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Gran Budapest Hotel, premio della giuria alla 64a edizione della Berlinale, è un'opera che ha una chiara ispirazione letteraria, ovvero trae ispirazione dallo scrittore austriaco, Stefan Zweigv, cui l'autore dedica il film. Monsieur Gustave è il concierge ma di fatto il direttore del Grand Budapest Hotel, che si trova a Zubrowka. Idolo delle signore anziane, riceve in eredità da una di queste, Madame D, un prezioso quadro. Il figlio di questa però, Dimitri, lo accuserà di averla prima soggiocata e poi uccisa. Verrà arrestato, ma grazie alla complicità con il suo giovanissimo neoassunto, Zero, riuscirà a scappare. Wes Anderson ci conduce ancora una volta in un viaggio nell'immaginario, con un forte richiamo alla realtà. Ispirandosi al storia del cinema classico si rifà alle opere dei Lubitsch e dei Wilder, maestri della commedia brillante americana; ma si possono trovare anche elementi di Jean Renoir e Max Ophuls. Questo lo possiamo vedere nell'ironia, nello sfondo, nella cura maniacala dei dettagli, nella capacità di passare da un’epoca all’altra fino al ritmo incalzante che regge tutto il film. Il film è quindi un omaggio nostalgico al cinema di una volta, e questo lo si può notare anche nelle scenografie e soprattutto in alcune scelte registiche dal tocco vintage. Non manca la solita cura meticolosa per i dettagli come detto prima, dalle scatole rosa di amaretti, ai dettagli della giacca viola di Gustave che fanno di questo film un elegante omaggio nostalgico alla cultura dell'Europa dell'est del '900. I dialoghi sono velocissimi e spesso ci vogliono un paio di secondi per capire le battute. Anderson vuole farci sorridere di quello che avviene ai suoi personaggi, ma allo stesso tempo farci riflettere su quello che accadeva all'epoca alle tante persone arrestate e scomparse. Sono chiaramente presenti tutti gli elementi del cinema andersoniano, dalla caratterizzazione dei personaggi alla divisione in capitoli, fino ad arrivare ai personaggi che vengono ridicolizzati in una storia che solo all'apparenza sembra semplice ma che in realtà ha subito nella stesura una cura meticolosa. Il cast è di assoluto livello, con molti attori già presenti nei precedenti film del regista americano, come Bill Murray, Adrien Brody, Tilda Swinton, Willem Dafoe, Owen Wilson, Edward Norton; altri alla prima collaborazione come Léa Seydoux, F. Murray Abraham, Mathieu Amalric. Ralph Fiennes nei panni di Monsieur Gustava è assolutamente straordinario. Pur non essendo di fronte a film come Steve Zissou o Moonrise Kingdom, abbiamo comunque ancora una volta da parte di Wes Anderson un film pienamente riuscito. Voto finale: 4++/5 Grand Budapest HotelUna ragazza depone una chiave di una stanza d'hotel ai piedi del busto dedicato a uno scrittore scomparso. Lo stesso scrittore racconta delle origini del suo romanzo. Un uomo oramai anziano e stanco racconta in un albergo semideserto ad un giovane scrittore la storia di Gustave H., il leggendario concierge del Grand Budapest Hotel, e del suo giovane protetto Zero, alle prese con il furto e il recupero di un dipinto rinascimentale inestimabile e la battaglia per un enorme patrimonio di famiglia.
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