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Messaggi del 21/01/2014

 

Olmi,set in trincea per Italia in guerra da Ansa

Post n°10983 pubblicato il 21 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

Fitta nevicata a inizio riprese. Nel cast Claudio Santamaria21 gennaio, 12:36
Olmi,set in trincea per Italia in guerra(ANSA) - ROMA, 21 GEN -''Siamo sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 sugli Altipiani. Tutto ciò che si narra in questo film è realmente accaduto. E poiché il passato appartiene alla memoria, ciascuno lo può evocare secondo il proprio sentimento''. E' 15-18 l'Italia in Guerra, il nuovo film di Ermanno Olmi. Le riprese, con Claudio Santamaria, sotto una fitta nevicata sono cominciate lunedì sull'Altopiano dei sette comuni, ad Asiago. E' prodotto da Cinema 11 e da Ipotesi Cinema con Rai cinema

 
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Italia a festival francese corti

Post n°10982 pubblicato il 21 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

Un film in concorso, un dvd presenta migliore produzione anno

Italia a festival francese corti(ANSA) - TORINO, 21 GEN - Al festival di Clermont-Ferrand, che è la 'Cannes' dei cortometraggi, l'Italia sarà presente con un film in concorso e uno stand incaricato di promuovere la produzione nazionale. Il film è America di Alessandro Stevanon, autoprodotto dall'autore. La promozione sarà affidata a un dvd, Italian Short Films 2014, che conterrà una selezione dei migliori corti nazionali dell'ultimo anno. (ANSA).

 
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Cercasi disperatamente papà Freud da cinecittà news

Post n°10981 pubblicato il 21 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 

Stefano Stefanutto Rosa20/01/2014

“E’ una commedia romantica, sentimentalmente al femminile, sulle differenze in amore e sulla difficoltà di accettarle”. Così il regista Paolo Genovese presenta Tutta colpa di Freud, costato 6 milioni, distribuito in 400 copie da Medusa il 23 gennaio, e sceneggiato insieme a Paola Mammini  - “Mi ha illuminato sui personaggi femminili” - e Leonardo Pieraccioni, di cui peraltro Genovese ha firmato la sceneggiatura del suo ultimo film, Un fantastico via vai.
Tutta colpa di Freud è una commedia che affronta con leggerezza, senza essere superficiale, le eterne questioni di cuore, alternando momenti divertenti e momenti seri. “Oggi da noi si punta solo sui film comici, la commedia latita, i festival ci credono poco e anche i critici conservano ancora molti pregiudizi”, sottolinea Genovese.

Protagonista è Marco Giallini, nei panni di uno psicoanalista tollerante e razionale, alle prese con i disastri sentimentali delle tre figlie, tra i 18 e i 30 anni, che cerca di aiutare con poco successo. Francesco, divorziato dopo essere stato abbandonato dalla moglie anni prima, deve fare i conti anche con la sua lunga solitudine affettiva che finalmente pare interrotta dall’apparizione di un’elegante e raffinata donna borghese, Claudia/Claudia Gerini, spesso incontrata nel quartiere dove abita. “Francesco è una bellissima persona, che mi piacerebbe avere come amico. E’ pacato, si arrabbia solo due volte e neppure troppo, e ha una goffaggine che non è mia”, afferma Giallini.

Tocca a papà Freud, cioè allo psicoterapeuta, provare a mettere sulla giusta carreggiata queste tre figlie che sbandano. Ci riuscirà? “Abbiamo pensato a diversi finali, scegliendone poi uno aperto che induca lo spettatore a riflettere sul ‘che cosa io avrei fatto?’ ”.risponde il regista.

La maggiore delle tre figlie, Marta/Vittoria Puccini, è una libraia capace di innamorarsi  dei personaggi dei romanzi più amati e nella realtà di uomini sbagliati, fino all’imprevedibile incontro con Fabio/Vinicio Marchioni, un ladro di libretti d’opera, di cui è appassionato, introverso e sordomuto. “Lo sguardo, la fisicità, i gesti hanno preso il posto delle parole nel loro rapporto ed è stato quasi magico riscoprire il silenzio”, spiega la Puccini. E il regista aggiunge quanto sia stato importante il contributo dell’Associazione italiana sordi durante la lavorazione del film.

Sara/Anna Foglietta è una gay che lascia New York dopo l’ennesimo fallimento amoroso e torna a Roma con l’intenzione di diventare ora eterosessuale. Trovare l’uomo giusto per questa donna positiva e un po’ dissociata non è facile, finché non arriva improvviso il colpo di fulmine per Luca/Daniele Liotti. “L’idea è quella di raccontare la diversità dal punto di vista del genitore, perché a parole siamo tutti democratici”, spiega Genovese.  “Certo è più semplice pensare a un eterosessuale che diventa omosessuale che non il contrario - aggiunge Anna Foglietta - Questo insolito percorso assegna al mio personaggio il diritto alla felicità indipendentemente dall’orientamento sessuale, perché quando si tratta di amore siamo tutti uguali”.

Emma/Laura Andriani è una 18enne, all’ultimo anno di liceo, che ha perso la testa per il 50enne Alessandro/Alessandro  Gassmann, un uomo immaturo, coetaneo del padre, a cui Emma vuole un gran bene senza però riuscire ad avere un rapporto tranquillo e soddisfacente. La scelta di questo personaggio femminile è avvenuta dopo un lungo casting, “cercavo una ragazza insieme provocante e innocente, che avesse questo difficile equilibrio tra i due estremi”, chiarisce il regista.

Il film è ambientato nel cuore di una Roma solare e accogliente, fatta di splendide serate estive, tra Campo de’ Fiori, via dei Coronari, piazza Navona. “Amo molto la mia città e soprattutto il centro che non è stato abbastanza raccontato, ci sono vie che spesso non vengono mostrate, scorci meravigliosi - dice ancora l’autore - certo non è facile girare nel cuore della capitale, credo che Woody Allen abbia scontato le difficoltà dei permessi”.

E l’AD di Medusa, Giampaolo Letta, aggiunge che forse proprio la Roma così ben fotografata ne La grande bellezza “è stato l’elemento forte e caratterizzante del successo del film negli Usa. Dovremmo valorizzare di più quello che abbiamo sotto gli occhi e che spesso diamo per scontato”.

 
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Sanremo? Sentimenti, no politica Cosa cantano i 14 big in gara da l'unità

Post n°10980 pubblicato il 21 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 

fabio fazio lp 640
A dominare al Festival di Sanremo saranno i sentimenti. È Fabio Fazio a dirlo, dopo aver ascoltato i 28 pezzi che i 14 big porteranno sul palco del Teatro Ariston a partire dal 18 febbraio fino alla serata finale del 22: «Sì, è vero, c'è un mood piuttosto sentimentale - spiega il conduttore - vuol dire che anche in un momento così pesante come quello odierno tutti gli artisti puntano ad emozionare». I 28 brani devono diventare 14 al termine della prima votazione (50% di responsabilità della sala stampa e altro 50% in capo al televoto).

«Abbiamo puntato su uno svecchiamento - osserva Fazio -. Non stiamo pensando al pubblico di RaiUno, ma al consumatore in generale, e se posso permettermi penso che la proposta musicale sia superiore all'anno scorso». 

«Abbiamo deciso di fare una scelta che tenesse in considerazione le canzoni e la contemporaneità. Musica che abbia un senso per le radio e che gli utenti possano scaricare immediatamente. In questo senso abbiamo spinto ancora più dello scorso anno. Lo spettacolo lo costruiremo noi, la musica abbiamo cercato di salvaguardarla», avverte il conduttore e direttore artistico della 64esima edizione della kermesse. La scelta si è basata «non su nomi storici o riconoscibili, ma sulle canzoni», rivendica Fazio presentando i brani nella sede Rai di Corso Sempione a Milano. Tra i big mancava solo Giusy Ferreri per gravi problemi familiari nel weekend. 

"Dai testi emerge la volontà di aggrapparsi alla speranza anche in un momento difficile come questo – commenta il direttore musicale Mauro Pagani - Non posso ovviamente citare i titoli, soprattutto dopo che l'anno scorso mi ero fatto sfuggire il mio entusiasmo per la canzone di Elio e sono stato costretto a ritrattare, ma voglio dire che quest'anno ci sono alcuni brani scritti in modo magistrale, canzoni che francamente avrei voluto scrivere io''. 

Tra i firmatari dei testi figurano Elisa Toffoli, Giuliano Sangiorgi, Cristina Donà, Simone Lenzi dei Virginiana Miller. «Chi si è presentato dicendomi 'Ho il perfetto brano sanremese' partiva già male», spiega Fazio. Trait d'union una certa vena sentimentale ed intima, mentre c'è pochissima politica nei testi. Le sonorità hanno sia richiami classici, includendo tango, bolero e anni Cinquanta, sia incursioni nella dance, nel soul, nell'hip hop. Per il rap c'è l'over 40enne Frankie Hi Nrg. 

Ha un retrogusto amaro, Cristiano De Andrè con «Gli Invisibili». I due pezzi di Raphael Gualazzi vanno tra il blues e il black. Ritorna sul palco Ron, che va sul classico, mentre Franki Hi NRG porta all'Ariston il suo rap con «Pedala». Francesco Renga e Antonella Ruggiero puntano molto sulla voce, mentre Arisa gioca sulla sua ingenuità velata. Noemi canterà il brano «Un uomo è un albero», Francesco Sarcina, il frontman delle Vibrazioni, porta un po' di rock, Giuliano Palma non rinuncia al suo consueto ritmo. Critica al disordine del Paese Riccardo Senigallia con la sua «Prima di andare via», la novità è «L'Italia vista dal bar» dei Perturbazione, un rock «leggero» ma apocalittico.

Si attende il responso dell'Ariston e compaiono anche i primi nomi degli ospiti: si parla di Claudio Baglioni, Gino Paoli, Raffaella Carrà, Laura Pausini e forse anche Giorgia in coppia con Alicia Keys. 

 
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La musica come impegno civile, come magia da reinventare insieme. L’eredità che ci lascia Claudio Abbado da articolo 21

Post n°10979 pubblicato il 21 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 

di Luca Del Fraclaudio abbadoParlava della musica come di una «magia» Claudio Abbado, l’aveva conosciuta da piccolissimo, quando suo padre Michelangelo, musicista anche lui, e sua madre Maria, da cui aveva ricevuto la prima lezione di pianoforte, lo portavano ai concerti e quell’uomo sul podio agitava una bacchetta come un mago. Così la musica ha voluto viverla in una carriera con pochi paragoni possibili, non solo nel nostro paese, ma in tutto il mondo.Eppure la commozione che in queste ore attraversa l’universo della musica e della cultura dice qualcosa di più su questa particolare figura di direttore d’orchestra. Abbado infatti ha profondamente rivoluzionato il mestiere e l’immagine del demiurgo capace di letture musicali uniche e irripetibili.Per quanto suggestiva, per il musicista milanese una interpretazione non aveva un valore in sé, ma come parte di disegni complessi e ambiziosi, in grado di influire sulla vita culturale di una collettività – e non solo. Basta seguire la sua carriera, 18 anni di permanenza alla Scala di Milano, 5 all’Opera di Vienna, 12 con i Berliner Philharmoniker, per capire come Abbado abbia saputo cogliere e interpretare le esigenze di trasformazione della società.Più che eventi unici, indimenticabili e dunque presto dimenticati, Abbado ha dato vita a cicli articolati: a Milano nella temperie del post ’68 dedicati a Mahler, allora non troppo conosciuto ed eseguito in Italia, a Rossini, a Berg e a Musorgskij, mentre del pari faceva concerti nelle fabbriche e la Scala riservava posti agli studenti e agli operai. Nella Vienna conservatrice, con il festival “Wien Modern” ha sdoganato la musica contemporanea, che tuttavia non considerava un mondo a sé, ma parte di tutta la musica. A Berlino, dove è arrivato nel reame un po’ stagnante del vecchio Herbert von Karajan pochi giorni dopo l’abbattimento del muro, ha dedicato interi cicli di programmazione a temi centrali della storia della cultura, da Prometeo a Faust, da Hölderlin a Shakespeare rivolgendosi anche a musicisti provenienti dall’Est del paese.Ne scaturiva l’esigenza e la capacità da una parte di coinvolgere anche grandi artisti non musicisti e dall’altra di creare nuove compagini, spesso dedicate ai giovani. Abbado ha fondato ben 6 orchestre, (l’European Community –oggi Union– Youth Orchestra, la Filarmonica della Scala, la Chamber Orchestra of Europe, la Gustav Mahler Jugendorchester, la Mahler Chamber Orchestra, l’Orchestra Mozart di Bologna, cui si può aggiungere l’Orchestra del Festival di Lucerna, benché sia formazione legata a un particolare evento).Dunque per Abbado come intellettuale della musica –definizione che forse non gli sarebbe piaciuta–, la tanta attività di organizzazione e progettazione non poteva che avvenire anche grazie a un rapporto con la politica, che il musicista milanese ha sempre vissuto come impegno e non a caso è stato nominato senatore a vita.E tuttavia non si può nascondere che quello che negli anni ’60 e ’70 era un impegno politico si sia poi lentamente trasformato in un impegno civile: da una parte probabilmente c’era il timore di essere usato, dall’altra sicuramente il segno, se si vuole la reazione a quella crisi della politica che tutti viviamo con disagio.Le interpretazioni di Abbado traggono forza dai progetti culturali in cui erano inserite, ma spiccano per intelligenza e sagacia nel cogliere nei grandi testi della tradizione gli aspetti meno consueti e abitudinari; nel riscoprire partiture cadute nell’oblio facendone apparire il valore attuale; nell’impegno verso la musica contemporanea (letture mirabili testimoniate dalle registrazioni di Mahler, Beethoven, Verdi, Berg, Nono solo per citare alcuni compositori). Un approccio laico e non scontato, da cui negli anni nasceva anche la profonda diversità delle interpretazioni di singole partiture.E infatti sul podio Abbado era molto più musicista che intellettuale: di poche parole nelle prove, durante l’esecuzione sprigionava una energia che contagiava uno per uno i membri dell’orchestra e i solisti. Tutto ciò si traduceva in una prodigiosa capacità di cogliere con naturalezza i tempi e la loro articolazione, sempre vitali e mai frettolosi; nella qualità della concertazione, negli adamantini equilibri sonori, nelle prodigiose dinamiche tra piano e forte.In un’epoca come la nostra che privilegia l’interprete rispetto all’autore, si pone la domanda non peregrina di quale sia l’eredità di un direttore d’orchestra. Per un compositore, un letterato o un artista visivo, la risposta sarebbe semplice: la sua opera. Per un direttore d’orchestra si potrebbe dire le sue registrazioni, oggi sempre più sofisticate e anche in video. Tuttavia, come sanno bene gli appassionati, dalle edizioni commemorative extralusso allo scaffale degli sconti il passo è breve ed è difficile prevedere cosa succederà delle orchestre fondate dal Maestro.In ogni caso l’esperienza di Claudio Abbado lascia a chi la saprà cogliere una chiara eredità: l’arte dei suoni non come astrazione idealistica, ma come parte integrante della cultura da ritrovare collettivamente, come impegno civile, come magia del «fare musica insieme da reinventare», anche con il pubblico, ogni giorno.20 gennaio 2014

 
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Sanremo 2014: i dettagli sui brani dei big in gara da movieplayer

Post n°10978 pubblicato il 21 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 

notizia a cura di scritta il 21 gennaio 2014
Fabio Fazio: 'Abbiamo tenuto in considerazione il valore delle canzoni, la loro potenzialità rispetto al mercato, quindi abbiamo pensato a brani che fossero scaricabili, adatti al pubblico dei consumatori.'
Sanremo 2014: i dettagli sui brani dei big in gara
"Un punto di partenza opposto, anche rischioso, rispetto alle scelte del passato. Abbiamo fatto scelte coraggiose" - così Fabio Fazio ha anticipato la prossima edizione delFestival della Canzone Italiana di Sanremo - "Mi sembra assurdo pensare al cast di Sanremo in base al pubblico di riferimento di RaiUno. La scelta di puntare su uno svecchiamento la rivendico e poi dobbiamo pensare al tipo di canzoni che si ascoltano e l'offerta è tale da soddisfare la platea più ampia, che poi è quella che segue il festival. Mi piacerebbe che si pensasse a queste edizioni di Sanremo come a un progetto lungo due anni, come a due capitoli che completano un'esperienza''

"Nello scegliere il cast" - ha continuato Fazio - "abbiamo tenuto in considerazione innanzitutto il valore delle canzoni, la loro potenzialità rispetto al mercato. In questo senso abbiamo pensato a brani che fossero scaricabili, cioè adatti al pubblico dei consumatori. Non vogliamo sul palco dell'Ariston le canzoni sanremesi nel senso classico, il festival deve essere un punto di partenza e non di arrivo di un progetto. Penso che nel complesso la proposta musicale sia un po' superiore rispetto all'anno scorso"

I brani dei big di Sanremo 2014

Arisa
Lentamente (il primo che passa)
(scritto da Cristina Donà, musica di Saverio Lanza e Cristina Donà) 
Controvento
(testo e musica di Giuseppe Anastasi) 

Lentamente viene descritto come un brano che racconta "un risveglio, la magia di ritrovare se stessi senza bisogno di altro. Ricominciando da un nuovo giorno." mentre Controvento "è una promessa" - Entrambi i brani saranno contenuti nel nuovo album di inediti Se vedo te che verrà pubblicato durante il Festival.
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Cristiano De Andrè
Il cielo è vuoto 
(di Diego Mancino e Dario Faini con la collaborazione di Cristiano De André)
Invisibili 
(di Cristiano De André e Fabio Ferraboschi) 

Il cielo è vuoto è un brano rock-orchestrale, "un incoraggiamento a dipingere il proprio "cielo", un'esortazione a riempirlo di sogni e valori, anche quando è "vuoto". Invisibili invece è un brano dalle sonorità più acustiche, una canzone intima e personale in cui il cantautore ricorda la Genova di quando era ventenne. I due inediti sanremesi saranno contenuti in Come in cielo così in guerra (Special Edition), la riedizione dell'album uscito la scorsa primavera.
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Giusy Ferreri
L'amore possiede il bene 
(musica: R.Casalino-N.Verrienti - Testo: R.Casalino)
Ti porto a cena con me
(Testo: R.Casalino Musica: R.Casalino-D.Faini)

I due brani presentati al Festival - a tre anni dalla sua ultima partecipazione alla kermesse canora - saranno contenuti nel nuovo e atteso album di inediti, la cui pubblicazione è prevista per la fine di marzo.
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Frankie Hi-Nrg

Pedala
Un uomo è vivo
(entrambi di Francesco di Gesù, Carolina Galbignani, Leonardo Beccafichi)
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Raphael Gualazzi con i The Bloody Beetroots

Liberi o no
(Testo: R. Gualazzi - Musica: R. Gualazzi, B. Cornelius Rifo)
Tanto ci sei
(Testo: G. Sangiorgi - Musica: R. Gualazzi, B. Cornelius Rifo)

Il primo brano è stato presentato come "Un antidoto al buio di questo periodo, perchè il mondo quando è libero si trasforma e in ognuno di noi si accende la scintilla del cambiamento", mentre il secondo brano è una ballata intima e "una dichiarazione emotiva e passionale per l'amore assoluto che supera le distanze ed il tempo."
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Noemi

Bagnati dal sole
Un uomo è un albero

Entrambi contenuti nel nuovo album di inediti in uscita il 20 febbraio, i due brani sono nati a Londra dove Noemi si è da qualche tempo trasferita "in cerca di contaminazione e nuovi stimoli artistici", e dove sono stati realizzati, mixati, masterizzati con una produzione inglese.
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Giuliano Palma

Così lontano
(Nina Zilli, Marco Ciappelli, Alessandro Fiora)
Un bacio crudele
(Cristiano Valli, Giuliano Palma, Fabio Merigo)
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Perturbazione

L'unica
(Tommaso Cerasuolo, Gigi Giancursi, Alex Baracco, Elena Diana,Cristiano Lo Mele)
L'Italia vista dal bar
(Tommaso Cerasuolo, Gigi Giancursi, Alex Baracco, Elena Diana,Cristiano Lo Mele)

Nel primo brano è racchiusa "la sintesi, o meglio l'eterno dialogo tra il carnale e il mentale che sta dentro ognuno di noi. Ogni volta che incontriamo una donna ci raccontiamo e ci immaginiamo che sarà lei "L'Unica". Ma esiste davvero?" L'Italia vista dal bar invece è "quella che c'era prima dei social media". 
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Francesco Renga

A un isolato da te
(Roberto Casalino)
Vivendo adesso
(Elisa Toffoli)

L'album di inediti di Renga - prodotto da Michele Canova - è atteso per marzo e uscirà con Sony Music.
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Ron

Un abbraccio unico
(Ron)
Sing in the rain
(Ron, Mattia Del Forno)
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Renzo Rubino

Ora
(Renzo Rubino, Andrea Rodini)
Per sempre e poi basta

(Renzo Rubino, Andrea Rodini)

Il primo brano "parla di una persona che è stata incastrata dalla sua quotidianità e che fa fatica a venirne fuori. C'è gente che vive nel passato e tutti lavorano per costruire il proprio futuro ma il presente viene considerato poco, eppure si vive l'adesso." In Per sempre e poi basta si descrive "l'ultimo bacio della fine di una storia d'amore senza rancore né rabbia ma con la malinconia delle cose che finiscono."
Entrambi i brani saranno contenuti ne suo nuovo album di inediti Secondo Rubino che verrà pubblicato durante il Festival di Sanremo.
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Antonella Ruggiero

Quando balliamo
(Simone Lenzi, Antonella Ruggiero, Roberto Colombo)
Da lontano
(Antonella Ruggiero, Alessandro Graziano, Antonio Rossi, Roberto Colombo)

Il testo di Quando balliamo "è incentrato sulle sensazioni legate al ballo di coppia, che si traduce in una danza nella vita", mentre in Da lontano "è un pensiero sui fatti della vita come appaiono se visti finalmente con distacco e, quindi, da lontano" I pezzi anticipano l'uscita dell'album di inediti,L'Impossibile è certo, che sarà pubblicato nei giorni della manifestazione canora.
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Francesco Sarcina

Nel tuo sorriso
(Francesco Sarcina)
In questa città
(Francesco Sarcina)

Il primo brano è dedicato al figlio di Francesco, Tobia, che ha sei anni: "Quando era piccolo non sapevo cantargli le ninne nanne. Io non le conosco, così le inventavo, commettendo però un errore madornale, cioè cambiando testo e melodia ogni sera. Quindi lui anziché addormentarsi si svegliava... Poi un giorno è nata questa canzone, che non è una ninna nanna, ma un brano dedicato esplicitamente a lui, scritto pensando a cosa succederà a questo mondo tra 20 o 30 anni se non faremo qualcosa per salvarlo" Nel secondo si riflette invece su quanto sia alienante la vita in una grande città: "A volte può trasformarsi in una trappola, creare una sorta di assuefazione. Ti costringe a fare cose che per libera scelta non faresti. Ecco perché qualche tempo fa ho deciso di andare a vivere fuori Milano."
I due inediti saranno contenuti nel nuovo album IO, che sarà pubblicato il prossimo 20 febbraio per Universal music Italia. 
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Riccardo Sinigallia

Prima di andare via
(Filippo Galli, Riccardo Sinigallia)
Una rigenerazione
(Filippo Galli, Riccardo Sinigallia)

 
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Berserk: Oliver Stone, Nicolas Winding Refn e Christophe Gans? da movieplayer

Post n°10977 pubblicato il 21 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 

notizia a cura di scritta il 20 gennaio 2014
Tre reguisti per la versione live action del popolare manga scritto e diretto da Kentauro Miura.
Berserk: Oliver Stone, Nicolas Winding Refn e Christophe Gans?
Non sempre le anticipazione di Internet Movie Database trovano riscontro nella realtà, ma quella di cui stiamo per parlare è davvero gustosa. Da tempo si parla di una versione live action di Berserk, anime di culto horror/action/adventure ispirato al popolare manga diKentaro Miura. La pellicola, che dovrebbe arrivare al cinema nel 2017, vedrebbe coinvolti tre registi di peso: il premio Oscar Oliver StoneNicolas Winding Refn e il francese Christophe Gans

Al centro del plot troviamo Gatsu, un pericoloso barbaro che unisce le forze con un gruppo di mercenari noti come 'La banda del Falco', guidata dal carismatico Grifis. insieme il team combatte per farsi strada fino alla corte reale dove i guerrieri andranno incontro al proprio destino. La sceneggiatura è firmata dall'autore di I, Frankenstein Stuart Beattie.

 
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