Il Cinecaffettino

La buona tazza di caffè...al gusto di cinema

 

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Il Nome della rosa – La serie

Post n°202 pubblicato il 12 Aprile 2019 da EmmeKing
 

 

Il mezzo televisivo è potente, raggiunge ormai (quasi) ogni angolo del nostro Stivale.
Rappresenta un tramite comunicativo immediato di emozioni, sensazioni e stili narrativi.
In quello che una volta si caratterizzava per il tubo catodico e ora ci lusinga con schermi piatti, ultrapiatti e definizioni sempre più avanzate, passano tanti film e telefilm.
Poi, da qualche tempo, ivi ritroviamo le cosiddette fiction, vale a dire storie seriali che tentano di interessare il pubblico per più di una puntata e che sono discendenti moderne dei vecchi sceneggiati d'antan.

In quest'ultimo contesto si piazza la nostra cinetazzina odierna: IL NOME DELLA ROSA di Giacomo Battiato, opera che è stata presentata da RAI 1 nel marzo del 2019, divisa in quattro serate.
Il regista è anche ideatore di un progetto che ha come base di partenza il romanzo omonimo di Umberto Eco, che nel 1986 fu trasposto su grande schermo da Jean-Jacques Annaud.

Qui il target impone una libera rielaborazione con linee diegetiche confacentisi alla somministrazione in episodi.
La struttura del giallo è sorretta da un uso eccellente dei luoghi di riprese e degli interpreti a disposizione.
John Turturro e Damian Hardung sono Maestro (Guglielmo da Baskerville) e discepolo (Adso da Melk), Rupert Everett è un intransigente inquisitore e Stefano Fresi un mostruoso Salvatore.
Ma chi resta ben impresso è Remigio da Varagine, impersonato da un afflitto Fabrizio Bentivoglio, maschera perfetta di uomo alla continua ricerca di se stesso.

Stupisce in un prodotto di tal fatta, destinato alla fascia oraria denominata "prima serata", la visione di nudità sin dalla prima scena nonché i riferimenti alle arti settorie, con corpi adagiati sul (rudimentale) tavolo necroscopico.

Il genere, si può ben affermare, raggiunge il pubblico delle grandi occasioni, sulla rete ammiraglia della Rai.
Chapeau!

La nebbia che cela, confonde e pervade, come in una sorta di protezione pascoliana, ha cittadinanza in questa rievocazione delle morti misteriose avvenute nell'abbazia benedettina teatro (in)ospitale di gran parte della scena.
Il girovagare nottetempo del sommo indagator Guglielmo e il suo fido Adso per gli impervi passaggi della torre, alla ricerca di quella che tutti chiamano Finis Africae e che si crede faccia riposare segreti inenarrabili, sprigiona una fascinazione che inonda tutta la narrazione.

Da lì si procede per accumulo emozionale.
E ogni gesto, ogni passo, ogni pagina di manoscritto portano seco l'illusione metasensoriale di presenziare in prima persona agli eventi descritti.

Tra le numerosissime frasi memorabili pronunciate lungo un percorso di più di sei ore ne ricorderemo una delle prime, uscita dalla bocca di Turturro appena prima di arrivare all'abbazia: "governanti ciechi guidano popoli ciechi verso l'abisso".
Ça va sans dire...

Buona degustazione a tutti Voi!!!

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INFO


Un blog di: EmmeKing
Data di creazione: 07/02/2013
 

OCCHIO AI COLORI!!!

Se durante la lettura dei post trovate un topolino colorato nell'incipit significa che il Cinecaffettino, in quell'occasione, ha voluto indirizzare la sua proposta ad una specifica fascia di età...
Un topino verde per ciò che riguarda gli argomenti destinati a tutti, uno giallo se le utenze di riferimento riguardano un'età di almeno 14 anni ed infine la maggiore età è consigliata se compare quello rosso.
Questo esperimento grafico è stato utilizzato nei primi nove mesi dell'anno 2016.
Dal Gennaio 2017, invece, è la proposta stessa (ovverosia il titolo del film che ha dato il nome al post) a contraddistinguere i vari suggerimenti di utenza: verde, arancione o rosso, a seconda che sia consigliabile a tutti, ai soggetti maggiori di 14 anni o infine ad un pubblico adulto.

N.B.
Essendo le proposte unicamente indicazioni personali, la legenda testé descritta va interpretata come semplice consiglio.
Sia chiaro che ognuno si comporterà sempre e solo secondo propria coscienza.

 

Ricordo che le locandine dei film, quando inserite, rappresentano immagini di esclusiva titolarità in capo ai legittimi proprietari, qui utilizzate ad esclusivo fine dimostrativo e divulgativo.
Grazie dell'attenzione  e buona lettura.

 
 

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