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Terremoto

Post n°1166 pubblicato il 27 Giugno 2012 da chioggiatv
 

Il 20 maggio una forte scossa di terremoto, con epicentro in Pianura Padana, ha svegliato tutto il Nord Italia. Ma a scuola non ci hanno insegnato che non è una zona sismica? E non ci hanno detto che i detriti alluvionali, con cui è composto il nostro sottosuolo, attutiscono il colpo?

Vediamo di rispondere alla maggior parte dei dubbi che tutti ci siamo posti e che si sono acuiti dopo le repliche della mattina del 29 maggio nel modenese e del 6 giugno a Ravenna.

L'Italia è una zona molto sismica in quanto si trova sul punto di scontro tra la zolla africana (che spinge verso NordEst) e la zolla Eurasiatica.

l'Africa spinge verso Nord
La spinta verso Nord della zolla africana

Gli effetti di questa spinta sono molto evidenti: la catena appenninica e le Alpi. In mezzo la Pianura Padana. Che in superficie la vediamo così bella e levigata tanto quanto sotto è tormentata e corrugata.

Sezione della Pianura Padana
In alto: sezione della Pianura Padana da Bologna a Belluno.
In basso: dettaglio della sezione tra Bologna e il fiume Po.
 

Infatti l'Appennino emiliano prosegue sotto la pianura con tre grandi appendici chiamate "archi": quello del Monferrato, quello emiliano (da Parma a Modena) e quello ferrarese. Quest'ultimo è il più complesso in quanto si suddivide in tre porzioni minori: le pieghe ferraresi, quelle romagnole e quelle adriatiche più a est.

Schema tettonico archi appenninici

Schema tettonico degli archi appenninici sommersi nella Pianura Padana

L'arco ferrarese, sotto la spinta della zolla africana, ha accumulato energia fino al punto di rottura che è avvenuto il 20 maggio con 3 scosse forti di magnitudine superiore a 5 (di cui una di 5.9). Per otto giorni si sono avute centinaia di scosse di replica con magnitudine inferiore fino al giorno 29 quando anche l'arco emiliano ha scaricato la sua energia con altre 3 scosse di magnitudine superiore a 5 (di cui una di 5.8) e alcune centinaia di scosse di replica. Il giorno 6 giugno invece anche l'arco adriatico si è "mosso" generando un terremoto di magnitudine 4.5 ma senza ulteriori repliche.

Sequenza simica

Locazione dei terremoti su una particolare mappa dove si può vedere la Pianura Padana "svuotata" dei sedimenti alluvionali portati dal Po nei millenni. (in verde scuro le maggiori profondità)


Ma è proprio vero che in Pianura Padana non ci sono mai stati terremoti? No. Nel 1117 un terremoto con epicentro nella zona di Verona e di magnitudo stimata in 6.5 (leggermente più forte di quello del Friuli nel 1976) provocò morte e distruzione. Nel 1222 un forte sisma ebbe epicentro nel bresciano. Nel 1365 un altro sisma con epicentro nel bolognese, sempre nello stessa zona ce ne fu uno anche nel 1504. Il 17 novembre del 1570 Ferrara fu parzialmente distrutta da un terremoto, simile a quelli appena successi, che provocò numerosi morti e parecchi danni, ben descritti nelle cronache degli Estensi che governavano la città all'epoca. Nel 1802 un forte terremoto ebbe epicentro nel cremonese che provocò due morti e numerosi crolli. Il Veneto non fu esente dai terremoti: nel 1812 e nel 1873 attorno a Treviso ci furono due forti scosse di terremoto con danni e alcune vittime. Nel 1936, sempre nel trevigiano, un sisma forte come quello del 20 maggio, provocò numerosi crolli e 19 vittime.

Storicità sismica del NordEst
Storicità sismica del NordEst

 

E' vero che il terreno del nostro sottosuolo attutisce le onde sismiche? No. Le onde sismiche viaggiano a velocità differenti a seconda del tipo di onda (primaria o secondaria) e a seconda del tipo di terreno che attraversano. I depositi alluvionali, come quelli che compongono la Pianura Padana, in quanto "morbidi", non frenano le onde sismiche come farebbe invece la densa roccia delle Alpi o degli Appennini.

Trasmissione delle _nde sismiche
Trasmissione delle onde sismiche a seconda del tipo di terreno.

Si possono prevedere i terremoti? Non è possibile prevedere il momento preciso in cui ci sarà un terremoto, ma si può prevedere (in base a dati storici e geologici) quale potrebbe essere la massima intensità di un terremoto in una determinata zona. Questa "previsione" viene fatta in base alla dimensione della faglia e alla ciclicità, cioè tramite scavi geologici si possono vedere sul terreno i segni lasciati da terremoti nel corso della storia e quindi poter calcolare ogni quanti anni/decenni/secoli si verifica un terremoto (ovvio che questo metodo ha della approssimazioni per nulla accettabili dal punto di vista previsionale).

 

di: Luca Sassetto
Immagini tratte da I.N.G.V. e Meteoweb

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Commenti al Post:
Rebuffa17
Rebuffa17 il 28/06/12 alle 10:22 via WEB
Dispiace sempre quando accadono queste sciagure!
 
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