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Un ragazzo d'oro

Post n°11759 pubblicato il 26 Settembre 2014 da Ladridicinema
 

Pupi Avati torna al cinema tre anni dopo Il cuore grande delle ragazze, affrontando ancora una volta il rapporto padre-figlio, già affrontato in altri film dell'autore (La cena per farli conoscere, Il papà di Giovanna, Il figlio più piccolo).

E' la storia di Davide Bias, un pubblicitario che vuole diventare scrittore, ma con scarso successo. Un ragazzo in cura che abusa di psicofarmaci e con una sensibilità spiccata che scoperto di aver giudicato male il padre in vita, diventerà ossessionato dalla voglia di riabilitarlo agli occhi di tutti, ma soprattutto cerca di saziare il suo senso di colpa per averlo abbandonato; arrivando ad un'ossessione che lo porterà a trasformarsi nel ruolo del padre. Si capisce quindi che molte delle sue insicurezze, probabilmente create dalla sua mente; derivano dal rapporto con suo padre Achille Bias, sceneggiatore di film si serie B degli anni 70, che lui odia, e soprattutto teme di condividerne il destino che lui giudica fallimentare.

Un ragazzo d'oro ultimo film di Pupi Avati, è da considerare probabilmente il suo film più cupo, lento e psicologico ma allo stesso tempo forse un film incompiuto e un'occasione sprecata per come ha deciso di sviluppare l'ottima storia creata e per molti quesiti che chi lo guarda si pone probabilmente alla fine del film sullo sviluppo degli eventi; così come molte domande possono essere poste nel chiedersi perchè abbia scelto alcuni attori. Tranne Scamarcio, forse alla sua più bella interpretazione; il resto è ampiamente sotto la sufficienza. Scamarcio, interpreta un ruolo molto complesso, e lo fa in maniera quasi perfetta.

Il tema del rapporto padre-figlio vera ossessione del cinema del regista, è affrontato in maniera intima al limite dell'introspezione. Questa volta però a differenza delle altre volte in realtà il padre non c'è perchè muore all'inizio del film, ma rivive attraverso l'ossessione e il ricordo del figlio. 

A livello di narrazione come detto prima, c'è qualche cosa che non va. Nulla è spiegato: nè come il padre è morto realmente, nè il rapporto con Ludovica del padre. Dal film emerge che probabilmente, ma neanche qui si ha la certezza, che il padre fosse stato realmente mediocre e che probabilmente la fragilità di Davide, nasce più da problematiche psichiche del ragazzo che dalle carenze del padre. Spiegazioni che però il regista non da, preferendo raccontare solo questo amore ritrovato.

Nel complesso un film che aveva grosse possibilità, mal sviluppato e mal strutturato, poco attento a determinate cose. Cosa che spesso accade quando l'argomento è così sentito da parte dell'autore. Il cinema di Avati negli ultimi anni sta perdendo molto di quella poeticità che aveva contraddistinto il suo cinema. Un vero peccato, se pensiamo che, con certo materiale a disposizione poteva regalarci una vera perla.

Voto finale: 2--/5

Un ragazzo d'oro

Poster

La storia è quella di Davide Bias (Riccardo Scamarcio) un creativo pubblicitario col sogno di scrivere qualcosa di bello, di vero. Convive quotidianamente con ansia e insoddisfazione: per tenerle a bada, solo le pillole. Neanche la fidanzata Silvia (Cristiana Capotondi) sa come sollevarlo dalle sue insicurezze. Quando il padre, uno sceneggiatore di film di serie B, improvvisamente muore, da Milano il giovane si trasferisce a Roma dove incontra la bellissima Ludovica (Sharon Stone), un’editrice interessata a pubblicare un libro autobiografico che il papà di Davide aveva intenzione di scrivere....

  • PRODUZIONE: Combo Produzioni, Duea Film, Rai Cinema
  • DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
  • PAESE: Italia
  • DURATA102 Min
 
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