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Messaggi del 23/12/2013

 

Se la Youporn Generation dilaga dal web al cinema da cineblog

Post n°10843 pubblicato il 23 Dicembre 2013 da Ladridicinema
 

Da "Clip" a "Nymphomaniac", arrivano numerose pellicole che raccontano le perversioni più sfrenate o le frustrazioni di chi si rifugia nel mondo virtuale

Quattro miliardi e 85 milioni. È il numero abbastanza impressionante delle visite che ha ricevuto nel 2012 Youporn, il re dei siti porno.

Se moltiplichiamo per tre questa cifra, ci troviamo di fronte allo sterminato pianeta di utenti della top five dei canali specializzati PornHub, XVideos, Tube8 e RedTube.

Non può stupire allora che la diffusione tanto generalizzata di materiale pornografico inizi a entrare in un certo immaginario collettivo. Così il cinema, che è lo specchio della vita, propone una contaminazione con il mondo del porno online acquisendone, se non il linguaggio tout court, almeno alcune forme. Una tendenza che si fa evidenza in Clip, l'opera prima della giovane regista serba Maja Miloš vincitrice dello scorso Festival di Rotterdam e ora portata in Italia dalla nuova realtà distributiva Il Kino (nata dall'esperienza dell'omonimo cineclub romano», che è un ritratto crudo e particolarmente esplicito della cosiddetta «Youporn Generation». Per raccontare la storia di una sedicenne che, per fare piacere al proprio ragazzo, sprofonda in un vortice di sesso, la regista (classe 1983) utilizza tutti gli stilemi propri del porno online. Così la bravissima attrice Isidora Simijonovic, che presto ritroveremo accanto ad Abel Ferrara nel nuovo film di Davide Manuli, è chiamata a interpretare una ragazza che esegue, e anzi spesso addirittura anticipa, tutte le fantasie del suo ragazzo come da decalogo delle classificazioni degli amanti dei video porno. Così c'è la scena esplicita girata in soggettiva direttamente da chi il sesso lo sta facendo (il cosiddetto Pov che sta per Point of view), quella ambientata in un luogo pubblico, c'è la depilazione delle parti intime, ci sono certi tipi particolari di orgasmo.

La materia è scabrosa, ma è stupido far finta che non esista anche perché, come spiega la regista nata a Belgrado, «il film non è una cartolina dalla Serbia, i comportamenti che racconto non sono specifici del mio Paese ma appartengono agli adolescenti di tutto il mondo. In particolare m'interrogo su come i sentimenti possano convivere con la moltitudine di video pornografici amatoriali disponibili in rete». Dove lo smartphone, come un po' racconta anche Disconnect di Henry-Alex Rubin in uscita il 9 gennaio, sembra aver sostituito gli occhi e le parole dei protagonisti - riprendere per credere che le cose accadano - e la piattezza riprodotta del sesso sia l'unico motivo di vita.

E qui ci si ricollega a un altro film uscito da poco, Don Jon, esordio dietro la macchina da presa del matterello Joseph Gordon-Levitt (l'attore di Inception), in cui il protagonista Jon Martello - nomen omen - rimorchia ogni fine settimana una donna diversa che però alla fine non potrà competere con lo schermo di un computer. Perché, anche se Jon porta a letto una come Scarlett Johansson, dopo finisce patologicamente sui siti porno. Per dire di come certe immagini abbiano iniziato a confondersi la realtà. E il fatto che la pubblicità del film sia finita direttamente sui monitor degli utilizzatori finali di PornHub che, come abbiamo visto, è uno dei siti mondiali più cliccati, è il dettaglio che chiude il cerchio.

Che poi il porno sia un argomento all'ordine del giorno al cinema è testimoniato dalla spasmodica attesa del film di Lars Von Trier dall'inequivocabile titolo Nymphomaniac, appena acquistato per l'Italia dalla Good Films, con interpreti del calibro di Charlotte Gainsbourg, Stellan Skarsgård, Shia LaBeouf, Christian Slater, Jamie Bell, Uma Thurman, Willem Dafoe. Il film monstre del regista danese - la versione lunga è di 5 ore - è diventato una leggenda ancora prima di uscire per le scene di sesso esplicito (girate da attori porno come controfigure). Ma Lars Von Trier con i suoi 57 anni è di una generazione lontana anni luce da quelle cresciute online e il suo sguardo sulla pornografia è più mediato e molto meno prosaico con tutti i suoi riferimenti colti all'arte, la musica, la religione, la letteratura.

 
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