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Into the storm

Post n°11956 pubblicato il 12 Dicembre 2014 da Ladridicinema
 

Locandina Into the Storm

Gary è un vedovo che vive con i figli adolescenti Donnie e Trey a Silverton, cittadina dell'Oklahoma. Allison è una meteorologa che insegue i tornado e fa da supporto scientifico a Pete, storm chaser e cineasta che sogna di filmare il twister perfetto. Donk è un amante del rischio il cui obiettivo è ottenere il record di visualizzazioni delle sue imprese folli su Youtube, riprese dall'altrettanto svalvolato amico Reevis. Questi ed altri personaggi dovranno confrontarsi con il vortice più grande della storia, che andrà a colpire proprio Silverton e dintorni. 
Into the Storm è meglio giudicabile se lo si inquadra nel genere B movie, visto anche il budget relativamente contenuto (per un film catastrofico) e il cast che sembra composto di seconde scelte rispetto ai divi del momento (un esempio: Donnie e la sua amica Kaitlyn sembrano cloni di Tom Welling e Miley Cyrus). In quanto B Movie, si apprezzano soprattutto gli effetti speciali, che in fin dei conti sono il motivo per realizzare un film come questo: aerei, auto, edifici sollevati da terra dal vortice, oggetti volanti non identificati che sbattono contro gli spettatori, esseri umani risucchiati dalla corrente, colonne di fuoco, quasi tutto rigorosamente realizzato al computer (e si vede), ma abbastanza spettacolare da mantenere desta l'attenzione del pubblico.
Quel che invece delude, a meno che non ci si lasci andare al gusto della comicità involontaria, è la trama, zeppa di implausibilità (altro esempio: la meteorologa si ripara da una grandinata epocale con il computer portatile con cui fa i rilievi) e di improbabili melensaggini, come i discorsi di Lucas e Kaitlyn guardando in camera, come se stessero lanciando un videomessaggio.
Il tema parallelo dell'ubiquità delle riprese video, che poteva essere uno spunto interessante (ancorché non particolarmente originale), perde efficacia perché non si capisce se il regista "c'è o ci fa": molti dei personaggi si raccontano come se fossero girati in modo amatoriale e tutti, nel bel mezzo del tornado, continuano a filmare, ma questa ossessione viene a tratti definita come una dannazione, a tratti come un'arma di salvezza. Lo stesso film fa leva su ciò che condanna, cercando la botte piena e la moglie ubriaca. Ma allora, queste cineprese le dobbiamo buttare, o portarcele sempre incollate addosso come un terzo occhio?

 
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