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Messaggi del 30/01/2014

 

Dallas Buyers Club

Post n°11031 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 

Dallas Buyers Club

 

Poster

Dallas Buyers Club racconta la storia vera di Ron Woodroof, un elettricista/cowboy ribelle del Texas al quale, nel 1986, viene diagnosticato l'AIDS, con una prognosi di pochi giorni di vita. Frustrato dalla mancanza di opzioni mediche disponibili e tutt’altro che rassegnato a questa sorta di condanna a morte, Ron trova un’ancora di salvezza nei farmaci alternativi e in un mix di vitamine di sua invenzione. Entra così in contatto con altri ammalati e familiarizza con loro, superando l'iniziale omofobia e ritrovandosi al centro di un cospicuo business di contrabbando. Inizia così una tesissima partita a scacchi con la legge che vieta i farmaci da lui usati e con la polizia.

 

 
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I segreti di Osage County

Post n°11030 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 

August: Osage County

Poster

I SEGRETI DI OSAGE COUNTY è l'oscura, esilarante, e profondamente commovente, storia delle caparbie donne della famiglia Weston. La vita di ciascuna di loro ha preso una direzione diversa, ma una crisi familiare le riporta ancora una volta nella casa in cui sono cresciute nel Midwest, dove ritrovano la donna che le ha cresciute. L'omonima pièce teatrale di Tracy Letts, da cui il film è tratto, ha vinto il Premio Pulitzer ed è andata in scena per la prima volta sul palco del leggendario Steppenwolf Theatre di Chicago nell'estate del 2007, prima di esordire a Broadway nel dicembre dello stesso anno. Le rappresentazioni sono continuate con successo in una tournée internazionale e nel 2008 la pièce ha vinto cinque Tony Awards, tra cui quello per la Miglior Commedia.

 
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La gente che sta bene

Post n°11029 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 

 

Poster

La gente che sta bene è una commedia caustica e brillante, ambientata in una Milano canicolare, popolata da un’umanità alla ricerca disperata di un modo per stare a galla - o quantomeno di un parcheggio vicino al ristorante - che racconta con spietata ironia il ghigno di un uomo che, giorno dopo giorno, ha sempre meno motivi per ridere. Nel film, Claudio Bisio interpreta "Giuseppe Sobreroni, un avvocato d'affari tra Milano e Londra -racconta Claudio Bisio -Un narcisista, un mezzo bastardo che sguazza nel carrierismo più spinto ma finisce in crisi, preda delle sue fragilità. Una bella parte."

 

 
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Hannah Arendt

Post n°11028 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Hannah Arendt

Post n°11027 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 

Hannah Arendt

 

 

Poster

Scappata dagli orrori della Germania nazista, la filosofa ebreo-tedesca Hannah Arendt nel 1940 trova rifugio insieme al marito e alla madre negli Stati Uniti, grazie all'aiuto del giornalista americano Varian Fry. Qui, dopo aver lavorato come tutor universitario ed essere divenuta attivista della comunità ebraica di New York, comincia a collaborare con alcune testate giornalistiche. Come inviata del New Yorker in Israele, Hannah si ritrova così a seguire da vicino il processo contro il funzionario nazista Adolf Eichmann, da cui prende spunto per scrivere La banalità del male, un libro che andrà incontro a molte controversie.

  • FOTOGRAFIACaroline Champetier
  • MONTAGGIOBettina Böhler
  • PRODUZIONE: Heimatfilm, Amour Fou Luxembourg, MACT Productions
  • DISTRIBUZIONE: Ripleys's Film, Nexo Digital
  • PAESE: Francia, Lussemburgo, Georgia
  • DURATA: 113 Min

 

 

 
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Film nelle sale da oggi

 

Robin Hood della Disney arriva in Blu-ray il 12 marzo! da coming soon

Post n°11025 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

Poster

 

Per tutti voi che avete come suoneria del cellulare l'immortale "Whistle Stop" di Roger Miller, oggi c'è una buona notizia. Uno dei lungometraggi disneyani più amati dai bambini (e portati nel cuore dagli adulti) sta per avere la sua brava edizione italiana in Blu-ray: parliamo del Robin Hood di Wolfgang Reitherman.

Il cartoon che rilegge con animali antropomorfi le gesta di Robin Hood, Little John, Principe Giovanni e Lady Marian, ha infatti compiuto l'anno scorso quarant'anni, e finalmente quest'edizione arriverà da noi il 12 marzo.

Se saranno confermati gli extra dell'edizione americana, dovremmo trovare sul disco il finale alternativo già inserito nell'edizione speciale in dvd, uno storybook digitale e la galleria dei bozzetti, nonché i disegni relativi a una linea narrativa poi tagliata dal film, "Lettere d'amore".

Urca-urca pirulero, oggi splende il sol.

 


 
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Verranno presto pubblicati i diari inediti di Tiziano Terzani

Post n°11024 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 

Poster

 

Una buona notizia per i tanti amanti di Tiziano Terzani: la prossima primavera verrà pubblicato un libro, dal titolo Un’idea di destino, contenente i diari privati che Terzani ha tenuto dal 1984 fino alla sua scomparsa nel luglio 2004.

Nel marzo 1984 il governo cinese fece arrestare Tiziano Terzani per “crimini controrivoluzionari”, per poi espellerlo definitivamente dal paese: è a partire da quello shock personale e politico che muovono questi Diari che, come fossero il filo rosso mai venuto alla luce prima, raccontano il Terzani uomo, padre e marito, il pensatore armato più di dubbi che di risposte, in un alternarsi continuo e appassionato di storia del tempo e storia personale.

I viaggi in Thailandia, URSS, Indocina, Medio Oriente e India, che seguiranno all’espulsione dalla Cina, non sono perciò soltanto all’origine delle ultime grandi opere di Terzani, da Un indovino mi disse a Un altro giro di Giostra: rivelano altresì come negli stessi anni Terzani maturasse una nuova consapevolezza di sé affidata a pagine più intime, meditazioni, lettere ai propri cari, appunti accuratamente raccolti e ordinati dall’autore stesso fino alle ultime ore della sua vita.

La pubblicazione sarà curata dalla moglie Angela Terzani Staude e da Àlen Loreti, uno dei più intimi conoscitori dell'opera del grande giornalista e scrittore. “Fra i molti eventi in programma per il 2014 in memoria di Tiziano – dice Angela Terzani Staude - quello a cui io più tengo è la pubblicazione dei suoi Diari. Questi Diari privati e personali io li amo particolarmente perché rivelano, anche a me, quel che più lo ha caratterizzato: il coraggio e la solitudine intellettuale, il Terzani dietro le quinte.”

 
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La ladra di libri che sfidò il nazismo da cinecittà news

Post n°11023 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 

Cristiana Paternò27/01/2014
Come una ragazzina analfabeta si innamora dei libri al punto da diventare una scrittrice mentre nelle piazze della Germania si accendono roghi dei volumi proibiti (persino il fantascientifico L’uomo invisibile di H.G. Wells) e in Europa si sta per consumare una delle più grandi tragedie dell’umanità: l’Olocausto. È la trama, a grandi linee, di un best seller internazionale, “La bambina che salvava i libri”, dell’australiano Markus Zusak (Frassinelli lo riporta in libreria il 25 febbraio), ora diventato un film, Storia di una ladra di libri, che sarà in sala il 27 marzo con la Fox. 

La giovanissima Liesel viene affidata dalla madre, troppo povera per mantenerla, a una coppia di una certa età e senza figli, Hans e Rosa Hubermann. Lui è un imbianchino dal cuore d'oro con la passione per la fisarmonica, lei una lavandaia dai modi bruschi. Liesel viene presa in giro dai compagni di scuola perché è analfabeta, eppure l’oggetto che le sta più a cuore è proprio un libro, "Il manuale del becchino", che ha rubato durante il funerale del suo fratellino minore. Ma sarà l’incontro con un giovane ebreo a cui i coniugi Hubermann danno rifugio nella loro cantina, a far fiorire la sua istintiva passione per la lettura. 

Diretto dal britannico Brian Percival (noto per la serie tv Downtown Abbey) e scritto da Michael Petroni(Le cronache di Narnia: il viaggio del veliero), il film è interpretato da due veterani della scena, comeGeoffrey Rush (Il discorso del re, La migliore offerta) ed Emily Watson, e dalla tredicenne Sophie Nélisse(vista in Monsieur Lazhar), che racconta di averci pensato su parecchio prima di accettare la parte. “All'inizio non mi interessava molto fare questo film, faccio ginnastica da quando ho 4 anni e la mia massima aspirazione è andare alle Olimpiadi. Ma piano piano mi sono appassionata al personaggio e alla storia e alla fine, tra il film e la ginnastica, ho scelto il film. Facendolo ho imparato tantissimo sull'Olocausto, un argomento di cui, come molti miei coetanei, sapevo poco o nulla. Avevo letto il libro "La valigia di Hana" in prima media, avevo visto un documentario sui lager, mentre mi preparavo al ruolo ho recuperato i film più famosi, come Schindler’s List, Il pianista e La vita è bella. E poi mia nonna è nata in Belgio durante la seconda guerra mondiale”. 

Emily Watson non ha avuto difficoltà a calarsi nel ruolo di Rosa: “Recitare qualcuno che è poco attraente e sgradevole è come indossare una maschera dietro cui puoi lasciarti andare… Anche se a metà riprese ero un po' pentita di aver accettato, alla fine sono stata felice. Per me è stata l’occasione di studiare la storia e capire dal punto di vista di una piccola vicenda la situazione generale. Rosa è una donna arrabbiata e frustrata, che si trova in una condizione comune a molti in quell'epoca buia. Dopo la prima guerra mondiale dilagava la disoccupazione, la povertà e la tristezza e si cercava un capro espiatorio. Così sarebbe potuta diventare dei nazista anche lei, ma aveva accanto a sé un uomo dalla forte tempra morale e insieme riuscirono a prendere una decisione giusta e coraggiosa, quella di salvare un ebreo”. 

Brian Percival si dice “colpito dal potere di questa storia raccontata in modo diverso rispetto ad altri film. Mi interessava mostrare lo spirito indomabile di questa ragazzina che riesce ad affrontare le avversità, ma volevo farlo con leggerezza, senza dare la sensazione di imporre al pubblico un’emozione o un punto di vista. Questo è particolarmente importante quando si comunica con gli adolescenti, che appena sentono puzza di lezione, scappano. Con loro è fondamentale suggerire degli argomenti e poi lasciare che siano loro a volerne sapere di più. Anche per questo non voglio che Storia di una ladra di libri sia descritto come un film sull'Olocausto, anche se fa capire bene come il regime nazista abbia influito sulla vita delle persone comuni: alcuni aderirono al nazionalsocialismo pensando che fosse una cosa buona per loro o per la Germania, altri lo fecero semplicemente per paura, altri ancora si ribellarono mettendo a repentaglio la propria vita, come i protagonisti del film”. Ma Percival spiega anche di essere stato affascinato dalla vicenda di una ragazzina che, pur non avendo alcuna prospettiva futura, riesce a salvarsi in modo creativo. “Io stesso vengo da una famiglia umile e quando sono andato alla scuola d’arte con la passione per il cinema ho conosciuto persone che mi hanno insegnato a guardare il mondo in modo diverso, soprattutto attraverso i libri. Per questo mi sento vicino a Liesel”. Emily Watson, l’indimenticabile Bess delle Onde del destino, aveva già recitato con Geoffrey Rush, in Chiamami Peter. “Anche in quel caso eravamo marito e moglie. Siamo molto affiatati e condividiamo lo stesso senso dell'umorismo. Così ho potuto maltrattarlo senza che si offendesse. Rosa è una donna che non vive nel presente, perché continua a pensare come dovrebbero essere le cose. Ma quando il ragazzo ebreo bussa alla sua porta, comincia a svegliarsi e il suo cuore si apre, arriva quasi a esprimere i suoi sentimenti… quasi”. 
Girato negli studi di Babelsberg dove è stata ricostruita la Himmelstrasse, la Via del Paradiso dove è ambientata la vicenda, Storia di una ladra di libri ha una candidatura all'Oscar per la colonna sonora di John Williams, il fedele collaboratore di Steven Spielberg qui in “libera uscita”. 

 
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Febbraio Disney con Marco Spagnoli e Saving Mr. Banks

Post n°11022 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 

Andrea Guglielmino29/01/2014

Febbraio sarà un mese all’insegna della magia Disney. Il 10 è prevista l’uscita del documentario di Marco SpagnoliWalt Disney e l’Italia – Una storia d’amore, che analizza il rapporto d’affetto che da sempre vige tra il nostro paese e il più grande narratore dei nostri tempi. Ma non è che l’inizio: l’evento dell’anno passato, per la casa di Zio Walt, è stata infatti l’uscita di Saving Mr. Banks, kolossal di fiction che racconta, con garbo, amore per la narrazione e sano gusto citazionista, la genesi di uno dei film più amati dai bambini di ogni generazione, il Mary Poppins tratto dai romanzi di Pamela Lyndon Travers.

Una genesi tormentata, costata al papà di Topolino quasi vent’anni di corteggiamento e guerra di nervi, dato che l’autrice non voleva saperne di cedere i diritti trasformando la storia della sua Tata magica in quella che dava per scontato si sarebbe rivelata l’ennesima 'americanata' a cartoni animati. John Lee Hancock tratta tutto ciò con entusiasmo attraverso i volti dei premi Oscar Emma Thompson (nei panni della Travers) e Tom Hanks (in quelli di Disney). Nel cast ci sono anche Colin Farrel e Paul Giamatti, per ricostruire l’incontro-scontro fra due anime creative apparentemente poco conciliabili con grande accuratezza, basandosi su  centinaia di documenti dell'epoca, fra i quali le registrazioni audio, volute dalla scrittrice, di ogni sua infernale sessione di lavoro con gli autori del film, che si possono ascoltare in parte avendo la pazienza di restare in sala dopo i titoli di coda.  

Straordinaria la performance della Thompson, a sorpresa lasciata fuori dalle nomination agli Oscar come miglior attrice (il film è candidato solo per la colonna sonora di Thomas Newman). “E’ stato uno dei ruoli più belli e complessi della mia carriera – ha sottolineato nelle interviste l’attrice  -Travers sosteneva che ogni donna attraversi tre momenti nella vita, di ninfa, madre e arpia, e il personaggio ritrae ognuna di queste tre fasi''. Farrell interpreta invece suo padre, nei numerosi flashback. Uomo di grande carisma ma instabile, frustrato e alcolizzato. Il trauma infantile, secondo la tesi del film, avrebbe contribuito a indurire il carattere della Travers e a cedere artisticamente al fascino di Disney soltanto nel 1961, spinta dai suoi problemi economici, ponendo però condizioni precise per la trasposizione: niente musical, niente animazione e diritto di approvazione su ogni dettaglio della sceneggiatura. Tutti sappiamo come sarebbe andata a finire. ''Sentivo la responsabilità di interpretare un personaggio come Disney che ha fatto parte della vita di noi tutti – ha spiegato Hanks, molto contento di avere per la prima volta la possibilità di recitare con Emma Thompson – Ci conosciamo da anni e sul set tra noi è stato tutto molto semplice''. 

Il film ha riacceso il dibattito sulla figura di Disney, quando Streep, a inizio gennaio presentando il National Board of review award vinto dall'amica Thompson reiterato note accuse attribuite al papà di Topolino: razzismo, antisemitismo e maschilismo. Alla Streep però ha risposto sul suo blog Floyd Norman, il primo animatore afroamericano assunto alla Disney negli anni '50 che ha ricordato all'attrice i tanti artisti donna, di religione ebraica e di diverse etnie assunti alla Disney già negli anni '40 e '50. Disney aveva i suoi difetti come tutti noi - scrive Norman -. Ma nel tempo ha capito che le donne potevano competere insieme agli uomini. Sapeva che il talento non aveva colore o etnia e giudicava le persone dalla loro capacità di fare il proprio lavoro”.

 
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Locarno: retrospettiva Titanus

Post n°11021 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 

ssr28/01/2014
La Retrospettiva della 67a edizione del Festival del film Locarno (6–16 agosto)sarà dedicata alla casa di produzione italiana Titanus. Il programma vuole riscoprire in tutta la sua ampiezza, grazie alla stretta collaborazione con l’odierna Titanus, il ruolo della casa di produzione fondata nel 1904 da Gustavo Lombardo, dalle origini fino a oggi.La Titanus è stata l'equivalente della Metro Goldwyn Mayer e della 20th Century Fox per il cinema americano, case con cui ha avviato negli anni Sessanta numerose coproduzioni.

L'ampia rassegna si concentrerà sul periodo d’oro del cinema italiano, dal dopoguerra agli anni Settanta,e presenterà sia film già entrati nella memoria sia opere più rare. Il pubblico del Festival avrà la possibilità di vedere i grandi melodrammi con la coppia Nazzari-Sanson diretti da Matarazzo, le serie Pane amore ePoveri ma belli dirette da Comencini e Risi, ma anche i film più rivelatori di grandi autori come Fellini, Visconti, Lattuada, Olmi, Pietrangeli, Zurlini, e dei maestri di genere quali Bava, Margheriti, Freda, Mastrocinque, ritrovandovi infine le presenze dei maggiori interpreti italiani, da Sordi a Mastroianni e Gassman, da Sophia Loren e Gina Lollobrigida a Claudia Cardinale.

“L’idea di raccontare la storia del cinema italiano attraverso la sua più grande 'fabbrica di sogni' si collega direttamente a quel percorso di rilettura del passato, volto a rompere steccati e pregiudizi consolidati che caratterizza la programmazione del Festival - afferma il direttore artistico Carlo Chatrian - Guardare all’universo Titanus è gettare uno sguardo a quel laboratorio dove il cinema popolare e quello d’autore si confondono e si nutrono vicendevolmente. L’idea di spettacolo che sta alla base della spinta creativa di Lombardo padre e figlio è trasversale ai generi e alle epoche, trova una sua unità nel senso di una narrazione capace di rappresentare un paese senza eliminarne le diversità".

La retrospettiva e la relativa pubblicazione sono a cura dei programmatori e storicici nematografici Sergio M. Germani e Roberto Turigliatto. La retrospettiva, sostenuta per il secondo anno dalla Posta Svizzera, è organizzata in collaborazione con la Cineteca di Bologna, depositaria del Fondo Titanus, il Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, coeditore del volume, l’Istituto Luce Cinecittà e la Cinémathèque suisse di Losanna.

 
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L’Altro Dante

Post n°11020 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

Andrea Guglielmino29/01/2014
“Questo non è il Dante che vi insegnano a scuola – spiega il regista Louis Nero alla presentazione del suo film Il mistero di Dante, in uscita con L’Altrofilm in 30 copie il 14 febbraio– Dietro alla Divina Commedia si nascondono significati che non tutti possono comprendere. E’ il cosiddetto ‘quarto livello’ che si affianca alle interpretazioni classiche che si districano sul piano narrativo, su quello filosofico-teologico e su quello politico-sociale. Un livello esoterico o ‘anagogico’, quello che permette veramente all’individuo di elevarsi e trasformarsi come nel più completo dei viaggi iniziatici”. 

E proprio come un viaggio iniziatico si presenta il film, tra fiction e documentario, visivamente costellato di visioni intriganti ispirate alle incisioni del Dorè, cominciando con una parte mockumentary piuttosto inquietante dove due filmmaker (di cui uno è lo stesso regista) vengono introdotti ai segreti della setta dei ‘fedeli d’Amore’ di cui, secondo la tesi del film, lo stesso Alighieri faceva parte. “Non a caso è stata scelta la data del 14 febbraio – continua Nero – festa non del consumismo o degli innamorati nel senso di coppia ma di un Amore inteso in senso più elevato e filosofico. Forse alcuni conoscono già questi aspetti. Io no. Il film rappresenta un viaggio che è anche il mio, e che è durato circa due anni. Non abbiamo dato spiegazioni troppo tecniche perché l’iniziazione è un rituale che non va spiegato, ma va vissuto”. Insomma, il film può essere considerato esso stesso come un culto misterico in cui, si spera, lo spettatore che ha la pazienza di seguirlo può sentirsi coinvolto in prima persona. Prodotto da Franco Nero – omonimo del regista ma non imparentato – e costellato da interventi di ospiti illustri nella sua parte più prettamente teoretica (tra i molti:Franco Zeffirelli, Taylor Hackford, Valerio Massimo Manfredi, Silvano Agosti, Christopher Vogler, Massimo Introvigne, Mamadou Dioume, Gabriele La Porta, Roberto Giacobbo), il film è narrato e interpretato da F. Murray Abraham, che dichiara: “Non si tratta tanto di capire come Dante parla a noi oggi ma di esaminare l’idea di un lavoro classico e universale e capire cos’è che lo rende tale, specie in questo periodo di crisi in Italia e nel mondo. Dante ha cambiato il pensiero e il linguaggio del mondo facendo coabitare ideali e religiosità. Non so chi siano oggi i veri leader del mondo ma ne abbiamo bisogno per chiedere loro speranza. Sto lavorando all’Opera da tre soldi di Brecht, un uomo geniale che apparentemente sembrava cinico. Il pezzo che canto io recita ‘è inutile continuare a tentare, se non riesci in una cosa. Tentare non basta’. Ma se fosse stato davvero così cinico, non avrebbe scritto la canzone. E’ un momento storico in cui l’immaginazione, la creatività e l’apertura sono fondamentali, e un esempio calzante di questo lo porta il papa attualmente in carica.

 
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'TIR' in sala il 27 febbraio con Tucker Film

Post n°11019 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 

ssr29/01/2014
Arriverà in sala il 27 febbraio, distribuito da Tucker Film, TIR del regista friulano Alberto Fasulo che ha vinto il Marc'Aurelio d'Oro all'ottava edizione del Festival di Roma. Prevista il 24 febbraio al Teatro Verdi di Pordenone la proiezione in anteprima del film.
La sceneggiatura, che nel 2010 si è aggiudicata il Premio Solinas, unisce le firme di Fasulo, Carlo Arciero, Enrico Vecchi e Branko Zavrsan. TIR è prodotto dalla friulana Nefertiti Film e coprodotto dalla croata Focus Media in collaborazione con Rai Cinema; è realizzato con il supporto del Fondo per l'Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, Piemonte Doc Film Fund, MiBACTt-Direzione Generale per il Cinema, Friuli Venezia Giulia Film Commission, Film Commission Vallée d'Aoste, BLS Business Location Suedtirol Alto Adige, Croatian Audiovisual Centre e Premio Solinas (in collaborazione con Apollo 11).

 
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Beppe Fiorello: "Grazie a Modugno ritrovo mio padre e la Sicilia che fu" da la repubblica

Post n°11018 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

Da giovedì 30 gennaio (fino al 16 febbraio) all'Ambra Jovinelli "Penso che un sogno così". Dopo il successo della fiction tv, la versione teatrale

di SILVIA FUMAROLA
Beppe Fiorello: "Grazie a Modugno ritrovo mio padre e la Sicilia che fu"Beppe Fiorello interpreta Modugno Raccontare Domenico Modugno, lo spiega bene, è solo un pretesto "per parlare della Sicilia, della mia infanzia, dei sapori, delle facce, dei dolori e dei ricordi felici, dell'Italia del boom che sognava cantando "Nel blu dipinto di blu". Ma soprattutto, è un pretesto per ricordare mio padre Nicola: è lui il vero protagonista dello spettacolo". Giuseppe Fiorello debutta all'Ambra Jovinelli il 30 gennaio (fino al 16 febbraio) con "Penso che un sogno così..." con cui sta girando l'Italia, teatri pieni da nord a sud, in cui, l'ex ragazzino timido dimostra di avere vero talento. Ha già portato in tv la storia di Modugno, fiction record di ascolti, (oltre dieci milioni di spettatori incollati davanti alla tv) e oggi intreccia la storia dell'artista con la sua.

Nello spettacolo, scritto da Fiorello insieme a Vittorio Moroni, con la regia di Giampiero Solari mette in scena un immaginario dialogo con se stesso bambino. "Modugno rappresenta la possibilità di ritrovare un tempo lontano rimasto dentro di me" spiega l'attore "Lo vedevo in tv, mi voltavo verso mio padre e la somiglianza era impressionante. Sembravano due fratelli. Papà ci accompagnava in macchina al mare, a casa di nonna, cantando "La lontananza". Un'altra canzone di Modugno, "Amara terra mia" mi ha fatto riaffiorare alla mente lo skyline del petrolchimico di Augusta, che a me, bambino, sembrava lo skyline di New York. Dava lavoro a tanta gente, ma tanti sono dovuti scappare. E anche allora Mimmo lì, la colonna sonora della mia vita ".

Lo dice con pudore: ci ha messo un po' a mettere insieme i ricordi, a ricostruire i frammenti: " C'è stato un momento in cui m'incuriosiva la psicoanalisi", spiega Fiorello "poi ho scoperto che con questo mestiere fai autoanalisi, impari a conoscerti. Scrivendo ho tirato fuori tutto, per prima cosa la timidezza. Non sapevo affrontare le persone e adesso sono davanti al pubblico. Ho letto Il codice dell'anima di James Hillman e mi sono detto: questo spettacolo va fatto. Voglio raccontare il tema della vocazione e del paradosso: anche Manolete, il torero più grande che da piccolo era timido, malaticcio, pauroso. All'inizio mi faceva paura scrivere di me, invece i ricordi sbiaditi riaffioravano grazia alla musica di Modugno. Ma la cosa incredibile" continua l'attore "è che il pubblico nella mia storia rivede la sua, qualcuno rivede il padre o il bambino che era. È emozionante".

Accompagnato sul palco da due musicisti, Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma, Giuseppe Fiorello canta "Lu minaturi", "Malarazza", "Meraviglioso", "U pisci spada", "La lontananza", "Vecchio frack", trascinando il pubblico che resta in silenzio quando l'attore ricorda la morte del padre. Il prima e il dopo che ha segnato la sua vita. Torna a teatro a dieci anni dal successo
 di "Delitto per delitto" con Alessandro Gassman e ha l'aria felice, sicura: "Devo ad Alessandro questo privilegio, è lui che mi convinse: "Devi venire con me in scena, sarà fantastico". Per questo lo ringrazio ancora oggi. Il senso del teatro è andare a trovare le persone a casa nelle loro città: volevo restituire quello che il pubblico mi ha dato in questi anni. Non c'è niente di più bello di un abbraccio nei camerini".

(28 gennaio 2014)

 
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Beppe Fiorello e i Maestri musicisti donano al pubblico del Morlacchi un sogno indimenticabile da lagoccia.eu

Post n°11017 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

Un viaggio intenso, profondo, a tratti ameno, a tratti toccante, quello in cui chiunque fosse presente al Teatro Morlacchi di Perugia ad assistere a "Penso che un sogno così...", nei giorni scorsi, non ha potuto non immergersi tanto da sentirsi personalmente coinvolto. Un'altra ottima scelta in cartellone per il Teatro Stabile dell'Umbria, che ha ospitato un Giuseppe Fiorelloche, in veste di narratore, ha ripercorso, in scena, la sua infanzia, scandita a ritmo di una timidezza che lo faceva apparire, allora, quasi come un introverso, il suo amore per la famiglia (che traspariva in ogni frase) ed il rapporto con il padre scomparso quando era ancora bambino. In parallelo, parte costante della sua vita, la crescita musicale di Domenico Modugno che, con le sue canzoni, ha accompagnato di pari passo quella della famiglia: ogni scena che Fiorello racconta ha il sottofondo musicale dei suoi motivi. Sul palco due musicisti d'eccezione: il MaestroDaniele Bonaviri, uno dei più grandi chitarristi di flamenco italiani, Direttore musicale e solista della Compagnia "Flamenco Lunares", di Carmen Meloni e fondatore del "Rapsodia Flamenca" project, e Fabrizio Palma, musicista, arrangiatore e doppiatore, solista e vocal coach. Sempre in movimento sopra un mini palco che si spostava incrociandosi con dei pannelli mobili (scenografia minimalista ma d'effetto) sono stati "musicalmente" protagonisti quanto l'affabulatore che raccontava di sé. Vari i sorrisi e le risate che la narrazione ha strappato al pubblico, un pubblico che si è rivisto bambino accanto a Giuseppe, che ha riassaporato piacevolmente odori e gusti di altri tempi, i propri, ripercorrendo l'età in cui da piccoli crescevamo nella nostra di famiglia, composta da membri speciali per ognuno di noi. Un ritrovare e rivivere emozioni sopite che sono esplose all'improvviso, portando con loro però anche l'amarezza dei tempi che non torneranno più. Assoluto silenzio quando il bimbo-uomo Giuseppe racconta della morte del papà e interpreta l'esatto istante in cui esala il suo ultimo respiro, "in quel momento il mio palcoscenico perdeva l'attore più importante della mia vita: mio padre". Forte la commozione che si respirava in sala, soprattutto vedendo sul palco non solo un artista (nel vero senso della parola), ma un figlio che vive il peggior momento della sua infanzia, interpretando proprio gli ultimi attimi di vita del genitore. Un performer meritevole che è arrivato dritto al cuore delle persone che lo hanno applaudito tanto a lungo da dimostrare quanto rispetto hanno avuto per la sua interpretazione. Per molti giorni ancora avremo in testa probabilmente tutti, anche i più giovani che non hanno vissuto "l'epoca", le arie di Modugno che non è stato possibile, seppur a bassa voce, non intonare insieme ai tre protagonisti sul palco, tra cui, "Lu minaturi", "Malarazza", "Meraviglioso", "U pisci spada", "La lontananza" e "Vecchio Frack" con il quale si è chiuso lo spettacolo. Brani che hanno seguito il percorso di Giuseppe e che hanno regalato a noi spettatori, almeno per qualche ora, un sogno dal quale non avremmo voluto svegliarci così presto. 
 

 
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