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Messaggi del 02/12/2013

 

Musica: Battiato, diventa un album l'incontro con Antony & the Johnsons da la repubblica

Post n°10742 pubblicato il 02 Dicembre 2013 da Ladridicinema
 

Roma, 26 nov. (Adnkronos) - Diventa un album l'incontro dal vivo tra Antony & the Johnsons e Franco Battiato. ''Del Suo Veloce Volo'' così il titolo, viene pubblicato oggi per Universal Music Italia e contiene gran parte dei pezzi eseguiti dai due artisti e da Alice nel concerto tenutosi il 2 settembre scorso all'Arena di Verona. Un incontro tra voci diverse su pezzi dei rispettivi reportori e non solo, cucito insieme dagli arrangiamenti della Filarmonica Arturo Toscanini, tra le più apprezzate orchestre sinfoniche italiane. In mezzo ai set solisti dei due artisti ('Cripple and the starfish', 'For today I am a Boy', 'Crazy in Love', 'Salt Silver Oxygen' e 'Hope There's Someone', cantanti da Antony, e 'Il re del mondo', 'Tutto l'Universo obbedisce all'amore', 'La cura', 'E ti vengo a cercare', 'Bandiera Bianca/Up patriots to arms' ed 'Inneres Auge', cantati da Battiato), gli incontri e gli avvenimenti che hanno reso unico il concerto, i duetti sulle note di 'You're My Sister', sulla cover dei Rolling Stones 'As tears go by' e il brano da cui la loro collaborazione è iniziata, 'Frankenstein' di Antony che su 'Fleurs 2' si era trasformata in 'Del suo veloce volo', una canzone splendida che mette in mostra il meglio delle loro due vocalità riunite. "Con Antony ci piacciamo moltissimo vocalmente. Il nostro legame nasce da questo, dal tipo di sonorita'", sottolinea Battiato. 'Del Suo Veloce Volo' ha il pregio di riportare sul palco accanto a Battiato anche Alice che canta con il musicista siciliano 'I treni di Tozeur' e 'La Realtà non Esiste'. "E' stata una cosa bella e rara perche' lei ormai ha scelto di fare una vita appartata", dice Battiato che pero' ha rivelato che Alice dovrebbe tornare a Sanremo e che uno dei brani per la gara dovrebbe scriverglielo proprio lui. "Ma non so se ci riusciro' perche' c'e' poco tempo e io sto sempre in giro e mi servirebbe almeno un pianoforte", ammette. (segue)

(26 novembre 2013 ore 18.32)
 
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Festival di Sanremo 2014: tra i primi nomi Battiato, Carrà e Giorgia da ogginotizie.it

Post n°10741 pubblicato il 02 Dicembre 2013 da Ladridicinema
 
Tag: news

Festival di Sanremo 2014: tra i primi nomi Battiato, Carrà e Giorgia
Sanremo - Mancano ormai poco più di due mesi alla prossima edizione del Festival di Sanremo, che si terrà dal 18 al 22 febbraio 2013, ancora una volta 'targata' Fabio Fazio, ed ecco che già trapelano le prime indiscrezioni sui cantanti che vi parteciperanno. 
Indubbiamente i nomi che spiccano di più, tra quelli dei primi artisti dati già per quasi certi al prossimo Festival di Sanremo 2014 sono quelli di Raffaella Carrà, già confermata, di Franco Battiato e di Giorgia, che potrebbe anche duettare con Alicia Keys, con la quale canterebbe la bellissima 'I will pray' sul palco dell'Ariston.
Naturalmente, però, si tratta, in questo caso, di artisti non in gara, per i quali è prevista un'esibizione in veste di super ospiti.
Per quanto riguarda invece i concorrenti veri e propri, Tv Sorrisi e Canzoni anticipa che tra i probabili Big figurano Nek, Arisa, Giusy Ferreri, Noemi, Mango, Raphael Gualazzi, Alex Britti. 

 
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Povero Paul Walker: per il divo di "Fast & Furious" una morte ad alta velocità da la repubblica

Post n°10740 pubblicato il 02 Dicembre 2013 da Ladridicinema
 
Tag: news

Aggiornato il 01 dicembre 2013

Il protagonista della serie con Vin Diesel era sulla Porsche di un amico. Entrambi hanno perso la vita quando la vettura si è schiantata su un palo della luce e su un albero e ha preso fuoco. Lascia una figlia adolescente

SANTA CLARITA (California) - Dopo aver raccontato per più di un decennio sul grande schermo le corse clandestine in automobile e la passione per i motori l'attore Paul Walker, protagonista della serie cinematografica Fast & Furious, è stato tradito dall'alta velocità, mentre viaggiava con un amico su una Porsche Carrera Gt. Walker è morto a Valencia, a nord di Los Angeles, mentre stava andando ad un evento benefico organizzato dalla sua associazione, la Reach Out Worldwide, per raccogliere fondi da destinare alle popolazioni colpite dal tifone Haiyan nelle Filippine. Aveva 40 anni. 

"E' con profonda costernazione che ci troviamo a confermare che Paul Walker è morto oggi in un tragico incidente. Era passeggero dell'auto di un amico, ed entrambi hanno perso la vita", si legge sulla pagina Facebook dell'attore.

  • {}

    L'attore Paul Walker ha perso la vita in un incidente stradale a nord di Los Angeles. La Porsche su cui viaggiava con un amico si è schiantata contro un palo della luce e un albero e ha preso fuoco. Nelle immagini il luogo dell'incidente

 





La stampa locale riporta che la Porsche rossa si è schiantata contro un palo della luce e un albero e si è incendiata. Secondo la polizia locale la causa sarebbe stata l'alta velocità. Tra i primi ad affidare alla rete il suo dolore proprio il collega e amico Vin Diesel che ha postato su Instagram una loro foto insieme con un messaggio: "Fratello, mi mancherai tantissimo. Sono senza parole. Nel cielo c'è un nuovo angelo. Riposa in pace", 
  • {}

    Un destino tragico è capitato alla star di Hollywood Paul Walker. Il divo della saga cinematografica "Fast and Furious" che dal 2000 racconta la passione per i motori e l'alta velocità è morto ieri vicino a Los Angeles. A confermare la scomparsa della star è stata la sua agente, Ame Van Iden. In una dichiarazione pubblicata sulla pagina Facebook di Walker, si spiega che l'attore si trovava sul sedile del passeggero nell'auto di un amico, una Porsche Carrera Gt. Secondo una prima ricostruzione l'auto si sarebbe schiantata contro un palo della luce e un albero prima di prendere fuoco a causa dell'alta velocità. Walker stava andando a un evento benefico organizzato dalla sua associazione, la Reach Out Worldwide, per raccogliere fondi da destinare alle popolazioni colpite dal tifone Haiyan nelle Filippine.
    Qui accanto a Vin Diesel in "Fast and furious 5"


Nato a Glendale, in California, il 12 settembre del 1973, Walker era il più grande di cinque fratelli. La sua era una famiglia umile, mormone e la madre l'aveva portato sin da piccolo a fare provini. Non per lanciarlo nel mondo dello spettacolo, spiegava Walker, ma per contribuire a sbarcare il lunario. Aveva studiato biologia marina ed era un grande ammiratore di Jacques Cousteau. E ne avrebbe seguito le orme, se non fosse diventato attore. Una carriera iniziata prestissimo, la sua: dopo alcuni ruoli in tv, aveva debuttato al cinema a soli 13 anni, in Non aprite quell'armadio di Bob Dahlin. Il successo era arrivato nel 2001 con la prima pellicola della saga Fast & Furious, tra le più popolari produzioni del cinema d'azione. Nei panni dell'agente Brian O'Connor, infiltrato nel mondo della corse clandestine, aveva partecipato al sequel, al quarto, al quinto e al sesto episodio della serie, al fianco tra gli altri di Vin Diesel e Michelle Rodriguez. 

La popolare saga cinematografica sulle corse e battaglie di auto che racconta le avventure dei personaggi cinematografici Dominic Toretto, interpretato da Vin Diesel, e Brian O'Conner da Paul Walker


Ma anche a tanti altri film, tra i quali Flags of Our Fathers (2006) di Clint Eastwood. La sua carriera si divideva tra cinema d'azione (oltre alla saga di Vin Diesel anche TakersTrappola in fondo al mare) e commedie romantiche (accanto a Penelope Cruz in Un amore sotto l'albero). 
Walker stava lavorando a un nuovo Fast & Furious, il settimo, con la regia di James Wan, la cui uscita era programmata per il prossimo luglio. Aveva da poco finito di girareHours di Eric Heisserer, un thriller che negli States uscirà a metà mese. Lascia una figlia, Meadow di 14 anni.
 
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Torino 2013, i vincitori: "Club Sándwich" miglior film da cineblog.it

Post n°10739 pubblicato il 02 Dicembre 2013 da Ladridicinema
 

 

Scritto da:  - sabato 30 novembre 2013

 

Torino 2013, i vincitori:

E si è conclusa anche l’edizione 2013 del Torino Film Fest ed è appena arrivata la lista dei vincitori. Vediamoli insieme, per ogni film (se disponibile) verrà indicata la nostra recensione.

- Miglior Film a: Club Sándwich di Fernando Eimbcke (Messico, 2013); ecco la nostra recensione.

- Premio Speciale della giuria a: 2 automnes 3 hivers di Sébastien Betbeder (Francia, 2013); la nostra recensione.

- Premio per la Miglior attrice a: Samantha Castillo per Pelo Malo di Mariana Rondón (Venezuela, 2013); la nostra recensione.

- Premio per il Miglior attore a: Gabriel Arcand per Le démantèlement di Sébastien Pilote (Canada, 2013); la nostra recensione.

- Premio per la Miglior sceneggiatura a: Pelo Malo di Mariana Rondón (Venezuela, 2013)

o del pubblico a: La mafia uccide solo d’estate di Pierfrancesco Diliberto “Pif” (Italia, 2013); la nostra recensione e i complimenti della redazione di Cineblog.

- Miglior Film per Internazionale.doc a:A Spell to Ward Off the Darkness di Ben Rivers e Ben Russell (Francia/Estonia, 2013) con la seguente motivazione:

Per la sua abilità nel costruire un complesso collegamento tra il cinema delle origini e le attuali tendenze etnografiche e documentaristiche, al pari della sua molteplicità di forme (triangolari) che permettono al contempo di sorprenderci con franchezza e di immergerci nelle tensioni che costituiscono la condizione umana.

. Premio Speciale della giuria per Internazionale.doc a: Stop the Pounding Heart di Roberto Minervini (USA/Belgio/Italia, 2013) con la seguente motivazione:

Per la sua poetica capacità di descrivere l’eterna lotta che sostengono gli individui e le comunità negli Stati Uniti d’America.

- Miglior Film per Italiana.doc a: I fantasmi di San Berillo di Edoardo Morabito (Italia, 2013) con la seguente motivazione:

Dopo il dolore viene il singulto a darci sollievo. Nei bassifondi la vita non è mai una promessa, ma guai a toccarcela, se non ne abbiamo un’altra. Di questo pare ci informino, con illuminata dignità, i personaggi di San Berillo e con loro ci sembra di ascoltare quelli di tutti i “sottani” del mondo.

- Premio Speciale della giuria per Italiana.doc va ex-aequo a: Striplife di Nicola Grignani, Alberto Mussolini, Luca Scaffidi, Valeria Testagrossa e Andrea Zambelli (Italia, 2013) con la seguente motivazione:

Racconta, attraverso intelligenti scelte cinematografiche, la normalità di una giornata nella Striscia di Gaza. Un film che contrasta volontariamente con l’overdose di immagini di guerra veicolate e consumate attraverso i media.

e a:

Wolf di Claudio Giovannesi (Italia/Repubblica Ceca, 2013) con la seguente motivazione:

Mancare la propria vita per provare a riabilitare quella del padre. Questo è il dramma di Wolf Murmelstein la cui esistenza muore due volte sotto il peso della memoria. Dalle immagini dei film di repertorio, dalle riprese di lunghe file di caseggiati abbandonati dove la vita è già passata in modo irreparabile, affiora un ritratto palpitante di umana intensità in cui il mezzo cinematografico ci consegna conoscenza, dubbi ed emozione.

- La Giuria assegna inoltre una Menzione Speciale a Il segreto di cyop&kaf (Italia, 2013) con la seguente motivazione:

Per il forte potenziale narrativo che si sviluppa all’interno di un microcosmo popolato da bambini che (quasi inconsapevolmente) percorrono e ripercorrono modalità evidenti di un mondo adulto già in guerra. Attraverso la loro storia si compone e stratifica l’origine di un disagio che riguarda tutti.

- Premio Chicca Richelmy per il Miglior film a Recuiem di Valentina Carnelutti (Italia, 2013) con la seguente motivazione:

Per la sensibile compiutezza e originalità di sguardo con cui l’autrice ha raccontato un momento traumatico e definitivo quanto naturale, intimo e familiare quale è la morte. L’opera non indulge in una rappresentazione esibita del dolore, preferendo invece assumere un taglio di positiva ambiguità, ritrae un momento di muta e attonita sospensione nel quale convivono emozioni e reazioni delle tre fasi dell’esistere: infanzia, maturità e vecchiaia.

- Premio Speciale della giuria a No More Lonely Nights di Fabio Scacchioli e Vincenzo Core (Italia, 2013) con la seguente motivazione:

Per la capacità di tradurre in tessuto narrativo di straniante impatto la dimensione artificiale nel quale un certo immaginario cinematografico ha collocato il rapporto amoroso e la solitudine che spesso lo accompagna. Da sottolineare inoltre come l’uso del registro sonoro assume il carattere di una vera e propria partitura sensoriale, dando consistenza quasi fisica al vuoto che l’opera intende raccontare.

io Achille Valdata per il Miglior cortometraggio in collaborazione con La Stampa – Torino Sette a Carminedi Davide Luchino (Italia, 2013) con la seguente motivazione:

Per l’ironia con cui è stato affrontato un tema attuale come il rapporto tra i giovani e le nuove tecnologie.

- La Giuria del Premio Fipresci assegna il Premio per il Miglior film aLe démantèlement di Sébastien Pilote (Canada, 2013) con la seguente motivazione:

Sommesso dramma familiare minimalista, di chiare origini letterarie e di forte impianto etico, narrato con un lungo pedinamento dell’anima che svela il sublime affetto paterno di un anziano allevatore.

- Premio Cipputi 2013 come Miglior film sul mondo del lavoro a Portrait of a Lone Farmer di Jide Tom Akinleminu (Danimarca/Nigeria/Germania, 2013) con la seguente motivazione:

Un film intimo e delicato che usa la camera come un utensile capace di raccontare un padre e un figlio, un contadino e un cineasta attraversati da due continenti, l’Europa e l’Africa. Il lavoro dell’uno e dell’altro si guardano, si incontrano e cercano di capirsi e di raccontarsi.

- Il quinto Mouse d’Oro - il premio dei siti di cinema – al Torino Film Festival 2013 è stato assegnato al film Club Sándwich di Ferando Eimbicke mentre il Mouse d’argento al miglior film fuori dalla competizione è andato a Frances Ha (la nostra recensione) di Noha Baumbach. Vi ricordo che il Mouse d’oro è il premio deciso da 80 siti di cinema.

 
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Criscitiello, duro attacco a RCS. Risarcimento danni per 2 milioni di euro da tuttosport

Post n°10738 pubblicato il 02 Dicembre 2013 da Ladridicinema
 

02.12.2013 18:17 di Redazione TuttoJuve Twitter: @Tuttojuve_com  
© foto di Federico De Luca

Questa volta non si scherza e il noto giornalista televisivo Michele Criscitiello passa alle vie legali, con gli studi Di Cintio-Ferrari (Bergamo) e Villani (Avellino) per una richiesta di maxi risarcimento danni nei confronti della nota casa editrice milanese RCS. Domani mattina saranno presentati tutti gli atti in Tribunale e la richiesta è di 2 milioni di euro, per danno di immagine e diffamazione. In un articolo di sabato mattina, a firma Sebastiano Vernazza, sul settimanale Sportweek venivano riportate diverse inesattezze sul lavoro svolto da Criscitiello. I vertici del gruppo RCS hanno già preso contatto con i legali del giornalista che, però, andrà avanti per la sua strada.

Ecco quanto dichiarato dallo stesso

"Posso capire ma non concepire determinati articoli di cattiva e falsa informazione da piccoli blog di Provincia (già querelati penalmente n.d.r.) ma non da un gruppo editoriale come RCS. Non è la prima volta in cui la malafede di alcuni colleghi supera l'invidia ma questa volta si è andati oltre, facendo una confusione nel lettore unica. Per questo sento il dovere di intervenire drasticamente. Il silenzio potrebbe apparire come un atto di colpevolezza e, invece, sul mio lavoro non transigo. I miei legali chiederanno un maxi risarcimento danni (2 milioni di euro n.d.r.) non solo al giornalista in questione ma anche all'azienda, colpevole di pubblicazione ed omesso controllo. In quell'articolo vengono scritte numerose inesattezze: Sportitalia non ha organizzato nulla, ha solo trasmesso l'evento e ospitato nei suoi studi la produzione. Alcuni dei disoccupati ai quali si fa riferimento, hanno guadagnato in un periodo per tutti noi difficilissimo. Io da EDB vanto un credito pari a 54.000 euro, come può testimoniare Orienta Partners, ma questo nessuno lo dice o scrive. I vincitori delle tre edizioni del Workshop sono stati tutelati dal sottoscritto e oggi lavorano tutti. Contattate su Twitter Marco Russo, Sarah Castellana, Luca Cilli, Fernando Siani e Cristian Pravatà e chiedetegli com'è cambiata la loro vita. Scrivete anche a Giuseppe Di Giovanni e Federica Terramoccia che sono con me, nonostante non abbiano vinto ma si sono messi ugualmemente in mostra. Chi ha scritto quel pezzo ha letto il regolarmento che viene inviato a tutti gli interessati prima dell'iscrizione? Le falsità non le accetto. I ragazzi ancora oggi mi scrivono e molti sono in stretto contatto con il sottoscritto. Non ho mai parlato di Ordine dei Giornalisti e ho sempre spiegato che potevano partecipare anche ragazzi senza tesserino o laurea. Bastava il diploma. Bravi si diventa sul campo, non sui libri o con raccomandazioni perchè in possesso di cognomi forti. La verità è che se qualcuno vuole lavorare con i giovani in questo Paese viene ostacolato. Controllassero tutte le tasse che pago per questo Paese e poi possono scrivere di me. Dell'argomento non parlo più, ora la palla passa agli Avvocati".

 
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Il film messicano Club Sandwich vince il Torino Film Festival 2013 da comingsoon

Post n°10737 pubblicato il 02 Dicembre 2013 da Ladridicinema
 


Il film messicano Club Sandwich vince il Torino Film Festival 2013

Il film Club Sandwich del messicano Fernando Eimbcke ha vinto il concorso del Torino Film Festival 2013. Il film racconta di Paloma una madre single di trentacinque anni che ha come migliore amico il figlio quindicenne Hector. Inseparabili, i due condividono tempo libero, segreti e confessioni intime. Il loro rapporto è destinato però a cambiare durante una vacanza al mare: qui Hector incontra la coetanea Jazmin e sono subito scintille. Per la giovane madre scoprire che il figlio provi attrazione per una ragazza è uno shock: oltre alla sorpresa, a sconvolgerla è l’idea di venir messa da parte. 

Qui sotto l'elenco dei premi ufficiali del TFF31: 

TORINO 31

 

La Giuria di Torino 31 – Concorso Internazionale Lungometraggi, composta da Guillermo Arriaga, Stephen Amidon, Aida Begić, Francesca Marciano e Jorge Perugorría assegna i premi:

Miglior Film (€ 15.000) a: Club Sándwich di Fernando Eimbcke (Messico, 2013)

Premio Speciale della giuria a: 2 automnes 3 hivers di Sébastien Betbeder (Francia, 2013)

Premio per la Miglior attrice a: Samantha Castillo per Pelo Malo di Mariana Rondón (Venezuela, 2013)

Premio per il Miglior attore a: Gabriel Arcand per Le démantèlement di Sébastien Pilote (Canada, 2013)

Premio per la Miglior sceneggiatura a: Pelo Malo di Mariana Rondón (Venezuela, 2013)

Premio del pubblico a: La mafia uccide solo d’estate di Pierfrancesco Diliberto “Pif” (Italia, 2013)

 

INTERNAZIONALE.DOC

La Giuria di Internazionale.doc, composta da Cíntia Gil, Jean-Charles Hue e Gabe Klinger, assegna i seguenti premi:

Miglior Film per Internazionale.doc (€ 5.000) a: A Spell to Ward Off the Darkness di Ben Rivers e Ben Russell (Francia/Estonia, 2013)

Premio Speciale della giuria per Internazionale.doc a: Stop the Pounding Heart di Roberto Minervini(USA/Belgio/Italia, 2013)

 

ITALIANA.DOC

La Giuria di Italiana.doc, composta da Jasmin BasičEsmeralda Calabria e Salvatore Mereu, assegna i seguenti premi:

Miglior Film per Italiana.doc in collaborazione con Persol (€ 5.000) a: I fantasmi di San Berillo di Edoardo Morabito (Italia, 2013) 

Premio Speciale della giuria per Italiana.doc va ex-aequo a: Striplife di Nicola GrignaniAlberto Mussolini, Luca Scaffidi, Valeria Testagrossa e Andrea Zambelli (Italia, 2013)

e a: Wolf di Claudio Giovannesi (Italia/Repubblica Ceca, 2013)

La Giuria assegna inoltre una Menzione Speciale a: Il segreto di cyop&kaf (Italia, 2013)

 
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Lo Hobbit - La desolazione di Smaug: Orlando Bloom ci parla del ritorno di Legolas

Post n°10736 pubblicato il 02 Dicembre 2013 da Ladridicinema
 


Lo Hobbit - La desolazione di Smaug: Orlando Bloom ci parla del ritorno di Legolas

Dopo essere stato uno dei nove membri della Compagnia dell'Anello nei tre capitoli del Signore degli anelli,Orlando Bloom torna nel secondo capitolo de Lo Hobbit nel ruolo dell'elfo Legolas. Nel momento di accettare la proposta, l'unica sua perplessità è stata sulla reazione dei fan nel vedere Legolas far parte di un mondo nel quale non era stato incluso nei libri di Tolkien. Di questo e di tanto altro ci parla in questa intervista. 

Come hai scoperto che Legolas sarebbe tornato per i film de Lo Hobbit e in quell’occasione cosa hai pensato? 

Ero in contatto con Peter Jackson. Ci siamo incontrati a Londra mentre era là in viaggio. Mi ha detto “Senti, avremmo in mente di far tornare ‘Leggy’. Questo è ciò che abbiamo in mente. Tu cosa ne pensi?” 
E io ho detto, “Certo”. Adoro il personaggio, adoro Peter Jackson e adoro la Nuova Zelanda. Quindi ho detto, “Sì, fantastico”. 

A livello creativo, penso che loro [Jackson e i co-sceneggiatori Fran Walsh e Philippa Boyens] amano lasciarsi aperti alla possibilità che le storie si evolvano e cambino, perciò c’era un’ampia traccia di come avrebbero potuto essere le cose. Io mi sono lasciato coinvolgere sulla fiducia, convinto che poi le cose avrebbero preso forma. E, naturalmente, avendo lavorato con Pete, Fran e Philippa, e avendo lavorato nella trilogia de Il Signore degli anelli, sapevo come avrei recitato. Pete ha lanciato la mia carriera, scegliendomi per Legolas. Adoro il personaggio e quel mondo. Non mi sono dovuto sforzare in alcun modo per rientrare nel personaggio. 

L’unica perplessità, che ho esposto a Pete, è stata sulla reazione dei fan nel vedere Legolas far parte di un mondo nel quale non era stato incluso nei libri di Tolkien. Ma Pete è stato molto rassicurante nella sua risposta, che è stata che naturalmente Thranduil fa parte di quel mondo. Legolas è il figlio di Thranduil e perciò combacia con la storia. Pete tiene sempre d’occhio il libro, mantenendo l’integrità di quel mondo e della storia, prendendo poi la licenza poetica per procurare, ciò che ritengo, quello che spero siano per i fan e il pubblico delle storie avvincenti e lo sviluppo dei personaggi. Quindi, a mio avviso, ha trovato un ottimo equilibrio. 

Com’è stato andare in Nuova Zelanda e reindossare le orecchie e la parrucca di Legolas? Ti sei riappropriato del personaggio? 

Naturalmente, è stato meraviglioso tornare in Nuova Zelanda. È stato un ritorno in famiglia, davvero, sotto tanti punti di vista. Ho vissuto nella stessa via dove avevo vissuto quando avevo fatto le mie prime riprese. È stato straordinario. 

Ovviamente reindossare le orecchie, la parrucca e il costume e tutto il resto è stato fondamentale per riappropriarmi del personaggio. Ho avuto un po’ di tempo prima delle riprese per allenarmi con il tiro con l’arco, la spada, andare a cavallo, riprendere i movimenti e tutte quelle cose. Tutta questa preparazione mi ha ricordato e rinfrescato la memoria su come avevo costruito il mio personaggio e come l’avevo approcciato durante quegli anni. È stata un’esperienza meravigliosa. 

Legolas avrà delle folli scene acrobatiche in questo film come quelle nella prima trilogia? 

Sì, ha dei momenti particolarmente interessanti. Pete è bravo per queste cose. Sa quando e di che cosa ha bisogno ciascun personaggio, e penso che questo si rifletta su Leggy. È un personaggio grandioso. Arriva senza dire molto e sfodera delle mosse e affronta la situazione. È un piano semplice ma efficace. 

Ci puoi dire cosa ne pensa Legolas di Thorin e della Compagnia dei Nani quando li incontra? Nutre la stessa antipatia per i Nani che aveva nei film de Il Signore degli anelli? 

Come prequel, in queste storie puoi vedere chiaramente il conflitto interraziale tra i Nani e gli Elfi, ai suoi inizi o quanto meno in parte. È lampante. Direi proprio di sì. 
Gli Elfi e il Regno dei Boschi, che ho sempre identificato con Legolas, sono un gruppo alquanto militante. Penso che [J.R.R.] Tolkien li descrivesse come “meno saggi e più pericolosi”, che in verità riassume ciò che sono. Quindi hanno indubbiamente una spigolosità e un temperamento peperino. Penso che, per quanto riguarda il percorso del mio personaggio in questi film, sia fantastico come si sia unito al gruppo degli elfi. Ha senso. È molto ben costruito e ragionato, da quella prospettiva. Almeno questo è il mio pensiero. Credo che funzioni e che i fan si divertiranno. Non sono uno scrittore, ma nella mia testa ha tutto senso ed è molto ben spiegato. Raccontami del rapporto tra Legolas e l’elfo guerriero Tauriel, interpretato da Evangeline Lilly, e come è stato lavorare con Evangeline? Tauriel è un po’ una principiante, un elfo impulsivo. Lei è ancor meno saggia e ancor più pericolosa. È un personaggio molto volenteroso. La storia del mio personaggio riprende una dinamica di padre/figlio con Thranduil; e poi Tauriel si intreccia con la sua vicenda e questo si interseca con ciò che accade quando interagiscono tutti quanti. È molto bella questa aggiunta per Legolas. Penso funzioni bene in questo prequel. Mi sono divertito a lavorare con Evangeline. Penso sia stata la scelta perfetta per Tauriel, e ha contribuito al personaggio con la sua visione e le sue idee. Credo funzioni molto bene. È un gran personaggio, quello di Tauriel, e penso che Legolas e Tauriel funzionino bene insieme. Credo sia stato una sorta di bonus aggiuntivo.

Hai fatto riferimento alla dinamica padre/figlio tra Legolas e Thranduil. Come descriveresti il loro rapporto? 

Suo padre è un personaggio complesso ed è ovviamente un personaggio potente e ferito. C’è un interessante dinamica basata su Thranduil. Cerca di controllare, mantenere e sviluppare il potere degli Elfi del Bosco Atro, e come interagiscono con i Nani. 

Naturalmente vediamo quell’interazione e la complessità della dinamica. Quindi, penso che Legolas, in quella dinamica tra padre e figlio, sia il figlio che cresce e desidera andare ad unirsi alla compagnia dell’anello. Sta imparando e rendendosi conto che ci sono cose che desidera fare al di fuori dei confini familiari. 

Dal momento che hai avuto il tuo debutto come Legolas, hai incontrato delle persone che ti dicono nel corso degli anni che Legolas è il loro personaggio preferito?

Sì. È successo. È un grande personaggio. Come ho detto non mi sono dovuto sforzare in alcun modo per rientrare nel personaggio, perché amo molto interpretarlo. È ritratto meravigliosamente da Tolkien. E la visione di Pete sul personaggio e la storia è semplicemente meravigliosa. Perciò è stato fantastico. 

 
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Juventus-Udinese: i media rovinano l’iniziativa dei bambini in Curva da http://networkedblogs.com/

Post n°10735 pubblicato il 02 Dicembre 2013 da Ladridicinema
 

Siamo la vergogna che fingiamo di provare” cita una celebre canzone di Luciano Ligabue. Ed è vergognosa la vergogna (scusate il gioco di parole) chela stampa italiana finge di avere oggi, dopo la presenza festosa di circa 12mila bambini nelle due curve dello Juventus Stadium.

Questi i fatti: nella serata dedicata interamente ai bambini, che hanno occupatola Curva Sud e la Curva Nord dello Juventus Stadium (squalificate dopo i cori contro i napoletani), la Juventus batte l’Udinese per 1-0. Nel frattempo, sugli spalti, tra un “Juve! Juve!” scandito dai piccoli tifosi presenti, ed un “Pirlo, Pirlo!” urlato all’uscita dal campo del regista bianconero, abbiamo anche assistito ad uno sfottò che ascoltiamo sempre durante le partite casalinghedella Juventus: quel “oooooh, merda!” urlato al portiere avversario (in questo caso Zeljko Brkic) ad ogni rinvio.

Uno sfottò, peraltro divertente (chiunque sia andato allo Juventus Stadium si è divertito ad urlarlo), niente più. Anche se fatto da bambini Under 13. Se poi vogliamo fare i moralisti a tutti i costi, facciamo i moralisti. Diciamo a questi bambini che le loro urla e i loro incitamenti sarebbero bastati a galvanizzare l’ambiente, diciamo che la coreografia fatta di tante piccole bandierine era sufficiente per dar morale alla squadra, diciamo anche che il tifo va fatto per incitare la propria squadra e non per insultare gli avversari. Bene, lo abbiamo detto? Ora che lo abbiamo fatto, parliamo tra “adulti” (anche se dovremmo aprire un capitolo a parte su questa parola): crediamo veramente che i nostri bambini non sappiano dire cose ben peggiori? Crediamo veramente che lo sfottò ad un avversario (rimanendo sempre nell’ambito del rispetto verso l’altro) sia un caso da prima pagina?

Perchè vi chiediamo questo? Analizziamo bene la situazione: l’urlo “merda!” è stato introdotto allo Juventus Stadium fin dalla sua inaugurazione, ma non è stata assolutamente una novità nell’ambito calcistico del tifo. Soprattutto all’estero, ovvero in quelle nazioni a cui noi aspiriamo per correttezza e fair play, si sentono cori ad ogni rinvio del portiere. In Italia, questa “moda” non è presente solo a Torino, ma anche in altri stadi d’Italia. Perchè, quindi, svegliarsi di colpo e ricordare che bisogna rispettare l’avversario? Solo perchè si tratta di bambini? Credete davvero che il povero Brkic abbia risentito, abbia pianto a dirotto, per esser stato chiamato in quel modo dalla tifoseria avversaria? A vedere le parate che ha fatto, non si direbbe.

Ma la cosa davvero straordinaria, in realtà, è il trattamento di riguardo – se vogliamo chiamarlo così – che la stampa ha nei confronti della Juventus. Nella stessa giornata di ieri, spostandoci solo di un centinaio di chilometri verso Est, a Bergamo, si giocava un Atalanta-Roma a rischio per la rivalità tra due tifoserie (di “adulti”). La partita è iniziata con una coreografia non proprio simpaticissima (un carro armato disegnato, a ricordare quello vero che i tifosi atalantini usarono alla “Festa della Dea” per schiacciare una macchina dipinta di giallorosso) nella Curva dell’Atalanta, ed è finita con scontri tra le tifoseriea fine partita. Ovviamente su tutti i giornali, in prima pagina, c’erano i “merda!” dei baby-tifosi della Juventus, e quasi nessun accenno ai fatti di Bergamo. Nulla di nuovo, tra l’altro, perchè in Italia è così che vanno le cose: la notizia è tale solo se proviene da certe squadre. Quindi, allo stadio, possiamo esporre striscioni “Vi aspettiamo all’uscita dai box”, oppure inneggiare alla morte di un calciatore rimasto a terra, o insultare la madre di un avversario che non ci sta simpatico. Ma dobbiamo insegnare ai bambini che “merda” non si dice, no, no!

Credete davvero che dei bambini Under 13 non sappiano già tutto quello che viene detto all’interno di uno stadio? Vi sbagliate. E, per una volta, cari media, imparate a prendere il bello delle iniziative, senza dover fare facili moralismi. Perchè anche la ricerca della notizia a qualsiasi costo non è un buon insegnamento per i bambini…

“Una volta tanto vediamo le cose in positivo. La Juventus si era fatta promotrice di una bella iniziativa. Ora non buttiamo a mare il lato bello della questione e casomai cerchiamo di spiegargli che certe cose non vanno bene” ha detto qualche ora fa il Presidente del Coni, Giovanni Malagò. Tutto chiaro, ora?

Samuele Divincenzo

 
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The princess and the queen, nuovo romanzo per George Martin de Game of Thrones da newnotizie.it

Post n°10734 pubblicato il 02 Dicembre 2013 da Ladridicinema
 

Ebbene sì, zio Martin, come lo definiscono i fan di Game of Thrones, sta per tornare in libreria con un nuovo romanzo. Purtroppo per i fan delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, però, non si tratta dell’attesissimo sesto romanzo della saga, che ha reso celebre lo scrittore, ma è un prologo a tutte le vicende che lì sono state narrate fino ad ora.

La storia, infatti, risale a circa duecento anni prima degli avvenimenti raccontati nelle Cronache e riguarda una terribile guerra civile scoppiata a Westeros per colpa della rivalità tra la principessa Rhaenyra Targaryen e la regina Alicent, sua matrigna.

Nelle circa cento pagine del nuovo romanzo, non può certo mancare una battaglia, che in questo caso verrà chiamata The Dance of the Dragons dove si leggerà di scontri tra draghi e uomini e anche draghi che si scontano tra loro in volo. Non mancheranno, ovviamente, anche gli altri tratti caratteristici dei romanzi di Martin, quindi aspettatevi spargimenti di sangue, tradimenti e questioni politiche.

Il libro approderà in libreria il 3 dicembre e potrebbe essere un valido passatempo, nell’attesa di leggere il penultimo capitolo delle Cronache, sempre che Martin riesca a scriverlo!

 
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