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Creed II

Post n°15155 pubblicato il 01 Giugno 2019 da Ladridicinema
 

Adonis Creed ha tutto. Tutto quello che un atleta e un uomo possono desiderare: il titolo di campione del mondo dei pesi massimi e l'amore di Bianca, a cui chiede di sposarlo. Ma a un passo dalla felicità, il passato torna e lo sfida. Il suo fantasma ha il volto e i muscoli di Viktor, figlio di Ivan Drago, che trentaquattro anni prima ha ucciso suo padre sul ring. Sconfitto da Rocky Balboa, abbandonato dalla consorte e dimenticato dal suo paese, Ivan cresce il figlio a sua immagine e cerca il riscatto al suo fianco. Adonis accetta di combattere contro Viktor ma Rocky non ci sta. Almeno fino a quando il suo pupillo non comprenderà la sola cosa per cui valga la pena incassare pugni e assestarne: la famiglia.

Che cosa cerchiamo (da sempre) in Rocky? L'emozione, il masochismo, il punto di rottura della carne, l'allenamento 'ecologico', l'avversario postumano, il confronto sul ring, l'eccesso, gli snodi narrativi che sfidano l'improbabile, in una parola la ripetizione che rinnova il conto aperto dell'eroe col suo pubblico.

Modesto, taciturno e tenace, Rocky Balboa si rialza ogni volta e lo paga a pugni chiusi e ben piazzati. Tre anni dopo Creed, spin-off di Rocky che rinfrescava la saga contrapponendo il carisma ascensionale di Michael B. Jordan al crepuscolo malinconico di Sylvester Stallone, Creed II rinnova il capitale simpatia e sigla l'addio definitivo a Rocky. Perché Hollywood adora uccidere e poi onorare il passato rifacendolo ad nauseam. Il seguito, il seguito del seguito, è la sua mania, il suo dramma, la sua maledizione. Ma che importa, quando si tratta di Rocky nemmeno il pubblico getta la spugna. 

Se il Creed di Ryan Coogler è una lettera d'amore a Rocky, il sequel di Steven Caple Jr. è congenitamente legato a Rocky IV, l'atto di fondazione del personaggio Jordan/Creed. Pessimista sugli sviluppi della perestrojka e del socialismo riformato di Gorbaciov, Stallone introduceva nella saga un campione sovietico, stereotipo dell'atleta durante la guerra fredda e veicolo propagandistico, secondo l'immaginario americano, del regime totalitario. Nel 1985 Apollo Creed moriva sul ring e sotto i colpi di Ivan Drago, caricatura comunista e parodia massiccia del rivale di Stallone al box office dell'epoca: Arnold Schwarzenegger.

 
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