Creato da old_bear il 19/04/2007
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Senza titolo.

Post n°19 pubblicato il 19 Giugno 2007 da old_bear

Arrivai al Grand Hotel delle Palme nel dicembre del 2005.
Come già accennato, quell'inverno fu tra i più rigidi degli ultimi 80
anni, nonostante ora gli allarmi dei climatologi, parlino di surriscal-
damento del clima.
Eravamo pochi "clienti" fissi. Sandro, il milanese che mi offrì
sostegno e panino al primo incontro. 57 anni, 16 di strada sulla
carriera, detestava l'etichetta di barbone, preferendo il titolo di
vagabondo. Una scelta di vita deliberata, la sua. Al pari di Lorenzo,
detto "Il Conte", ormai quasi ottantenne. Di lui si racconta che,
dopo aver gestito per anni uno dei migliori alberghi di Genova Nervi,
una volta in pensione nei prmi anni '80, si presentò davanti al
Grand Hotel a bordo di una Alfa Romeo fiammante.
Ne contrattò la vendita sul posto per la somma di 3 milioni e mezzo
dell'epoca, e da allora non si sia più mosso da lì. E, a quanto pare,
neppure più lavato.
Poi Raffaele, un polacco logorroico sulla trentina, da 5 in strada.
Capitò in Italia pensando che, per intercessione divina e conterraneità
con Papa Woityla, fosse facile qui avere una vita meno grama che nel
suo paese.
L'ultimo degli habitué, ma non ultimo nella mia memoria, era un ragazzo
algerino. Una trentina di anni e una laurea in legge, che qui vale poco
più di un fiammifero già usato.
Il mio orecchio poco allenato all'onomatopea musulmana, non ne ricorda
il nome, ma la sua storia è indelebile.
Cresciuto tra la guerra civile del suo paese per l'ottenimento dell'indi-
pendenza dalla Francia, e tra i rastrellamenti sanguinosi della Légion
Etrangére, entrò nel nostro paese verso la fine degli anni '90, con un
visto turistico. Come quasi tutti.
Col tempo il suo visto turistico scadette, e si ritrovò nella poco invidiabile
condizione di clandestino. Lo chiamerò, per comodo, Massoud.
Massoud vivacchiava comprando e rivendendo sui tappetini per le strade,
la mercanzia improbabile che ormai tutti conosciamo. Aveva una ragazza
a Milano, ma preferiva svolgere il suo mercato in Liguria.

Rientrai una sera al Grand Hotel. Aveva nevicato quel giorno, nonostante
il marzo inoltrato. Il freddo tagliava la pelle del viso, come un rasoio affilato
male. Trovai Massoud rannicchiato sul suo cartone, sepolto da una valanga
di coperte.
Di lui mi parve strano. In genere era sempre allegro e con qualche storia da raccontare.
"Cos'hai Massoud? Stai male?"
"Nulla. Solo freddo... poi passa, non ti preoccupare."
Ma la sua voce era rantolante e i suoi occhi mostravano un febbrone coi fiocchi.
"Sei sicuro, Massoud? Vuoi che chiami un'ambulanza?"
"Sei matto? Apena scoprono che sono un clandestino, quelli mi sbattono
in galera! Lasciami perdere, per favore!"
Poco convinto, me ne andai nel mio angolo. Preparai il mio giaciglio e
chiacchierai un po' con Sandro, prima di dormire.
Al mattino le condizioni di Massoud erano molto pegiorate. Respirava a fatica
e non dava segni di conoscenza.
Unico fortunato possessore di telefonino, chiamai il 118 e in breve vennero a prenderlo con un'ambulanza.

Passarono una ventina di giorni, prima di vederlo riapparire. Pallido e
dimagrito. Mi guardò torvo, e dopo aver esclamato "Stronzo!", si aprì in un
sorriso e mi abbracciò. Raccontò di essersela cavata per un pelo: polmonite
con inizio di pleurite.
Probabilmente un'altra notte gli sarebbe stata fatale.
"Appena dimesso, mi hanno portato in questura. E da lì m'è stato consegnato
il foglio di via. Entro 15 giorni debbo andarmene al mio paese. Se mi fermano
ancora, vado dritto in galera... Comunque, ti ringrazio fratello!"
"E ora che fai?"
"Vado a Milano dalla mia ragazza. Magari finisce che ci sposiamo, e
nessuno potrà mandarmi via!"
"Auguri Massoud! E Inshallah!".

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Queste cose capitano abbastanza di frequente. Non sempre finisce bene
come per Massoud. E dedico questo frammento di memoria a
Pietro Magliocco.
Dormiva nella stazione di Genova Sampierdarena. Da vari giorni malato
di polmonite, moriva la notte stessa del suo ricovero in ospedale.
Aveva 57 anni.
Con lui ricordiamo tutti quanti, in questi anni, sono morti per strada.

 
 
 

L'asilo notturno Masoero.

Post n°18 pubblicato il 16 Giugno 2007 da old_bear

L'effetto fu lo
stesso di un pugno nello stomaco: dolore acuto e nausea che ti
accompagna per un po'. Il dolore lo percepii con gli occhi, la nausea
con il naso. Un misto di detergente industriale, di piscio e sudore.
Attorno, la più svariata umanità da corte dei miracoli.


L'idea di cercare rifugio in un dormitorio l'avevo, fino a quel momento, scartata a priori.

Sapevo cosa aspettarmi, per essermene occupato, anni prima, da sindacalista.

Ma ciò che sapevo era un'inezia, rispetto a quello che mi aspettava.
A
farmi decidere furono due cose: l'indulto e un freddo spaccaossa. Una
fastidiosa influenza aveva riempito le mie ossa di freddo, l'indulto
svuotato le carceri di persone che, ora, si trovavano sbandate in
strada. Stendo un velo pietoso su una politica che sposta i problemi,
senza mai risolverli.



"Gaetano? E tu che ci fai qui?". Il volto di un vecchio collega, mi guardava con stupore dal banco delle accettazioni.

"E che ci devo fare? Capita...". Non chiese altro. Chiacchierando del
più e del meno, evitando i punti dolenti, prese le mie generalità, mi
assegnò un letto e mi consegnò lenzuola e una coperta.
"Pino, ma che è successo a questo posto? Mica era così una volta!".

"Eh, no... Son cambiate mlte cose, purtoppo.".

Il Civico Asilo Notturno Masoero, edificio storico in tutti i sensi,
proprio a ridosso di quel divertimentificio che è Porto Antico, con suo
acquario, le luci al neon e decine di richiami per turisti, offriva
fino a pochi anni prima 400 posti letto, sale di ricreazione, servizi
puliti, lavanderia e cucina. Da questa venivano confezionati migliaia
di pasti, sia per gli ospiti dell'asilo, e sia da asporto, per le
famiglie in difficoltà economica.


Di
tutto questo oggi restano solo 20 posti letto, che per legge i servizi
sociali debbono mantenere. Solo i posti letto. L'igiene e la pulizia
non sono contemplati.

E questi 20 posti letto vengono difesi dalla caparbia volontà dei pochi operatori rimasti.

L'amministrazione comunale, dal canto suo, avrebbe volentieri risolto
il problema, dismettendo il servizio (magari aggirando la legge,
adducendo i soliti annosi problemi di bilancio), e vendendo lo stabile
a qualche immobiliare bisognosa.

Un vero peccato! Chissà quanti piccoli alloggi, ristrutturati ad arte e
venduti a peso d'oro, avrebbero potuto ricavarne...


Dopo
aver addobbato il letto, con lenzuola che avrebbero avuto bisogno di
una buona lavata, e una coperta che chiedeva solo una derattizzazione
dagli acari e da altri scomodi abitanti, la tentazione di girarmi e
fuggire era forte.
Ma la promessa di un sonno comodo, in qualcosa
che somigliasse ad un letto, era ancora più forte. E, al solito, feci
di necessità virtù.

Buona notte!

 
 
 

Deandreando

Post n°17 pubblicato il 15 Giugno 2007 da old_bear



Quando due destini sfortunati si incontrano, a volte l'imprevedibilità della vita, può creare qualcosa di buono.
Fulvio ha 47 anni, torinese. Un passato non troppo remoto fatto di successi in campo finanziario, e un passato più recente, di un po' di carcere per procurata bancarotta. E un presente all'Asilo Notturno Masoero, dove ci siamo conosciuti.
Carmelina ha passato i 50, e me la ricordo da almeno trent'anni, sempre nello stesso posto, sotto Piazza della Commenda.
Allora era una pepata brunetta partenopea, una vera belezza meditteranea, oggi che la sua bellezza ha ceduto all'uso e all'età, arrotonda vendendo "Marboro" di contrabbando. Ma il pepe è rimasto lo stesso.
Quello che è successo tra i due, basta il dialogo per raccontarlo.

"Eiii! 'Nu bello guaglione comm'a tte, che vuo' solo nu pacchettiello 'e Marboro?"
"Al momento è il solo vizio che mi posso permettere, neh!"
"E pigliatene 'na stecca, chè mica sempe s'attrovano!"
"Magari! Coi soldi che ho, mi posso permettere giusto un pacchetto di sigarette e un bicchiere di vino."
"Oggesummaria! Nun tieni 'e faticà? Non c'hai il lavoro?"
"No. Sono arrivato a Genova da poco e sto cercando, ma non conosco nessuno."
"E che sai fà?"
"Mah... Mi arrangio a fare qulsiasi cosa. Nel bisogno mica stai a vedere. E poi, quello che so fare meglio, sulla strada non mi serve."
"Vuò fà 'o cammariere?"
"Dove?"
"Sopra 'sto vico. Ce stà Aldo... 'a trattoria proprio 'n coppa. Ci dici che ti manda Carmelina, che mi conosce. Aldo è bbuono, e vedi che ti mette 'a faticà!"
"Grazie Carmelina! Ci vado subito. Io comunque mi chiamo Fulvio...".

Ora Fulvio ha un lavoro e fuma "Marboro". Carmelina è sempre lì. Arrotonda con le sue sigarette e, ogni tanto, con un pasto gratis da Aldo.
Dai diamanti non nasce niente... e da un radicato genovese, non può nascere un napoletano scritto ad arte.
Ma certe volte amo tanto questa città, che ci farei all'ammore!

 
 
 

Smisurata preghiera.

Post n°15 pubblicato il 28 Maggio 2007 da old_bear

San Marcellino è una minuscola chiesetta, incastonata nei vicoli di
Genova.
Apre solo alla domenica mattina, e ogni domenica è gremitissima,
per una messa particolare.
Ci va anche chi, come me, è un ibrido cristiano "sui generis".
E' la messa dei fratelli di strada.
Una messa non ha mai fatto male a nessuno, e poi i gesuiti
sono simpatici e un po' meno "bacchettoni".
E poi, dopo la messa, offrono colazione per tutti!

Un'altra occasione ghiotta, è il fatto che,
per chi compie il compleanno nella settimana, c'è un regalo:
10 euro e una fetta di torta extra!
Il 18 febbraio è il mio compleanno, e a quella messa c'ero anche io.
Una particolarità, tra le tante, di quella messa dalla liturgia
fuori dagli schemi, è che i "fedeli" ne fanno parte attiva.
E alle suppliche dell' "ascoltaci, oh Signore!", ognuno è libero di
esporre la propria supplica personale.
Chi per ricordare un amico di strada scomparso
(è c'è sempre qualcuno), chi per chiedere una grazia personale,
e chi perché convinto che in quel momento
Dio sia lì, apposta per lui.

Partecipai anche io, vincendo la mia naturale ritrosia per ogni pubbica
manifestazione, ma avevo un altro compleanno da festeggiare.
Quello di un vecchio amico scomparso, accomunati dalla stessa data:
il 18 febbraio.
Per farlo scelsi parole che lui stesso adoperò, a mò di testamento,
prendendole a prestito da un immenso poeta: Alvaro Mutis.
"Ascolta Signore,
le voci di questi servi disobbedienti
alle leggi del branco.
Non scordare i loro volti,
ché, dopo tanto vagare,
è appena giusto che la fortuna li aiuti.". Amen.
Buon compleanno, Faber!
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Ora ai lettori sembrerà strano, che un quasi ateaccio
(o agnostico, se preferite), frequenti sacerdoti o
(al di là degli optional offerti) frequenti messa.
Ma bisogna onestamente riconoscere, che quasi tutti gli aiuti,
piccoli o un po' meno, a chi vive in strada, vengono da associazioni
cattoliche e dall'oscuro volontariato di sacerdoti.
Pochi, in verità, e che non fann certo parte di quella schiera di preti
coraggiosamente e angelicamente anarchici, quelli che tutti conosciamo:
Don Gallo, Don Gelmini, Don Ciotti, Padre Zanotelli...
ma il loro anonimo contributo non è certo minore, per noi.
E voglio approfittare di questo piccolo, ma preziosissimo spazio,
per ringraziarli tutti.
Per non farci sentire dimenticati, messi da parte. I politici?
Beh... parafrasando nuovamente De Andrè:
han già troppi impegni, per scaldare genti d'altri paraggi.

 
 
 

Il centro di "ascolto" - qualche giorno dopo.

Post n°12 pubblicato il 23 Maggio 2007 da old_bear

Prima telefonata.

"Pronto signor Gaetano?"
"Sì, sono io!"
"Salve, sono Carmelina del Centro di Ascolto..."
"Oh, salve Carmelina! Mi dica."
"Senta Gaetano, ho trovato qualcosa che le può essere utile per arrotondare un po' il suo stipendio. Prenda carta e penna."
"Fatto Carmelina, dica."
"A via Balbi xx, c'è un'associazione di volontariato, si chiama AUSER..."
"Sì Carmelina, li conosco. Però..."
"...fanno servizio di vigilanza nei Musei, pagano poco, ma pagano."
"Lo so bene, Carmelina. Forse le è sfuggito un piccolo particolare: io nei musei ci lavoro, mica posso farci anche il volontario!"
"Ah, no?"
"No! Si chiama conflitto d'interesse. E, anche se le può sembrare strano, in questi casi è vietato dalla legge..."
"Vabbè, mi scusi. Ci sentiamo presto.".

Seconda telefonata.

"Pronto signor Gaetano?"
"Sì, sono io!"
"Salve, sono Carmelina del Centro di Ascolto..."
"Oh, salve Carmelina! Mi dica."
"Le ho trovato una stanzetta, se la può interessare."
"Certo! Dove?"
"Qui a Sampierdarena. Una signora che conosco chiede 250 euro, senza uso di cucina... Sà, è un po' gelosa della sua casa."
"Ma Carmelina, lei lo sa che il prezzo di mercato è 200 euro, CON uso di cucina?"
"Sì? Ma la stanza è molto bella, con la TV, e poi magari col tempo, conoscendola, gliela lascia usare..."
"Va bene Carmelina. Quando si può vedere?"
"Ecco, se vuole passare da me lunedì, l'aspetto. Intanto le preparo il buono per un altro pacco viveri. Ha visto quanta bella roba?"
Allarme rosso di troppo, troppo pieno!
"Scusi Carmelina, mi faccia una cortesia: annulli tutto, cancelli il mio numero e segua il mio consiglio: se vuole continuare a fare volontariato: IMPARI AD ASCOLTARE LE PERSONE! Grazie e arrivederci."

 
 
 

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