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« Intervista a Martina, mi...Paella, tapas y montaditos.... »

Questo Piccolo Grande Amore

Piccolo si fa per dire, visto che parliamo di circa 20 milioni di euro. Tanto pare sia stato speso per le nozze in gran stile bollywood a Venezia di Vinita Agarwal, figlia del magnate del ferro indiano, con Muquit Taje, suo compagno di università conociuto a Londra. Più che un matrimonio, un patrimonio.

Matrimonio Indiano a Venezia

Matrimonio Indiano a Venezia

“Solo” 3 giorni di festeggiamenti lo scorso weekend in tre splendide locations riservate per l’occasione. 800 invitati, per la maggior parte indiani, russi e americani, stra-coccolati in suites di lusso con regali e vestiti. Spezie a non finire, verdure in tutte le fantasie e oltre 40 tipi di formaggio per il grandioso menù vegetariano, curato dallo staff indiano in collaborazione con l’Harry´s Bar di Arrigo Cipriani e Massimiliano e Raf Alajmo delle Calandre di Sarmeola di Rubano.

Matrimonio Indiano a Venezia


Matrimonio Indiano a Venezia

 

Un evento glamour ma privato, organizzato nei minimi dettagli. Sei mesi di lavoro per uno staff di 500 persone, tra cui decoratori, scenografi, architetti, parrucchieri, cuochi, ballerini e artisti di vario genere.

 

Matrimonio Indiano a Venezia

 

La prima festa presso la Scuola Grande della Misericordia. Un tripudio di fiori nelle tonalità del viola, abiti da sera e gioielli scintillanti, trampolieri e acrobati del Cirque du Soleil e i Gothan Project con il loro emozionante tango.

La seconda festa presso Tese dell'Arsenale, con gli spazi della Biennale arredati da un tendone da circo verde pastello, al quale si poteva accedere dalla bocca di un leone gonfiabile. Dentro una esplosione di arancione. Piccole gondole appese al soffitto da cui scendevano splendide e profumatissime orchidee.
Ancora gli acrobati del Cirque di Soleil e trampolieri vestiti da bambole con una carica sulla schiena.
Un corridoio di specchi per giungere alla sala da ballo con il palco. A mezzanotte l’ adrenalina della bellissima Shakira che in top dorato e pantaloni neri di pelle fa scatenare gli ospiti, vestiti in stile veneziano, con un concerto di 30 minuti. Secondo alcune indiscrezioni, pare che il day-after Shakira se ne sia ripartita con la chioma tutta arruffata. Certo che, con circa 260mila euro di compenso per la sua mini esibizione, un balsamo poteva anche acquistarlo, no?

Matrimonio Indiano a Venezia

Infine finalmente la cerimonia religiosa nell' isola di San Clemente. Una orchestra di 30 elementi, 2 elefanti dorati altri più di due metri come buon augurio alle nozze, riproduzioni di statue neoclassiche e di affreschi veneziani, lampadari di Murano carichi di fiori, giochi d’acqua e fontane, decine e decine di cestini con petali. Ai lati dell’altare due sculture floreali multicolore a forma di pavone. “Love and marriage, love and marriage. Go together like a horse and carriage”, canterebbe Frank Sinatra. L’ “horse”, il cavallo (bianco) con in groppa lo sposo c’è stato. Grande delusione per chi si aspettava anche la carrozza. In compenso un dirigibile ha fluttuato sulle teste degli increduli invitati. Gli sposi come da tradizione hanno indossato le sete colorate del loro paese, almeno per un po’, poi sono rientrati nei loro “normalissimi” panni Prada. Gran finale con 9 minuti di fuochi d’artificio.

Matrimonio Indiano a Venezia

 

Matrimonio Indiano a Venezia



Una cosetta sobria, insomma. Una favola da Mille e una Notte.
Eppure, dopo tanto fumo quanto arrosto resterà? L ‘ India è un paese molto particolare, grande ricchezza e grande povertà, grandi progressi tecnologici e tradizioni che pretendono di governare l’ amore. Matrimoni che vengono combinati fin da piccoli secondo la logica delle caste. Sposi che si incontrano il giorno delle nozze. Solo grandi patrimoni possono dare un margine più o meno grande di libertà sentimentale.

“Che ingiustizia, che orrore!” dico io, direte voi. Eppure, pensiamoci bene…. noi del mondo occidentale possiamo davvero dire di conoscere la persona a cui abbiamo giurato amore eterno?Cosa pensa, cosa prova, quali sono i suoi desideri? “Ama il prossimo tuo come te stesso” spesso diventa una buona scusa per dare all’ altro quello di cui abbiamo bisogno noi. Quante volte il bacio è un apostrofo rosa tra le parole “T’Amo”? Quante volte invece è un apostrofo nero tra le parole “t’ignoro”, piuttosto? Il nero, si sa, snellisce tutto, anche i rapporti . Li fa diventare anoressici, incapaci di nutrirsi di amore. “Ama il prossimo tuo come se stesso” questa forse è la strada giusta. Chiedere, parlare, ascoltare, cercare di capire, aprire il proprio cuore e gioire delle emozioni di ogni singolo momento.

Quanto ai novelli sposi indiani non ci resta che sperare per loro che sia un amore non da favola ma da vita reale. Che lontano da tutto e da tutti possano essere felici semplicemente sussurandosi occhi negli occhi “Ti Amo Davvero, Ti Amo lo Giuro, Ti Amo Ti Amo Davvero” (C. Baglioni)

 
Sara Ferro

Un ringraziamento particolare a Katia di Munaretto Flowers per le foto
e a Chiara per le indiscrezioni sui capelli di Shakira...  

 
 
 
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