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Hammamet di Gianni Amelio racconta "la lunga agonia di un uomo di potere che ha perso quel potere e che va verso la morte" Il regista ha presentato oggi a Roma il suo film sul leader socialista, simbolo della politica italiana di fine Novecento, in tutte le sue contraddizioni. Al cinema dal 9 gennaio.
"Non considero Craxi una star ma un politico," dice Gianni Amelio. "Un politico sul quale è calato da decenno un silenzio assordante e ingiusto." Allora ci ha pensato lui, a rompere il silenzio sull'uomo simbolo della politica italiana degli anni Ottanta, e poi anche di Tangentopoli e della corruzione della Prima Repubblica tutta. L'uomo che è stato segretario del Partito Socialista Italiano dal 1976 al 1993, e Presidente del Consiglio dal 1983 al 1987, e che è morto il 19 gennaio del 2000 in Tunisia, dove si era ritirato e rifugiato per sfuggire all'arresto, con due condanne passate in giudicato, dopo essere stato bersagliato dalle monetine e dagli insulti della gente fuori dall'Hotel Raphael, che era la sua base romana. Hammamet: un film sull'uomo e non sul politicoGuai, però, a dire che Hammamet è un film filo-craxiano, o peggio anti-Mani Pulite, come hanno scritto sul Fatto Quotidiano facendo infuriare il regista. "Le opinioni si devono ascoltare anche quando si è in disaccordo, e si può criticare in modo corretto e non fazios," spiega il regista. "Io ho preso in esame sei, sette mesi della sua vita per raccontare la lunga agonia di un uomo di potere che ha perso quel potere e che va verso la morte. Rappresento, racconto: l'uomo, e non il rapporto tra lui e la giustizia, e di certo non insulto nessuno," continua Amelio. "Non sono il personaggio né il suo pensiero, che nel film, quando viene espresso, è espresso in scene di formato 4:3, che si differenziano dal resto girato in 16:9, come a virgolettare le sue posizioni." Hammamet, spiega ancora il suo autore, "non dà giudizi o risposte, perché un film non è obbligato a farlo: è obbligato però a sollevare domande, e questo film lo fa." Hammamet: un film senza nomi In Hammamet, il Craxi interpretato da Pierfrancesco Favino non viene mai chiamato con il suo nome, ma sempre e solo Presidente. Non hanno un nome e un cognome la maggior parte dei personaggi che appaiono nel film; ad avere un nome è la figlia di Craxi, il cui rapporto col padre è uno dei cardini di tutto il film, ma che Amelio ha deciso di ribattezzare Anita, e non Stefania come la vera figlia dell'ex leader socialista. Hammemet: Pierfrancesco Favino e il trucco Sempre scherzando, Amelio dice che poi, questo film sulla figlia di Cavour lo potrebbe anche fare, sempre con Pierfrancesco Favino protagonista ("no, la figlia di Cavour no," replica sorridente l'attore). Raccontando dei suoi rapporti con la famiglia Craxi, Amelio spiga di aver voluto conoscere per prima "la vedova del Presidente, Anna, che è una grande cinefila, e abbiamo parlato molto di cinema. Nel film c'è un frammento di Là dove scende il fiume, che è un piccolo omaggio a lei, grande appassionata dei western di Anthony Mann. Con lei ho avuto un dialogo sereno, aperto e diverso da quello che mi ero aspettato."
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Inviato da: Mr.Loto
il 28/03/2022 alle 11:57
Inviato da: Mr.Loto
il 15/10/2020 alle 16:34
Inviato da: RavvedutiIn2
il 13/11/2019 alle 16:33
Inviato da: surfinia60
il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
il 02/04/2019 alle 14:45