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Aquaman

Post n°15187 pubblicato il 21 Giugno 2019 da Ladridicinema
 

Arthur è figlio di Tom, guardiano di un faro, e Atlanna, nientemeno che regina di Atlantide. L'unione dei due è però clandestina, tanto che per salvare il figlio Atlanna accetterà di farsi giudicare nella città subacquea, che la giustizierà consegnandola al più feroce dei popoli sottomarini. Arthur cresce imparando in segreto da Vulko, consigliere del re e di suo figlio Orm, i segreti di Atlantide, ma da adulto preferisce stare lontano dalla città sommersa e si limita a compiere gesta eroiche in mare, come salvare un sottomarino da un team di pirati. Qui finisce per lasciare morire uno di loro e il figlio giura vendetta, tanto da allearsi con il fratellastro di Arthur, Orm. Nel mentre la figlia di Re Nereus, Mera, cerca di convincere Arthur ad abbracciare il suo retaggio di regale atlantideo per scongiurare una guerra, ma per riuscire in questo piano sarà necessario ritrovare il perduto tridente di Atlan.

Un viaggio dell'eroe da manuale, con tanto di protagonista inizialmente riluttante, e controparte femminile saggia e intelligente. Tutto però è risaputo e il livello della scrittura e la roboante messa in scena, non basta a elevare Aquaman a vera epica né a renderlo un trascinante divertimento.

Il tragitto dell'eroe è così chiaro che, in caso lo spettatore non l'avesse capito, in una delle prime scene il padre suggerisce di chiamarlo Arthur «come Re Artù», infatti come lui finirà per ottenere la corona solo dopo aver recuperato un'arma inaccessibile a tutti tranne che al prescelto. In casi come questi, oltre alla simpatia del protagonista che pur Jason Momoa cerca di metterci, a fare la differenza sono i personaggi di contorno e soprattutto i villain. I primi non brillano, sia per le interpretazioni senza carisma, sia perché di loro anche alla fine del film non sappiamo nulla. Non abbiamo idea per esempio di come sia il regno da cui viene Mera né di come abbia maturato i propri ideali e ancora meno sappiamo di Vulko, se non che era segretamente fedele ad Atlanna. Il villain principale, Re Orm, è poi l'antitesi di Arthur, fin dal look ariano e dall'ossessione per la corona, ma se dell'educazione di Arthur sappiamo che ha avuto un padre premuroso, di quella di Orm ci è ignoto tutto. 

Proprio il re marito di Atlanna è infatti il pezzo mancante del puzzle, evocato ma mai descritto né messo in scena. Così il vero contraltare di Arthur finisce per essere il pirata Manta (interpretato da uno sfortunato Yahya Abdul-Mateen II spesso coperto da un casco), di cui vediamo la morte del genitore. Si tratta però di un personaggio che nasce cattivo e avido, uccide innocenti per capriccio e non ha nulla di tragico. Arthur si cruccerà di aver causato l'ossessione del pirata nei suoi confronti, ma finisce lì. Per un film dove il tema cruciale sarebbe l'eredità si fa ben poco per svilupparlo, tutto viene dato per scontato e si seguono formule arcinote, sperando che bastino gli effetti speciali, qualche battuta e un po' di ammiccamento sexy.

 
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