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Suite francese (Irčne Némirovsky)

Post n°22 pubblicato il 17 Giugno 2014 da Leseratte
 
Foto di Leseratte

Ultimamente ho avuto il piacere di leggere i capolavori di due autori scoperti solo di recente: La famiglia Karnowski di Israel Joshua Singer e Suite francese di Irène Némirovsky. Il primo è stato tradotto e pubblicato dalla casa editrice Adelphi soltanto nel 2011, mentre il secondo è stato tradotto e pubblicato, sempre dall'Adelphi, nel 2005. Si tratta di due capolavori della letteratura mondiale, opere di due scrittori ebrei, origine tanto orgogliosamente rivendicata dal primo (Singer scrisse l'originale in yiddish) quanto fortemente avversa dalla seconda (Némirovsky si convertì al cattolicesimo e in alcune sue opere precedenti descrisse gli ebrei in modo quasi antisemita), ma che sarebbe meglio, a mio avviso, considerare scrittori cosmopoliti o europei ante litteram.

Oggi vorrei esporre delle brevi considerazioni su Suite francese, che mi ha lasciato un vero e proprio nodo alla gola. L'opera, stando alle annotazioni della Némirovsky, avrebbe dovuto comprendere cinque parti (Tempesta in Giugno, Dolce, Prigionia, Battaglie, La pace), seguendo la struttura della Quinta sinfonia di Beethoven, per un totale di circa mille pagine (una mole degna, non a caso, del Guerra e pace di Tolstoj, cui la Némirovsky dichiara apertamente di ispirarsi). Purtroppo - un purtroppo che andrebbe scritto con la maiuscola e in grassetto - l'autrice è stata deportata e uccisa ad Auschwitz poco prima che potesse concludere la seconda parte del romanzo (Luglio 1942). Tuttavia, grazie al suo spirito osservatore e premonitore, dalle annotazioni trascritte sul suo romanzo-diario, è possibile ricostruire a grandi linee cosa sarebbe successo nelle altre tre parti dell'opera, se solo la follia nazista non ci avesse privato ante tempus di questo grande talento.

Stando al progetto originale, il romanzo avrebbe dovuto raccontare le vicende di alcuni francesi nobili e borghesi (le famiglie Pericand e Michaud, Gabriel Corte, Charlie Langelet: qui la trama in dettaglio) dallo scoppio della seconda guerra mondiale alla sua conclusione (che la Némirovsky non potè nè vivere nè descrivere, dal momento che era già stata uccisa...). Le cinque parti progettate avrebbero dovuto scandire sia le storie dei personaggi che le fasi della guerra. Il lavoro interrotto ci lascia, amaramente e bruscamente, prima della fine della seconda parte, ovvero subito dopo la partenza dell'ufficiale tedesco Bruno, innamorato di Lucile, per la campagna in Russia e la fuga organizzata da Lucile per il ricercato Benoit. Quello che sappiamo grazie agli appunti è che Lucile e Jean Marie si innamoreranno, ma che Jean Marie partirà per la guerra per cancellare l'onta della precedente relazione di Lucile con l'ufficiale tedesco. L'ufficiale tedesco morirà in Russia.

Ciò che caratterizza maggiormente l'opera è il suo realismo, un realismo asciutto, concreto, quasi cinico e privo di qualsiasi forma di idealismo, eccezion fatta per i personaggi di Lucile e di Jean Marie, che incarnano ancora uno spirito romantico. Si tratta di un realismo totale, proprio perché la Némirovsky visse in prima persona le vicende attribuite ai suoi personaggi e perché la maggior parte delle loro azioni e dei loro modi di pensare sono esattamente quelli che lei osservava nella propria quotidianità. Così quando, per esempio, racconta dell'arrivo dei tedeschi in Francia e dei sentimenti provati dai francesi nel dover ospitare in casa propria i soldati nemici, lo fa in modo così dettagliato e chiaro, proprio perché lei stessa e la sua famiglia avevano dovuto vivere con i tedeschi dopo esser fuggiti da Parigi.

Ma l'aspetto che più mi ha colpito è proprio la storia dell'opera stessa, di come è nata e di come è sfuggita per lungo tempo agli editori (per poi essere riscoperta molti anni dopo). Il romanzo si interrompe bruscamente prima della conclusione della seconda parte, ovvero quando l'ufficiale tedesco parte per la Russia e Lucile accompagna Benoit nella sua fuga a Parigi. Al tempo della stesura la Némirovsky viveva con il marito e le sue due bambine a Issy-l’Evêque. L'undici Luglio 1942 la scrittrice scrive tra i suoi appunti, dando prova di una lucidità e di una coscienza di sé a dir poco toccanti: «Sto scrivendo molto, immagino che saranno opere postume, però almeno mi fanno passare il tempo». Il tredici Luglio i gendarmi l'arrestano e la deportano a Pithiviers, il diciassette Luglio viene deportata ad Auschwitz-Birkenau, dove viene ricoverata in infermeria (Ravier) perché malata. Il diciassette Agosto 1942 Irène Némirovsky viene uccisa nelle camere a gas.

Dopo la scomparsa della Némirovsky e del marito Michel Ipstein (deportato e ucciso anche lui ad Auschwitz il 6 Novembre successivo), le bambine, Élisabeth e Denise, furono affidate a una tutrice. Tra un nascondiglio e l'altro fino alla fine della guerra, le bambine portarono sempre con sé una valigia che conteneva fotografie, documenti e l'ultimo manoscritto della madre, redatto con una grafia minuscola per risparmiare l'inchiostro e la pessima carta del tempo di guerra. La figlia maggiore, Denise, conservò il quaderno contenente il manoscritto di Suite francese per cinquant'anni senza mai aprirlo, sia per paura di riaprire vecchie ferite sia per non ostacolare la "biografia immaginaria" della madre (Le Mirador) cui stava lavorando la sorella. Alla fine del 1990 Denise decise di donare tutti gli scritti ad un archivio francese. Una volta scoperto cosa contenevano i quaderni, Suite francese fu pubblicato in Francia nel 2004 e in Italia nel 2005. L'edizione italiana include gli appunti e le riflessioni della Némirovsky sulla revisione e la continuazione del racconto, e la corrispondenza tra la Némirovsky, suo marito Michel, il suo editore Albin Michel e altri, nel periodo precedente e successivo alla sua deportazione. Gli appunti rendono vivi e tangibili la personalità della scrittrice, i suoi pensieri e il suo talento, così come le lettere, in particolare le drammatiche richieste d'aiuto del marito ad amici e conoscenti, ci trasmettono il senso tragico delle loro vite e di uno dei periodi più bui della storia mondiale. Forse nessuna conclusione sarebbe stata più adatta per questo capolavoro, interrotto drammaticamente proprio come la vita della sua talentuosa autrice.

Per sollevare un così grande peso                                               

ci vorrebbe la tua forza, o Sisifo.

Questa fatica non mi spaventa

ma la meta è lontana e breve il tempo.

Irène Némirovsky (25 Giugno 1942)

 
 
 
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