Bene la lettura del papa sulla giustificazione per fede, ma va allargata
Il commento del decano della Chiesa evangelica luterana in Italia, Holger Milkau
04.12.2008
"Certo, fa sempre piacere sentire parlare il papa di Lutero, ancora di più quando si tratta di ragionamenti condivisibili". Questa a caldo la reazione del pastore Holger Milkau, Decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), alla catechesi su san Paolo pronunciata oggi all’udienza generale da Benedetto XVI. Con san Paolo “il
muro tra Israele e i pagani non è più necessario, è Cristo che ci
protegge contro il politeismo e tutte le sue deviazioni, è Cristo che
ci garantisce la nostra vera identità nella diversità delle culture - ha detto il papa -,
è lui che ci fa giusti. Essere giusto vuol semplicemente dire essere
con Cristo, essere in Cristo. Altre osservanze non sono più necessarie,
basta Lui solo”. E fin qui il dato biblico è più che condivisibile, dice Milkau.
Il papa si è quindi soffermato su uno dei punti chiave della dottrina di Martin Lutero che nel XVI secolo portò alla nascita della Riforma: la dottrina della giustificazione per fede.
Lutero, interpretando la Lettera ai Romani dell'apostolo, si era
convinto che il cristiano si salvasse per la ''sola fede'', e non per
le "opere" che compie. Per il pontefice, questa lettura è vera, ma solo
se non la si contrappone a carità e amore. "Per i protestanti non
c'è difficoltà nell'affermare che l'agape è realizzazione della
comunione con Cristo. Ma allora allarghiamo questa riflessione anche al
problema della chiesa -, suggerisce Milkau -. Le parole del
papa potrebbero anche significare che per essere in Cristo non c'è
bisogno di appartenere alla stessa chiesa, perché l'agape è l'elemento
essenziale della comunione con Cristo". E continua: "La
giustificazione per fede e non per le opere è stata accolta e accettata
ormai come base del credo cristiano. Il papa tuttavia ha espresso un
'ma', e non poteva essere diversamente. Questo 'ma' lo vede nel
pericolo del libertinismo che Paolo nega, e con lui anche Lutero. La
fede deve avere una conseguenza, che, secondo i luterani, si esprime
nell’impegno per la libertà del prossimo, impegno talvolta difficile e
pieno di sofferenza. Non è quindi sufficiente, a nostro avviso,
definire per decreto ciò che è buono e condannare ciò che non lo è.
Bisogna invece incentivare la capacità di giudizio per diventare più
autonomi e responsabili, ma al tempo stesso consapevoli di essere
fallibili anche nell’amare. 'Sola fede' significa non fidarsi dei
propri poteri ma aspettare tutto da Dio".
Nel 1999, ad Augusta, cattolici e luterani hanno firmato una
dichiarazione congiunta proprio sulla questione della giustificazione
che chiudeva, almeno dal punto di vista dottrinale, una delle maggiori
diversità teologiche tra protestanti e cattolici.
(NEV, 47/2008)
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