Tag Cloud
FESTIVAL, Particolarità, STORIA, comunicazione, editoria, eventi, film in uscita, incassi, libri, musica, news, novità, premi, recensioni, trailer, tv
Monicelli, senza cultura in Italia...Area personale- Login
Chi può scrivere sul blog
Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione. I miei Blog AmiciCerca in questo Blogtutto il materiale di questo blog può essere liberamente preso, basta citarci nel momento in cui una parte del blog è stata usata. I miei link preferiti - renato zero blog - best movie - casa del cinema - filmup - trova cinema - programmazione sale roma - festival roma - Festival di Torino - Paolo Barnard - Mostra del cinema di Venezia - Festival di Berlino - antiiplomatico - l'intellettuale dissidente - articolo 21 - cinecittà news - cinematografo - potere al popolo - la riscossa - Partito comunista MenuUltimi commentiContatta l'autore
Citazioni nei Blog Amici: 28 FILM PREFERITI
Detenuto in attesa di giudizio, Il grande dittatore, Braveheart, Eyes wide shut, I cento passi, I diari della motocicletta, Il marchese del Grillo, Il miglio verde, Il piccolo diavolo, Il postino, Il regista di matrimoni, Il signore degli anelli, La grande guerra, La leggenda del pianista sull'oceano, La mala education, La vita è bella, Nuovo cinema paradiso, Quei bravi ragazzi, Roma città aperta, Romanzo criminale, Rugantino, Un borghese piccolo piccolo, Piano solo, Youth without Youth, Fantasia, Il re leone, Ratatouille, I vicerè, Saturno contro, Il padrino, Volver, Lupin e il castello di cagliostro, Il divo, Che - Guerrilla, Che-The Argentine, Milk, Nell'anno del signore, Ladri di biciclette, Le fate ignoranti, Milk, Alì, La meglio gioventù, C'era una volta in America, Il pianista, La caduta, Quando sei nato non puoi più nasconderti, Le vite degli altri, Baaria, Basta che funzioni, I vicerè, La tela animata, Il caso mattei, Salvatore Giuliano, La grande bellezza, Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Todo Modo, Z - L'orgia del potere TagTag Cloud
FESTIVAL, Particolarità, STORIA, comunicazione, editoria, eventi, film in uscita, incassi, libri, musica, news, novità, premi, recensioni, trailer, tv
|
da comingsoon Da quando, in un momento imprecisato dei primi anni Ottanta, ho visto per la prima volta Io e Annie, per me Los Angeles è sempre stata la "città dove il solo progresso culturale è che puoi curvare a destra col semaforo rosso." Non so per quale motivo mi rimase così impressa proprio quella, anche se non solo quella, tra le tante battute memorabili di un film considerato tra i massimi capolavori di Woody Allen; forse, col senno di poi, per giustificare nella mia mente piccole libertà, piccoli gesti di ribellione al Codice della Strada che mi sarei concesso di tanto in tanto una manciata di anni più tardi, finalmente alla guida dell'agognato motorino. Svolta a destra con semaforo rosso a parte - che rimane comunque una gran bella iniezione di civiltà di cui a volte dovremmo ricordarci -, a rivederlo oggi a quarant'anni dalla sua uscita, Io e Annie rimane un film non solo bellissimo, intelligente e divertente, ma terribilmente attuale. Dall'altra, perché con lo sguardo ironico gettato sul ciò che li che lo circonda, sulla rivalità tra l'amata New York e l'odiata Los Angeles, sui circoli intellettuali, sulle manie e le mode dell'epoca, Io e Annie parla di un mondo che assomiglia in modo incredibile a quello in cui viviamo oggi. Ecco, era dell'indignazione a parte, il problema è che oggi ce lo sogniamo un autore capace di scrivere come Allen. Allen a parte. Per molti, Io e Annie è "il film della svolta", quello in cui il genio di Allen (perché di genio si tratta) diventa adulto: ma il surreale e l'assurdo che prima il newyorchese metteva in scena attraverso gag visive e verbali, qui inizia solo a cambiare forma, e nemmeno del tutto. Perché - e Alvy lo dice più che chiaramente, e in più di un'occasione - il surreale e l'assurdo, per Allen, sono quelli dell'esistenza. Che a volte sceglie di raccontare in maniera più lieve, altre più cupa: perché lui è comunque "ossessionato dalla morte", e da una vita "divisa in orribile e miserrimo", ma è comunque capace di tenere il sorriso stampato sul volto. E per questo sì, ridiamo in Io e Annie quando Allen fa la sua celebre tirata contro il tizio che, in coda per il cinema, blatera di Fellini e McLuhan, quando cita un canguro con l'epatite come scusa per aver mancato un concerto rock ("ma tu hai un canguro?", gli chiede stupita Shelley Duvall; "Alcuni..." risponde lui con nonchalance), quando fa il duro dichiarando "uccido ragni dall'età di trent'anni, va bene?", o se la prende con Harvard che pure lei fa i suoi sbagli ("ci insegnava Kissinger"). Le nevrosi dei singoli, di Alvy, di Annie, e quelli della coppia e delle coppie, raccontate da Allen con un'amarezza spensierata e disarmante che arriva a commuovere, come in quel pezzo di monologo finale nel quale - siamo onesti - non possiamo non riconoscere noi stessi e la nostra vita, ancor più di quello forse più celebre, iniziale, in cui Allen cita Groucho Marx e il club di cui non vorremmo far parte se ci accettasse come soci.
E allora, che uova siano.
Commenta il Post:
|
Inviato da: Mr.Loto
il 28/03/2022 alle 11:57
Inviato da: Mr.Loto
il 15/10/2020 alle 16:34
Inviato da: RavvedutiIn2
il 13/11/2019 alle 16:33
Inviato da: surfinia60
il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
il 02/04/2019 alle 14:45