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Deisderio

Post n°12792 pubblicato il 30 Novembre 2015 da Ladridicinema
 

 1946, di Roberto Rossellini e Marcello Pagliero

Diversi sono i motivi per parlare di questo film

1) È ’ uno dei primi film di Girotti in cui il proprio personaggio ricalca in qualche modo quello di Ossessione

2) È un film che oggi diremmo “maledetto” in quanto attraversò incredibile traversie produttive per poi essere maledetto definitivamente dalla Chiesa

3) È un film di cui si sono conservate le richieste censorie che oggi ci appaiono surreali 

4) È un film secondo me ingiustamente ignorato e disprezzato dalla critica 


TRAMA

Paola si prostituisce a Roma finché non viene sconvolta dalla visione di una ragazza che si è suicidata gettandosi gnel vuoto. È in quella triste circostanza che conosce Giovanni, floricoltore non più giovane, ma simpatico e premuroso. Paola se ne innamora e nasce in lei il desiderio di cambiare vita. Ritorna nel paese natio in occasione del matrimonio della sorella e decide di rimanervi per un po’, dopo anni di assenza. 
Giovanni l’avrebbe poi raggiunta per chiedere la sua mano dinnanzi ai suoi genitori.
Il suo ritorno nel piccolo paese di campagna porta però scompiglio: il padre non le vuole rivolgere la parola perché ha scoperto il mestiere della figlia tramite dei pettegolezzi. 
Il neo-cognato Nando, che Paola conosce da una vita, non sa nulla di queste voci e pensa che Paola facesse la sarta. Rimasto stupito dall’avvenenza della ragazza Nando cova per lei un desiderio che cerca di nascondere. Ma alla fine sua moglie lo scopre e litigano.
Allo stesso tempo Riccardo, un ex di Paola che conosce il suo recente passato la ricatta: se non va a letto con lui, dirà tutto. A Paola non rimane che cedere al ricatto, ma Nando interviene in tempo. 
Paola ora è rovinata: la sorella tanto amata la odia, il cognato la disprezza e Riccardo probabilmente andrà a dire tutto. Non le rimane che buttarsi giù da un ponte, ripetendo così il gesto che aveva aperto il film e che l’aveva turbata tanto da innescare un profondo turbamento.
Giovanni arriva in quel momento da Roma. Domanda che cosa è successo proprio a l’ex di Paola, colui che l’ha spinta a questo gesto estremo. Riccardo gli risponde che una bravissima ragazza si è suicidata. Giovanni non vede il corpo e continua la sua strada verso il paese in cui spera di trovare la sua innamorata.
GENESI DEL FILM 


Rossellini aveva amato particolarmente Ossessione e poche settimane dopo l’uscita del film di Visconti si mise a lavorare a questo progetto che ne avrebbe ricreato le atmosfere cupe e pessimistiche, descrivendo uno stato sociale in cui il riscatto è impossibile e l’amore fatale.
Non a caso si servì della presenza di Girotti, già utilizzato da lui in Il pilota ritorna, film di propaganda bellica realizzato nel ’42 sotto l’egida di Vittorio Mussolini che ne firmò il soggetto. Già in quel film s’impose l’empatia rosselliniana con i sofferenti.

Del soggetto originale di Anna Benvenuti il film conserva ben poco. Il titolo che aveva in mente Rossellini era Scalo Merci e si trattava di un film che analizzava la situazione dei ferrovieri e che avrebbe dovuto avere come protagonista Interprete originale doveva essere Oretta Fiume. Nel luglio 1943, in seguito al bombardamento della scalo ferroviario di San Lorenzo a Roma dove Rossellini intendeva girarlo, venne deciso di spostare le riprese in una zona più tranquilla e più meridionale, ovvero l’Abruzzo. Il titolo mutò in Rinuncia, la protagonista sarebbe stata Elli Parvo e la storia sarebbe stata ambientata in un villaggio di boscaioli Alla sceneggiatura lavorarono lo stesso regista e Giuseppe De Santis, allora critico cinematografico, il quale si rifiutò di seguirlo in Abruzzo in quanto impegnato nella Resistenza. 
Alla fine Rossellini non girò nulla in Abruzzo e tutto il materiale da lui girato si limitò alle scene iniziali di Anna e l’amica prostituta, il primo dialogo delle due sorelle e poche altre scene secondarie girate in studio. Il resto fu tutto opera di Marcello Pagliero, sceneggiatura esclusa: fu infatti lo stesso Rossellini a scegliere un nuovo, tragico finale.

CENSURA

Le sfortune di questo progetto non si esaurirono dopo le turbolente riprese: nel luglio del 1946 il film venne ritirato subito dalle sale per richiesta del Centro Cattolico Cinematografico che chiese l’eliminazione delle seguenti inaccettabili scene:

Girotti che prende in mano le mutande di Paola 
La toeletta di Paola.
Le battute di Riccardo “ Ti ho portato fortuna”
e “anche se sono sposato e ho dei figli troveremo il modo di organizzarci”
La scena delle due donne a letto
                                     
Il suicidio della protagonista in modo “da portare la vicenda a una soluzione serena e cristiana.”
Quest’ultima richiesta però non può essere accontentata perché è l’unico finale girato.
Gli autori spiegano le proprie ragioni al Centro Cattolico che alla fine acconsente al suicidio.
Nel novembre del 1946 il film uscì di nuovo, passando inosservato da critica e pubblico.
CRITICA
Il Morandini lo liquida in questo modo: “ Così com'è, sembra solo una brutta copia di Ossessione di Visconti.”
Sul web non si trovano molte altre recensioni. La maggior parte degli studiosi di Rossellini l’ha trascurato poiché la regia effettiva è di Pagliero.
Eppure se oggi il Dvd c’è è proprio grazie alla parziale regia di Rossellini che campeggiava anche sulla locandina del film.
Corredato di interessanti extra, il dvd presenta una versione restaurata in cui alcune scene sono state reintegrate, come quelle, scandalosissime e fuorvianti, delle mutande e delle due sorelle che parlano sul letto. Molte altre sono andate perdute. In ogni caso, nonostante si avverta un ritmo fin troppo serrato per un film degli anni ’40, indice inequivocabili dei tagli, il film è tutt’altro che monco e non è per nulla una brutta copia di Ossessione. Anzi.
I dialoghi sono ottimi e incredibilmente attuali, il che è un pregio non da poco per un film che ha quasi settant’anni. I protagonisti si esprimono con un linguaggio semplice e attuale, fatto che non sempre accadeva invece in Visconti. 
La storia è appassionante e il tragico finale risulta ancora scioccante. Il suicidio della protagonista, ex prostituta redenta, sembrerebbe così evitabile, forzato e melodrammatico. Perché Paola non decide di aspettare il fidanzato, tornarsene con lui a Roma e fregarsene dei familiari maligni?
Perché Paola è figlia di una società patriarcale e maschilista in cui non c’è possibilità di redenzione per la donna caduta, né di emancipazione. A tal proposito è esplicativo il rapporto tra Nando e la moglie (Girotti e Schmidt, a lato), succube e angelica come deve essere. Finchè alla fine non reagisce, e allora il marito perde le staffe.
In questo c’è il legame con Visconti: il personaggio di Elli Parvo sceglie il suicidio come quello di Clara Calamai sceglieva l’omicidio. Gesti estremi resi possibili da situazioni estreme, in cui alle donne, e ai più deboli in generale, veniva privato il diritto di parola.
Negata la parola, non rimane che l’azione: estrema, crudele, insensata ma per loro necessaria.
In fondo è quello che succede ancora oggi.
ATTORI
Elli Parvo è Paola, la protagonista. È il ruolo più controverso della sua carriera: feroce sensualità, prostituzione e suicidio. Un mix che l’avrebbe per sempre rilegata al ruolo di donna caduta. Prima di desiderio apparve in Il feroce Saladino, accanto ad Alida Valli e fu diretta anche da Vittorio de Sica ( La porta del cielo, 1941) e Luigi Zampa. Recitò, in parti sempre più piccole, fino al 1960. Si è spenta lo scorso 19 febbraio all’età di 96 anni. 

Massimo Girotti è Nando, cognato concupiscente di Paola. È un ingenuo che lentamente scopre la propria passione per la sorella della moglie. Importante, nell'economia del film, il suo rapporto con la moglie.
Carlo Ninchi interpreta Giovanni, un personaggio che esprime fiducia in ogni gesto e che fa innamorare Paola.
 Roswita Schimdt è la sorella di Paola. Ritornerà a lavorare per Rossellini in L'amore. pochissime altre esperienze come attrice.
                                          

 
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