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Il Signor von Ribbeck su Ribbeck a Havelland (Heinrich Theodor Fontane)

Post n°21 pubblicato il 05 Giugno 2014 da Leseratte
 

Oggi vorrei presentarvi il componimento di un autore molto famoso e amato in Germania, Heinrich Theodor Fontane (Neuruppin 1819, Berlin 1898). Tutti i ragazzini e le ragazzine imparano (o imparavano?) a memoria questa poesia a scuola, così come noi imparavamo a memoria Il cinque Maggio di Alessandro Manzoni o Il sabato del villaggio di Giacomo Leopardi.

A mio parere, questo componimento, seppur o proprio perché semplice e immediato, esprime al meglio lo spirito tedesco ed eredita quell'idea di vivere romantica, idealista e illuminata che tanto ha reso famosi scrittori come Johann Wolfgang von Goethe e Friedrich Schiller (esponenti del movimento letterario Sturm und Drang ("Tempesta e impeto")) e filosofi come Immanuel Kant e Georg Wilhelm Friedrich Hegel.

Il componimento qui presentato fa parte delle poesie pubblicate da Fontane nel 1851, cui seguì una raccolta di ballate nel 1861.

Il Signor von Ribbeck di Ribbeck in Havelland

Il Signor von Ribbeck di Ribbeck in Havelland

aveva un pero nel suo giardino,

e, quando arrivava la stagione autunnale,

le pere splendevano in ogni direzione.

Quando mezzogiorno risuonò dal campanile,

se ne riempì von Ribbeck entrambe le tasche.

Giunse un giovane con gli zoccoli,

e lui gli disse: “Ragazzo, vuoi una pera?”

E arrivò una ragazza, quindi le disse: “Ragazzina,

avvicinati, ho una pera.”


Trascorsero molti anni finché l'illustre

von Ribbeck di Ribbeck morì.

Egli sentiva giungere la fine. Era autunno.

Di nuovo splendevano le pere in ogni dove;

allora disse von Ribbeck: “io mi accomiato.

Mettete una pera nella mia tomba.”

Tre giorni dopo fuori dal castello

portarono von Ribbeck,

tutti i contadini e i piccoli possidenti con espressione gioiosa

cantavano “Gesù, (sei la) mia fiducia”

e i bambini piagnucolavano, il cuore pesante:

"Adesso lui è morto. Ora chi ci darà una pera?"


Così si lamentavano i bambini. Non era giusto:

loro conoscevano bene o male il vecchio Ribbeck;

il nuovo naturalmente, che lesina e risparmia,

chiude il giardino e amministra severamente il pero.

Ma il vecchio, già presentendo

e pieno di diffidenza verso il proprio figlio,

perché sapeva esattamente cosa avrebbe poi fatto,

gli chiese di mettere una pera nella tomba,

e dopo tre anni dalla silenziosa dimora

spuntò un germoglio di pero.


Gli anni trascorsero,

da molto tempo un pero s'inarca sulla tomba,

e nell'autunno dorato

splende di nuovo in lungo e in largo.

E un giovane attraversa il cimitero della chiesa,

si sussurra nell'albero: “vuoi una pera?”

e arriva una ragazzina, così si mormora “Ragazzina, avvicinati,

ti do una pera”.


In questo modo sparge ancora benedizioni la mano

di von Ribbeck di Ribbeck in Havelland.

 

Herr von Ribbeck auf Ribbeck im Havelland

Herr von Ribbeck auf Ribbeck im Havelland,

Ein Birnbaum in seinem Garten stand,

Und kam die goldene Herbsteszeit

Und die Birnen leuchteten weit und breit,

Da stopfte, wenn's Mittag vom Turme scholl,

Der von Ribbeck sich beide Taschen voll.

Und kam in Pantinen ein Junge daher,

So rief er: »Junge, wiste 'ne Beer?1«

Und kam ein Mädel, so rief er: »Lütt Dirn,

Kumm man röwer, ick hebb 'ne Birn.2«


So ging es viel Jahre, bis lobesam

Der von Ribbeck auf Ribbeck zu sterben kam.

Er fühlte sein Ende. 's war Herbsteszeit,

Wieder lachten die Birnen weit und breit;

Da sagte von Ribbeck: »Ich scheide nun ab.

Legt mir eine Birne mit ins Grab.«

Und drei Tage drauf, aus dem Doppeldachhaus,

Trugen von Ribbeck sie hinaus,

Alle Bauern und Büdner mit Feiergesicht

Sangen »Jesus meine Zuversicht«,

Und die Kinder klagten, das Herze schwer:

»He is dod nu. Wer giwt uns nu 'ne Beer?3«


So klagten die Kinder. Das war nicht recht -

Ach, sie kannten den alten Ribbeck schlecht;

Der neue freilich, der knausert und spart,

Hält Park und Birnbaum strenge verwahrt.

Aber der alte, vorahnend schon

Und voll Mißtrauen gegen den eigenen Sohn,

Der wußte genau, was er damals tat,

Als um eine Birn' ins Grab er bat,

Und im dritten Jahr aus dem stillen Haus

Ein Birnbaumsprößling sproßt heraus.


Und die Jahre gehen wohl auf und ab,

Längst wölbt sich ein Birnbaum über dem Grab,

Und in der goldenen Herbsteszeit

Leuchtet's wieder weit und breit.

Und kommt ein Jung' übern Kirchhof her,

So flüstert's im Baume: »Wiste 'ne Beer?1«

Und kommt ein Mädel, so flüstert's: »Lütt Dirn,

Kumm man röwer, ick gew' di 'ne Birn.2«


So spendet Segen noch immer die Hand

Des von Ribbeck auf Ribbeck im Havelland.

1 Willst du eine Birne?

2 Kleines Mädchen, komm mal (da)rüber, ich gebe dir eine Birne.

3 Er ist tot nun. Wer gibt uns eine Birne nun?

 
 
 
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