Il restauro per festeggiare i 70 anni dalla sua realizzazione nel 1948: la versione restaurata di Ladri di biciclette di Vittorio De Sica sarà
presentata al 71° Festival di Cannes, in programma dall’8 al 19 maggio, nell’ambito della sezione Cannes Classics.
Il restauro di Ladri di biciclette, realizzato dal laboratorio L’Immagine Ritrovata, è promosso da Fondazione Cineteca di Bologna e Compass Film di
Stefano Libassi, in collaborazione con Arthur Cohn, Euro Immobilfin, Artedis, e con il sostegno di Istituto Luce-Cinecittà.
Titolo simbolo del Neorealismo, Oscar come miglior film straniero nel 1950, Ladri di biciclette si ispira all’omonimo romanzo di Luigi Bartolini, e si
avvale per la sceneggiatura dello stesso Vittorio De Sica e, naturalmente, di Cesare Zavattini, oltre che delle firme di Oreste Biancoli, Suso Cecchi
d’Amico, Adolfo Franci, Gherardo Gherardi, Gerardo Guerrieri.
Affidato a un cast di attori non professionisti, Ladri di biciclette, secondo André Bazin, “il centro ideale attorno al quale orbitano le opere
degli altri grandi registi del Neorealismo”. “Il mio scopo – ha detto Vittorio De Sica – è di rintracciare il drammatico nelle situazioni quotidiane, il meraviglioso nella piccola cronaca, anzi nella piccolissima cronaca, considerata dai più come materia consunta. Che cos’è infatti il furto di una bicicletta, tutt’altro che nuova e fiammante, per giunta?
A Roma ne rubano ogni giorno un bel numero e nessuno se ne occupa, giacché nel bilancio del dare e avere di una città chi volete che si occupi di una bicicletta? Eppure per molti, che non possiedono altro, che ci vanno al lavoro, la tengono come l’unico sostegno nel vortice della vita cittadina, la perdita della bicicletta è un avvenimento importante, tragico, catastrofico.
Perché pescare avventure straordinarie quando ciò che passa sotto i nostri occhi e che succede ai più sprovveduti di noi è così pieno di una reale angoscia? La letteratura ha scoperto da tempo questa dimensione moderna che puntualizza le minime cose, gli stati d’animo considerati troppo comuni. Il cinema ha nella macchina da presa il mezzo più adatto per captarla. La sua sensibilità è di questa natura, e io stesso intendo così il tanto dibattuto realismo”.
Inviato da: Mr.Loto
il 28/03/2022 alle 11:57
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