PARIGI - Per classe e bellezza è degna erede delle grandi dive anni Cinquanta. Cate Blanchett arriva all'appuntamento, Hotel Le Bristol, elegante in pantaloni neri e camicia beige, tenuta perfetta per il primo pomeriggio ("Sono una patita di moda", ammette). Per averla come testimonial, un profumo italiano l'ha pagata svariati milioni di dollari, l'impressione è che si sia trattato di un ottimo investimento. Ma che la 44 australiana sia donna di sostanza più che d'apparenza, oltre alla sfilza di registi con cui ha lavorato, da Scorsese a Spielberg, da Jackson a Minghella, lo ribadisce la superba interpretazione in Blue Jasmine, il nuovo film di Woody Allen in arrivo nelle nostre sale il 5 dicembre: il regista la definisce la migliore attrice della sua generazione. E in effetti è semplicemente perfetta nel ritrarre questa donna dell'alta borghesia newyorkese che si ritrova a dover sbarcare il lunario nella casa proletaria della sorellastra a San Francisco, dopo che il marito (Alec Baldwin) è stato condannato per una truffa in perfetto stile Madoff. Questa donna capace di azioni sbagliate, egoista, superba, insicura, che varca il confine tra realtà e allucinazione riesce a mantenere un contatto emotivo con il pubblico solo grazie all'intensa umanità che le infonde l'interprete. Che si lascia ritrarre senza trucco e con qualche segno dell'età sul viso, sul collo, sulle braccia, che nulla toglie al suo fascino.
Woody Allen è tornato a girare in America ma ha scelto la città più europea: San Francisco. Dopo la Spagna di "Vicky Cristina Barcelona", la Francia di "Midnight in Paris", l'Italia di "To Rome with love" il regista è tornato negli Usa per "Blue Jasmine", di cui vi proponiamo il trailer originale. Jasmine è Cate Blanchett, moglie dell'uomo d'affari Alec Baldwin. Ma si scopre che lui è un truffatore alla Madoff (e donnaiolo). Così la donna perde tutte le ricchezze e dopo l'arresto del marito si rifugia dalla sorella. Travolta dalla depressione, sarà il momento per una tragicomica ripartenza. In Italia sarà nelle sale dal 5 dicembre
L'attrice australiana, classe 1969, è la protagonista del nuovo film di Woody Allen, "Blue Jasmine", in sala dal 5 dicembre. L'ultima tappa di una carriera iniziata nei panni della regina d'Inghilterra, che poi l'ha vista interpretare un'altra regina (ma questa volta degli Elfi), Bob Dylan e Katerine Hepburn. E vincere un Oscar e una Coppa Volpi. "Ho sempre e solo voluto fare film interessanti - dice - con colleghi che mi piacciono"
La sfida di Blue Jasmine, racconta la Blanchett, "è stata soprattutto psicologica, entrare dentro e fuori: a seconda del cocktail di droghe e di alcol che ha assunto è consapevole o in una realtà parallela. Ho fatto ricerche su internet per sapere di più sul tipo di pillole a cui ricorre Jasmine. Ad esempio lo Xanax, che è un farmaco contro ansia e attacchi di panico. Non ne ho mai avuto bisogno per fortuna, ma leggere le decine di testimonianze in commenti in rete o in video di persone che parlano degli effetti e dei problemi dello Xanax mi ha aiutato a capire meglio come interpretare Jasmine". Lo ha fatto al meglio.
La ragazzina australiana cresciuta dalla madre vedova insieme a un fratello e a una sorella (il padre morì d'infarto quando lei aveva 10 anni), che ha girato il mondo prima di trovare la propria strada, ha saputo come poche costruire una fama della professionista perfetta (cinque nomination all'Oscar, uno vinto nel ruolo di Katharine Hepburn per The Aviator di Martin Scorsese) a suo agio in abito da sera sul tappeto rosso come sul palco, compagna di lavoro dell'autore teatrale Andrew Upton e madre di tre figli tre. Confessa la passione per il look androgino: "Mi è sempre piaciuto andare vestita da maschiaccio a scuola, al liceo recitavo le parti maschili, il mio idolo era Annie Lennox", poi avrebbe portato a teatro un convincente Riccardo III e vinto alla Mostra di Venezia la Coppa Volpi interpretando un Bob Dylan giovane nel film Io non sono qui. Definisce "esaltante" l'esperienza, iniziata nel 2008, di co-dirigere creativamente insieme al marito il Sydney Theatre Company ed è stato un clamoroso successo lo spettacolo Le serve di Jean Genet, in cui ha recitato al fianco della più brava di Francia, madame Isabelle Huppert. Le è bastato cogliere al volo l'offerta di Woody Allen, che era rimasto folgorato da lei già all'epoca di Il talento di mr. Ripley e che l'aveva in mente fin dall'inizio per la complessa Jasmine per rientrare in pista tra i favoriti in vista degli Oscar 2014.
Per la gioia dei fan adolescenti - Cate è trasversalmente venerata da ogni fascia d'età -, la vedremo in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug, dal 10 dicembre, tornare nel ruolo della regina degli elfi Galadriel, anche se nel libro il personaggio non compariva: "Credo che Peter Jackson abbia pensato che sfortunatamente non c'erano ragazze in Lo Hobbit, e quindi abbia deciso di richiamarmi a fare l'elfo con i capelli lunghi". Ma soprattutto, all'inizio del 2014, la vedremo al fianco di George Clooney in The Monuments Men, nel ruolo di burocrate pronta a trasformarsi in pasionaria dell'arte: Rose Valland, eroina francese che rischiò la vita fornendo informazioni alla Resistenza e contribuendo così a sventare il tentativo, da parte dei nazisti, di far partire cinque treni con 148 opere di inestimabile valore nell'agosto del '44.
Insomma, ha già un posto nell'Olimpo di Hollywood, eppure Cate Blanchett non rallenta. "Non che io voglia andare da qualche parte, ho sempre e solo voluto fare film interessanti con colleghi che mi piacciono". The Monuments Men allora è stata l'occasione perfetta: al fianco dell'amico George Clooney, l'innamorato di Intrigo a Berlino, e di Matt Damon, protagonista del film galeotto Il talento di mr. Ripley grazie al quale Woody Allen s'innamorò di lei.
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