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Monicelli, senza cultura in Italia...
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Messaggi di Agosto 2014
Post n°11663 pubblicato il 25 Agosto 2014 da Ladridicinema
E' morto oggi all'età di 90 anni (ne avrebbe compiuti 91 il 29 agosto prossimo) l'attore e regista britannico Richard Attenborough. Vincitore del Premio Oscar nel 1983 per il flmGandhi con protagonista Ben Kingsley, Attenborough era noto al grande pubblico anche per il ruolo del Professor John Hammond in Jurassic Park. Tra i film da lui diretti ricordiamo il musical Chorus Line del 1985, Grido di libertà del conDenzel Washington e Kevin Kline, Charlot del 1992 che vedeva Robert Downey Jr. nei panni di Charlie Chaplin e Viaggio in Inghilterra del 1993 con Anthony Hopkins e Debra Winger.
Post n°11662 pubblicato il 25 Agosto 2014 da Ladridicinema
Box Office Italia In Italia, come prevedibile, vince Dragon Trainer 2, che arriva a 5 milioni complessivi, seguito a non troppa distanza da Step Up All In, che ha sempre un suo fedele seguito. Regge bene Hercules - Il guerriero, mentre faticano parecchio ad imporsi le nuove entrate settimanali: Liberaci dal male raccoglie 637mila euro complessivi e Cattivi vicini appena 427mila. In coda alla classifica troviamo solo vecchie conoscenze e in certi casi vecchissime, comeSmetto quando voglio che, già uscito in formato home e a 29 settimane dalla sua release, raccoglie 30mila euro che gli bastano per tornare in nona posizione. La prossima settimana arrivano Il fuoco della vendetta, Into the Storm, La ragazza del dipinto, Mud, Quel momento imbarazzante e Under the Skin, insomma un mix di uscite festivaliere in mega ritardo e film già usciti da tempo negli States.
Box Office Usa In America l'estate cinematografica termina con alcune sorprese: tutti si aspettavano un nuovo leader della classifica ma Guardiani della Galassia e Tartarughe Ninja resistono saldamente alla vetta della classifica con 17 e 16 milioni ciascuno. Guardiani della Galassia, con 251 milioni sta per diventare il film più visto dell'anno negli States e dovrebbe mantenere la prima posizione fino all'arrivo autunnale del penultimo film della saga di Hunger Games. Variabili le performances delle new entry: va bene Resta anche domani, che incassa 16 milioni a fronte di un costo di 11 milioni, discretamente When the Game Stands Tall (è costato 15), malissimo Sin City - Una donna per uccidere, che incassa la miseria di 6.4 milioni e rischia di non riuscire nemmeno a passare quota 10 milioni, un flop quasi senza precedenti e sicuramente la peggior delusione dell'estate. A proposito di flop, se la passano male anche I mercenari di Stallone, che in casa sono a quota 27 milioni e devono sperare nel resto del mondo per andare in pari o in attivo. La prossima settimana inizia un mese "tranquillo": le prime uscite autunnali sono November Man e Necropolis - La Città dei Morti ma gli incassi dovrebbero vivere una fase di stagnazione almeno fino al 7 novembre quando apriranno Big Hero 6 e Interstellar.
Post n°11661 pubblicato il 25 Agosto 2014 da Ladridicinema
In televisione ha partecipato a La Piovra ma anche a film polizieschi e altre serie tv (Il Maresciallo Rocca, Distretto di Polizia).
Post n°11660 pubblicato il 22 Agosto 2014 da Ladridicinema
In questi giorni George R.R. Martin sta facendo un bagno di folla all’Edinburgh International Book Festival; Non che non si sia prestato alla partecipazione di molti eventi pubblici in questi mesi. Lo so, voi lo volete chiuso a casa a scrivere, ma almeno è l’occasione per dare qualche dettaglio in più sullo stato delle cose. Per esempio commentando il fatto che nelle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco ci sia violenza sanguinosa e decisamente molto sesso, ma non gay, mentre qualcosa è stato aggiunto nella serie televisiva. Martin ha risposto, come riportato dal " Guardian", che le inserirà, con due libri ancora da finire, se si accorderanno con la trama. I libri sono narrati in terza persona seguendo il punto di vista di una ventina dei personaggi principali, così è più limitato rispetto alla serie. “Francamente, è la maniera che preferisco di scrivere perché è il modo in cui ciascuno di noi vive la vita. Se mi vedi dal tuo punto di vista, non vedi quello che qualcuno da un’altra parte sta osservando”. Siccome nessuno dei personaggi è gay, allora non ci sono scene di sesso esplicito gay nei primi libri. “Una serie tv non ha queste limitazioni – ha detto – Cambierà? Potrebbe. Ho ricevuto lettere da fan che vogliono che inserisca in particolare una scena di sesso maschile esplicita. La maggior parte delle lettere erano di donne. Non lo farò solo per il gusto di farlo, ma se la trama mi ci porterà attraverso il punto di vista di uno dei personaggi. Non è una democrazia. Se lo fosse [attenzione spoiler], allora Joffrey [il re ragazzino sadico] sarebbe morto decisamente prima”.
Post n°11659 pubblicato il 22 Agosto 2014 da Ladridicinema
12 agosto 2014 L’omaggio di Popoff all’attore che ogni studente avrebbe voluto avere come professore. di Giorgia Pietropaoli ![L'attimo fuggente](http://popoffquotidiano.it/wp-content/uploads/2014/08/Untitled.jpg)
«Lo so che giunti al termine di questa nostra vita tutti noi ci ritroviamo a ricordare i bei momenti e dimenticare quelli meno belli, e ci ritroviamo a pensare al futuro. Cominciamo a preoccuparci e pensare: “Io che cosa farò? chissà dove sarò da qui a dieci anni?” Però io vi dico: “Ecco guardate me!” Vi prego, non preoccupatevi tanto, perché a nessuno di noi è dato soggiornare tanto su questa terra. La vita ci sfugge via e se per caso sarete depressi, alzate lo sguardo al cielo d’estate con le stelle sparpagliate nella notte vellutata, quando una stella cadente sfreccerà nell’oscurità della notte col suo bagliore, esprimete un desiderio e pensate a me. Fate che la vostra vita sia spettacolare». Vogliamo ricordarlo così Robin Williams, con queste parole. Parole che pronuncia nel film Jack di Francis Ford Coppola e che ci fanno pensare a tutti i ruoli superbi, istrionici, buffi, commoventi che la sua poliedrica carriera di attore ci ha regalato. Morto a sessantatré anni per un probabile suicidio, soffriva da tempo di depressione ed era in riabilitazione per abuso di alcol. Ma non è con queste poche informazioni sulle sue ultime ore di vita che ci lascia uno dei più grandi attori di Hollywood. Ci lascia con il personaggio di John Keating de L’attimo fuggente, di Peter Pan in Hook – Capitan Uncino, di Sean McGuire in Will Hunting, di Adrian Cronauer in Good Morning Vietnam , di Mork nella serie televisiva Mork & Mindy e di tanti altri.
Post n°11658 pubblicato il 22 Agosto 2014 da Ladridicinema
Facebook, privacy: i termini e le condizioni del contratto che gli utenti non leggono mai, ma che dovrebbero conoscere ![FACEBOOK](http://i0.huffpost.com/gen/1335958/thumbs/n-FACEBOOK-large570.jpg) Sono oltre un miliardo gli utenti attivi ogni mese su Facebook. Ciò significa che oltre un miliardo di persone in tutto il mondo ha accettato, senza leggere o chiedere un parere legale, le condizioni generali di contratto - scritte in piccolo - che disciplinano le modalità e i termini con cui Facebook fornisce ai clienti il servizio concordato, soprattutto per quanto riguarda la gestione della privacy. Il fatto che praticamente nessuno degli iscritti al social network più famoso del mondo abbia mai letto le clausole dell'accordo è stato dimostrato da un gruppo di ricercatori della Carnegie Mellon. Gli studiosi hanno, infatti, calcolato che per prendere visione di tutte le condizioni contenute nel contratto occorrerebbero in media 76 giorni lavorativi. Un discorso che vale per ogni sito Internet, specifica il team. Di seguito, una dettagliata spiegazione di tutte le condizioni che ogni utente accetta dal momento in cui risulta completata con successo l'iscrizione su Facebook: ![terms](http://i.huffpost.com/gen/1913976/thumbs/n-TERMS-570.jpg)
Innanzitutto: niente su Facebook è privato, il concetto di privacy non esiste e nulla di ciò che fai resta privato: ![facebook](http://i.huffpost.com/gen/1905616/thumbs/o-FACEBOOK-570.jpg?6)
Le clausole del contratto sono applicate anche a ciò che non è ancora pubblico e potrebbe non diventarlo mai. Facebook ha iniziato a studiare i messaggi che gli utenti hanno scritto, ma che poi hanno deciso di cancellare prima di essere pubblicati. Un recente studio ha analizzato le abitudini di 3,9 milioni di persone di lingua inglese iscritte a Facebook per analizzare i diversi comportamenti di "auto-censura" messi in atto. In particolare, la ricerca ha misurato la frequenza sia dei messaggi eliminati dopo essere stati pubblicati sia di quelli cancellati ancor prima di essere mai stati postati. Facebook è anche in grado di ricostruire i post rimossi dalla bacheca, determinando anche quando sono stati scritti e se sono stati pubblicati entro un tempo massimo di dieci minuti dalla scrittura del messaggio. Cancellarsi da Facebook, non significa scomparire per sempre. Anche se si disattiva il proprio account, secondo quanto stabilito dalle condizioni generali del contratto, i video e le foto condivise da altri utenti resteranno visibili sul sito e saranno soggette alle impostazioni sulla privacy degli utenti in questione. Facebook può vendere i dati personali dei clienti a marchi e aziende, interessate a conoscere i profili di potenziali acquirenti. ![brands](http://i.huffpost.com/gen/1911757/thumbs/o-BRANDS-570.jpg?2)
Ciò significa che Facebook viene pagato, con l'approvazione dell'utente, dalle aziende per fornire loro i dati ritenuti "sensibili" a fini commerciali. Le campagne del cosiddetto "social media marketing" si basano sempre di più sulle informazioni raccolte dal social network. Una volta completata l'iscrizione, l'utente accetta che Facebook possa monitorare la sua attività di navigazione sul web dal momento in cui compie il login al sito. Ciò è stato confermato dallo stesso social network in un recente post: ![learn](http://i.huffpost.com/gen/1905691/thumbs/n-LEARN-570.jpg)
Facebook si è giustificato dichiarando che questo comportamento viene attuato da tutti i siti. Tuttavia nessun sito gestisce una mole di dati personali paragonabile, considerando che gli utenti accedono all'applicazione da device mobile, in media, 14 volte al giorno. Facebook si serve di partnership strategiche per monitorare gli acquisti degli utenti nella vita reale. Dal 2013, il social network ha stipulato un accordo di collaborazione con diverse società specializzate nella raccolta di dati sui consumatori a fini commerciali. Informazioni collezionate in gran parte all'insaputa degli stessi. Datalogix e Acxiomsono due delle aziende diventate socie di Facebook. In particolare, la partnership permette loro di monitorare la correlazione tra gli annunci pubblicitari presenti sul sito e gli acquisti effettuati in negozio. Al contempo, l'analisi delle informazioni relative agli utenti serve per erogare annunci in base ai loro stessi interessi. La raccolta dei dati è ormai estesa alla conoscenza di ogni abitudine e tendenza del potenziale consumatore: dalla presenza di una persona anziana o di bambini all'interno del nucleo familiare, allo stato civile, sino al resoconto dettagliato di tutti gli acquisti online e offline. Facebook utilizza tutte le informazioni fornite dagli utenti per erogare pubblicità mirata. Nel mese di giugno, il social network ha annunciato che a breve userà i dati sulla navigazione su siti e app per erogare pubblicità mirata: ![tv](http://i.huffpost.com/gen/1911403/thumbs/n-TV-570.jpg)
Si tratta di advertising basato sugli interessi, i quali sono suddivisi in base alle seguenti categorie: ![life events](http://i.huffpost.com/gen/1905256/thumbs/n-LIFE-EVENTS-570.jpg)
Per il momento, questo nuovo tipo di pubblicità riguarda solo gli Stati Uniti, anche se l’obiettivo è quello di un lancio globale nei prossimi mesi. Facebook ha giustificato questo nuovo tipo di pubblicità altamente mirata sostenendo che siano stati gli stessi utenti a chiedere di poter ricevere solo gli annunci pubblicitari conformi ai loro interessi. In realtà, secondo uno studio del Center for Digital Democracy, sono le società finanziarie i principali soggetti che si servono del social network a fini pubblicitari, "bombardando" gli utenti con annunci su carte di credito, prestiti e altri servizi. Contestualmente, ha annunciato la creazione di nuovi strumenti per garantire la privacy degli utenti. Innanzitutto sarà possibile disattivare totalmente questo tipo di pubblicità utilizzando lo strumento messo a disposizione dalla Digital Advertising Alliance (opt-out tool), oppure utilizzando gli strumenti forniti dal proprio device Android o iOS. Inoltre, le persone potranno verificare e gestire le categorie di interessi associate al proprio profilo attraverso il nuovo strumento Ad Preference. Facebook ha presentato per la prima volta servizi di localizzazione in grado di trasformare ogni dispositivo mobile in un efficace navigatore. ![location tracking](http://i.huffpost.com/gen/1900397/thumbs/o-LOCATION-TRACKING-570.jpg?2)
Facebook a breve utilizzerà i dati relativi alla localizzazione a fini commerciali. Nel mese di aprile, il social network presentò la nuova applicazione di geo-tag per dispositivi mobile “Trova amici nelle vicinanze” che permette di trovare gli amici iscritti al sito che si trovano nei paraggi. Già allora, la società ammise l'interesse nello sviluppo della app in futuro a fini di marketing e pubblicità. Facebook può usare voi e i vostri dati per la ricerca. ![research](http://i.huffpost.com/gen/1914008/thumbs/n-RESEARCH-570.jpg)
La "clausola ricerca" compare nei termini del contratto e nell'estate del 2012, Facebook ha condotto una serie di ricerche ed esperimenti su quasi 700.000 ignari utenti per un'intera settimana. L'obiettivo di questi studi consisteva nel capire se le emozioni potessero diffondersi in modo contagioso attraverso il social network. L'intera banca dati di Facebook è potenzialmente a disposizione delle agenzie governative. Facebook ha dichiarato di ritenere incostituzionale la richiesta di informazioni relative agli utenti da parte del governo statunitense.Tuttavia, la società ha ammesso di consentire al governo l'accesso ai dati in oltre l'80 per cento dei casi: ![screen](http://i.huffpost.com/gen/1898225/thumbs/o-SCREEN-570.jpg?2)
Facebook si riserva, per contratto, il diritto di poter cambiare in ogni momento le condizioni e i termini di utilizzo. Ciò significa che ogni utente che usa il social network acconsente a ogni potenziale modifica operata all'interno delle stesse clausole del contratto. ![use](http://i.huffpost.com/gen/1905655/thumbs/n-USE-570.jpg)
Traduzione di Alessia Biancalana
Post n°11657 pubblicato il 22 Agosto 2014 da Ladridicinema
![](http://static.controlacrisi.org/images/auto/3b/3b2e3b2e7f2aea35d54497854d4a5a3056459420a13cd36f79e64814_175x175.jpg) La difficile trattativa intorno al destino del Teatro Valle che inaugurerà in settembre una nuova fase ha fin qui dimostrato che lo sforzo non semplice di mantenere tre anni di occupazione nel quadro di una consapevole legalità costituente ha dato i suoi frutti. La piena interiorizzazione da parte dei “comunardi” di una genuina padronanza del tema giuridico ed istituzionale dei beni comuni ha favorito una interlocuzione costruttiva e coraggiosa con l’amministrazione capitolina. Questa, a sua volta, ha dimostrato coraggio e capacità di ascolto nella scelta dei soggetti più idonei a non far perdere alla città di Roma una grande occasione per valorizzare la propria immagine internazionale. Mi giungono continue, qui a Berkeley, le manifestazioni di interesse di colleghi anche molto autorevoli per la vicenda Valle. “Occupy Oakland” è ormai uno sbiadito ricordo, sicché i miei colleghi sono colpiti dal fatto che in Italia una esperienza coeva non abbia incontrato i manganelli della polizia ma abbia piuttosto avuto il tempo di generare cultura, anche istituzionale, nella forma della Fondazione Teatro Valle Bene Comune. In che modo si passerà dal riconoscimento politico largamente ottenuto in queste settimane alla costruzione di una nuova istituzione del comune sufficientemente matura per provare ad interpretare una inedita forma di collaborazione con le istituzioni del pubblico è un passaggio che genera un crescente interesse anche internazionale. E’ chiaro che non possiamo permetterci un calo di energia politica e che anzi il cammino da settembre in avanti richiede il perseguimento consapevole di un obiettivo politico-istituzionale e non solo artistico. Vorrei dunque iniziare a discutere sulla questione dell’assetto giuridico definitivo del Teatro Valle, qualora davvero, magari dopo un periodo transitorio più o meno lungo in cui si possono sperimentare forme diverse di collaborazione fra il Teatro di Roma e la Fondazione Teatro Valle Bene Comune, si trovi la forza per imporre la sperimentazione di un assetto istituzionale coerente con l’interesse della cultura e delle generazioni future. 29soc1 sotto vallePer noi giuristi si tratta di una ghiotta occasione pratica di immaginare un’istituzione culturale bene comune, partecipata e aperta. Più in generale Roma ha la possibilità di realizzare un’esperienza di amministrazione della cultura fondata su una interpretazione forte, proprio per le origini conflittuali, del principio di sussidiarietà, proponendo un modello che potrebbe essere replicato nella riconquista e nel governo dei beni comuni culturali in tutta Europa. A tal fine occorre la forza anche morale di imporre la “destituenza” al fine di costituire un’istituzione giuridica del comune che sia genuinamente alternativa al “pubblico” così come lo conosciamo oggi. Infatti, la struttura gerarchica e concentrata che caratterizza l’amministrazione pubblica fondata su un potere burocratico, controllato solamente dalla Corte dei Conti, capace di limitare nei fatti la stessa azione politica, è quanto di più lontano si possa immaginare rispetto al buon governo dei beni comuni. Grazie all’ occupazione si è scongiurata la privatizzazione ma il pubblico autoritario non è un nemico meno temibile dei beni comuni. Nelle settimane passate si è parlato di un presunto danno erariale creato dal pagamento delle bollette del Teatro Valle. Un tale ragionamento non sta in piedi. Qualsiasi amministrazione del mondo metterebbe la firma per organizzare a meno di 100.000 euro l’anno tre stagioni come quelle scorse al Valle! Tuttavia, il semplice fatto che l’argomento del danno erariale abbia potuto essere seriamente avanzato da qualche alto burocrate comunale, dimostra come la stessa discrezionalità politica sia assai limitata nel modello amministrativo verticale. E’ necessario superare questo modello amministrativo recuperando la flessibilità di governo necessaria per qualsiasi progetto in cui la creatività sia un valore. Nella cultura, nei teatri, nell’università la creatività non può essere umiliata. Essa va assecondata con un assetto istituzionale con essa compatibile. Si colga quest’occasione per uscire dal vecchio schema: il Teatro Valle non sia più un bene pubblico, appartenente in modo proprietario e dunque autoritario al Ministero, che con forme più o meno bizantine lo trasferisce al Comune il quale a sua volta si sente responsabile di fronte alla Corte dei Conti della sua gestione, tramutando una grande esperienza culturale in un incubo burocratico fatto di Ministeri, Assessorati, Sovrintendenze, Uffici…. Il Teatro Valle diventi davvero una prima esperienza a livello internazionale di bene comune ufficialmente costruito come tale, con una governance coerente con l’interesse di tutti. Per farlo, sappiamo bene che esso va organizzato su un assetto proprietario autonomo e “generativo”, capace di diffondere il potere senza concentrarlo nelle mani di qualcuno (sia esso un Ministro, un Sindaco o un Assessore che in futuro potrebbero essere bene meno lungimiranti di quelli attuali). Sappiamo che si deve dare al Valle uno Statuto (che è il Dna delle istituzioni) che metta al centro prima di tutto l’interesse della cultura e delle generazioni future. Gli amministratori del Valle dovranno seguire questo Statuto e saranno controllati nella loro azione da quella grande agenzia di controllo che è la partecipazione. Esistono già oggi fior di strutture giuridiche adattabili a questo bisogno. Un modello potrebbe essere il trasferimento del Teatro ad una Fondazione in partecipazione, (in Italia il Fai è organizzato così) aggiustando naturalmente lo statuto in modo da ampliare la partecipazione assembleare. Un’altra possibilità, validissima e riconosciuta in Italia dalla Convenzione dell’Aja del 1985, è la costituzione del Valle in un community trust nell’ interesse delle generazioni future. Questo modello, dotato di grande flessibilità, è la forma giuridica più adatta per costruire un assetto istituzionale che non sia né privato né pubblico, ma appunto “comune”. Un comune che, non meno della proprietà privata, potrà finalmente godere di tutela giurisdizionale di rango costituzionale ponendosi così al riparo tanto dalle privatizzazioni quanto da tentativi di restaurazione della logica autoritaria del pubblico verticale. Salvaguardare il modello Valle significa prima di tutto prendere sul serio la proposta costituente dei beni comuni che da esso è partita.
Post n°11656 pubblicato il 22 Agosto 2014 da Ladridicinema
Post n°11655 pubblicato il 19 Agosto 2014 da Ladridicinema
Box Office Italia In Italia, come prevedibile, le due uscite forti sbancano il botteghino: Dragon Trainer 2 passa i 2 milioni di euro, grazie alle sue 283.418 presenze in appena due giorni (è uscito sabato, più un giorno di anteprima) mentreHercules - Il guerriero, con 187.819 presenze raccoglie 1.4 milioni, doppiando Apes Revolution, che regge bene al terzo posto. Interessante anche il dato di Planes 2 - Missione Antincendio, che in un solo giorno di anteprima raccoglie 135mila euro. Briciole, com'è ovvio, per tutti gli altri film in classifica. La prossima settimana inizia "ufficialmente" la stagione 2014-2015 ed in arrivo ci sono Cattivi Vicini, Liberaci dal male e Step Up All In che dovrebbero posizionarsi senza problemi nella top ten.
Box Office Usa In America, nonostante le numerose new entry, il vertice della classifica non cambia: in testa resistono (incredibilmente, a dirla tutta, perché non era assolutamente pronosticabile) le Turtles, che con altri 28 milioni arrivano a ben 117 milioni, mentre al secondo posto mantengono media altissime i Guardiani della galassia, arrivati a 222 milioni e prossimi a diventare il miglior incasso dell'anno. Marvel/Disney hanno fatto centro per l'ennesima volta. Tra le new entry sale sul podio la commedia Bastardi in divisa che con 17.7 milioni supera di un soffio I Mercenari 3, fermo a 16.2 e The Giver - Il mondo di Jonas che chiude il terzetto con 12.7 milioni. Quanto al dato relativo a I Mercenari 3, sicuramente il fatto che 2 milioni di persone abbiano scaricato il film via torrent (il file è ancora disponibile e oramai abbondantemente "virale", quindi la frittata è fatta) avrà inciso sui risultati, anche se è impossibile dire quanto e come (il secondo episodio aveva incassato 28.5 milioni). Nessuna novità nel resto della top ten con Into The Storm che collassa al sesto posto con appena 31 milioni incassati, mentre brillano The Hundred-Foot Journey e Lucy. Rientra nella top ten anche Boyhood. La prossima settimana arriva un altro terzetto di film per iniziare a chiudere un'estate americana meno che memorabile (ma agosto farà segnare nuovi record): When the Game Stands Tall, If I Stay e Sin City: Una donna per uccidere.
Post n°11654 pubblicato il 16 Agosto 2014 da Ladridicinema
Post n°11653 pubblicato il 12 Agosto 2014 da Ladridicinema
Post n°11652 pubblicato il 12 Agosto 2014 da Ladridicinema
Martedì 12 Agosto 2014 di Anna Guaita L’attore Robin Williams è morto, apparentemente suicida nella sua casa di Tiburon, in California, dove viveva con la moglie Susan. Aveva compiuto 63 anni lo scorso 21 luglio. Voci raccolte dai media americani hanno sostenuto che si è impiccato. Si sospetta che l'attore sia morto per asfissia anche se gli inquirenti hanno subito precisato che bisognerà attendere i risultati dell'autopsia per accettare le cause del decesso. Secondo quanto riferiscono i media Usa, l'attore è stato visto vivo l'ultima volta ieri sera intorno alle 22. Stamattina la polizia ha ricevuto una richiesta di soccorso nella quale si sollecitata un intervento per rianimare un uomo che non respirava nell'abitazione dell'attore a Tiburon. Ma al loro arrivo, i paramedici non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. L'annuncio della Bbc La moglie, Susan Schneider, ha rilasciato una breve dichiarazione: «Questa mattina ho perso mio marito e il mio migliore amico, mentre il mondo ha perso uno degli artisti più amati e un essere umano stupendo. Ho il cuore a pezzi». L'ultimo tweet di Williams risale al 31 luglio scorso ed era dedicato al compleanno della figlia. «Buon compleanno a Ms. Zelda Rae Williams! Quarto di un secolo di vita oggi, ma sempre la mia....», ha scritto l'attore americano allegando poi la foto di padre e figlia quando lei era piccola. Williams era uno degli attori più amati d’America, ma aveva da poco subito l’amara delusione di vedere la sua serie tv, The Crazy Ones, cancellata per scarso successo. Non si sa se questa sconfitta abbia aggravato lo stato di evidente crisi in cui l’attore si trovava. All’inizio dello scorso mese Williams era entrato in una clinica specializzata nel recupero degli alcolisti. Il suo portavoce aveva messo in chiaro che Williams non aveva subito una ricaduta, ma che “dato il momento difficile” trovava necessario “cercare supporto”, per amore della propria famiglia. Da più parti era stato rivelato che Williams, uno dei comici più trascinanti e graffianti, soffriva anche di depressione. Già nel 2006, l'attore americano era andato in un centro per disintossicarsi dall'alcol. Robin Williams è legato a interpretazioni leggendarie. Il suo Mrs Doubtfire (Mammo per sempre) è stato un capolavoro di comicità e di bravura, ma sarà ricordato anche per L'attimo fuggente, Good morning Vietnam, La leggenda del Re pescatore, Risvegli e il toccante L’uomo bicentenario. Nel 1997 gli fu assegnato l'Oscar come miglior attore non protagonista per "Good Will Hunting" diretto da Gus Van Sant. Williams aveva fatto uso di cocaina da giovane, ma dopo la morte del caro amico John Belushi nel 1982, per overdose, aveva per sempre smesso di usare droghe. Tuttavia non era mai riuscito a liberarsi del tutto dall’alcol e da crolli ricorrenti di depressione.
Post n°11651 pubblicato il 12 Agosto 2014 da Ladridicinema
![Poster](http://mr.comingsoon.it/imgdb/PrimoPiano/35204_ppl.jpg) L'attore Robin Williams è stato ritrovato morto in casa sua. Secondo il comunicato della polizia di Marin County in California, il decesso sarebbe dovuto a "suicidio per asfissia". Robin Williams, 63 anni, è stato dichiarato ufficialmente morto lunedì 11 agosto alle 12h02 ora locale, le 21h02 in Italia.
Susan Schneider, moglie dell'attore, ha rilasciato una dichiarazione in cui rende omaggio al marito e chiede che la loro vita privata sia rispettata in questo momento di dolore: "Ho perso mio marito e il mio miglior amico, mentre il mondo ha perso uno degli artisti più amati e un uomo magnifico. Il mio cuore è spezzato per sempre. In questo momento, a nome della famiglia di Robin, vi chiedo di rispettare la nostra vita privata e il nostro lutto. In sua memoria, vi chiediamo di rivolgere vostri pensieri ai momenti di gioia e di risate che ha reagalato al mondo intero e non alla sua morte".
Da parte sua, Zelda Williams, figlia venticinquenne dell'attore, ha reso un ultimo omaggio a suo padre attraverso Twitter con un commovente messaggio tratto da Il Piccolo Principe di Saint-Exupéry : "Tu, tu solo potrai avere le stelle come nessun altro… "
Post n°11650 pubblicato il 08 Agosto 2014 da Ladridicinema
Signor Sindaco di Roma, signora Assessore alla Cultura del Comune di Roma,
chiediamo pubblicamente la vostra attenzione perché pensiamo che la trattativa che può decidere la sorte del Teatro Valle sia arrivata ad un punto cruciale. Grazie alla conduzione sensibile di Marino Sinibaldi e alla nuova attenzione politica dimostrata da Giovanna Marinelli, sono emerse le linee fondamentali di una soluzione che può essere davvero condivisa da tutti. Il Comune e il Teatro di Roma hanno, infatti, riconosciuto non solo che l’occupazione (ancorata a precise disposizioni costituzionali, che affermano il diritto-dovere dei cittadini, singoli o associati, di svolgere attività di carattere generale, sulla base del principio di sussidiarietà) ha salvato il teatro dalla privatizzazione o dalla chiusura, facendo in modo che non venisse meno la sua funzione sociale, ma hanno anche condiviso l’idea che il modello culturale, artistico, gestionale del Valle è un modello fortemente interessante perché riesce a coniugare in concreto qualità e capacità di attrazione e formazione del pubblico. Negli ultimi due incontri si è, anzi, iniziata a intravedere la possibilità che, anche una volta entrato nel Teatro di Roma, il Valle conservi una sua marcata autonomia culturale e gestionale, pur nel rispetto della normativa vigente. Crediamo che questa sia una via promettente, una via che delinea una soluzione la cui importanza politica trascende perfino la sorte del Valle stesso. Negli ultimi decenni, anche in campo culturale le pubbliche amministrazioni si sono impegnate a creare nel loro seno società e agenzie che permettessero di agire secondo procedure, e non di rado anche con finalità, di tipo privatistico. Qua si tratta di avviare un processo perfettamente speculare: e cioè studiare il modo in cui sia possibile che le istituzioni pubbliche ospitino al loro interno un modo diverso per essere pubblico. Un modo radicalmente costituzionale di essere pubblico. Se il Comune di Roma riuscirà a dimostrare che è possibile un altro modo di fare teatro pubblico, e che questo modo può stare dentro il sistema pubblico attuale, questo successo rappresenterà una tappa storica nell’esperienza del governo di sinistra. Un primo, chiarissimo segno della capacità e della forza di invertire la rotta. Se vi scriviamo, è perché ci sembra che questo risultato sia troppo importante, e troppo a portata di mano, per vanificarlo con scadenze che non sono dettate da nessuna reale esigenza. Siamo convinti che sia importante che la trattativa sia conclusa prima che il teatro debba essere (seppur temporaneamente) abbandonato: se questa scadenza sarà spostata all’autunno inoltrato e se la trattativa riprenderà ai primi di settembre si potrà arrivare in tempi ragionevolmente brevi ad un risultato prezioso per l’Amministrazione comunale, per la Fondazione Teatro Valle Bene Comune e per tutti coloro che nel Paese guardano con ansia e fiducia a questo passaggio cruciale. Grati per l’attenzione, vi salutiamo cordialissimamente Massimo Bray Pippo Civati Celeste Costantino Paolo Maddalena Maria Rosaria Marrella Ugo Mattei Tomaso Montanari Christian Raimo Salvatore Settis
Post n°11649 pubblicato il 08 Agosto 2014 da Ladridicinema
Dopo la clip di qualche giorno fa, ecco arrivare le immagini dell’edizione estesa gift set dello Hobbit: la Desolazione di Smaug, che uscirà negli USA il 4 (o almeno questa è la data che riporta attualmente Amazon.com, sappiamo che l’edizione estesa normale uscirà il 3). L’edizione Gift Set includerà un modellino molto particolare: i nani durante la fuga dal Regno degli Elfi Silvani all’interno delle botti. Attendiamo dettagli sull’edizione italiana, che comunque arriverà più o meno negli stessi giorni, e l’elenco preciso dei contenuti speciali (che come al solito si preannunciano corposi). Per quanto riguarda le scene aggiuntive, ricordiamo che si tratta di ben 25 minuti in più. ![hobbit desolazione smaug extended 02](http://www.hobbitfilm.it/wp-content/uploads/2014/08/hobbit-desolazione-smaug-extended-02.jpg)
![hobbit desolazione smaug extended 01](http://www.hobbitfilm.it/wp-content/uploads/2014/08/hobbit-desolazione-smaug-extended-01.jpg) ![hobbit desolazione smaug extended 04](http://www.hobbitfilm.it/wp-content/uploads/2014/08/hobbit-desolazione-smaug-extended-04.jpg) ![hobbit desolazione smaug extended 03](http://www.hobbitfilm.it/wp-content/uploads/2014/08/hobbit-desolazione-smaug-extended-03.jpg)
Post n°11648 pubblicato il 08 Agosto 2014 da Ladridicinema
di Vincenzo Vita ![rai 8](http://www.articolo21.org/wp-content/uploads/2014/04/rai-8-300x203.jpg) “Luglio, col bene che ti voglio vedrai non finirà…”, cantava –vincendo il Disco per l’estate- Riccardo Del Turco nel ’68. Già, la relativa autonomia dell’arte. Caro sottosegretario Giacomelli purtroppo luglio si è concluso e la conclamata consultazione sulla nuova Convenzione tra lo Stato e la Rai non è partita. La concessione dei “media di servizio pubblico” (non del mero servizio pubblico, così ha suggerito il consiglio d’Europa nel 2012 e come ha rammentato Marco Mele su “il sole 24 ORE”) sarà ugualmente ridefinita entro la fine dell’anno? Tra l’altro, In quest’ultimo ipotetico caso, andrebbe spiegato a che servirebbe il contratto di servizio, la cui firma coinciderebbe di fatto con la sua stessa scadenza. Insomma, luglio è passato e nulla è all’orizzonte, salvo il piano di 97 pagine sul riordino dell’informazione della Rai –accorpata in due filiere- presentato dal direttore generale Gubitosi al consiglio di amministrazione e in procinto di essere illustrato alla commissione parlamentare di vigilanza. Ampiamente raccontato nei giorni passati da Aldo Fontanarosa su “la Repubblica”. Ecco. L’unica consultazione pubblica è quella in atto da impulso di Giulietti sul sito di “Articolo 21”, da cui sta emergendo una proposta da rilanciare: un “contropiano” da presentare tra poche settimane, in grado di dare basi teoriche e valoriali al necessario confronto con i progetti di cui si parla. I veri innovatori sono coloro che sanno voltare davvero pagina, uscendo dalla “coppia” tagli e demagogia. Si impone un vero sguardo della e sulla realtà. Con la diffusione della rete, tecnologia e forma culturale come diceva Raymond Williams riferendosi alla televisione, è avvenuta una rottura. Qualsiasi ri-costruzione della proposta pubblica-bene comune passa da qui. E’ la messa alla prova della cifra di progressismo effettivo contenuto nei vari programmi, al di là delle promesse. Altro che riunificazione delle testate, eventuale effetto di una ben più impegnativa rivisitazione del modello di broadcasting pensato sotto il segno dell’analogico. Reti, testate, settori classici appaiono parole ingiallite, come è superata la fabbrica del fordismo. Video on demand, streaming, all news, creatività digitale sono paradigmi di riferimento, mentre si richiede un aggiornamento dei livelli e degli stili delle produzioni di film , audiovisivi, format. E’ il tema delle biblioteche dei saperi. Né serve evocare ex post il santuario della Bbc, ora che pure lì si sta rimettendo in causa tanto del vecchio blasone. “No, non è la Bbc..” recitava uno dei motivi della mitica trasmissione di Arbore e Boncompagni. Il contesto italiano è tutt’altro. Forse si poteva immaginare un percorso omologo negli anni settanta, agli albori della privatizzazione dell’etere. Quando ancora non era esploso il fenomeno berlusconiano e si era in grado di procedere oltre la riforma della Rai del ’75. Avvenne il contrario e la verità ora non va rimossa. Come ricorda Franco Rositi nella efficace relazione svolta al convegno sulla Rai dell’Istituto A. Gemelli e C. Musatti nel maggio del 2006, tra i compiti essenziali individuati dal Libro Verde preparato dal governo britannico in vista del rinnovo della “Royal Charter” del 2007 vi era quello di sostenere una democrazia consapevole. L’esatto opposto dell’utilizzazione dei media al puro fine del consenso. E neppure la migliore riforma reggerebbe, poi, se venisse svincolata dagli altri due elementi del trittico democratico: regolazione del conflitto di interessi e abrogazione della legge Gasparri. * Il Manifesto – 6 agosto 2014 7 agosto 2014
Post n°11647 pubblicato il 08 Agosto 2014 da Ladridicinema
![1171303_rassegna-stampa_thumb_big](http://ultimissimecalcio.it/wp-content/uploads/2014/08/1171303_rassegna-stampa_thumb_big-640x360.jpg)
Non ci siamo cari giornalisti sportivi, non ci siamo care redazioni sportive, non ci siamo giornali sportivi, non ci siamo per niente! Da una settimana a questa parte abbiamo toccato il fondo e iniziato a scavare …. Un conto è “Gino” che vien al bar e dice: “Oh la Juve ha preso Messi”, si prende una valanga di insulti e poi gli si offre anche da bere per averci riso tutti insieme. Ma un giornale “serio” no, non può permetterselo, un giornale su scrivono dei giornalisti che ha la tessera di giornalista e che rappresentano il giornalismo, e come tali percepiscono uno stipendio, non lo possono fare, un giornale a cui arrivano finanziamenti pubblici per scrivere notizie e svolgere un servizio pubblico NON PUO’ ASSOLUTAMENTE FARLO. Un conto è dire tizio prenderà caio, quella è interessato a quel giocatore etc etc, è il calciomercato, tutti sanno che possono essere certezze come invenzioni, alcuni si sono inventati delle carriere grazie a questo, ma MAI mi era successo, o almeno mai con questa frequenza e quantità di leggere notizie false, sì non boutade di calciomercato, ma notizie false, inventate di sana pianta. “E’ ma è il mondo del web, adesso la notizia è vecchia prima che esca” e quindi? vorreste dirmi che non le controllate più? Volete dirmi che la “concorrenza del web è talmente forte” che per avere mercato, per avere delle notizie in anteprima e in esclusiva dovete inventarvele? Probabilmente sì, è così, ed allora chiudete! O almeno che non gli vengono più dati soldi pubblici che possono essere utilizzati in ben altro modo, tanto non fanno un servizio, ma un disservizio, quindi fanno solo danno perché si permette a dei millantatori di avere visibilità, una cosa che destabilizza, e francamente adesso tutto c’è bisogno tranne di questo. Io sinceramente non credo che non ci sia altro metodo, credo che debbono puntare sulla loro professionalità, sulla loro organizzazione, sulla loro esperienza per competere nel mercato attuale offrendo quello che altri non possono, francamente adesso escono articoli che “mio cugino” in terza elementare può fare più interessanti, ma loro possono fare ben altro. Scrivete cose interessanti, vere, cose che la gente non sa, non che Vidal è a manchester a fare le visite quando la mia “app mobile” me lo fa vedere live a Vinovo …, vi costruireste la vostra nicchia, perché è quello che dovete fare, adesso la dominanza nel mercato dell’informazione non esiste più, il “mondo globale” ha messo tutto a disposizione di tutti”, la professionalità, quello fa la differenza, non usarla è un peccato. Lo fanno in tanti, il mio non è un discorso generalista, “non fa di tutta l’erba un fascio”, ci sono, e per fortuna, ancora tanti giornalisti seri, precisi, brillanti, alcuni anche geniali, che fanno il loro lavoro tutti i giorni ma che sono sopraffatti e svergognati da questi personaggi che si comportano in modo non corretto, a loro mi rivolgo, all’associazione dei giornalisti affinchè intervengano, si facciano sentire, “buttino fuori” questi inadatti e riqualifichino il loro lavoro. Aiutateci a vivere un po’ meglio le nostre giornate.
Post n°11646 pubblicato il 05 Agosto 2014 da Ladridicinema
Articolo pubblicato il: 04/08/2014 Roma - (Adnkronos/Cinematografo.it) - 'Apes Revolution: Il pianeta delle scimmie' subito in testa al box office italiano, con 1.540.996 euro nel weekend ( da giovedì a domenica) e 1.956.721 euro dal giorno di uscita, mercoledì 30 luglio. Al film di Matt Reeves con Andy Serkis anche la miglior media copia: 2.470 euro. Seconda piazza, in discesa, per 'Transformers 4: L'era dell'estinzione', con 564.007 euro nel fine settimana buoni per un incasso complessivo di 7.782.618 euro. Sul terzo gradino del podio 'Anarchia - La notte del giudizio', con 313.420 euro e 1.456.344 euro totali. Accanto ad 'Apes Revolution', altre due le new entry in top 10: 'Universal Soldier - Il giorno del giudizio', quinto con 76.864 euro, e 'Chef - La ricetta perfetta', settimo con 73.788 euro. Completano le prime dieci posizioni: '22 Jump Street' (quarto); 'Maleficent' (sesto con 13.864.137 euro complessivi); 'Una notte in giallo' (ottavo); 'Provetta d'amore' (nono) 'Mai così Vicini' (decimo).
Post n°11645 pubblicato il 04 Agosto 2014 da Ladridicinema
"Pur essendo favorevole al finanziamento pubblico ministeriale e avendolo chiesto, non l’ho mai ricevuto con profonda gioia dei miei detrattori. Non mi hanno nemmeno concesso il non oneroso 'riconoscimento di interesse culturale', dato però a Neri Parenti e ai Vanzina - dice l'attrice -. È un film che parla di una questione storica cruciale per l’Italia il patto stato-mafia è l’atto fondativo della Seconda Repubblica" Lo stemma della Repubblica italiana con al centro, al posto della tradizionale stella, un uomo nero con coppola e lupara. È bastato il lancio sul web della locandina, e del trailer, de La Trattativa, il film sulla trattativa ‘stato-mafia’ che Sabina Guzzanti porterà Fuori Concorso al prossimo Festival del Cinema di Venezia, per innescare le polemiche tra alcuni deputati Pd e la stessa regista romana già autrice di Viva Zapatero e Draquila. “È inutile lamentarsi dei numerosi episodi all’estero che speculano sulla mafia per vendere prodotti se poi in Italia ci troviamo di fronte a casi altrettanto deplorevoli come il manifesto del nuovo film di Sabina Guzzanti”, hanno spiegato in una nota congiunta i parlamentari ‘dem’ Michele Anzaldi, Lorenza Bonaccorsi, Federico Gelli,Ernesto Magorno e Nicodemo Oliverio, “Nessuno mette in discussione la libertà di trattare tutti gli argomenti, anche i più delicati e scabrosi, ma da una donna di spettacolo e di successo come lei ci saremmo attesi una maggiore prudenza nel combinare simboli che non hanno nulla a che vedere tra di loro”. “In realtà voci di corridoio ci informano che sono seccati perché la nostra locandina ha bruciato una slide che avevano preparato per festeggiare l’Italicum”, ha scritto la Guzzanti sul suo sito web, “la sagoma di un tizio ai domiciliari che scrive la riforma elettorale”. E queste sono solo le prime schermaglie per un film dalla lavorazione travagliata e sofferta, ora pronto per il Lido di Venezia 2014 tra star hollywoodiane e titoli art house: “È un film che parla di una questione storica cruciale per l’Italia”, spiega la Guzzanti al fattoquotidiano.it, “il patto stato-mafia è l’atto fondativo della Seconda Repubblica oltre che un fatto storico che ha condizionato enormemente il nostro presente politico. Tutto nasce dal progetto di Licio Gelli, poi ci sono i patti con Berlusconi, l’assenza di un’opposizione politica e il candidato Pd più benvoluto dai berlusconiani diventato presidente del consiglio. Anche Renzi non è altro che il frutto di questo accordo”. Per portare a termine il suo sesto lavoro da regista la Guzzanti ha impiegato parecchio tempo soprattutto nel trovare denaro per produrlo: “Ho iniziato il progetto La Trattativa nel settembre 2010 e solo oggi è pronto. Pur essendo favorevole al finanziamento pubblico ministeriale e avendolo chiesto, non l’ho mai ricevuto con profonda gioia dei miei detrattori. Non mi hanno nemmeno concesso il non oneroso “riconoscimento di interesse culturale”, dato però a Neri Parenti e ai Vanzina”. La Trattativa non sarà un documentario in forma pura ma mescolerà spezzoni di repertorio e di interviste compiute dalla Guzzanti (quella accennata nel trailer all’ex ministro Mancino è tutta da gustare, ndr) con l’aspetto finzionale di un gruppo di attori che mette in scena gli episodi più rilevanti della vicenda nota come trattativa stato mafia. Attori – come si vede nella clip del fattoquotidiano – che impersoneranno mafiosi, agenti dei servizi segreti, alti ufficiali, magistrati, vittime eassassini, massoni, persone oneste e coraggiose. “È un racconto appassionante”, continua, “e in quanto lavoro cinematografico ha una forza diversa da un articolo di giornale o da un reportage televisivo. In questo film, che non è un documentario ma un lavoro creativo, ho messo in fila parecchi particolari storici. Ricordiamoci che chiunque racconta qualcosa in forma cinematografica propone un punto di vista: quando questo non c’è il film allora non è riuscito”. Alberto Barbera, direttore della Mostra del Cinema di Venezia, ha parlato del film in modo entusiasta; la casa di distribuzione Bim di Valerio De Paolis punta ancora ad occhi chiusi sul marchio Guzzanti: “La presenza al Lido mi rende felice. Non cerco mai nessuna polemica per quello che faccio. Semmai mi piace il dibattito finito il film in sala, dopo l’esperienza collettiva unica della proiezione. A Venezia non si fa, ma appena La Trattativa uscirà in sala lo seguirò come ho fatto con gli altri miei film per fermarmi col pubblico molto tempo in sala a discuterne”.
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Inviato da: Mr.Loto
il 28/03/2022 alle 11:57
Inviato da: Mr.Loto
il 15/10/2020 alle 16:34
Inviato da: RavvedutiIn2
il 13/11/2019 alle 16:33
Inviato da: surfinia60
il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
il 02/04/2019 alle 14:45