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« L'AMORE DI LOREDANA - r...INTERPRETAZIONI E MEMORI... »

L'AMORE DI LOREDANA - romanzo dello scrittore: Luciano Zuccoli.

Post n°236 pubblicato il 27 Luglio 2013 da ciapessoni.sandro

L’AMORE DI LOREDANA – Romanzo dello scrittore: Luciano Zuccoli.

 

Ultima puntata

 

Capitolo XVII – (seguito del post 235)

 

Fu una lieta primavera, quella del 1894 a Venezia. Una falange sterminata di stranieri calò da tutte le parti del mondo, le donne e gli uomini già ebbri di delizie e di desiderio, con l'anima vibrante di quel romanticismo sensuale che Venezia, la torpida, ispira.

Nuove passioni e nuovi drammi pullularono tra quell'affoltata di gente, e la Piazza San Marco divenne in certe serate un prodigioso salotto pel quale s'aggiravano le eleganti di New-York e di Parigi, di Londra e di Vienna, di Berlino e di Pietroburgo, lasciando sui loro passi un solco di profumi esotici. Esse vedevano Venezia con gli occhi della leggenda e della storia e la loro anima si trasformava, effondendosi e pervertendosi fra i tesori d'arte e il silenzio mortale della città voluttuosa. La gondola, lenta e carezzevole, agile e muta, faceva loro sognare i sogni erotici e le rapide tragedie dei romanzi; la notte, o rischiarata dal raggio lunare sui rii e sui canali, o tenebrosa o velata, sembrava loro così enigmatica e stravagante quale in nessun'altra città del mondo.

Le più belle donne avevano una falange d'ammiratori, quasi tutti veneziani, che ne aspettavano ogni anno il passaggio, non diversamente dal cacciatore che aspetta lo stormo della ghiotta selvaggina. Esse s'imbevevano il giorno della luce e dei salsi umori di Lido, felici di quella piena vita animale che ingagliardisce il sangue e stende sulle carni una delicata patina di bronzo; la sera, tornavano alle consuete eleganze o nelle grandi sale dei grandi alberghi o in Piazza San Marco.

Si sussurrava di passioni e di capricci, di gelosie e di tradimenti.

Il suicidio d'una giovane inglese, un duello tra due russi, avevano messo in tumulto la città; poi rapidamente le grandi feste offerte da un patrizio alla colonia straniera e uno straripare di lusso portentoso, una vera orgia di colori e di bellezze e di dovizie, avevano cancellato la memoria di quelle drammatiche vicende. E l'eco del tripudio non era spenta, ché la fuga d'una giovinetta con un uomo attempato aveva riaperto i fiumi dei discorsi scandalosi; poi una nuova festa, la colonia straniera che ringraziava il patrizio dell'ospitalità ricevuta, profondendo altri tesori, sfoggiando nuovo fasto, e l'arrivo del Re, e la caduta d'un ministero, e un accavallarsi di fatti piccoli e grandi, avevano dato materia alle chiacchiere e non avevano saziato la curiosità instancabile degli uomini.

La vita correva la sua corsa senza freno, superba, indifferente, inconsapevole, travolgendo ed esaltando, premiando e punendo; e il nome di questo o di quello roteava come un palèo. Un giorno sulla terrazza di Lido, un pugno di gentiluomini faceva corona ad alcune dame, la contessa Lombardi, la contessa Fausta di Montegalda, la duchessa di Torrecusa. Erano gli uomini il conte Alvise Priùli, il conte Mercatelli, parecchi giovani, tra i quali il conte Paolino Berlendi. Paolino aveva enunziato anche in quei giorni che la donna americana si riconosce a occhio; aveva tenuto una scommessa, e aveva scambiato un'austriaca per un'americana. Se ne rideva ancora. Paolino imperturbabile aveva osservato che nelle vene dell'austriaca, per qualche dimenticato incrocio, doveva scorrere sangue americano; e conosciuta personalmente la giovane, se ne era innamorato. Anche questo episodio aveva fatto ridere; ma Paolino Berlendi, senza badare ai frizzi dei compagni, dava intanto una caccia accanita alla straniera e sperava impigliarla nelle sue reti.

- Che cosa guardate? - gli domandò Fausta d'un tratto.

La bellezza della contessa pareva scintillare sotto il sole; i capelli neri avevano riflessi azzurrini e gli occhi cilestri esprimevano una dolce ingenuità qualche poco in contrasto con l'anima sensuale ed egoista della donna.

- Guardo tutte queste forestiere, - disse Paolino. - Non vi pare che giungano a Venezia già ubriache d'amore e di Ruskin?

- Voi parlate del Ruskin come d'un liquore, - osservò la contessa Lombardi sorridendo.

- È vero; ma io preferisco il cognac, - rispose Paolino. - Il fatto è che le straniere sono innamorate.

- E di chi? - domandò Fausta.

- Di me, contessa! - affermò Paolino trionfante.

Gli uomini risero.

- Ma sai tu chi è il Ruskin? - domandò il conte Priùli.

- No; non l' ho mai letto....

- È naturale, - disse il Priùli. - Tu devi darti all'agricoltura, e sappiamo che studi accanitamente per distinguere una patata da una barbabietola.

- Un'austriaca da un'americana, - corresse Fausta di Montegalda.

Già Paolino stava per rispondere, quando un silenzio improvviso si fece.

Era comparso sulla terrazza il conte Filippo Vagli, colui che per lunghi mesi la società elegante capitanata da Fausta di Montegalda aveva chiamato «il povero Flopi».

Molti fili argentei intessuti ai capelli un giorno tutti neri, il cerchio grigiastro intorno agli occhi, le spalle un poco appesantite davano l'impressione che Filippo fosse invecchiato repentinamente. Egli era sempre ilare e sereno, ma chi l'avesse fissato con attenzione si sarebbe accorto che la tranquillità e l'allegria di cui dava prova erano dovute a un continuo sforzo, a una instancabile vigilanza sopra sé medesimo.

Quando egli si credeva non osservato, la sua fisionomia mutava d'un tratto, quasi ché la maschera gli fosse caduta, e allora si vedeva l'uomo ferito mortalmente da un'angoscia insanabile, torturato da qualche desiderio, malcontento di sé e degli altri, disperato di poter mai più trovare un bene nella vita. Poi l'orgoglio lo riafferrava, si guardava intorno nel timore che qualcuno gli avesse letto dentro l'anima, e riprendeva la sua maschera di gaiezza e di contento.

Queste alternative, così notevoli che si sarebbe detto che due caratteri albergassero nello stesso corpo, non erano sfuggite all'occhio degli amici; e specialmente tra i più giovani, una simpatia silenziosa s'era formata per Filippo Vagli.

Colui che aveva sentito fare strazio del proprio nome da una folla avida di scandalo, aveva visto la stessa folla ammutolire innanzi a un dolore alto e sincero, a guisa del molosso che s'accovaccia ai piedi del padrone. Filippo avrebbe dato metà del suo sangue per vivere ancora tra i sibili e i cachinni della maldicenza piuttosto che tra le nuove manifestazioni di rispetto, nelle quali egli sospettava una mal celata pietà. Ma tutto era finito, ogni cosa era miserabile, e mai come in quel tempo s'era sentito tanto lontano da ciò che faceva, dall'esistenza frivola, alla quale s'era dovuto acconciare, e che sembrava non lasciargli un'ora libera.

Egli gettò un'occhiata al gruppo, e salutò da lontano. Aveva visto tra gli uomini Paolino Berlendi, che con quel suo carattere scapato, sventato, impertinente e, nel fondo, generoso e sentimentale, gli rammentava un altro; Filippo si studiava di non mostrare a Paolino l'antipatia che quella somiglianza morale gli aveva ispirato.

Entrò, e volse a sinistra.

- Va a fare la sua corte alla Fioresi, - disse Fausta, che lo seguiva con l'occhio.

In fondo alla terrazza, a sinistra di chi entrava, Giselda Fioresi era seduta con la madre.

La fanciulla dalla chioma fulva indossava un abito leggero color turchino con le maniche di prezioso merletto. S'era fatta più bella, il suo corpo s'era invigorito e sul volto le si diffondeva un'espressione che non aveva mai avuta, quell'espressione di riposo che è propria di chi giunge a una meta dopo lunga guerra. Quando vide Filippo avvicinarsi, le sue labbra si schiusero a un placido sorriso.

- Si sposano? - domandò il Berlendi che guardava la scena.

- Si sposano, - confermò Fausta con voce secca.

- Flopi invecchia; è all'ultima tappa.

Dovevano sposarsi il mese appresso, e del matrimonio si parlava con incessante curiosità.

Due casate come quelle dei Fioresi e dei Vagli non avrebbero potuto non dare alla cerimonia tutta la solennità, tutta la magnificenza che le convenivano, e le donnette già parlavano del corredo di Giselda come d'una meraviglia mai vista.

- Lo zio Roberto avrà finalmente i «flopini»! - osservò il conte Priùli.

- E Flopi i milioncini, - aggiunse il Berlendi.

- Non lo fa per questo! - rispose freddamente il Priùli. - Tu non lo conosci; Filippo si sposa per obbedire a sua madre.

- La sola cosa poco aristocratica di questo matrimonio, - osservò Fausta, - è la gioia straripante di Giselda.

E storse la bocca, quasi avesse visto qualche spettacolo repulsivo.

Le dame s'alzarono per avviarsi, ma in quel punto sopraggiunse Nino d'Este, che parve cercar qualcuno con gli occhi; ravvisò la contessa Lombardi e le corse incontro.

- Lei mi aveva chiesto notizie di Berto Candriani? - egli disse.

- Oh bravo! Parliamo di Berto Candriani! - esclamò Paolino. - «Il a jeté son bonnet par dessus le moulin»!

Alvise Priùli gli diede una gomitata, perchè abbassasse la voce.

- Le porto le notizie, - continuò Nino d'Este, ed estrasse dalla tasca un giornale romano che consegnò a Paolino Berlendi.

- Ti ringrazio di quest'atto di fiducia, - disse Paolino. - Poco fa, Priùli sosteneva che io non so leggere.

- Ma fate presto! - interruppe Fausta di Montegalda.

- Ecco qua: «Un'automobile sfasciata»...

- Mio Dio! - esclamò la contessa Lombardi.

- «Un'automobile sfasciata», - seguitò a leggere Paolino. - «Jeri, verso le quattro, l'automobile del conte Berto Candriani, notissimo patrizio veneziano ospite della nostra città»...-

Come sa farsi la réclame questo briccone!

- Volete finirla? Vi tolgo il giornale! - minacciò Fausta.

Paolino Berlendi si fece serio e lesso tutto di seguito:

- ....«percorrendo la Via Appia, presso la tomba di Cecilia Metella, urtò un baroccio da vino, e cadde sul fianco. Lo chauffeur rimase ferito. Il conte Candriani e la contessina Loredana De Carolis, sbalzati a parecchi metri di distanza si sollevarono incolumi».

- Contessina! - esclamò Fausta con un sorriso beffardo. - I giornali romani non sono bene informati.

- E quel benedetto nome di Loredana che li trae in inganno! - osservò il conte Priùli.

La comitiva si avviò.

- Io vorrei sapere che cosa andavano a fare sulla Via Appia! - disse a un tratto Paolino Berlendi.

- Io sono contenta che Berto non si sia fatto male, - dichiarò la contessa Lombardi. - Ma chi ci avrebbe detto che sarebbe scappato con quella ragazza?

- È la fine di tutti gli uomini di spirito, - osservò Nino d'Este. - Anche Paolino un giorno sposerà la sua balia...

- Voi avete torto, - ribatté Paolino. - Mi dicono che Loredana sia una ragazza bella e intelligente... E io propongo una cosa: mandiamo il giornale a Filippo!...

- Siete matto? - esclamò la contessa Lombardi.

- Non credete che gli farà piacere d'apprendere che la sua amica si diverte e ruzzola a gambe in aria con Berto Candriani?

- Suvvia, siete sconveniente! - disse Fausta, mordendosi le labbra per non ridere.

Ma Paolino Berlendi mandò un grido.

- Guardate! - egli esclamò. - Guardate quella signora che ci viene incontro: è un'americana.

Lo si vede a occhio; guardate come cammina, come sorride, come gestisce... È un'americana...

Gli altri guardarono. La signora che si avvicinava, elegantissima, ora alta e bionda; un giovanotto bruno l'accompagnava. Ma tutti diedero in una risata.

- Caro mio, - disse poscia Alvise Priùli. - Quella è una russa: la contessa Tatiana Semenow, di Pietroburgo!...

Paolino Berlendi accese una sigaretta.

- E io me ne infischio! - egli concluse tra i denti.

Ma cinque minuti appresso nessuno più pensava alla russa, a Filippo, a Loredana, a Berto, a Giselda.

La vita dominava inesorabile tra un profluvio di luce calda e dorata.

 

FINE DEL ROMANZO.

Buona lettura e GRAZIE per la gradita vostra partecipazione.

 

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Commenti al Post:
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 27/07/13 alle 08:05 via WEB
RINGRAZIAMENTI: Con questo Post # 236 termina la pubblicazione del romanzo dell’Autore Luciano Zuccoli. Desidero pertanto esprimere il mio sentito e particolare ringraziamento a tutti i visitatrici che in questo lungo periodo hanno frequentato anche con il loro commenti il mio Blog. Ho notato con piacere una costante fedeltà da parte di non poche Visitatrici, sì da rimanerne anche commosso, e mi piace qui volerle ricordare; come la signora Francesca, la signora Migliaresi, la signora Mara, la signora Assia. L’elencazione sarebbe molto lunga, perciò intendo includerle tutte, e tutti coloro che si sono così graziosamente affacciati a questa finestra. Siamo così giunti nel periodo estivo ed è anche giusto che il sottoscritto … approdato alle proprie rive, ritiri i… remi in barca. Un po’ di riposo non mi farà male. Comunque i vostri Nomi e nike (che dir si voglia) mi sono rimasti nel cuore e nella mia mente. Ci risentiremo?… Con affetto a tutti, il mio cordiale saluto. Sandro Ciapessoni.
 
elisabetta.alviti
elisabetta.alviti il 27/07/13 alle 16:07 via WEB
ti lascio un bacio e....spero mi perdonerai se non sono stata molto presente
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 28/07/13 alle 13:52 via WEB
Elisabetta carissima, una temporanea assenza non basta a cancellarti dai miei ricordi... sei sempre presente. Ti abbraccio Elisabetta, un grosso bacio, Sandro.
 
elisabetta.alviti
elisabetta.alviti il 31/07/13 alle 15:49 via WEB
BUONE VACANZE!!!
 
ottobre210
ottobre210 il 05/08/13 alle 10:16 via WEB
Caro Sandrino,non ti ho abbandonato entravo nel blog,ma libero non mi faceva continuare,il mio pc è andato in tilt.Il mio tecnico l'ha trattenuto parecchi giorni nel suo laboratorio,finalmente ora è riparato ha inserito Google crome,adesso va meglio,ma non sono soddisfatta perchè lo trovo un pò complicato. Ho letto gli ultimi capitoli di seguito...il finale mi lascia turbata,avrei preferito un lieto fine...ma a quell'epoca la società quella era.Caro Sandro e giusto che tu prenda un periodo di riposo,sarà un piacere ritrovarci dopo le vacanze.Un caro abbraccio e un bacio affettuoso.Francesca
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 05/08/13 alle 17:26 via WEB
Francesca mia fedele e carissima Amica, ci stiamo risentendo dopo un periodo che entrambi i PC ci hanno procurato non pochi fastidi! Ma io sono sempre in alto mare. Una revisione fatta dal tecnico mi ha creato problemi nell'impianto "Media-Piant pro Shop", sì che attualmente il mio PC non accetta i 256 colori che PpS vuole per un corretto funzionamento. Sono stanco ed anche demoralizzato, ma sono anche tranquillo per averti ancora qui! Mi pesano questi anni, e queste ripetute ondate di eccessivo caldo mi stanno distruggendo! Oggi tu sei qui, Grazie Francesca mia carissima, non ti dimenticherò mai! Ti abbraccio con sincero affetto ed anche questo mio bacio ti dimostrerà tutto il mio bene. Sandrino.
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 05/08/13 alle 17:36 via WEB
Per: fausta.logiudice - Grazie Fausta, grazie di tutto cuore per questa tua costante presenza nel blog! Anche la tua vicinanza mi aiuta a sopportare questo periodo difficile per me, dovuto all'eccessivo caldo che mi causa problemi. Spero di farcela ma... ricordati, non ti dimentico! Grazie Fausta... così non sei lontana! Con affetto, Sandro.
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 05/08/13 alle 17:44 via WEB
Per: elisabetta.alviti - Elisabetta, mia carissima amica, ti vedo presente e mi sento anche commosso; lo sai che ti vedo volentieri, purtroppo non mi è possibile stare di più davanti al PC... e mi devo così accontentare... Ma so che mi sei vicina! Grazie Elisabetta... Meriti per davvero una carezza, meriti per davvero questo mio bacio. Ti abbraccio mia cara, il Sandrino.
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 06/08/13 alle 09:30 via WEB
Per: marisca66 - Gentile signora, grazie per la Sua visita al mio blog. Ho visitato il Suo: "Musica a libri", è in buona compagnia. Un cordiale saluto e felice Ferragosto. Sandro.
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 06/08/13 alle 09:39 via WEB
Per: loredana.boni - Signora Loredana, buona giornata e grazie per la gradita Sua visita al mio blog. E' piaciuto? Per i momento resterò in... riposo, riprenderò più avanti con qualche argomento nuovo. Le auguro una buona estate, potrà godere un po' d'aria fresca la sui laghi, magari il Lario... A presto, Sandro.
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 06/08/13 alle 09:44 via WEB
Per: cadell44 - Gentile signora, grazie per la Sua visita al mio Blog e spero che anche a Lei sia stato piacevole. Riprenderò le nuove pubblicazioni con l'arrivo del... fresco! Un cordiale saluto e felice estate. Sandro.
 
assia.k
assia.k il 10/08/13 alle 23:30 via WEB

Nella notte di San Lorenzo
gli istanti si fermano
tutto diventa possibile
e impossibile allo stesso tempo,
il potere è in mano
ai tuoi desideri...
e tu... (clicca)..con affetto Kathia.
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 11/08/13 alle 10:49 via WEB
Buona domenica Assia, il tuo pensiero è molto gratificante! Grazie! Con affetto, Sandro.
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 04/09/13 alle 18:22 via WEB
Per: Daniella40 - Grazie Daniella per questa tua gradita e preziosa visita. Sei l'ultima visitatrice sulla lettura di Luciano Zuccoli. Stammi bene. Baci! Ti abbraccio con infinito affetto. St. Sandro.
 
elisabetta.alviti
elisabetta.alviti il 12/09/13 alle 13:47 via WEB
Ciao Sandrino, il fresco è arrivato!!! un bacio
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 12/09/13 alle 16:24 via WEB
Elisabetta! Ciao mia cara, è bello rivederti. L'eccessivo caldo di questa estate, ha distrutto tante mie forze. Ora devo ricuperare... Ci risentiremo presto Elisabetta, ritornerò, e non è vana promessa. Ti spero bene in salute. Ti abbraccio dandoti un tenero bacio. Con affetto, il Sandrino.
 
maraciccia
maraciccia il 20/09/13 alle 22:51 via WEB
tardi..ma ho finito anch'io il romanzo, non avrei immaginato che Loredana alla fine andava con Berto..però a ben pensare, Floppy un pò se l'è meritato..dolcenotte Sandro ^__^
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 21/09/13 alle 16:14 via WEB
Mara carissima, ero certo che avresti letto tutto il romanzo. La fedeltà... anche la tua fedeltà; grazie Mara. Ti abbraccio, Sandro.
 
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