Creato da ciapessoni.sandro il 21/02/2010

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SCIOGLI LA TRECCIA MARIA MADDALENA - dello Scrittore : Guido da Verona

Post n°198 pubblicato il 20 Ottobre 2012 da ciapessoni.sandro
Foto di ciapessoni.sandro

SCIOGLI LA TRECCIA MARIA MADDALENA – dello scrittore: Guido da Verona

 

 

Immagine: Antica grotta

dell’apparizione.

Cliccare su immagine per ingrandire.

***

XXI° Parte del romanzo.

 

- Hombre! Usted no conoce mas los amigos!... Ero fermo con Madlen davanti alla vetrina d'un mercante di paternostri, sul Boulevard de la Grotte, quando mi sentii battere con vivacità un colpo su la spalla ed intesi una voce nota prorompere in quell'allegra esclamazione: «¡Hombre! Usted no conoce mas los amigos!...».

Rivolsi gli occhi dalla vetrina, e mi trovai di fronte il giovine hidalgo Lord Pepe. Appunto egli era venuto su la soglia di quel medesimo negozio e teneva infilato sul braccio un gran mazzo di scapolari.

La mia confusione fu così grande, che guardai Madlen, e per un attimo non seppi cosa rispondere. Ma il delizioso Lord Pepe, tutto vestito quel giorno di uno smorto colore kaki, non concesse gran tempo alla mia confusione.

- Deo gratias, caballero! Usted parece en excelente sanidad!

Yo llego expresamente de Biarritz para encontrarme con Ustedes! «Con noi?... veniva egli appositamente da Biarritz per incontrarsi con noi?...» Gli strinsi forte la mano, sebbene cadessi di sorpresa in sorpresa.

Ma Lord Pepe, sempre col suo mazzo di paternostri sul braccio, scese dal gradino del negozio, fece un profondo inchino, e sollevata per l'ápice delle dita la mano destra di Madlen vi depose con impeccabilità il più perfetto bacio che si fosse mai veduto nella cavalleria di tutta la Spagna.

Madlen, ch'era tuttavia rimasta più ferma ed impassibile delle Madonne di cera esposte nella vetrina, gli domandò con molta calma:

- Well? Are you already back, dear Lord Pepe?

E nulla potrebbe mai esprimere la sottile ironia di quella voce tranquilla, con cui gli aveva detto senza turbarsi: «Dunque, siete già di ritorno, caro Lord Pepe?»

- Ma certo! ma certo!... - rispose questi con precipitazione. E poiché la fibbia d'una delle sue ghette si permetteva di lasciar saltare in su il lacciolo che la stringeva, Lord Pepe si chinò leggermente e rimise in ordine quella fibbia che osava prendersi tanta libertà. Poi disse:

- Cari amici... - anzi aggiunse: - miei cari ed eccellenti amici, - come vedete, sto scegliendo un paio di corone del Rosario. Però mi secca moltissimo di non trovarne almeno due che non sembrino incise dentro gusci di castagne secche. Il gusto francese, in materia di religione, è peggiore del gusto americano in fatto di cappelli a cilindro. Ma questo non è l'essenziale. Tanto più che i rosari di Lourdes saranno certo il monopolio di qualche industria ebraica «Made in Germany». La cosa per me importante è una sola, ed è questa: che finalmente vi ho ritrovati. Pativo la nostalgia di voi. Sì, perdonatemi, cari amici... veramente pativo la nostalgia di voi!

E Lord Pepe, così parlando, esaminava i rosari ad uno ad uno. Li palleggiava tra le sue dita scure, tastandoli e pesandoli, con quel gesto particolare che hanno gli esperti sceglitori di sigari Avana.

Ed egli era più bello che mai, accurato, ben pettinato, fresco di rasatura, senza cappello in testa, come usar deve nel ventesimo secolo un elegante giovine signore, il quale abbia due dita di saper vivere, due granelli di buon senso e di fina educazione.

- L'interno del negozio è tanto scuro, - continuò Lord Pepe, - che non vi si può conoscere la madreperla dalla noce di cocco.

Vorreste aiutarmi nella scelta, lady Madlen?...

E disse «lady Madlen» con quel tono protocollare e declamatorio che userebbe, ne' suoi complimenti ufficiali, a Buckingham Palace, il Gran Maestro cerimoniere.

Lady Madlen scelse nel mazzo un degli scapolari più grossolani, e disse ridendo:

- Questo va per voi.

- Grazie, - rispose Lord Pepe; - voi siete sempre stata una donna piena di buon gusto. Però me ne occorrono due.

- Due?

- Perché no? Vi sembra forse che la spesa ecceda il buon senso? Dovete sapere, lady Madlen, che i miei peccati sono molti, e maggiori sono quelli della mia nuova compagna.

- Dunque avete una compagna?... Che fortuna per lei, caro Lord Pepe!

- Non ne dubito.

- E sarà probabilmente quella famosa attrice del Vaudeville...

- Neanche per sogno, lady Madlen. Purtroppo, quando io giunsi a Biarritz, l'attrice del Vaudeville stava già recitando la commedia dell'Europa Innamorata con un certo Commodoro Americano, il quale aveva la pretesa di entrare nelle sale del baccarà conducendovi seco il suo giovine leopardo. Era questo un mezzo radicale per difendersi dai banchieri troppo fortunati. Ma l'Amministrazione del Casino, pedante all'eccesso, lo ha pregato di lasciare il leopardo in guardaroba. «Déposez vos léopards au vestiaire!» - dovrebbe avvertire un cartello affisso nell'anticamera.

- Oh, mio caro Lord Pepe, come diventano insopportabili quei signori di Biarritz!

- È quello ch'io dicevo appunto al Commodoro Americano.

Pagare una «cagnotte» disastrosa e non poter nemmeno condor seco il proprio leopardo: ecco una restrizione che deve sembrare davvero insopportabile ad un cittadino della libera America!

- Ma dunque, se non è l'attrice del Vaudeville, diteci chi è mai la vostra nuova compagna, - domandammo a Lord Pepe.

- Un misterio, caballero! el mas grande misterio!

E, mentre così diceva, Lord Pepe ci sospinse ad entrare nella bottega del mercante di paternostri. Quale non fu la nostra sorpresa, allorché, rincantucciata nel fondo, nascosta dietro la siepe de' numerosi avventori, appunto riconoscemmo la bionda Litzine.

Ecco finalmente un matrimonio che poteva dirsi ben combinato!

Le facemmo un'accoglienza festosa e Madlen cominciò ad abbracciarla con effusione. Quel nostro parlar così forte, que' baci, e l'incompostezza delle nostre maniere, disturbavano la pace del religioso negozio; il suo proprietario ci squadrava di sopra gli occhiali a stanghetta, brontolando non so quali parole, tra la barba irsuta e malvagia come quella d'un Fariseo.

Io pensavo intensamente al neo biondo ch'era sul braccio destro di Litzine... Fra quelle medagliette, quelle Madonnine di cera, di stucco, di legno, di bronzo, fra que' rosari variopinti, d'ogni foggia e d'ogni dimensione, fra i ceri grandi e piccini, che davano a quel rinchiuso un puzzo di sego religioso, tra quelle devote in velo nero, tra que' vecchi baciapile dai borsellini enormi e semivuoti, io pensavo intensamente al neo biondo ch'era sul braccio destro di Litzine.

E mi ricordavo l'alba senza stelle, davanti al lampione ad arco del Teatro Eugenia Vittoria, che faceva dondolare, con un lento ronzio di corde elettriche, il suo globo spento. Frattanto Lord Pepe, in un pessimo francese, tutto cosparso di vocaboli spagnoli, discuteva da uomo competente sul prezzo dei rosari. Aveva deciso di comperarne almeno quattro; e li scelse con infinita cura, e li fece ravvolgere in carta velina, trattandoli, adesso ch'erano suoi, con particolare devozione.

Chissà?... Forse egli li destinava ad essere una pia testimonianza della sua devozione presso la zia paralitica e milionaria che governava il feudo di Zaraùz, inchiodata nella vecchia poltrona, con un rosario per braccio, la Bibbia sott'occhi, e il testamento olografo sigillato nel libro dell'amministrazione.

Che malinconia, povero Lord Pepe!... Essere stato elegante come un baronetto inglese, per finire con sposarsi Adelaida, la cugina provinciale, che certo portava con severa cattolicità le opache mutande di cotone! Aver dormito a fianco di Madlen ed immersa la bocca ne' biondi riccioli di Litzine, per slacciare poi, la sera delle nozze, in una camera fredda, presso un fuoco semispento, le dure balene di un busto quasi verticale... Avere quaranta soprabiti, trecento cravatte così bene assortite, saper ballare il tango argentino con le ragazze della Pampa, nella sala del Rat Mort, per seppellire sé stesso all'ombra d'una buia moglie romantica, sul labbro della quale, col volgere dell'età, comincerebbero a spuntare i baffi!... Che malinconia, povero Lord Pepe, que' profumati giardini di Zaraùz!...

Nondimeno, questo figlio d'un banchiere della City, dal quale i Circoli di Regent Street e le sartorie di Piccadilly, gli alberghi del continente ed i balli di Montmartre, le case da giuoco internazionali ed i boudoirs delle cortigiane di Francia andavano man mano cancellando ogni traccia della dura provincia, questo meticoloso buongustaio ed intrepido guidatore di macchine da lunga strada, aveva indelebilmente in sè qualcosa di quella sua razza cattolica ed avara, superba e superstiziosa, che stava ormai tramontando nella poltrona di doña Isabel.

Questo era ben visibile, quand'egli palleggiava come un esperto intenditore i piccoli rosari di Lourdes, o comperava le cartoline illustrate della Grotta Miracolosa, e quando, involontariamente, nelle botteghe di oggetti religiosi, per le vie della sacra Lourdes, non poteva trattenersi dal riverire gli alti prelati ed inchinarsi alle insegne del potere ecclesiastico.

L'amabile ironia con la quale parlava di cose della religione, anziché nascondere, illuminava in lui, ne' suoi occhi di schernitore, l'anima del credente.

Ed un giorno egli sarebbe divenuto senz'alcuna fatica l'onesto marito della buia cugina Adelaida, il duro padrone del feudo di Zaraùz, quegli che avrebbe raccolto dalle mani tremolanti e gialle della zia cattolicissima l'eredità secolare degli Higuera. E il confessore della sepolta doña Isabel, un macilento Gesuita impenetrabile, sarebbe divenuto il braccio destro del giovine vizcomde don Josè; con questo freddo monaco, nella scura biblioteca, d'inverno, sotto il fumo d'una lampada a petrolio, avrebbe riveduti i contratti d'affittanza, i redditi già esosi, quelli da imporre con nuova usura, poi gli sfratti ch'era opportuno dare agli antichi inquilini delle case di Madrid, e gli impieghi da scegliere in titoli esteri, secondo il fluttuare della malcerta peseta...

E la buia cugina Adelaida, or divenuta con severa magnificenza la viscontessa Fernandez de Higuera, lo avrebbe lentamente attratto nella viscosità della sua carne romantica e provinciale, lo avrebbe avvezzo a preferire, fra tutte le ciprie, quella che odora di naturale gelsomino, fra tutte le pettinature quella che manca di ferro e di complicazione, fra tutte le gioie dell'amore quelle che approdano alla eterna e sacra maternità... Dunque sbizzarrítevi ancora un poco, giovine Lord Pepe! Ha ragione vostro padre, banchiere a Londra: per far bene tutto ciò che da voi si richiede, bisogna prima aver dormito nelle braccia folli di questa bionda Litzine!...

Fine XXI parte del romanzo

Buona lettura...


 
 
 
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