . Ottimamente riprodotto anche il ruotino di scorta posto sulla sinistra del bagagliaio .
Interni
L'interno della vettura è invece caratterizzato da ottime rifiniture, specie per i bellissimi sedili anteriori Recaro e il divanetto posteriore a effetto Alcantara, tutti corredati di cinture di sicurezza in tessuto nero complete di fibbie cromate . Cruscotto e plancia sono ben realizzate ma alcuni particolari poco rifiniti, quali le bocchette di aerazione, si perdono nel colore nero della plastica . La strumentazione precisa e completa è realizzata tramite decals, di buon effetto ma non fedele nella colorazione dello sfondo, grigio chiarissimo anzichè alluminio . Bellissimo come sempre tutto il pianale rivestito in morbida moquette nera su cui risaltano in questo modello pedaliera e poggiapiedi navigatore color alluminio, tipici della versione originale . Molto bello il volante, in plastica nera ben sagomata, completo di coroncina tipo carbonio al centro . Grosso neo dell'interno è la consolle centrale, completa sì di tutti i particolari ma priva di decals o tampografie relative ai simboli sui vari comandi .
Prezzo
70 euro non sono quello che si può definire un prezzo popolare, ma viste le doti generali di questo modello, onesto lo è di sicuro, del resto quando la qualità c'è va pagata .

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Breve storia del mito ...  

"Tutto il mondo ammira la vostra Delta" . Così recitava lo slogan di una delle più belle campagne pubblicitarie (su carta stampata) dedicate alla Delta HF Integrale a fine anni '80 dopo l'ennesimo Campionato Mondiale Rally conquistato . Ottimo lavoro quello dei pubblicitari dell'epoca, ma frutto forse di pochi sforzi creativi essendosi limitati alla pura e semplice realtà : il mondo intero infatti in quegli anni s'inchinava, automobilisticamente parlando, a quello che in breve tempo sarebbe diventato un vero e proprio mito . Ancora oggi, dopo ben 14 anni dall'ultima serie prodotta e 15 dall'ultimo Mondiale vinto, viene naturale considerare la parola Delta sinonimo di Rally, di vittoria e di passione .
La Delta nasce nel 1979 dalla matita di Giorgetto Giugiaro per sotituire la Fulvia berlina e al contrario di quanto si potrebbe pensare, nei piani Lancia dell'epoca non vi sono versioni sportive nè tantomeno progetti per le competizioni . Dopotutto in quegli anni a difendere i colori del reparto corse Fiat ci sono due mostri sacri del nostro automobilismo, la Stratos (spinta da un V6 Ferrari) e la 131 Abarth, entrambe plurivittoriose . La Delta quindi nasce per soddisfare una clientela elegante e raffinata che non vuole rinunciare ad una certa dose di lusso anche su una berlina di segmento medio . Già nel 1982 però i piani sembrano cambiare e a fare il suo debutto nei listini italiani è la GT, equipaggiata con un 1.585cc 4 cilindri a carburatori capace di 105cv cui seguirà l'anno seguente anche la prima HF dotata dello stesso motore ma sovralimentato (HF Turbo) in grado di erogare la bellezza di 130cv . La vera svolta arriva però nel 1986 quando ad essere presentata è la prima Delta a 4 ruote motrici, la HF 4WD, equipaggiata con un 2 litri (lo stesso della Thema turbo i.e.) sovralimentato in grado di erogare 165cv , versione che aprirà la strada alla prima vera "Integrale" nata solo un anno dopo . Passaruota allargati, cofano bombato e cerchi in lega color antracite sono i suoi segni distintivi, è lei la HF Integrale, la versione che ha dato inizio al mito . Il 4 cilindri 2 litri rivisitato dai tecnici Lancia eroga adesso 185cv e regala alla Delta prestazioni esaltanti a partire dallo scatto 0-100 coperto in appena 6,6 secondi . Due anni più tardi fa il suo debutto la HF Integrale 16v che come è facile intuire beneficia di una nuova testata a 4 valvole per cilindro (la potenza arriva così a 200cv) ma non solo, a subire modifiche sono anche l'impianto frenante, potenziato e dotato di ABS e la trasmissione che ora adotta anche un ripartitore di coppia al retrotreno . Nel 1991 arrivano le ultime modifiche, è l'ultima serie ed è anche la più potente, affascinante e cattiva di sempre ... è la Evoluzione . La carrozzeria beneficia di nuovi passaruota più pronunciati, i paraurti sono maggiorati e di nuovo disegno così come i fendinebbia integrati e i gruppi ottici anteriori, ora a doppia parabola circolare di medesimo diametro dotate di anabbaglianti poliellissoidali . Scompaiono anche le vecchie targhette identificative "HF Integrale 16v" da mascherina e cofano posteriore per lasciar posto al logo "HF" (giallo con elefantino rosso al centro) sulla prima e al badge "Integrale" di colore blu sul secondo . All'interno cambiano anche i sedili che su molte versioni saranno gli sportivissimi Recaro in pelle o Alcantara . Ma le modifiche più importanti si trovano sotto al cofano e porteranno una nuova iniezione di potenza quantificata in 10cv (per un totale di 210), una nuova scatola dello sterzo irrobustita e un più potente impianto frenante . La Evoluzione è dunque la Integrale definitiva, la massima espressione di una filosofia che proprio con questo modello porterà alla consacrazione assoluta nei rally con il quinto e sesto titolo Mondiale consecutivo conquistati . Proprio per celebrare questi due importantissimi traguardi Lancia proprone altrettante serie speciali : la prima nel '91è denominata "Integrale 5" ed è caratterizzata da colorazione bianca e livrea Martini Racing, sedili Recaro in Alcantara nera e targhetta numerata (400 esemplari prodotti) in silver all'interno; la seconda nel '92, denominata "Integrale 6" differisce dalla precedente per una diversa livrea Martini Racing, i sedili Recaro di colore turchese con logo HF e per la targhetta numerata (310 esemplari prodotti) fra i sedili che è ora in alluminio . Nel 1993 debutta la versione catallizzata, l'ultima Integrale prodotta, con potenza innalzata fino a quota 215cv, è il canto del cigno, la produzione terminerà infatti l'anno seguente . Menzione speciale meritano però le tante versioni speciali della Evoluzione prodotte a celebrazione del grande successo sportivo e commerciale della vettura . Fra queste, oltre alle già citate "Integrale 5" e "Integrale 6", ricordiamo le varie "Verde York" , "Blu Lagos", "Bianco Perla", "Gialla", le rarissime "Club Hi.Fi." e "Club Italia" prodotte rispettivamente in soli 20 e 15 esemplari, la "Dealer's Collection" (180 esemplari) riservata ai Concessionari ufficiali e la meravigliosa "Final Edition" (protagonista in scala 1:18 del nostro servizio) prodotta nel '94 in 250 esemplari destinati al mercato giapponese .

 
 
 

Kyosho Ferrari F40

Post n°3 pubblicato il 24 Luglio 2007 da CuoreSportivo_QV
 

Da tempo si attendeva un modello in scala 1:18 di questa magnifica vettura che fosse degno, per qualità e pregio, al mito da essa rappresentato e anche se in molti portano ancora nel cuore l'immagine del caro vecchio modello Burago che tutti o quasi hanno posseduto da bambini e non, questa creazione Kyosho pare corrispondere proprio alla cosidetta "manna dal cielo" .

Volendo essere obiettivi e un tantino critici, forse, vista la Casa produttrice qualcosina in più era lecito aspettarsi, ma la passione e le lunghe attese portano spesso a volere troppo e in questo caso, è bene ricordarlo, ci troviamo pur sempre davanti ad un modello di alta qualità e dalle caratteristiche decisamente sopra la media .
Esterno
Partendo dall'esterno è impossibile non notare la splendida vernice Rosso Ferrari (ma è disponibile anche in giallo) della carrozzeria, uniforme, impeccabile e del giusto spessore .
Abbigliamento esterno e decals
Buone le tampografie degli scudetti  Ferrari ai lati del cofano anteriore, un pò meno quelle relative alle targhette "design by Pininfarina" poste erroneamente in rilievo e alla scritta "Ferrari" sul cofano posteriore lasciata al contrario a filo carrozzeria . Ottimi i gruppi ottici anteriori carenati completi di riproduzione degli elementi sbrinanti, di grande effetto anche i fari a scomparsa, estraibili tramite pressione di un pulsantino all'interno del cofano, peccato che alla cura della parte ottica non corrisponda a pieno quella della carenatura che risulta essere troppo spessa . Realistici i gruppi ottici posteriori inseriti nella bella griglia in plastica nera che lascia intravedere il vano motore . Sempre restando al posteriore si può notare la cura con cui è stato riprodotto il grande spoiler, che risulta formato da due parti distinte, supporti raccordati alla carrozzeria e ala, a simulare poi la regolazione della stessa, propria del modello reale, ci sono 3 piccoli fori per lato . Il grande vetro posteriore è ottimamente riprodotto e ha come sull'originale 5 aperture orizzonatli per lato più una centrale verso il basso . Realistici, anche se non apribili, i tappi carburante carenati (uno per lato) e le prese d'aria sparse per tutto il cofano posteriore . Bella ma poco precisa per caratteri, dimensioni e profondità infine l'incisione "F40" sulla parte destra dell'ala . 
Parti apribili
Ottime tutte le parti apribili, dal grande cofano posteriore giustamente  incernierato sul tettuccio e fissabile, in posizione aperta grazie ad un asticella in metallo fornita con il modello e chiusa grazie a piccole calamite in luogo delle "mollette" originali, alle porte che come da tradizione Kyosho sono morbide all'apertura e richiudibili perfettamente con un semplice tocco grazie al meccanismo di richiamo, fino al cofano anteriore capace di un'apertura di oltre 90° .
Vano motore e bagagliaio  
Nel vano motore trova posto una fedele riproduzione del V8 sovralimentato, con in bella vista condotti di aspirazione e intercooler verniciati nella giusta tinta effetto metallo e più nascoste le testate nel classico colore rosso . Belle e funzionanti, grazie a vere molle in metallo, le sospensioni posteriori . Qualche dubbio rimane però sulla colorazione tipo bronzo di silenziatore e scarichi . Il vano sottocofano anteriore, ben riprodotto e completo di vaschette liquidi, borsa attrezzi effetto pelle marchiata Ferrari e più avanti in corrispondenza della presa d'aria anteriore il radiatore .
Interni
Nell'abitacolo fanno subito bella mostra di sè i sedili sportivi a guscio rifiniti ad effetto tessuto, peccato il colore tendente al rosa in luogo dell'originale rosso . Le finiture in carbonio di scocca e pannelli porte sono discrete, l'effetto c'è ma l'occhio più attento non può non notare la trama non certo fine tipica invece del materiale composito in questione . Poco riuscito lo stesso effetto sui gusci dei sedili che risultano soltanto neri . Realistiche e di ottima fattura le cinture di sicurezza in tessuto complete di fibbie cromate . Completo di tutti i particolari il cruscotto, compreso l'effetto "cucitura" sul bordo della palpebra del quadro strumenti (anche se un pò grossa), anche in questo caso però la colorazione, tendente quasi al grigio anzichè al nero originale, delude un poco .
Ruote e freni
Tornando all'esterno troviamo i cerchi, nel classico disegno e stella e di tipo scomponibile, fedelmente riprodotti nella forma un pò meno nella colorazione che appare meno lucida di quanto dovrebbe . Bellissimi i pneumatici P-Zero, in vera gomma e scolpiti in modo impeccabile . Al di là dei cerchi si possono intravedere i dischi forati dei freni, molto realistici alla vista ma ben poco nella loro rotazione che dovrebbe essere solidale al cerchio ma che per almeno 2 ruote su quattro non lo è .
Fedeli le pinze di colore nero complete di marchio "Brembo" .
Prezzo
La considerazione finale come di consueto riguarda il prezzo, che fissato attorno agli 85 euro risulta essere non troppo popolare ma ugualmente giusto vista la qualità generale del modello .

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La vettura reale ...

L'ultima creazione del Drake ...

E' il 1986 e la Ferrari grazie all'ennesima geniale intuizione del suo fondatore è riuscita ad uscire, circa un anno prima, da una crisi che ad inizio anni '80, complice anche la tremenda crisi petrolifera, sembrava dovesse indirizzare in modo irreversibile il marchio verso un tragico imborghesimento della produzione . Questa intuizione si chiama 288 GTO . Linea mozzafiato ispirata alla 308, carrozzeria in materiali compositi e propulsore V8 di 2,9 litri sovralimentato tramite 2 turbocompressori capace di 400cv sono il suo biglietto da visita, 305 km/h di velocità massima e 0-100 coperto in appena 4,9 secondi le sue credenziali, capolavoro il suo secondo nome . I 272 esemplari prodotti vengono come da tradizione venduti ancor prima di uscire dalla catena di montaggio, il tempo scorre veloce ed è ora di una nuova sfida . Nel centro Fiat di Orbassano si stanno già compiendo infatti lunghe sedute di affinamento dell'aerodinamica di una nuova vettura, una sorta di laboratorio su 4 ruote derivato dalla stessa 288 e denominata per questo GTO Evoluzione . E' un mostro di potenza e tecnologia capace di ben 650cv e di 370 km/h adottando rapporti lunghi, ha parafanghi allargati e un grande spoiler posteriore, il musetto basso, quasi radente il suolo e due prese d'aria Naca sul cofano . Da lei nascerà l'ultimo sogno di Enzo Ferrari, un sogno fortemente cercato e voluto da un uomo divenuto prima mito e poi leggenda ma che molto umanamente e consapevolmente sta contando gli ultimi giorni della sua pur lunga esistenza . Il sogno è un'auto che riporti alla luce il più puro spirito sportivo della Casa e che abbia in sè tutto il DNA Ferrari, vale a dire tecnologia avanzata e prestazioni mozzafiato misti a tradizione e a quel sapore antico tipico delle sportive anni '50 sempre a metà fra strada e pista . Quel sogno si chiamerà F40 (da un'idea di Gino Rancati in luogo del 3000 LM previsto) , F come Ferrari e 40 come gli anni che la Casa di Maranello compirà di lì a poco, nel 1987 .
L'auto non tradisce le aspettative, è il capolavoro che ci si attendeva, partendo dalla meravigliosa GTO, o meglio dalla mostruosa GTO Evoluzione infatti l'ing. Materazzi riesce a tirar fuori dal cilindro la magia di una linea terribilmente aggressiva e pistaiola (Cx 0,29) ma allo stesso tempo elegante ed incredibilmente pulita vista la sua indole . Il resto del sogno sta sotto l'enorme cofano posteriore : 8 cilindri, 2.936cc, doppio albero a camme e 4 valvole per cilindro, 2 turbocompressori affiancati da 2 intercooler e 2 iniettori per cilindro controllati da una sofisticata centralina elettronica . Il risultato sono 478cv e una potenza specifica di 160cv/litro capaci di spingere i 1.100 kg della F40 fino a 324 km/h e di fargli raggiungere i 100 orari da ferma in soli 4,5 secondi . Per lei Pirelli sviluppa e crea le famose P-Zero asimmetriche . Erano previsti 400 esemplari, riservati ai migliori clienti ma le richieste furono tali da indurre la Casa a ricredersi arrivando così a 950 ... alla fine però le F40 prodotte furono 1.315 . Per lei è stato coniato il termine istant classic (vista la corsa all'acquisto che portò i prezzi quando ancora era in produzione a sfiorare il miliardo e mezzo di lire) , per lei il Drake sfruttò tutte le sue energie, le ultime e per questo ogni appassionato che si rispetti gliene sarà per sempre grato .
Morirà il 14 agosto 1988, dopo una vita di successi, infinita gloria e grandi dolori personali, dopo aver realizzato gran parte dei suoi sogni, compreso l'ultimo ...  

 
 
 

AUTOart Lancia Fulvia 1.6 HF "Rally Montecarlo '72"

Post n°2 pubblicato il 23 Luglio 2007 da CuoreSportivo_QV
 

Indimenticabile . Questo è di sicuro uno dei termini più appropriati per definire la Fulvia, piccola coupè di Casa Lancia, nata dalla matita di Piero Castagnero che pensò bene di trarre ispirazione addirittura dalle forme di una piccola imbarcazione da diporto, quando gli fu affidato il compito di tirar fuori una sportivetta 3 porte dalla berlina di serie . Indimenticabile dicevamo e per molte ragioni, affettive ad esempio, chi l'ha avuta infatti difficilmente riesce a non rimpiargela, commerciali, la Fulvia coupè fu difatti un grande successo e naturalmente sportive o meglio rallistiche visto che la piccola "HF" diede per anni filo da torcere a tutte le avversarie lasciandole spessissimo al palo qualsiasi fosse il terreno di gara . AUTOart proprio in nome di queste ragioni, le ultime, ha pensato di dare nuova vita alla versione che forse più di tutte è rimasta nel cuore degli appassionati di tutto il mondo, ovvero la leggendaria HF 1.6 #14 portata alla vittoria nel Rally di Montecarlo del 1972 dal grandissimo Sandro Munari in coppia con Mannucci .
Il risultato di tanto lavoro su documentazione storica, progetti, foto e sulla vettura reale (sopravvissuta fino ad oggi in condizioni quasi perfette) è un modello di grande pregio e impatto visivo, un piccolo capolavoro da godersi nella comodità di casa propria e da esporre con orgoglio .

Esterno
Il modello, in scala 1:18 (pressochè perfetta), trasmette fin dal primo sguardo un realismo difficile da trovare nelle concorrenti e per quanto possa sembrare scontato l'impressione che si ha è quella di trovarsi di fronte all'auto reale rimpicciolita .
La verniciatura, priva di qualsiasi tipo di difetto, è omogenea, del giusto spessore e di una lucentezza perfetta .
Abbigliamento esterno e decals
Le tampografie, che compongono la splendida livrea da rally, rispecchiano in pieno per forma, colori, dimensioni e spessore i vecchi autoadesivi applicati al tempo sulla vettura . Veri capolavori possono essere definiti le riproduzioni delle targhette identificative "Lancia Fulvia" e "Rally 1.6 HF" realizzate mediante sottilissimi adesivi cromati, perfetti per forma, dimensione, caratteri e spessore . Le portiere, che come da tradizione AUTOart su modelli di questo livello hanno i vetri totalmente alzati, sfoggiano rifiniture impeccabili, a partire dai pannelli interni dotati di fedeli riproduzioni delle maniglie di apertura, di sicurezza e dell'alzavetro nonchè di riscontro della serratura cromato . Realistiche sono anche le cornici cromate dei cristalli impreziosite da sottili tampografie in nero opaco atte a riprodurre le guarnizioni . Restando all'esterno merita una menzione particolare la fanaleria, sia anteriore che posteriore ed in particolare i gruppi ottici posteriori di un realismo unico e i fendinebbia anteriori applicati come sull'originale con supporti ancorati ai fori destinati ai paraurti nella versione stradale .
Parti apribili
Ennesimo punto forte di questa Fulvia HF sono le parti apribili, con le portiere dotate di cerniere prive di attrito e di molle di contrasto in grado di aprirsi facilmente e di richiudersi perfettamente senza alcuno sforzo, cofano anteriore con asticella pieghevole per sostenerlo una volta aperto e cofano posteriore munito di un minuscolo compasso in metallo lucido a sostenerlo, fedelissimo all'originale . Unico neo l'eccessivo gioco dello stesso cofano posteriore che in fase di apertura e chiusura sembra uscire di qualche millimetro dalla propria sede . 
Vano motore
Di sicuro impatto emozionale è anche il vano motore, dove trova posto la riproduzione del 4 cilindri 1.584cc capace nella versione Corsa di ben 160cv , completo di cavetterie, tubi e tubicini disposti nel tipico groviglio disordinato del tempo . Splendido il coperchio punterie verniciato in giallo e blu (tipico delle versioni da competizione) marchiato Lancia, un pò meno la zona carburatori che nonostante l'ottima riproduzione risulta un pò troppo "plasticosa" .
Interni
Terminata l'analisi dell'esterno passiamo agli interni che da soli, forse, meriterebbero il prezzo del modello . Il pianale è interamente ricoperto da morbida moquette color antracite, i sedili da corsa fedelmente riprodotti hanno cinture in tessuto con fibbie cromate, il bellissimo volante ha razze in metallo lucido, il cruscotto, dotato di tutta la ricca strumentazione, è completo di interruttori e trip control dal lato passeggero, o meglio, navigatore con dietro a quest'ultimo anche l'estintore . Ciliegina sulla torta sono poi le 2 luci fissate poco sopra lo specchio retrovisore, una di cortesia e l'altra destinata alla lettura delle carte .
Ruote e freni 
"Usciti" dall'abitacolo non rimane che un'analisi delle ruote, ben riprodotte, sia nei cerchi, in tinta dorata, che nei pneumatici, in vera gomma scolpiti in modo preciso e realistico . Ottimi, come sempre per AUTOart, i freni, con dischi lucidi solidali alla rotazione dei cerchi e pinze fisse .
Per terminare, un piccolo neo sempre riguardante le ruote, o meglio la ruota, quella di scorta collocata all'interno del vano bagagli accanto al serbatoio, che inspiegabilmente ha il cerchio verniciato in grigio metallizzato e non in oro come le altre .
Prezzo
Ruota di scorta a parte questa Fulvia HF 1.6 di AUTOart ha tutti i numeri per stupire, emozionare ed appagare anche il collezionista più esigente, l'importante è non farsi scoraggiare dal prezzo non proprio popolare, ma la qualità si paga e in pochi altri casi come questo è possibile spendere i propri soldi in modo migliore ... date un'occhiata al VideoTest, provare per credere ...

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La scheda

Produttore : Gateway Global Limited
Marchio : AUTOart 
Modello : Fulvia HF 1.6 Montecarlo '72 #14 Munari-Mannucci  
Altezza mm : 72
Passo mm : 129
Carreggiata ant. mm : 77
Carreggiata post. mm : 74
Peso : 660g
Prezzo : da 95 a 105 euro circa  

 
 
 

Benvenuti

Post n°1 pubblicato il 09 Luglio 2007 da CuoreSportivo_QV

Il Blog è attualmente in costruzione, stiamo ultimando i videotest di diversi modelli nelle scale 1:18 e 1:43, preparando una serie di recensioni e raccogliendo news dai produttori .

Ancora un pò di pazienza e saremo on-line !

Importante : stiamo cercando uno o più partner commerciali (negozi di modellismo e/o case produttrici) per la fornitura periodica di automodelli in cambio di pubblicità prima e dopo ogni test, articolo, recensione, sul blog e su un forum a tema automobilistico tramite banner, se interessati potete mandare un messaggio cliccando sul nickname (CuoreSportivo_QV) e una volta sul profilo, nell'area "contattami" cliccare su messaggi oppure lasciando direttamente un commento a questo post .

Guardate lo spot ...

          

 
 
 
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Se sei un produttore o hai un negozio di modellismo, sei interessato e vuoi maggiori informazioni scrivici all'indirizzo csmodels@altervista.org .

 
 
 
 
 
 
 

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- Ferrari 250 GTO #24 Le Mans '63  
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