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Creato da donnasofia69 il 20/04/2013
Amo le parole. E il loro effetto. A volte inaspettato.....
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Rispondo al commento di chiaracomeilsole
bè, in effetti sagredo ha ragione, ma solo per chi ancora intende la magia come una forza buona capace di salvare se stessi o cattiva capace di danneggiare gli altri. Credo che ognuno di noi abbia a disposizione l'energia ( e qui qualcuno inizierà a rompere le balle col concetto di energia che non può essere usato al di fuori della fisica :P ), necessaria per praticare la propria magia, quella necessaria a vivere bene, a superare le difficoltà personali nel mondo, di relazione, di successo personale, economiche. io credo che tutto ciò che ci serve e vogliamo, sia raggiungibile per mezzo del tenace lavoro interiore, per mezzo dell'intelligenza, della serietà, della sincerità verso se stessi, aiutati da riti che segnino nettamente il momento del cambiamento e lo celebrino. Le pratiche magiche etiche che riconosco sono cambiare se stessi per cambiare il mondo ( si, secondo me è una pratica magica!). In questo l'universo funziona come il gioco del domino, ogni cartella subisce l'azione di quella accanto e necessariamente cambia. Perciò rigetto del tutto i filtri d'amore, levare/gettare il malocchio e/o danneggiare in qualche modo il prossimo... invece consiglio a chi vuole far innamorare di sè qualcun altro, a chi vuole l'insuccesso di qualcun altro, a chi ha paura che altri vogliano o siano causa del proprio male di ascoltare una vecchia canzone degli WHO che dice " see me, hear me, touch me, heal me..." la propria sofferenza che si agita nel lato oscuro (tanto sempre di questo poi si tratta) va vista, ascoltata, toccata e guarita.
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ll potere ha le facce che si confondono, ma chi lo esercita deve prestare molta attenzione a non diventarne schiavo, si è liberi e padroni del potere solo se si è consapevoli di non averne voglia....
Bisogna esercitarlo con la giusta distanza. Il cammino è lungo ma porta al traguardo, alla meta, alla casa... quello è lo scopo. E nel percorrere il proprio cammino si dà aiuto all'universo. Quello è il proprio mezzo che diventa "fine" per l'universo. . Questa sera il mio potere di "strega senza potere per scelta", è passato a mia figlia. Io non lo abbandono, ma ho accolto lei nel cerchio. Benvenuta amore mio, hai chiesto solo di cercare di essere capace di lasciare le porte e le finestre del tuo io aperte, perché la vita possa entrare. E' stato allora che ho capito che eri pronta. Ora aspetto ancora. L'altra parte di me nel mondo....
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Come sempre ho giocato. Anche stavolta con un altro blogger.
Sagredo58 mi ha proposto di dare voce al personaggio femminile di un suo racconto erotico, e come potevo rifiutare?
Non è stato facile, lo ammetto, io scrivo di getto e emotivamente, lui applica il rigore dello scienziato anche se parla di sesso... ha corretto ogni parola, maiuscola e capoverso, per non parlare della punteggiatura e soprattutto dei puntini di sospensione.
mi sono sentita un pò straniera, nel mio stesso scrivere, nonostante non abbia cambiato niente di sostanziale, e confermo il suo carattere decisamente "imponente".
Lo ringrazio moltissimo, delle risate, dei "litigi", dell'occasione di imparare ad accordarmi, dei piccoli imbarazzi dovuti allo spiegarsi bene cosa si intende con certe azioni, insomma...................................................... (abbondiamo!) di questa occasione!
è troppo lungo e non lo pubblicherò direttamente, ma il racconto "iniziazione" sta andando in onda sul blog di sagredo58 "sogni digitali"
S.
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Caro Lars,
ti scrivo solo perché ho perso una scommessa, anche se non ci credo fino in fondo..
la tua joe non riesco ad amarla, come poco amo quello che non mi risuona, non perché non la capisca, ma perché la sua azione non mi corrisponde. Ma infatti hai narrato lei non me. Comunque ok, accetto la tua provocazione, parliamone un po' di questo film ....
Joe scopa in gioventù come un'assatanata, senza manco guardare l'uomo che incontra, e a prima vista senza neanche provare un gran piacere, è distratta, e bulimica.... Che cerca? Cerca l'orgasmo perfetto come quello che le è capitato per caso in un prato da ragazzina, quando ha addirittura raggiunto una specie di estasi con tanto di visioni di Cleopatra e della grande meretrice di vattelappesca... mai più successo, anzi. Una vita alla ricerca spasmodica dell'evento che ci definisca, nel suo caso l'orgasmo perfetto. Lo raggiungerà solo legata ad un divano estremizzando il bisogno di deresponsabilizzarsi rispetto al piacere, immobilizzata da nodi speciali che si allentano solo quando ci si abbandona.
Non posso non vederci sempre i simboli filosofici e quasi magici, come questa ricerca della propria anima nell'albero, la sorpresa di sapere che suo padre non è l'albero con le bacche nere gelate dall'inverno, ma una quercia, meno insolita ma con due perfette diramazioni entrambe sviluppate e ben centrate.... Non posso non pensare all'albero che trova lei sulla cima della montagna, meravigliosamente piegato dalle sferzate del vento e mai schiacciato, lo sai? è stato l'unico momento in cui ho avuto un gran moto di empatia per lei.
Bè, mi ci sono riconosciuta anche nella sparata al gruppo di autoanalisi (la forza della sua autodeterminazione è stata spettacolare "io non sono come te che vuoi solo sentirti riempita e se non puoi scopare lo fai col cibo, e non sono come te che vuoi solo affermare che esisti attraverso il riconoscimento di un altro, e meno che meno come te, che non provi empatia con nessuno, vuoi solo il potere del controllo sugli altri"), e anche quando ha difeso il pedofilo, perché anche io ammiro chi riesce a accettare la propria natura senza per questo trasformarla in azione se nuoce a un altro. Come lei, quando ha "dimenticato" come si carica un'arma automatica perché il suo inconscio le ha sabotato l'istinto di uccidere chi l'aveva tradita... e poi l'amore... ma che intendevi quando tu-joe dicevate che l'amore è falso traditore interessato e chi più ne ha più ne metta?
Dai Lars, non cadermi in queste banalità lo sapeva anche l'esca sul muro di casa seligman che il tradimento della fiducia è insito nella stessa fiducia che riponi in un altro, l'ipotesi di tradimento nasce parallelamente al sentimento di fiducia. È per impersonare il tradimento di quella fiducia che lo hai terminato in quel modo il film? O perché esistono istinti, non eleganti, non nobili, non ammissibili neanche a se stessi, che ci banalizzano distruggendo il grande eroe che credevamo di essere, rendendoci solo carne tremante di desiderio....
E dell'istinto atroce che abbiamo tutti di teorizzare quello che siamo, di filosofeggiare per soppiantare il corpo con la mente, creare regole per non sentirci in balia del nostro desiderio? che ne pensi?
E i bambini... che ne dicevi? Sono dei piccoli concentrati di sessualità (bè dai, non è che te la sei inventata tu...), tutto è piacere per loro, col tempo la perderanno questa totalità sacrificando il piacere alle regole che altri hanno dettato.
Ma non joe, lei imperterrita continuerà la sua ricerca, attraverso la conoscenza e la tenacia dei veri forti, accettando di collocarsi ai margini di una società (di cui tanto le frega davvero poco), e,accettando il consiglio basso e manipolatore di tirarsi su l'erede, conoscerà la ragazzina che la amerà per poi tradirla.
E l'ultimo gesto di lei, compiuto a telecamera cieca, è perché non poteva sopportare che quel suo unico amico appena trovato, finisse nel calderone di tutti i maschi? O perché come suo amico le era inammissibile quel contatto, o ancora perché dopo tanto parlare e le sue decisioni, chiederle quello, era tradire la fiducia appena nata?
Il buon seligman mi era sembrato saggio quando osservava che era tutto un problema di cultura, in quanto socialmente il suo comportamento sarebbe stato tranquillamente tollerato se fosse stata maschio, così il suo porsi nel matrimonio, nella maternità... perché allora quella fine? Io capisco lei, ha difeso la sua integrità mentale non fisica, ma lui? che cosa ha spinto lui?
Che dire di questo film... non lo so se mi piace ma so che ne potrei parlare per giorni... era solo questo che volevi, Lars?
Un saluto, tua s.
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Il locale era appena fuori della città, poco pratico da raggiungere per chi doveva lavorarci ma offriva riservatezza a non finire per i suoi avventori.
La donna, giovane, carina, traversava l'ampio parcheggio ghiaioso, per raggiungere la cucina dove avrebbe lavorato fino alle 2 della notte.
Era stato organizzato un evento piuttosto esclusivo, a cui avrebbero partecipato parecchie personalità famose e il personale era stato scelto con cura e pagato bene perché rispettasse il segreto sui partecipanti. Ne aveva visti diversi di questi eventi e poco le importava di chi partecipava, a lei servivano i soldi. Non condivideva niente con questi annoiati ricconi disposti a spendere cifre pazzesche per un po' di sesso. Lei aveva bisogno di prendersi quelle cifre pazzesche. Si tenessero il loro sesso segreto.
Andò a prepararsi e iniziò a sistemare i tavoli, mise i menù per le consumazioni e controllò i centrotavola e i posacenere, non era permesso fumare, c'era una sala apposta per questo, ma a volte nell'impeto della trasgressione c'era stato anche chi aveva acceso il sigaro, quindi meglio non farsi cogliere impreparati! I buttafuori erano già nei paraggi e discretamente avrebbero sorvegliato che le intemperanze fossero sotto controllo. Sembrava di prepararsi a una guerra, si cercava di prevedere ogni possibilità e limitare al minimo gli imprevisti, d'altronde quando lo scopo è abbattere tutti i freni inibitori, non puoi mai sapere sul serio come va a finire, e questo, pare, sia parte del fascino. Ma lei era lì per soldi, non gliene fregava niente del resto e il locale non era il suo...
Quindi via in cucina! L'evento era iniziato, la musica arrivava fino in fondo alla cucina, dove lei veloce e precisa preparava cocktails e stuzzichini. La sua collega non ne poteva più di fare avanti e indietro con la sala e si scambiarono i ruoli (ovviamente era un locale per scambisti...;)), quindi iniziò a servire i tavoli direttamente.
Non era mai entrata durante gli eventi, non aveva mai "visto" il sesso praticato senza remore, non aveva mai visto l'urlare osceno del piacere viscerale, quello che libera dalle prigioni della cultura e della morale... il vago buio rendeva l'atmosfera un po' luciferina e molto carnale, i separè offrivano una minima parvenza di privacy. Alcuni andavano nelle stanze ai piani di sopra, ma per molti ascoltare la voce del sesso è estremamente afrodisiaco e preferivano restare a malapena coperti da quelle pareti minimaliste.
La bottiglia di champagne che portava, con tre bicchieri, era per un tavolo più appartato, non si vedeva niente, una versione di aqualung riempiva l'aria, con i suoi inserti di musica acustica alternati al rock più duro. Era arrivata al tavolo, c'erano tre uomini, anche loro giovani e curiosi, clamorosamente eccitati, e in effusioni tra loro, dal poco che poteva vedere erano seminudi, camicie aperte, petti tonici e muscolosi, braccia pelose e avvolgenti. Uno di loro era nel centro e gli altri due lo carezzavano e si baciavano tutti e tre, l'uomo centrale si fissò a guardarla, le sorrise, lei era rimasta ipnotizzata dalla naturalezza dei loro gesti, dai loro peli mischiati tra loro.... Tornò subito in cucina a fare il suo lavoro, ma indubbiamente era rimasta affascinata dallo spettacolo. A fine serata, la sua collega era già andata a casa e lei era rimasta a chiudere la cucina, non si portavano più consumazioni dopo le due e c'era il tempo per riordinare mentre nelle sale ancora si sentivano gli echi della festa nel pieno svolgimento.
I tre entrarono insieme senza che lei se ne accorgesse, fu sorpresa, ma per niente spaventata, quello che i loro visi esprimevano non era aggressività, ma la stessa naturalezza che l'aveva colpita nella sala, non c'è obbligo dicevano silenziosamente i tre visi, solo se vuoi... lei chiuse gli occhi e il sorriso le arrivò dentro, si le andava, senza parole, senza nomi, senza domani. Si mi va! La cucina offriva piani e dislivelli ottimi per le fantasie, fu lei a chiedere le loro mani tutte insieme, si sdraiò sul piano d'acciaio e allargò le gambe e uno dei ragazzi iniziò a leccarla e succhiarla con lentezza e tenacia, un altro si mise dietro la sua testa e in ginocchio davanti al suo viso le mise il cazzo dritto e turgido davanti alla bocca e lei si dilettò a leccarlo e succhiarlo tanto quanto il suo amico faceva con la sua fica. Del terzo non riusciva a capire che facesse ma le sue mani andavano dal corpo di lei a quelli dei suoi amici in un massaggio promiscuo che rendeva i tanti corpi un solo corpo, vibrante e coeso. I gemiti erano attutiti dall'ambiente deserto della cucina illuminata a giorno che offriva una visione cruda e vera di tutta la scena, i quattro si mossero scambiandosi i posti, con una forchetta, leggera, uno disegnava la pelle di tutti, con un mestolo di legno un altro percuoteva leggermente le natiche del suo amico tenuto fermo da lei , il vino rosso colava sui corpi e veniva leccato velocemente, ora la tenevano ferma per le braccia e con le gambe allargate la percuotevano sulla fica con un canovaccio così delicatamente da farle il solletico, di nuovo in terra si sdraiarono uno sull'altro in una colonna umana, si abbracciavano e carezzavano si penetravano con le mani si leccavano il corpo, fece mettere due uomini uno di fronte all'altro con le gambe incrociate e i cazzi vicinissimi e li masturbò contemporaneamente stringendoli insieme mentre l'altro le leccava il culo e la fica. Erano molto eccitati tutti ma nessuno voleva arrivare all'orgasmo da solo e cercavano di orchestrarsi per esplodere tutti insieme, così uno si mise sdraiato in terra e lei si impalò la fica su di lui, un altro la piegò e le allargò le natiche e le penetrò il culo giocando col suo clitoride e il terzo in piedi infilava il suo cazzo ora nella bocca di lei, ora in quella del suo amico, finchè non vennero tutti e quattro uno dopo l'altro godendo degli spasmi di chi aveva sopra o sotto o davanti o dietro.... Stanchi si buttarono in terra e ridevano e si riprendevano, e si guardavano stupiti ognuno di sé stesso e della propria voglia e fantasia. Fu il primo ad alzarsi, quello che sul divano stava al centro, a riprendersi i vestiti e interrompere il filo, tutti lo imitarono e anche lei si ricompose, senza mai perdere quel sorriso che li aveva affascinati. I tre si raggrupparono davanti alla porta e si voltarono a guardarla grati e soddisfatti. Lei li salutò con lo sguardo, pensando che non sapeva niente di loro, neanche i loro nomi, ma che grazie a loro sapeva qualcosa di più di sé, il suo nome, sofia.
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