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In un futuro non precisato gli uomini hanno dato vita ad un gioco a premi alivello mondiale per sfogare la propria violenza. Chi riuscirà ad uccidere dieci avversari senza soccombere riceverà onori e consistenti premi in denaro. Una giovane americana giunge a Roma per disfarsi del suo decimo avversario, ma troverà sulla sua strada un sorprendente Marcello Mastroianni... Non ho mai osato pensare che un regista italiano potesse riuscire a produrre un classico della fantascienza e in genere ho sempre creduto che solo gli americani fossero i maestri del genere, ma mi sono ricreduto. Certo mi ricordavo di Truffaut e del suo Fahrenheit 451, opera toccante, ma forse non così riuscita e un po' datata, al di là dei pregi della cinematografia dell'autore. Elio Petri mi ha stupito. La sua opera è quello che si può definire un classico, ossia un 'opera che pur nella sua particolarità, ha un valore universale e il cui valore non viene meno con il passare del tempo. Il tema affrontato con pungente sarcasmo e ironia è quello della violenza nella società umana. La società di cui si narra è una società che non rifiuta la violenza in toto, ma che ha deciso di incanalarla con mezzi legali, dando vita ad un assurdo gioco a livello mondiale chiamato La grande caccia (o per chi preferisce l'inglesismo The big Hunt). Per necessità finanziarie o solo per dare sfogo alla parte beluina che alberga nell'uomo liberamente gli individui decidono di partecipare a questo gioco, organizzato da un ministero apposito, gioco che prevede l'eliminazione fisica dei propri rivali. Il concorrente è alternativamente cacciatore e preda e alla fine delle dieci cacce chi sopravviverà verrà idolatrato come un dio e avrà una sorta di intangibilità nonché favori e premi. L'agire violento viene legalizzato e la morte ridotta a gioco, nonché a occasione per i grandi sponsor di incrementare le proprie vendite, dato che l'evento è ripreso dalle televisioni di tutto il mondo e si organizzano trasmissioni ad hoc. Somma ironia la sede centrale della grande caccia, dove si estraggono a sorte le coppie cacciatore-preda è Ginevra (attualmente una delle sedi principali dell'ONU). Protagonisti della pellicola un pungente e sornione Marcello Mastroianni e una bellissima e astuta Ursula Andress. Al di là della dimensione universale, delle critiche alla società moderna mondiale, non mancano le critiche alle tradizioni italiane (il film è ambientato per gran parte a Roma), celate sotto forma di ironia nelle battute di Mastroianni. Il film è influenzato nella parte scenografica dalla pop art e in genere dalla cultura degli anni '60, di cui dà uno spaccato e una critica (si veda in particolare l'ironia usata da Mastroianni contro la spiritualità in voga in quegli anni, qui impersonificata dalla setta dei tramontisti) La fotografia ha la tendenza a riprendere l'impianto della fumettistica e a trasporlo in immagini in movimento. Accurata la ricerca delle ambientazioni e dei costumi. Tutto sommato un film che presenta spunti divertenti e mai banali: da non perdere e da consigliare agli amici.
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Inviato da: Mr.Loto
il 28/03/2022 alle 11:57
Inviato da: Mr.Loto
il 15/10/2020 alle 16:34
Inviato da: RavvedutiIn2
il 13/11/2019 alle 16:33
Inviato da: surfinia60
il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
il 02/04/2019 alle 14:45