Nuvole

RAZZISTI AL CONTRARIO

Molto spesso si sente dire, si legge e si ascolta del razzismo delle persone che vivono al Nord. E come persona che ci vive da sempre, purtroppo, devo constatare che il livello di tolleranza di molti miei corregionali non è proprio quello che si definirebbe "ideale". Da tutta la vita mi scontro con chi racchiude le persone in raccoglitori etichettati "Negro", "Extracomunitario", "Terrone". Provo repulsione verso queste generalizzazioni, provo disgusto per chi non si è mai mosso dal balcone di casa sua e sentenzia l'inferiorità di qualcun altro. E mi sento a disagio allo sventolare delle bandiere verdi, agli epiteti privi di contenuti che spesso hanno infelicemente addobbato le piazze dei paesi nei quali ho vissuto.

Ma amo la terra dove sono cresciuta. Amo i boschi verdi che la circondano. Gli splendidi monti e i laghi da essi incorniciati. Amo le persone che ci vivono, che possono apparire fredde e diffidenti, ma che quando ti diventano amiche lo fanno con tutto il loro cuore, donandoti tutto quello che hanno.
Amo la capacità di sacrificarsi e di soffrire in silenzio di chi mi sta intorno non ostentando. Amo la modestia di chi magari cucina benissimo, ma dice di non esser capace, l'umiltà di chi sa di dover sempre fare i conti alla fine del mese.

Così come amo i paesaggi meravigliosi del centro e del sud, il mare, le opere d'arte, la spigliatezza immediata delle persone. Gli infiniti cieli stellati del nostro Meridione, le leccornie inenarrabili cucinate da donnone piene di passione per quello che fanno.
Il senso artistico, la fantasia.

Ma ogni volta mi scontro con una persona che tira fuori sempre gli stessi discorsi. Lui viene dalla Calabria, terra che io adoro e nella quale ho passato 15 anni di vacanze. E ogni volta, ogni santa volta che ci incontriamo, finisce col dire che Como fa schifo, che la Brianza fa schifo, che le persone sono tristi, grigie e tutte uguali. Luoghi comuni  uno in fila all'altro per i quali mi verrebbe voglia di alzare i tacchi e lasciarlo cuocere nel suo brodo. MA QUANDO FINIRA' TUTTA QUESTA IGNORANZA?