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Paolo Villaggio: Fantozzi siete voi

Post n°12683 pubblicato il 25 Ottobre 2015 da Ladridicinema
 

Andrea Guglielmino23/10/2015
Ritornano al cinema restaurati in 2K 'Fantozzi' (il 26, 27 e 28 ottobre) e 'Il secondo tragico Fantozzi' (il 2, 3 e 4 novembre).
In anteprima, per celebrare il quarantennale dell’uscita del primo episodio, i film sono stati presentati alla Festa del Cinema di Roma e per accompagnarli è stato organizzato un incontro con Paolo Villaggio (accompagnato da Anna Mazzamauro Plinio Fernando, rispettivamente storici interpreti della Signorina Silvani, amore infelice del Ragioniere, e della sua mostruosa figlia Mariangela). Un Villaggio ottantatreenne scatenato, quello che ha tenuto l’incontro dando del ‘cesso’ alla sua partner (epiteto da considerarsi affettuoso, dato che lei ricambiava con simpatia) e parlando senza peli sulla lingua delle sue idee sul mondo attuale, dal lavoro alla religione. Fantozzi riuscirà in 80 copie e tornerà anche nel Regno Unito – dove era già uscito ai suoi tempi – all’RCS Theatre di Regent Street a Londra. 

Quando è nato esattamente Fantozzi? 

Non sarei capace di dirlo con esattezza. Sicuramente la prima volta che è stato visto in pubblico era in un cabaret molto artigianale che facevo con Fabrizio De Andrè. Eravamo poveri in canna, arriva quest’uomo di una bruttezza esagerata e ci dice: sono un giornalista di ‘Grazia’. Già lì l’ho guardato male. Ci dice ‘se venite a Roma vi garantisco un grande successo’. Era Maurizio Costanzo. Fabrizio era un vigliacco e disse che voleva restare a Genova e poi andare in Sardegna. Io invece su consiglio di mia moglie scelsi l’incerto per il certo e andai, e fu effettivamente un esordio molto incoraggiante. Era una serata con Flaiano, c’era anche Marco Ferreri, c’era Gassman, ero in forma strepitosa. 

(un uccellino entra in sala interrompendo la seduta) 

“E tu che vuoi? Guarda che non sei il primo animale che mi ruba la scena. Una volta un leone voleva darmi una zampata, lui voleva salutarmi ma mi sono cacato sotto”. 

Che è successo dopo? 

Mi hanno chiamato a Milano, per ‘Quelli della domenica’. Lì ho conosciuto Renato Pozzetto e abbiamo fatto una stagione molto divertente. La tv ti rende famoso, importante, spesso ricco. 

E anche amato? 

Amato, proprio, non direi. Il personaggio di Fantozzi era troppo all’avanguardia e non piaceva alle donne. Dicevano: ‘non mi portare a vedere quello. Mi fa tristezza’. A loro piacevano le storie d’amore. Ora mi danno i baci, perfino le ragazze più giovani e carine. Mi dicono: ‘lei ci ha fatto capire la decadenza’. E in effetti era triste, tanto che io il secondo libro lo avevo intitolato ‘Il secondo tragico Fantozzi’, nonostante tutti me lo sconsigliassero. Eppure fu un grande successo, perché l’Italia è sempre sull’orlo della tragedia. Anche se gli italiani sembrano sopportare tutto. Magari ancora a quei tempi non c’era la povertà, però pensiamo alla sanità. Uno malato di tumore va in ospedale e gli dicono: torni tra sei mesi. Dopo sei mesi può tornarci la vedova. Mi dica lei se questo non è tragico. 

Quindi l’Italia per lei è tragica? 


Ci sono gli intellettuali che leggono Scalfari e tutte le prime pagine dei giornali e a inizio serata fanno sempre bella figura. Ma alla fine della serata parlano di calcio e di cronaca nera. Le notizie che fanno gola sono le fratture di Totti, o quelle che riguardano gente che accoltella e tritura la moglie. Oppure il vecchio tormentone ‘sono tutti ladri, non c’è da fidarsi’. Ma non è una vera lamentela. E’ invidia, tutti vorrebbero essere ladri. Il sogno dell’italiano medio è fare una rapina in banca, ma nessuno ha il coraggio di farla davvero. Anche perché sono tutti sovrappeso e resterebbero bloccati nel portello. 

Pensa che Fantozzi sia ancora un personaggio attuale. E come lo aggiornerebbe al 2015? 

Fantozzi siete voi tutti. 

Ma almeno lui ha il posto fisso. Sembra quasi un privilegiato. 

Questo perché l’Italia è un paese povero. Anche culturalmente, pensiamo proprio al nostro lavoro, il cinema. Un tempo si producevamo cento film, oggi quanti? Giusto quelli che vanno a Cannes. E conta solo quanto fanno. Tu puoi anche dire ‘ma quel film è una m…’ ma ti rispondono ‘ah sì, lo sai quanto ha incassato?’. Fantozzi è rassicurante. Dice che non siamo isolati nella nostra incapacità di essere felici. Vale per tutti, anche per le donne, a cui abbiamo promesso mari e monti e ora fanno ancora le serve per i mariti, pur lavorando. 

E’ sempre stato sicuro che sarebbe stato un successo? 

Al cinema, sì. Avevo già scritto i libri. Il primo ha venduto un milione di copie, il secondo settecentomila. Oggi Camilleri, che personalmente non riesco a leggere, ne vende ventimila. Quindi la preoccupazione era, semmai, che il film mantenesse il successo del libro. E così è stato, dopo l’esordio a Firenze mi chiama il produttore e mi dice: faremo dieci miliardi di lire. E così è stato. 

Cosa ricorda della scelta dei suoi partner di scena? 

La Mazzamauro la scelse Salce perché aveva osato dare del ‘fellone’ a Fellini. Ce ne voleva una bruttina e il truccatore disse ‘per me è già pronta’. Liù Bosisio però era veramente tremenda. Rispetto a lei Anna era uno splendore, era credibile che Fantozzi si potesse invaghire di lei. Milena Vukotic, che ha interpretato Pina negli altri film, invece, pur essendo una grandissima attrice non era tanto nel ruolo, perché è dolce e carina e non si capisce perché Fantozzi dovrebbe tradirla. Poi c’è Plinio, che ci ha svoltato i casting perché tutte la mamme ci portavano bambine bellissime e stavano lì a dire ‘oh, dottore, guardi che bella mia figlia’ mentre a noi serviva una scimmia. Plinio è stata una folgorazione: vestire un mostro da bambina. 

Le piace essere qui alla Festa? 

Io adoro le celebrazioni. Le so fare anch’io. Diciamo che è una prova generale del mio funerale. Tutti stanno qui a dire quanto ero grande, esagerando anche. Comincio a sospettare che sia proprio così. 

Lei è religioso? 


Assolutamente no. Non credo in niente, e guardi, questo papa così furbo e abile che ha semplificato il linguaggio, è molto amato ma sinceramente, come tutti i papi, è troppo colto per credere davvero nel Paradiso. Gli hanno recentemente diagnosticato un tumore, lui ha smentito ma credo che della morte abbia paura pure lui. L’aldilà non esiste e lui lo sa. E poi ce lo spiegassero, com’è questo aldilà dei cristiani. Nessuno lo sa definire esattamente. Il Corano è il libro proibito ma lo descrive molto bene. In un paese desertico, è un posto bellissimo pieno di fiori, frutta, dolci e, con licenza parlando, di fica. E’ un paradiso molto conveniente. I cattolici il paradiso non lo sanno raccontare. Dicono solo se non vi masturbate, se non rubate, tutta una serie di divieti – non consigli, divieti – allora ci andrete, ma se potessi chiedere a uno che è già morto, gli chiederei com’è. 

Beh, lei ha provato a descriverlo, con Fantozzi in Paradiso… 

Sì, ed era una trappola mortale. Una truffa, appunto.

 
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