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TROVATE LUCIA
Peter shilling "different tory"
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Post n°11 pubblicato il 03 Marzo 2011 da vecchioamore1
Nel conoscere una ragazza nel frequentarla si entra in un universo nuovo pieno di storie di strade di persone e di aneddoti, ci si adegua ad orari e costumi nel nome di quel sentimento che sta per nascere. Le abitudini di Lucia erano molto diverse dalle mie, provenienti da famiglie diverse, la mia non originaria del luogo mentre la sua numerosa famiglia ne rappresentava il prototipo. I figli maschi aiutavano il padre nel portare avanti il lavoro della fabbrica a conduzione familiare mentre le donne si dividevano tra i lavori domestici e il lavoro in fabbrica. Ammiravo molto Lucia per il suo modo di essere sempre sincera schietta ed orgogliosa di se e delle sue scelte, Lucia era una donna prima ancora di essere una ragazza e dentro la sua famiglia rappresentava il carattere la bellezza la forza. Aveva lasciato presto gli studi e trascorreva le giornate dividendosi tra i lavori domestici e la fabbrica, punto di riferimento per i suoi fratelli e sorelle era sempre prodiga di consigli e rimproveri, quando si arrabbiava la si sentiva da casa a casa, i suoi contrasti più ricorrenti erano con suo padre e neanche a dirlo avevano ad oggetto la sua vita sentimentale. Una bellezza come la sua non passava di certo inosservata, tantissimi erano i suoi spasimanti, gente che costantemente percorreva quella strada solo per vederla e Lucia gelosa della sua vita sentimentale e della sua autonomia nel gestirla, non permetteva a nessuno dei suoi familiari di dirle cosa fare o chi vedere, e se decideva di frequentare un ragazzo allora passava sopra tutto e tutti, ben poco riuscivano a fare gli ultimatum e le minacce del padre o della madre. Questa era la donna che desideravo più di ogni altra al mondo e quella che ho appena tracciato è la sua carta d’identità, Lucia si presentava all’uscio di questa nuova relazione (che mi vedeva coinvolto) con un carnet di ben 7 relazioni e non so quanti Flirt alle spalle. Dall’altra parte c’ero io che provenivo da una famiglia della media borghesia padre impiegato madre casalinga ed una sola sorella, tranne mio padre nessuno era salentino visto che sia io che mia sorella siamo nati al nord e cioè nel paese di mia madre. Avevo un carattere introverso con i miei familiari e con chi non conoscevo ed uno più aperto e brillante con gli amici, mi caratterizzava inoltre il quasi disprezzo dei luoghi in cui vivevo e la diffidenza nella gente che li popolava, amavo andare al nord ed amavo i luoghi d’origine di mia madre. Avevo 14 anni e ne stavo per compiere 15, frequentavo con risultati dignitosi il secondo anno di una scuola ad indirizzo scientifico pur essendo portato per le materie umanistiche e per tutto ciò che aveva a che fare con l’arte, avevo da poco conquistato quel minimo di autonomia che mi permetteva di uscire di casa con un mezzo proprio (vespa) e di farvi rientro entro le 2 di notte in fine ascoltavo tantissima musica (vgs. Post nr….). Questo ero io e questa era la mia carta d’identità, e mi presentavo all’uscio di questa relazione senza “precedenti” e con la “fedina amorosa“ completamente pulita. Quando penso a questa mia prima storia d’amore mi viene sempre da pensare che nella vita ogni singola esperienza ci cambia e allo stesso tempo ci forma, dopo aver conosciuto una persona non si è più gli stessi e questo può succedere sia in bene che in male e si cambia ci si forma e si impara a vivere, quando poi ci si innamora e si divide un pezzo della propria vita questo effetto è moltiplicato all’ennesima potenza. Quello che sono oggi non saprei definirlo o meglio di me non riuscirei a tracciare un carattere o una personalità così precisa come ho appena fatto di me quattordicenne di sicuro sono un ibrido di esperienze amori sofferenze sogni bugie e segreti. Forse alla fine di questa storia saprò qualcosa in più di me di sicuro proveremo insieme a vedere quanto una storia d’amore in piena adolescenza contribuisca nella formazione del carattere di un uomo che verrà.
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Post n°10 pubblicato il 20 Dicembre 2010 da vecchioamore1
Dopo una breve parentesi moderna ritorno e mi tuffo nel 1988 con grande piacere anche se a partire da questo paragrafo le cose cambiano. Il bacio (vgs.par. 9) a mio avviso aveva suggellato qualcosa, aveva ufficializzato dei sentimenti, ma c’era una cosa che mi tormentava, durante alcune serate Lucia si era fermata a parlare con un ragazzo con la moto un ragazzo grande, in compagnia di una sua amica di nome Donatella ed il suo fidanzato. Un pomeriggio mentre giravo con la vespa con il mio amico Ennio li vidi assieme che parlavano, lui a cavallo della sua moto e lei in piedi sul marciapiede. In quel momento mi è crollato il mondo addosso, la sera stessa nel ritrovarci tutti assieme sotto casa, ero sulla difensiva e respingevo tutti i sorrisi e le carezze di Lucia…era una sofferenza un tormento perché lei addirittura mi sembrava ancora più affettuosa dei giorni precedenti. Mi confidai con Donatella chiedendo informazioni su chi fosse il tipo con la moto, Donatella mi rassicurò dicendo che quello era uno spasimante di Lucia ormai già da tempo e che la situazione era in stallo perché Lucia nonostante regali ed attenzioni non era convinta o cmq era indecisa. La sera successiva fu come la precedente…difficile, Lucia era una tipa tosta e orgogliosa ed al mio essere vago e distante si adeguava, non ce la feci più mi alzai dal gradino del marciapiede dove ero seduto e me ne andai direttamente in camera mia, ricordo che non c’erano porte da aprire a calci altrimenti lo avrei fatto per la rabbia che avevo addosso, ma nello stesso tempo mi guardai bene dal chiuderle, lasciai che la notte entrasse nella mia stanza. Le note di “stay on these roads” degli A-Ha, davano colore alle mie speranze e ne diventavano la colonna sonora, ed ora? Cosa sarebbe successo?….. i colori ed il calore della notte continuava a fluire nella mia stanza facendomi sentire ancora fuori tra i miei amici. Probabilmente il mio essere più piccolo di Lucia di ben 4 anni si rendeva ancora più evidente in occasioni come queste…ma ebbi ragione, ebbi ragione, ebbi tremendamente ragione come mai ne avrei avuta più nel corso di quell’estate. Sentii dei passi nel corridoio e va bene la mia galoppante fantasia ma non poteva assolutamente ancora essere la notte, era qualcuno che arrivato a metà del corridoio mi chiamò “Astolfo”, “Astolfo”, era Lucia che senza accendere la luce arrivò alla mia porta. Il suo sorriso illuminò la mia camera come l’alba boreale illumina le notti scandinave….. facevo una fatica enorme a non parlare anche perché ero rimasto così colpito da quella visita inaspettata. Lucia volle sapere di chi era il brano che stavo ascoltando e senza nemmeno aspettare la risposta, diventando d’improvviso seria, disse: “dai ….perché fai così ?” “non c’è niente con quel ragazzo anzi è arrabbiato proprio perché si è accorto che da quando mi vedo con te per lui non c’è più speranza, ma non posso troncare di botto, ha anche lui dei sentimenti” e dopo una breve pausa mi disse con la dolcezza che gli era propria nei momenti d’intimità “tu puoi stare tranquillo …dai ti aspetto fuori”. Capii che Donatella gli aveva parlato dei miei timori e come un ragazzino quando fa pace con la mamma mi ripresi e fui di nuovo in strada, i sorrisi degli amici, di Ennio di Donatella di Pina, Pierluigi, Bettina erano quelli di chi aveva contribuito a rimettere le cose a posto. Ero felice e sicuro di esserlo ma soprattutto ero felice di esser sicuro del suo amore.
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In un momento come quello che sto attraversando dove la vita trascorre e si consuma nel compilare i moduli per essere vissuta, i ricordi ed i sogni fanno fatica ad avere la meglio. Ma proprio questo momento di disillusione ha aumentato l’effetto sorpresa quando nel corso delle mie vacanze salentine ho rivisto dopo 18 ANNI ….LUCIA!!! Le vacanze erano arrivate al capolinea trascorse in uno sperduto paesino della Grecia salentina e questa volta a differenza di tutte le altre, ancora non ero andato a Matino “è inutile andare a sfasciare l’auto tra le mulattire di Matino ..tanto figurati se rivedo Lucia” pensavo tra me e me …..e facendomi trasportare da questo presentimento e da un’assuefazione al mare come mai negli anni precedenti, quasi mi convinco che quest’anno non avrei rivisto i luoghi della mia adolescenza ne tanto meno colei che per anni li ha popolati . Ma non è stato così e siccome i miei ripensamenti hanno rappresentato nella mia vita le svolte più importanti, il giorno prima della partenza per il nord decido di fare un giro a Matino. Strade disastrate macchine in doppia fila semafori impazziti non è stata proprio una passeggiata di piacere ma ne è valsa la pena ….lascio perdere le strade che mi avrebbero portato a trovare amici e parenti e svolto proprio nel momento in cui la voce femminile dei Baustelle intona quel canto di sirena che è l’inizio della canzone "Groupies". Passo la prima volta vicino a quella che in base ad una soffiata è l’abitazione da sposata di Lucia e vedo solo un bambino seduto ad uno scalino, “ecco lo sapevo Lucia non c’è”. Ma ormai ci sono ed ho fatto tanta strada per esserci, faccio un altro giro, volto lo sguardo all’altezza del balcone e vedo una figura femminile che nel rientrare in casa getta uno sguardo verso la strada. Raccolgo il suo sguardo in quel lasso di tempo sufficiente a capire che si tratta di Lucia senza dover tamponare l’auto che davanti è ferma allo stop, decido di fare il giro dell’isolato voglio vederla ancora, e la rivedo, la sento chiamare il figlio senza mai distogliere lo sguardo dalla strada non so se voglio essere riconosciuto e decido di non togliere gli occhiali, nel frattempo faccio un altro giro questa volta il suo sguardo mi segue è arrivato il momento di decidere o scendo dall’auto o svolto a destra e me ne vado. Svolto a destra e me ne vado, me ne vado, me ne vado come il ladro che si accontenta delle suppellettili e non prova neanche a scassinare la cassaforte per non rischiare di essere preso, me ne vado con l’immagine del suo volto e con tutti i suoi colori, me ne vado tra le onde dei suoi capelli custodendo il suo sguardo che come faro nella notte illumina angoli d’infinito, facendo del ricordo il vero grande PROTAGONISTA. |
Matino è un paese fatto di salite e discese anche abbastanza ripide e passeggiare è sicuramente abbastanza impegnativo, ma figuriamoci, pur di passare qualche momento da soli io e Lucia ci saremo messi i ramponi e saremo partiti in cordata. Fu una notte una come molte altre, mentre passeggiando si percorreva con il solito gruppo una strada in discesa, chiesi a Lucia un bacio, la prima risposta fu “NO” proprio come mi aspettavo, allora le nostre mani già unite tentarono di separarsi ma strinsi forte la mia e il suo sorriso sembrava dire “ e......va be’” i suoi occhi brillavano e tutto sembrava ormai inevitabile, il gruppo nel frattempo era andato avanti ed al primo incrocio sarebbe stata visibile la nostra assenza, lo sapevo io e lo sapeva anche lei, il cielo era pieno di stelle e l’aria diventata più fresca annunciava che era tardi e non ci sarebbe stato un altro giro. Chiudendo gli occhi ci avvicinammo e fu la prima volta che baciai una ragazza sulle labbra. Pochi istanti sugellarono un sentimento ormai consolidato al quale ora occorreva dare un nome…… ma ora non voglio aggiungere nient’altro a questo post voglio solo continuare a tenere gli occhi chiusi. |
Negli anni 80 per noi ragazzi di paese l’unico modo per poter avvicinare una ragazza era farsi vedere nei pressi della loro abitazioni dove passavano gran parte delle serate estive, (le si poteva avvicinare anche all’uscita dalla messa ma per questioni di caldo ciò avveniva esclusivamente d’inverno). Quando la relazione era segreta e tenuta nascosta ai genitori, il ragazzo doveva passare più volte con la vespa o con la moto intorno alla casa dell’amata fino a quando non si accertasse che la stessa fosse definitivamente uscita, accompagnata da una sorella o un’amica che gli facevano da spalla, a quel punto al primo angolo lui spegneva il motore e fissava lo specchietto retrovisore fino a quando lei non saliva sulla vespa, in quei momenti il sangue smetteva di circolare il cuore si fermava, si partiva allora verso nascondigli impensabili e la velocità era l’unico modo per non farsi riconoscere ( anche se per onor di cronaca va detto che nel 1988 c’era già l’obbligo del casco ma ciò era irrilevante perché in quelle zone il casco per principio non lo portava nessuno, altrimenti si rischiava di essere presi per ladri e si veniva fermati dai vigili). Questo succedeva però nelle coppie più estroverse o quelle coppie già abbastanza avanti con la storia, negli altri casi la fanciulla non saliva mai sulla vespa (troppo rischioso e compromettente) ma andava a piedi direttamente nel rifugio segreto, dove lo spasimante la aspettava “da anni”,… nelle situazioni ancora peggiori si usciva a piedi, ognuno per conto suo, e ci si trovava in un posto, nelle situazioni appena nate chiamiamole quelle “base” invece si usciva in gruppo (come inizialmente facevo io con Lucia) e quando si era abbastanza lontani da casa ci si fermava in un angolo a ppartato mentre il gruppo continuava la passeggiata nei dintorni e dopo poco tornava a prendere la coppia per poi fare ritorno a casa. Le mie prime uscite con Lucia erano di questo tipo ed il tempo che ci veniva concesso dal gruppo per rimanere da soli era al massimo 15 minuti, dopo ci tornavano a prendere per tornare tutti assieme nei pressi di casa, l’importante era farsi vedere da qualche genitore, giusto per fugare ogni dubbio ed evitare qualche sopralluogo inaspettato che avrebbe potuto far molto male. Proprio la voglia di passare più tempo insieme ci convinse che era arrivato il momento di organizzarsi da soli , bisognava inventarsi qualcosa, il tempo d'altronde c’era per organizzare una serata d’amore, anche se ancora quella parola non l’ aveva pronunciata nessuno dei due, c’era una intera giornata per programmare la notte (il dove come e quando) e a gente come me di certo non mancava la fantasia…….
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Inviato da: VOLVER7
il 17/12/2013 alle 22:47
Inviato da: briciolabau
il 30/09/2010 alle 16:37
Inviato da: briciolabau
il 28/09/2010 alle 15:27
Inviato da: briciolabau
il 27/09/2010 alle 17:35
Inviato da: aspettando_un_sogno
il 25/09/2010 alle 15:24