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Qualche parola ancora

Post n°240 pubblicato il 07 Marzo 2017 da kkrok

Mi scuserà Lutero se aggiungo qualche parola al suo post. Qualche parola realistica dal mio punto di vista. Dunque, come si può definire amore un gesto che non ha alternativa? Un gesto che di certo chiunque si risparmierebbe volentieri, un gesto che nessuno potrebbe compiere se non in preda alla disperazione. Non conosco lo specifico del caso ma ne conosco molti altri. Un figlio disabile, un figlio disabile psichico, provate a pensare cosa possa significare. Quante famiglie fatte a pezzi da situazioni che non sono (e non possono essere) gestite in autonomia. Leggo in un commento qui sotto “forse non avrebbe voluto tanto rumore”… non so cosa ha pensato a proposito quest’uomo di 83 anni ma, di certo ed anche questa volta, il rumore sarebbe doveroso, oltre che necessario. Perché la disperazione di una famiglia non deve propagarsi nel silenzio fino a non lasciare alternative. Deve gridare forte e deve pretendere di essere ascoltata. Provate ad immaginare se questa famiglia avesse avuto un aiuto nella quotidianità ed uno sguardo sereno al futuro. Ogni vita ha il sacrosanto diritto di essere vissuta. Ogni vita. Quella di questi genitori ottantenni e quella della loro figliola, come la vita dei tanti ragazzi che vengono quotidianamente “aiutati a vivere” anche quando il sorriso è difficile.

 
 
 
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