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II INTERMEZZO POETICO
Post n°34 pubblicato il 20 Settembre 2010 da ciapessoni.sandro
A TE RITORNO…
A te ritorno ora che il caprifoglio nel crudo inverno attende il suo primaveril risveglio.
A te ritorno con l’animo inciso di dolore… caldo rimpianto di una carezza persa, di un bacio sulla fronte mai posato ma col ricordo di una pineta amata dove i miei sogni or vivono la Morte.
Agli occhi miei tu risplendevi allora come divina stella brilla nell’ampio cielo.
Agli occhi miei eri terreno Sole di generosa sempiterna vita sbocciata in verde Conca; profumo gentile e dolce preludio al presto risvegliar di primo Amore.
Oggi, nel breve tempo che mi resta vivo il ricordo tuo non più quale perduto Fiore.
Vivo il ricordo caro e mai consunto del tuo sorriso atteso, del passo tuo leggiadro e svelto sì, come quando sullo scalone del San Giorgio ancor deserto tu mi dicesti “addio…” con lo sguardo.
Spero di rivederti ancora Anima dolce serenamente lieta.
Spero di rivederti ancora Lassù dove nessuno - e nella quiete …- a noi… il vieta.
Sandro Ciapessoni.
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PROFUMI... di Mariangela Fumagalli Nettuno abitante a Bellagio
Quali profumi!...
Profumi di legna bruciata... di terra bagnata... di pane, d’arrosto, di vino, e ancora... di saporose caldarroste!
Quanti rumori!...
Rumori di pioggia su cui addormentarsi; di carri e di cavalli; del respiro del mare... di preghiere dette a tutte l’ore... del cuore che batte, di guerra, di soldati e… Morte...
Quali profumi!...
Profumi di mareggiate impetuose, di fatiche antiche, di fragole fresche... di donne velate... di donne innamorate.
C’era il rumore della notte...
C’era il canto dell’usignolo che nel mattino lusinghiero apriva il giorno al mattiniero.
C’era il suono delle campane!… Ed era Vita!
Quel tocco delle campane!…
Mariangela Fumagalli Nettuno
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CHIARE FANCIULLE (Castàlia)… di Sandro Ciapessoni di Tremezzo ma abitante a Padova.
Chiare fanciulle dalle dorate chiome vestite sol coi raggi della luna, nelle sorgenti alpine vanno a cercar ristoro.
Son le sembianze loro, indefinite e vaghe; - tal è l’aspetto occulto -, eppur desiate assai, son da cantori e aèdi. Le spensierate amabili fanciulle sono le "ninfe", alle muse, sacre. Spiriti eletti sono, all’arti del poetar e della cetra, e all’arti dei colori e degli allori.
Questo è il bel sito ove Castàlia intreccia i sacri lauri pe’ i serti dei Poeti; quivi l’aurata ninfa, fuggì i desìri del musagète Apollo.
O naïade Castàlia fanciulla delle fonti! Per ricusar l’iddio, la fonte del Parnaso assunse al tuo destino.
Alla tua fonte ora, per volontà divina attingono il sapere Arcadi ed Aèdi. Alla tua fonte, l’iddio citaredo con dolce melodia... ma con rimpianto, empie di Campo il cielo.
Castàlia fuggitiva al dio dell’Arti belle, oggi dimora ovunque presso le fonti baciate dalle stelle.
Là, dove l’acqua dei rivoli montani in singolar ruscello si conduce fra il verde degli allori e dei castagni.
Il solitario canto del ruscello si perde nel frascato a fondo valle, e nella notte, terse le vie del cielo, l’illanguidito raggio di Selène avvolge con dolcezza, Castàlia e le sue chiome.
La giovinetta sacra lambita è dalla fonte; con amorosa grazia ed armonia, le ciocche bionde... posan leggere sul delicato seno.
Adorno è il capo di glorioso alloro. È il serto consacrato dalla Vestal d’Apollo! Castàlia l’ha costrutto... la ninfa, a noi lo dona.
Il profumato anelito nell’aere, ricorda – ascoso, - l’alpestro ciclamino. L’aulente aroma del selvaggio timo... Frondoso è il "capelvenere"; dai tufi sporge... e le accarezza... il viso.
Castàlia, Castàlia fuggitiva!…
Sandro Ciapessoni
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