Creato da: Ladridicinema il 15/05/2007
Blog di cinema, cultura e comunicazione

sito   

 

Monicelli, senza cultura in Italia...

 
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Febbraio 2014 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28    
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

tutto il materiale di questo blog può essere liberamente preso, basta citarci nel momento in cui una parte del blog è stata usata.
Ladridicinema

 
 

Ultimi commenti

Contatta l'autore

Nickname: Ladridicinema
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 40
Prov: RM
 
Citazioni nei Blog Amici: 28
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

FILM PREFERITI

Detenuto in attesa di giudizio, Il grande dittatore, Braveheart, Eyes wide shut, I cento passi, I diari della motocicletta, Il marchese del Grillo, Il miglio verde, Il piccolo diavolo, Il postino, Il regista di matrimoni, Il signore degli anelli, La grande guerra, La leggenda del pianista sull'oceano, La mala education, La vita è bella, Nuovo cinema paradiso, Quei bravi ragazzi, Roma città aperta, Romanzo criminale, Rugantino, Un borghese piccolo piccolo, Piano solo, Youth without Youth, Fantasia, Il re leone, Ratatouille, I vicerè, Saturno contro, Il padrino, Volver, Lupin e il castello di cagliostro, Il divo, Che - Guerrilla, Che-The Argentine, Milk, Nell'anno del signore, Ladri di biciclette, Le fate ignoranti, Milk, Alì, La meglio gioventù, C'era una volta in America, Il pianista, La caduta, Quando sei nato non puoi più nasconderti, Le vite degli altri, Baaria, Basta che funzioni, I vicerè, La tela animata, Il caso mattei, Salvatore Giuliano, La grande bellezza, Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Todo Modo, Z - L'orgia del potere

 

Ultime visite al Blog

ILARY.85JOM53vento_acquaalex.18trancoacer.250AVV_PORFIRIORUBIROSATEMPESTA_NELLA_MENTESense.8cassetta2surfinia60monellaccio19iltuocognatino1mario_fiyprefazione09LiledeLumiL
 

Tag

 
 

classifica 

 

Messaggi del 05/02/2014

 

A proposito di Davis

Post n°11063 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

All is Lost - Tutto è perduto

Post n°11062 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

All is lost

Poster

Durante un viaggio nell'Oceano Indiano, un uomo si trova da solo in balia del mare e degli elementi, dopo che il suo yacht ha subito una collisione con un container abbandonato. Con l'equipaggiamento di navigazione e la radio fuori uso, l'uomo per sopravvivere deve far affidamento solo su un sestante, delle mappe nautiche, e il suo intuito.

  • FOTOGRAFIAFrank G. DeMarco
  • MONTAGGIOPete Beaudreau
  • MUSICHEAlex Ebert
  • PRODUZIONE: Before The Door Pictures, Washington Square Films, Black Bear Pictures
  • DISTRIBUZIONE: Universal Pictures
  • PAESE: USA
  • DURATA: 106 Min

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

A proposito di Davis

Post n°11061 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Inside Llewyn Davis

Poster

La vita di un giovane cantante folk nella scena musicale del Greenwich Village del 1961. Llewyn Davis è a un bivio. A New York, durante un rigido inverno, il giovane, con l’inseparabile chitarra alla mano, lotta per guadagnarsi da vivere come musicista, affrontando ostacoli che sembrano insuperabili - a cominciare da quelli che lui stesso ha creato. Sopravvive solo grazie all'aiuto di qualche amico o sconosciuto, accettando piccoli lavoretti. Le sue disavventure lo portano un giorno in un deserto Chicago Club per un'audizione di fronte a Bud Grossman.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Smetto quando voglio

Post n°11060 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Smetto quando voglio

Post n°11059 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Poster

Pietro Zinni ha trentasette anni, fa il ricercatore ed è un genio. Ma questo non è sufficiente. Arrivano i tagli all'università e viene licenziato. Cosa può fare per sopravvivere un nerd che nella vita ha sempre e solo studiato? L'idea è drammaticamente semplice: mettere insieme una banda criminale come non se ne sono mai viste. Recluta i migliori tra i suoi ex colleghi, che nonostante le competenze vivono ormai tutti ai margini della società, facendo chi il benzinaio, chi il lavapiatti, chi il giocatore di poker. Macroeconomia, Neurobiologia, Antropologia, Lettere Classiche e Archeologia si riveleranno perfette per scalare la piramide malavitosa. Il successo è immediato e deflagrante, arrivano finalmente i soldi, il potere, le donne e il successo. Il problema sarà gestirli...

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Film nelle sale da domani

 

Noemi: 'Made in london' il nuovo album di inediti in uscita il 20 febbraio da comingsoon

Post n°11057 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

05 febbraio 2014
43
Poster

 

Uscirà il 20 febbraio “Made in London”, il nuovo album di Noemi contenente i due brani presentati al 64° Festival di Sanremo “Bagnati dal sole” e “Un uomo è un albero”. 

Da sempre molto apprezzata da critica e pubblico, Noemi torna con una nuova maturità artistica e personale sviluppata grazie a esperienze professionali e non che le hanno aperto orizzonti diversi. Questo album, come annunciato sin dal titolo, è nato e si è sviluppato a Londra, dove Noemi si è da qualche tempo trasferita in cerca di nuovi stimoli, e vede un grandissimo impegno personale dell’artista sia dal punto di vista autorale che produttivo, nonché la partecipazione di musicisti, autori e produttori inglesi che donano al progetto un sound contemporaneo e internazionale.

Il 28 febbraio alla Feltrinelli di Piazza Piemonte 2 a Milano (ore 18.30) e l’1 marzo alla Feltrinelli di via Appia Nuova 427 a Roma (ore 15.30), Noemi incontrerà i fan e firmerà le copie di “Made in London”.

Il 17 aprile dal Teatro degli Arcimboldi a Milano partirà invece il tour che arriverà anche all’Auditorium Conciliazione di Roma il 23 maggio (produzione di Massimo Levantini per Live Nation).

Ma ora la parola a Noemi:

Il mio nome e' Veronica e questo e' il mio nuovo disco.

Questo nuovo lavoro mi ha fatto crescere sotto molti punti di vista.

Prendere coraggio e decidere di fare le cose a proprio modo al cento per cento non e' una scelta facile perchè a volte è molto più semplice scaricare la propria coscienza lasciando le decisioni cruciali e gli eventuali errori sulle spalle degli altri. Non so se questo disco mi renderà una artista di successo, lo spero, ma sicuramente mi ha reso una persona e una professionista migliore. Innanzitutto sono stata molto fortunata ad avere persone intorno a me che hanno creduto nella mia visione e nelle mie scelte sin dall'inizio. Scrivere i miei testi e le mie musiche, la scelta delle collaborazioni autorali e avere l'ultima parola sulle decisioni di produzione ha sicuramente pesato sulle spalle, ma è un “peso” che ho portato volentieri proprio in virtù del fatto che ho sempre voluto giocare con le mie carte sin dal mio primo album. Oggi ancora di più e questo e' il risultato. Un album vario , che prende spunto da molti generi diversi che amo,cercando di fare il sunto di quella che e' la mia personalità musicale canora e artistica. Trasferirsi a Londra e' stato poi importantissimo, il contatto con nuovi autori, suoni, realtà musicali che mi hanno anche un po' liberato da alcune idee a volte restrittive sulla musica che qui, da dove sto scrivendo queste parole, viene vista come pane quotidiano di molti e non solo di pochi eletti. Innanzitutto di Londra in questo disco c'e' il coraggio e l'amore per le cose nuove, diverse. Qualcuno potrebbe storcere il naso perchè alcune sonorità sono molto moderne e lontane dalla Noemi cantautorale dei dischi scorsi. Non è assolutamente mia intenzione rinnegare un passato che amo perchè mi ha dato tantissimo, ma solamente allargare i confini musicali dove spesso capita di rinchiudersi per paura o semplicemente per pigrizia. Sicuramente una tessera molto importante di questo puzzle e' il mitico Charlie Rapino (produttore artistico) che mi ha permesso di conoscere e di lavorare con gente veramente talentuosa e inserita nella realtà musicale londinese e nel sound made in UK.

Aver avuto la possibilità di collaborare con autori come Paul Statham, Poul O'duffy, e Shelly Poole: con produttori inglesi tra cui Steve Brown - appena nominato per i Britt Award come miglior album di quest'anno con Laura Mvula - e gli Electric - un duo di giovanissimi produttori di cui sentirete parlare molto presto - e' stata una bellissima esperienza.

L'Italia che ho voluto portare con me in questo viaggio e' rappresentata da tre Autori a cui sono molto affezionata: Diego Mancino e Luca Chiaravalli che hanno collaborato con me alla stesura di due brani e Daniele Magro che invece ha scritto una canzone il cui testo e' una dedica coraggiosa e di un'intesità sconvolgente per una persona della sua eta'. Senza dimenticare Gli Italians.

Spero che tutto ciò vi piaccia, se non vi piace non ci rimarrò male...

Questa sono io.

“MADE IN LONDON” - TRACK BY TRACK

1. ACCIAIO

(Noemi - Noemi, Paul Statham) - Produced by Electric/Noemi - Pre- production: Paul Statham/

Noemi - Recorded at Tyleyard, Wendyhouse - Engineer: Electric - Mixed by Adamlunn@wendyhouse -

Strings: Enrico Melozzi

La mia canzone preferita, oserei dire il manifesto di Made in London.

Acciaio e' un pezzo dalla melodia internazionale con un arrangiamento coraggioso e moderno. Io e Paul Statham, già fortissimo autore con Dido della hit mondiale White Flag, abbiamo creato la musica, mio invece e' il testo scritto dopo aver letto il libro omonimo di Silvia Avallone. Il tutto e' incorniciato dal coraggioso arrangiamento degli Electric, duo di produttori norvegesi trapiantati a Londra da alcuni anni e molto attivi nella scena musicale Made in Uk. Credo sia il primo brano con un arrangiamento del genere per un artista italiano della mia generazione.

2. SEMPRE IN VIAGGIO

(Noemi - Noemi, Shelly Poole, Ben Adams) - Produced by Alkemy & Noemi - Recorded

at Sarm West Studios London - Engineer: Danny Allin - Mixed by Ben Adams - All instruments by Alchemy and

Noemi except: drums by Troy Miller, bass by Mark Neary

Ho scritto questa canzone con Shelly Pool e Ben Adams durante un mattinata frenetica. Proprio questo è stato lo spunto che mi ha fatto scrivere il pezzo: la mia vita come quella di molti altri é così: sempre in divenire senza dimenticare di mettere in valigia anche il coraggio che serve !!!

3. PASSENGER

(Jamie Hartman) - Produced, engineered and arranged by Steve Brown for BrownDog Music

Ltd - Recorded at LA Sound Studios - Mixed by Adam Lunn@Wendyhouse

Passenger e' scritta da Jamie Hartman , già autore di numerose hit per James Blunt tra cui la famosissima You're Beautiful. Una canzone che mi ha fatto innamorare al primo ascolto per il testo: pensare a se stessi qualche volta come un semplice passeggero in un momento in cui , essere al comando e' un'ossessione credo che sia un immagine bellissima, per la semplicità e l'efficacia della bellissima melodia che lo supporta. Con Steve Brown abbiamo studiato un arrangiamento in cui la musica strumentale prendesse il sopravvento. Le suggestioni nordamericane conferiscono grande fascino e atmosfera alla canzone che, unite al significato del testo la rendono, a mio parere, una delle migliori dell'album.

4. SE TU FOSSI QUI

(Diego Mancino, Dario Faini – Diego Mancino, Dario Faini) - Produced, engineered and

arranged by Steve Brown for BrownDog Music Ltd - Recorded at LA Sound Studios - Mixed by Adam Lunn@Wendyhouse

Se tu fossi qui e' il primo pezzo dell'album con il quale mi riavvicino al profondo universo dei cantautori. Le parole di questo testo sono splendide come solo la penna di Mancino sa fare. L'arrangiamento classico e strumentale curato da Steve Brown ha un forte impatto emotivo

I cori, che hanno un ruolo di primo piano in tutto l'album, sono arrangiati da me con la volontà di omaggiare quelli hollywoodiani anni '50.

5. DON'T GET ME WRONG

(Noemi –Noemi, Dimitri Tvokoi) - Produced by Dimitri Tvokoi - Recorded at Dimitri’s Studio - Engineer: Dimitri Tvokoi - Mixed: Dimitri Tvokoi - Instrumentation: Dimitri Tvokoi

Ho scritto questo brano con Dimitri Tivokoi, fortissimo autore ed arrangiatore , produttore e batterista della band cult Placebo. In questa canzone ho potuto dare sfogo alla mia vena Blues e Soul all'interno di una cornice musicale Elettro-rock davvero moderna.

Qui più che altrove prende vita il gusto inglese per la musica leggera intesa come divertimento, ritmo e modernità.

6. BAGNATI DAL SOLE

(Noemi–Noemi, Ailin Caroline, Richard Frenneaux) - Produced: Richard Frenneaux, Noemi - Additional production: Electric/Noemi - Recorded at Richard’s studio, Wendyhouse – Engineer Richard Frenneaux and Electric - Mixed by Adam Lunn@Wendyhouse - Instrumentation: Electric – String

Arrangement: Noemi, Enrico Melozzi, Charlie Rodgers

E' un pezzo che parla di una rinascita, della forza di poter affrontare la vita con le proprie forze e di quanto sia bello godersi i frutti di ciò che si fa con coraggio. Credo che anche musicalmente questo pezzo rappresenti una piccola rinascita creativa, mi sono avvicinata molto alle sonorità elettroniche cercando di abbracciare e capire anche i sound più moderni, senza per me dimenticare l'importanza della musica suonata e del Groove senza dimenticare l'importanza dei cori e delle voci!!

7. TUTTO L'ORO DEL MONDO

(Daniele Magro – Daniele Magro) - Production: The Italians/Noemi - Recorded at The Italians Studio and Wendyhouse - Engineer Adam Lunn - Mixed by Adam Lunn@Wendyhouse -

Instrumentation: The Italians/Noemi - Mellotron: Noemi - Bass: Gabriele Greco

Il testo é una dedica di una tenerezza e profondità sconcertante se si pensa alla giovane età dell'autore Daniele Magro.

Ho cercato, curando l'arrangiamento, di renderlo contemporaneo poiché tengo molto che questa canzone abbia la possibilità di uscire dalla cornice dell'album per l'importanza e la forza del messaggio.

8. PER COSA VIVERE

(Noemi) - Produced, arranged and mixed by: Paul O’Duffy for XL Talent - Drums,

bass, keyboards: Paul O’Duffy - Guitars: Tim Cansfield - Recorded and mixed at: La Source Studios London.

Paul O'Duffy é un bravissimo produttore e autore inglese.

Tra le sue collaborazioni si annovera anche la fantastica Amy Winehouse con cui ha scritto Wake up Alone, hit del famoso album Back to Back.

Ho avuto la possibilità di scrivere questo testo sulla stessa poltrona su cui l'indimenticabile Amy ha scritto i suoi.... un’ emozione incredibile.

9. UN FIORE IN UNA SCATOLA

(Noemi, Luca Chiaravalli - Noemi, Luca Chiaravalli) - Produced, engineered and arranged by Steve Brown for BrownDog Music Ltd - Recorded at LA Sound Studios - Mixed by Adam

Lunn@Wendyhouse

Questo pezzo nasce da un mio loop di archi sul quale ho scritto tutta di un fiato la prima strofa. L'arrangiamento riprende alcune sonorità dei primi album di Kate Bush, in particolar modo per ciò che riguarda la ritmica e l'atmosfera del pezzo.

Ha collaborato con me per la stesura del ritornello il bravissimo Luca Chiaravalli.

Tra i musicisti ritroviamo il batterista Troy Miller, uno dei più forti in Inghilterra giá nella band della Winehouse e molti altri nomi della scena musicale made in London.

10. UN UOMO E' UN ALBERO

(Noemi - Noemi, Diego Mancino, Dario Faini) - Produced, engineered

and arranged by Steve Brown for BrownDog Music Ltd - Recorded: at LA Sound Studios - Mixed by Paul

Gatehouse - Remix by Adam Lunn - Bass By Mark Neary

E' un pezzo che parla di come vorrei essere. La prima cosa che mi viene in mente quando penso a questa canzone sono i cori, che qui sono di matrice africana. Ci tenevo molto che questo colore uscisse fuori dalla produzione così li ho arrangiati personalmente con Steve Brown( Laura Mvula) per far si che le voci fossero come uno strumento che restituisse la forza sia dell'uomo che delle sue scelte.

11. ALBA

(Noemi –Noemi, Electric) - Produced by: Electric/Noemi - Recorded at Tyleyrd, Wendyhouse - Engineer:

Electric - Mixed by Adamlunn@wendyhouse - Instruments/Beats: Electric - Piano: Noemi - Drone: Charlie

HO scelto di chiudere l'album con questa canzone per l'atmosfera rarefatta e per l'intenzione del testo che racconta il momento in cui tutto e' in potenza.

Siamo ad un passo dall'inizio di qualcosa di nuovo.

Sembrerà strano finire un album con un testo che ha questo significato, ma spero che la conclusione del disco e della track-list sia solo l'inizio. 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Attori feticcio: da Mastroianni a Servillo da ilcinemaitaliano.com

Post n°11056 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

La coppia vincente del 2014 si chiama Sorrentino-Servillo. L’ultimo film del regista napoletano “La grande bellezza”, candidato all’Oscar, ha come protagonista indiscussoToni Servillo, nei panni di un cinico e disincantato giornalista.

Fellini Speaks

Foto|Keystone/Getty Images

Servillo, che può essere definito l’attore-feticcio di Paolo Sorrentino, è stato scelto da quest’ultimo sin dal suo esordio con “L’uomo in più”, film in cui interpretava un vistoso cantante napoletano, caduto in disgrazia a seguito di un fattaccio, con la morte del fratello sulla coscienza e che tenta di risalire la china.

Ne “Le conseguenze dell’amore”, regala un’altra intensa interpretazione di solitudine e umanità.Il regista lo sceglie ancora per vestire i panni di Giulio Andreotti ne “Il Divo”, fornendo un ritratto del discusso politico molto personale e mai macchiettistico.

Nella lunga storia del cinema italiano il sodalizio artistico per eccellenza è stato quello traFederico Fellini e Marcello Mastroianni. Le motivazionii che spingono un regista a riproporre lo stesso attore sono varie, in questo caso specifico l’attore può essere considerato in qualche modo l’alter ego del maestro.

È eclatante in questo senso l’esempio di Marcello Mastroianni, nei panni di Guido Contini, in “8½” del 1963, l’opera più autobiografica di Federico Fellini, in cui l’attore laziale interpreta un regista in crisi creativa. Grazie a Mastroianni Fellini mette in scena il riflesso del suo rapporto con il cinema, i suoi deliri, le sue sensazioni.

Mastroianni, già protagonista tre anni prima del grande successo de “La dolce vita”, tornerà nuovamente a lavorare con il regista in alcune pellicole degli anni ’80.

Anche Pier Paolo Pasolini aveva il suo attore prediletto, Ninetto Davoli. La sua fu una presenza costante nei lavori del regista da “Il vangelo secondo Matteo” (in cui fece una comparsata) in avanti. La loro unione, umana oltre che professionale, li portò a collaborare in nove pellicole, tra cui “Uccellacci e uccellini”, e si interruppe soltanto con la tragica scomparsa di Pasolini.

Una delle nostre attrici più famose nel mondo, Sophia Loren, è stata invece la musa diVittorio De Sica, presente in otto pellicole, tra cui l’indimenticabile “La Ciociara”.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Freud e gli altri, commedia ora è corale da ansa

Post n°11055 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Poche eccezioni (come Verdone) per una nuova regola03 febbraio, 18:16
Freud e gli altri, commedia ora è corale(ANSA) - ROMA, 3 FEB - Tutta colpa di Freud sfiora quasi i 5 milioni di euro in due settimane. Il successo della commedia di Paolo Genovese rispecchia una tendenza del cinema italiano: una ritrovata coralità. Qualche eccezione, come il nuovo Verdone in coppia con Paola Cortellesi (Sotto una buona stella), ribadisce una regola corrente, le commedie vanno forte, specie se sono affollate di personaggi. Con 'foto di gruppo', i nuovi film di Carlo Vanzina, Angelo Longoni, l'esordio di Sydney Sibilia, Giovanni Veronesi

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

'Servillo come Mastroianni per francesi'

Post n°11054 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Le Figaro dedica due pagine a protagonista della Grande bellezza05 febbraio, 14:01
(ANSA) - PARIGI, 5 FEB - Toni Servillo "è sul punto di prendere il posto di Mastroianni nel cuore del pubblico" francese, scrive Le Figaro, che al protagonista della Grande bellezza, il film di Paolo Sorrentino candidato all'Oscar, dedica l'apertura della sezione cultura, due pagine dal titolo 'Maestro Servillo!'. "Dopo la sua smagliante performance ne La grande bellezza, in lizza per l'Oscar di miglior film straniero, l'attore conferma, in Viva la libertà, il suo statuto di star del cinema", dice il quotidiano.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Tutti x uno, il nuovo film di Max Bruno

Post n°11053 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Bisio, Giallini, Papaleo nel cast all star, set il 24 febbraio04 febbraio, 17:19
Tutti x uno, il nuovo film di Max Bruno(ANSA) - ROMA, 4 FEB - Massimiliano Bruno, dopo Viva l'Italia torna dietro la cinepresa. S'intitola Tutti x uno il nuovo film sul set dal 24 febbraio, prodotto dai Lucisano e con riprese tutte a Roma. Il cast della commedia brillante, rivelato da cinemotore, è affollato di attori popolari: Claudio Bisio, Marco Giallini, Rocco Papaleo, Massimilano Bruno, Anna Foglietta, Paola Minaccioni, Giobbe Covatta, Gioiele Dix, Pietro Sermonti e Caterina Guzzanti.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Verdone, non a Oscar, palco è per Paolo

Post n°11052 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

Gentili ad invitarmi, è giusto che vada Servillo03 febbraio, 19:13
Verdone, non a Oscar, palco è per Paolo(ANSA) - ROMA, 3 FEB - "Non andrò a Los Angeles, anche se loro sono stati molto carini ad invitarmi. Ma penso che nel caso Sorrentino vincesse quel palco appartenga a Paolo e al produttore. Se deve andare qualcuno è giusto che vada Toni (Servillo, ndr), che è il protagonista". Lo ha detto Carlo Verdone stasera a Palazzo Barberini prima di iniziare l'incontro con il pubblico della serie 'Il gioco serio dell'arte', moderato da Massimiliano Finazzer Flory, un'iniziativa di 'Il gioco del Lotto - Lottomatica'.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

"Per altri occhi" è il miglior doc dell'anno da cinecittà news

Post n°11051 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news, premi

Cr. P.31/01/2014
Per altri occhi, il bel documentario di Silvio Soldini e Giorgio Garini sulla vita quotidiana e avventurosa di un gruppo di non vedenti è il vincitore del Nastro d’Argento 2014 per il miglior documentario. Lo ha deciso la giuria dei giornalisti cinematografici Sngci che ha anche assegnato il Nastro al miglior film dedicato al cinema a I Tarantiniani di Steve Della Casa e Maurizio Tedesco. Un Nastro speciale va aGianfranco Rosi, per Sacro Gra. Tra gli altri riconoscimenti assegnati, il Sngci premia quest’anno Piera Degli Esposticome “migliore attrice protagonista nel documentario” per il lavoro di Peter Marcias Tutte le storie di Piera. Nella serata al Teatro Ambra Garbatella di Roma assegnati anche premi e menzioni speciali a: Fuoriscena di Massimo Donati e Alerssandro Leone, Lino Miccichè, mio padre-Una visione del mondo di Francesco Miccichè, Lettera al Presidente di Marco Santarelli, Bertolucci on Bertolucci di Walter Fasano e Luca Guadagnino, Dal profondodi Valentina Pedicini.   

I premi sono stati selezionati tra 40 titoli del cinema del reale e 15 film dedicati al cinema e allo spettacolo presentati nei principali festival internazionali e nazionali e/o usciti in sala o in home video o trasmessi da una rete televisiva tra 1° aprile e 31 dicembre 2013. Tra questi il Sngci non ha incluso alcuni titoli più specificamente ritenuti docufilm rinviati alla selezione di maggio-giugno: Con il fiato sospeso di Costanza Quatriglio, Tir di Alberto Fasulo, Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno,Sangue di Pippo Delbono, Stop the Pounding Heart di Roberto Minervini.

A conclusione della serata all’Ambra omaggio al cinema del reale con due film di second life nata dietro le sbarre: Il riscatto di Giovanna Taviani, su Salvatore Striano, il detenuto attore per Cesare deve morire, e il work in progress Offstage di Francesco Cinquemani, un viaggio attraverso storie in prima persona di reclusi che devono la loro formazione artistica alla Compagnia stabile Assai, il più antico gruppo teatrale penitenziario italiano. 
 
Per i titoli Luce Cinecittà premiati clicca qui 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

L'Italia a Berlino con Valeria Golino e Gianni Amelio (ma non solo)

Post n°11050 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Cr. P.24/01/2014
Gianni Amelio alla 64esima Berlinale con il suo documentario, Felice chi è diverso, invitato in Panorama Dokumente. Il film, prodotto da Luce-Cinecittà, con Rai Cinema e Rai Trade, con il contributo del MiBACT – Direzione Generale per il Cinema, e in collaborazione con Cubovision di Telecom Italia, verrà distribuito da Luce-Cinecittà nelle sale ai primi di marzo. Felice chi è diverso è, come spiega lo stesso regista, "un viaggio in un’Italia segreta, raramente svelata dalle cineprese: l’Italia del mondo omosessuale così come è stato vissuto nel Novecento, dai primi del secolo agli anni '80. Un viaggio fatto di storie raccolte dal Nord al Sud del Paese, di chi ha vissuto sulla propria pelle il peso di essere un ‘diverso’. Racconti di repressione, censura, dignità, coraggio e felicità".

Istituto Luce-Cinecittà al Festival di Berlino porta anche Il Sud è niente di Fabio Mollo, nella sezione dedicata ai giovani e giovanissimi (Generation). Il Sud è niente è uno dei casi internazionali dell’anno. Dopo gli inviti ai Festival di Toronto, Roma-Alice nella Città e Torino, l'exploit è confermato anche dalla partecipazione della protagonista del film, la debuttante Miriam Karlkvist, all’edizione 2014 di Shooting Stars, la vetrina organizzata dall’EFP per i giovani talenti della recitazione europei. 

Valeria Golino fa parte della giuria opera prima insieme a Nancy Buirski (USA), fondatrice del Full Frame Documentary Film Festival di Durham, e al produttore argentino Hernán Musaluppi. Concorrono al premio 18 film in varie sezioni, dal concorso a Panorama. Al vincitore andranno 50.000 euro. Un po' di Italia anche nella sezione Culinary Cinema, il programma di cinema e cibo. 15 film su cibo e ambiente saranno presentati al Martin-Gropius-Bau. Dopo le proiezioni, gli chef stellati Daniel Achilles, Matthias Diether, Michael Kempf, Tim Raue e i fratelli Roca serviranno un pasto ispirato alle pellicole al ristorante “Gropius Mirror”. In programma, tra gli altri, I cavalieri della Laguna di Walter Bencini, che parla di una cooperativa di pescatori sulle coste della Toscana. Inoltre sarà presentato anche il corto I maccheroni di Raffaele Andreassi (1957) e Natural Resistance di Jonathan Nossiter che racconta la lotta dei viticultori italiani che combattono le norme imposte dalla UE per la vinificazione difendendo le tradizioni locali. Un documentario che utilizza anche materiali d'archivio della Cineteca Bologna. In occasione della premiere lo chef Matthias Diether proporrà una sua interpretazione della cucina italiana. 

In grazia di Dio di Edoardo Winspeare sarà a Berlino nella sezione Panorama. Il film si svolge a Leuca, un paesino del Salentino, dove vivono quattro donne al tempo della crisi. Una famiglia che confeziona capi d'abbigliamento per le grandi aziende del Nord, a causa del calo della domanda è costretta a chiudere l’azienda e dopo il pignoramento della casa a trasferirsi in campagna, vivendo con pochi soldi e appoggiandosi alla comunità. I personaggi sono interpretati da attori non professionisti, Adele (Celeste Casciaro, moglie del regista) la donna che con coraggio convince la figlia Ina (Laura Licchetta) e la sorella Maria Concetta (Barbara De Matteis) a cambiare vita con il resto della famiglia ricorrendo al baratto. Il film frutto di un’originale formula produttiva ed ecologica che si ispira alla storia del film, è prodotto da Winspeare, Gustavo Caputo, Alessandro Contessa per Saietta Film con Rai Cinema, in associazione con Banca Popolare Pugliese e Luigi De Vecchi, con il sostegno di Apulia Film Commission, con il contributo dell’Assessorato alle Politiche Agricole della Regione Puglia. Main sponsor Pasta Granoro.''Sono felicissimo - ha dichiarato il regista - Fin dall'inizio volevo andare a Berlino, festival che sento molto nelle mie corde, forse anche perché ho studiato in Germania, ho fatto la scuola di cinema a Monaco. Come negli altri miei film l'elemento locale è molto forte - l'ambientazione nel Salento, lavorare con attori del posto - ma il tema è universale: la metamorfosi della crisi economica, la crisi vista come possibilità, come un nuovo inizio. È un film sulla possibilità di essere felici nonostante''. 

Sezione speciale della Berlinale, “NATIVe – A Journey into Indigenous Cinema” indaga sul cinema indigeno nei suoi vari aspetti e quest'anno proporrà due film: BirdWatchers – La terra degli uomini rossi di Marco Bechis (2008) che racconta la vicenda dei Guarani-Kaiowà e l'occupazione di una piantaggione, e il neozelandese UTU Redux di Geoff Murphy. NATIVe organizza anche degli incontri di storytelling in cui il pubblico è invitato a partecipare.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Sacro GRA: recensione in anteprima del documentario di Gianfranco Rosi da cineblogit

Post n°11049 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Scritto da:  - venerdì 6 settembre 2013

 


Gianfranco Rosi con Sacro GRA ha deciso di raccontare un angolo del suo Paese, girando e perdendosi per più di due anni con un mini-van sul Grande Raccordo Anulare di Roma per scoprire i mondi invisibili e i futuri possibili che questo luogo magico cela oltre il muro del suo frastuono continuo. Si tratta della più estesa autostrada d’Italia, che circonda la capitale come gli anelli di Saturno.

Dallo sfondo emergono personaggi altrimenti invisibili e apparizioni fugaci: un nobile piemontese e sua figlia laureanda, assegnatari di un monolocale in un moderno condominio ai bordi del Raccordo; un botanico armato di sonde sonore e pozioni chimiche cerca il rimedio per liberare le palme della sua oasi dalle larve divoratrici.

 

Ancora avanti: un principe dei nostri giorni con un sigaro in bocca fa ginnastica sul tetto del suo castello assediato dalle palazzine della periferia informe a un’uscita del Raccordo; un barelliere in servizio sull’autoambulanza del 118 dà soccorso e conforto girando notte e giorno sull’anello autostradale; un pescatore di anguille vive su di una zattera all’ombra di un cavalcavia sul fiume Tevere…

Le pecore e l’autostrada sono le protagoniste di una delle prime inquadrature di Sacro GRA. Un curioso contrasto: da una parte il gruppo di animali al pascolo, e pochi metri più in là l’autostrada con il traffico. Una prima contraddizione in cui però gli elementi sembrano coesistere nello spazio senza problemi. Forse perché sono costretti a farlo, e ormai sono abituati.

La Roma periferica e “centrifuga” di Rosi è così variegata che spesso i personaggi sembrano scritti a tavolino. I personaggi interpretano loro stessi, e questo non lo si mette affatto in dubbio: ci sono Cesare l’anguillaro, il nobile piemontese Paolo con la figlia Amelia, il barelliere Roberto che va a trovare la madre, il palmologo Francesco, il principe Filippo e la consorte Xsenia, l’attore di fotoromanzi Gaetano…


Un parco di figure che spesso non ci si crede, ma che non si ha alcun problema ad accettare come “veri”. Il dubbio che però più di qualcuno ha sollevato è che i dialoghi, spesso anche molto “brillanti”, sembrano scritti o preparati a tavolino. Se si inizia a leggere il film in questo modo, si può anche uscire dalla sala piuttosto perplessi: siamo sicuro che sia un puro documentario?

La questione è aperta, ma quello su cui non si può dubitare di Sacro GRA è la sua capacità di documentare il paesaggio. Che poi è il fine primo del film, anche se per forza di cose il contenuto slitta sulla “fauna” che popola questo paesaggio. Storie comuni e personaggi paradossali, che fanno il loro lavoro o popolano il mondo della notte, con i mangiafuoco, gli autostoppisti, le prostitute e le cubiste.

Viene da dire “che personaggi!”. E bisognerebbe già organizzare in qualche cinema un double bill con La Grande Bellezza. Si ride parecchio, spesso anche di gusto: si veda solo il momento in cui l’anguillaro commenta con tono arrabbiato ma ironico una notizia letta su un giornale relativa al mischiare anguille provenienti da zone diverse nella stessa acqua, mentre una donna cuce seduta allo stesso tavolo ma totalmente disinteressata.

C’è anche spazio per momenti di tenerezza improvvisa, come nella scena in cui il barelliere va a trovare la madre anziana a casa. Ciò che però affascina di più nel film di Rosi sono le inquadrature diverse: campi lunghi sul GRA, ipnotici travelling con soggettiva dell’auto di turno che sfreccia sull’autostrada, e originali inquadrature dall’alto sulle finestre di una palazzina.

Viene contemplata anche la natura, con bellissimi dettagli su larve e punteruoli che si cibano di una palma. Una palma che “non ha come difendersi: perché l’hanno attaccata al cuore”. I “contorni” di Roma non sono poi così diversi evidentemente dal cuore della città, con tutti i suoi colori e le sue contraddizioni.

Voto di Gabriele: 7
Voto di Antonio: 7.5

Sacro GRA (Italia 2013, documentario 87′) di Gianfranco Rosi.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Dimenticare Palermo

Post n°11048 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

Poster

Carmine Bonavia, uno spregiudicato uomo politico di New York, figlio di un immigrato siciliano e candidato alla carica di sindaco, accetta il consiglio di Gianna, una giornalista palermitana, di incentrare la sua campagna elettorale non più in favore della realizzazione di centri sociali per il recupero di tossicodipendenti ma per la liberalizzazione della droga. Pertanto, dopo essersi sposato con l'avvenente Carrie, si reca a Palermo in viaggio di nozze per conoscere la città di suo padre. In Carmine si risvegliano i sopiti istinti della gelosia durante la festa di Santa Rosalia, quando un giovane venditore di rari gelsomini offre gratuitamente a Carrie i suoi fiori. Rintracciato il fioraio, dopo svariati tentativi stranamente ostacolati, Carmine affronta il giovane che nella colluttazione rimane misteriosamente accoltellato. Accusato di omicidio, viene scagionato per l'intervento della mafia locale che, come contropartita, gli chiede di non sostenere la liberalizzazione della droga. Accettato il compromesso torna a New York. Qui, non rispettando gli accordi, viene ucciso.

CRITICA:

"Il film di Fancesco Rosi dice tutto in maniera sincera e dignitosa, ma anche scontata." ('Segnalazioni Cinematografiche', vol. 109, 1990)

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

ABOLIZIONE STORIA DELL'ARTE NELLE SCUOLE: IMPERDONABILE AUTOGOAL da milanofree.it

Post n°11047 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

SCRITTO DA GABRIELE MASI

Nel 2009 il ministro dell’istruzione di allora Maria Stella Gelmini, nella riforma dell’istruzione superiore, aveva deciso per un taglio netto dell’insegnamento della Storia dell’Arte. La scure della riforma aveva colpito anche altre materie come la Geografia, che aveva subito preso la sua ironica rivincita, facendo passare alla storia la ministra con la famosa gaffe sul tunnel tra il Cern ed i laboratori del “Gran Sasso”.

Bisognava adattarsi coi tempi, rendere la scuola più competitiva a livello internazionale, lasciare più spazio a materie moderne come informatica e inglese, queste le giustificazioni, che nascondevano l’ennesima volontà di non investire maggiori risorse nel settore didattico.

E in effetti fino a sette anni fa l’Italia era l’unico paese in Europa che provvedeva all’insegnamento della Storia dell’Arte, un primato che risale alla riforma Gentile del 1923Nel 2007 la Francia, constatata l’effettiva bontà del sistema italiano, aveva deciso di imitarci.

Se fino al 2009 la Storia dell’Arte si studiava per tutti i 5 anni, la riforma Gelmini ha ridotto l’insegnamento a 2 ore a settimana nel triennio dei licei, da 7 a 3 nei licei artistici, e ha completamente abolito la materia negli istituti professionali, compresi Grafica, Moda e Turistico. A questo si aggiunge l’abolizione degli Istituti d’Arte, costretti a reinvestirsi come istituti professionali o licei artistici.

Scelta assolutamente logica se si pensa al fatto che l’Italia possiede il più grande patrimonio artistico del mondo, 3.400 musei, circa 2.100 aree e parchi archeologici, 43 siti Unesco, i quali hanno, però, un indice di ritorno economico 16 volte inferiore a quello degli Stati Uniti, 4 a quello francese, 7 volte sotto quello inglese.

Ma nonostante si cerchino sempre più vie disperate per ripianare bilanci e per rilanciare il Paese, questo particolare sembra sempre essere trascurato.

storia-dell-arte

Il grande regista Hitchcock nei momenti difficili della sua carriera usava il detto Run for Cover”, cioè nei momenti di smarrimento e difficoltà, quando le cose vanno male, per ripartire bisogna rifugiarsi in ciò che si è bravi a fare.  E forse che l’arte e l’aspetto umanistico della nostra cultura non potrebbe essere un nostro punto di forza economico e forse che non contribuiscono a darci quel modo di essere unico, come Paese e come persone, che ci da ancora una marcia in più nel mondo? La necessità di riformare la scuola e renderla più “al passo coi tempi”, più collegata al mondo del lavoro e alle necessità reali è un discorso fuori discussione. Ma, anche per questo, come farà un grafico a occuparsi di comunicazione visiva senza conoscere le radici della sua stessa materia o, soprattutto, un addetto nel settore turistico a guidare chi viene alla scoperta del nostro Paese e a valorizzare al meglio il suo territorio?

Forse la crisi nel settore turistico non deriva anche dal continuo sperpero ignorante che si fa della bellezza del nostro Paese? Forse che la posizione subordinata in tutti i campi artistici della nostra penisola non è dovuta a una masochistica volontà di copiare gli altri invece di investire sulle nostre peculiarità, di non cercare la qualità, ma il profitto immediato, di non sapere difendere, a tutti i livelli, l’unicità dei nostri prodotti e della nostra storia?

Non è forse meglio, in un mercato globale, puntare su ciò che rende unici piuttosto che su ciò che è comune?

E a tutti coloro che credono e hanno contribuito a creare una mentalità generale che etichetta il ramo del sapere umanistico come inutile nel mondo attuale chiedo, non è forse vero che uno scienziato o un economista con un background umanistico non abbia sviluppato maggiormente quella fantasia o pensiero laterale o logica filosofica o coscienza del bello e della vita che gli darà una marcia in più e una migliore capacità di problem solving?

Al passo coi tempi non vuol dire cancellare la storia. Non siamo forse come diceva Bernando di Chartres, nani sulle spalle dei giganti? Non sarebbe stato meglio, forse, piuttosto che cancellare i programmi, orientarli maggiormente verso la contemporaneità, creando maggiori possibilità di conoscenza di altre forme d’arte, della storia e delle problematiche degli ultimi cinquant’anni, cosa in cui i nostri studenti sono totalmente ignoranti?

Nonostante la raccolta di oltre 15 mila firme, l’appoggio esplicito del ministro per i Beni culturali Massimo Bray, la disponibilità di quasi 2500 precari pronti a insegnare la materia, la ministra Maria Chiara Carrozza non è riuscita ancora ad intervenire su quella riforma, nonostante in un tweet di fine anno aveva dichiarato come la questione Storia dell’Arte sarà un punto centrale nel 2014.

A cosa serve dunque la scuola? Serve, anche, io credo, a far sentire un individuo parte della società e della nazione in cui vive, a creare un’identità e un orgoglio verso il proprio Paese e la propria storia. Un’identità che nel marasma di culture della globalizzazione permetta di non smarrirsi. Serve a stimolare un interesse, a far conoscere le varie possibilità che la vita offre, a creare una cultura di base che non pensi all’individuo solo come una futura macchina da lavoro, ma come uomo, fatto anche e soprattutto di passioni. Serve a dare uno spirito critico per non creare una massa facilmente manipolabile dal potere e dai messaggi pubblicitari. Per questo credo che togliere la Storia dell’Arte, ennesimoattacco alla cultura umanistica, sia stato un grande autogol per l’istruzione su cui è necessario, al più presto, intervenire.

G. Masi

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

L'Italia cancella l'arte dalle scuole, è definitivo da il mediano.it

Post n°11046 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

05/02/2014

 

Urlo Munch
Urlo Munch

La Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati dice no alla reintegrazione delle materie artistiche nelle scuole italiane. Il Paese, spiega, non è in grado di sostenerne la spesa.

 

È ormai definitiva la decisione del Ministero dell'Istruzione di tagliare ed eliminare le ore dedicate alle materie artistiche negli istituti italiani. Mai più, nelle nostro Paese, si insegnerà "la grande Bellezza". Il rifiuto della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione manda infatti in frantumi i sogni e le speranze di Maria Chiara Carrozza, attuale ministro dell'Istruzione, che aveva sottoposto alla Commissione il caso. Le 15 mila firme raccolte, tra cui quelle di molti insigni esponenti della cultura italiana, e il supporto di Massimo Bray, ministro dei Beni e delle Attività Culturali, evidentemente, non sono bastati e la Commissione ha bocciato la proposta.

 

Un massacro intellettuale, è il caso di dire, che ha avuto inizio nel 2008, quando la riforma del sistema scolastico, operata dall'allora ministro Mariastella Gelmini, diede inizio alla graduale eliminazione e riduzione delle materie artistiche nelle scuole italiane, poi completata nel 2010. La Gelmini, di fatto, ha cancellato gli istituti d'arte, eliminato le discipline artistiche dai bienni dei Licei classici e linguistici, ridotto le materie nei Licei artistici e cancellato la Storia dell'arte dagli istituti professionali, dove, come scrive Tomaso Montanari, "sarà possibile diplomarsi in Moda, Grafica e Turismo senza sapere chi sono Giotto, Leonardo o Michelangelo".

 

Un gesto che fa impallidire soprattutto perché lo studio dell'arte, introdotto in Italia dalla riforma Gentile nel 1923, è sempre stato ammirato dalle altre nazioni europee che, al modello italiano, si sono ispirate solo in epoca recente. In Francia, nel 2008, ad esempio, Sarkozy ha reso obbligatorio l'insegnamento dell'arte nelle scuole elementari, un progetto da lungo tempo accarezzato anche qui da noi, ma mai concretizzato, a dimostrazione dell'enorme divario che esiste in Italia tra le istituzioni e i cittadini.

 

È evidente, alla luce della decisione della Commissione, che il nostro Paese ha ancora una volta toccato il fondo. La giustifica dell'insostenibilità della spesa pubblica per tali materie è inaccettabile. In una nazione che sta puntando sull'arte e la cultura per trainare lo sviluppo e l'economia, l'eliminazione delle materie artistiche è davvero un'assurdità. È come se un Paese che voglia fare del petrolio la sua risorsa primaria, educasse i ragazzi al rispetto dell'ambiente e all'uso di combustibili alternativi.

 

Un controsenso o, piuttosto, un suicidio. Stiamo infatti custodendo e valorizzando, con un enorme dispendio di risorse, il capitale storico-artistico più prezioso del mondo e al contempo formando i cittadini che lo dilapideranno. Cos'altro aspettarci dall'inevitabile diseducazione delle future generazioni? Stiamo per consegnare nelle mani di un popolo devastato dalla riforma Gelmini, incapace di distinguere una chiesa gotica da una barocca, un inestimabile patrimonio culturale. Un patrimonio che noi oggi, paradossalmente, con ingenti investimenti, cerchiamo di preservare proprio per quelle stesse generazioni che potrebbero, un domani, arrivare verosimilmente a distruggerlo.

 Cosa ne sarà delle bellezze e delle ricchezze dell'Italia? Difficile dirlo. Ciò che oggi rimane è solo il ricordo che tutti noi abbiamo dei tanti professori che, in un modo o nell'altro, cercarono di insegnarci la Bellezza attraverso le opere d'arte. Mai più, tra i banchi di scuola, risuoneranno i nomi di Giotto, Leonardo, Michelangelo, Caravaggio, Van Gogh e Picasso. Se sapete chi sono ritenetevi fortunati, i vostri nipoti non potranno dire altrettanto. 

(Fonte foto: Rete internet)

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Abolita la Storia dell’Arte in Italia da bloggokin.it

Post n°11045 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

 

A quanto pare, il Paese non è in grado di sostenere lo studio della Storia dell'Arte nella scuola...

 

 

Mi vergogno di essere italiano. Mi vergogno di vivere in uno stato disattento, cieco, gretto, ignorante e poco lungimirante. Mi vergogno di vivere in uno stato che dimentica le sue radici e la sua cultura. Già la cultura, figlia dell’arte e della storia di questo paese, ve la ricordate vero l’Arte? Quella con la A maiuscola quella di cui l’Italia detiene il sessanta percento dei beni culturali del mondo (60%). Avete letto bene… del mondo!

Mi vergogno di vivere in un paese che non studia la storia dell’Arte nelle proprie scuole.

La notizia è di poco tempo fa, la Storia dell’arte non tornerà nelle scuole come materia di studio. Malgrado la raccolta firme, le pressioni e gli appelli di reintrodurre la materia uccisa dall’ex ministro Maria Stella Gelmini con la sua legge di riforma del sistema scolastico(nn. 133 e 169/2008) che ne ha cancellato o drasticamente ridotto l’insegnamento.

Ricordiamo infatti che dagli anni 2009 e 2010, oltre all’abolizione degli Istituti d’arte, la riforma Gelmini ha imposto la riduzione delle discipline artistiche nei «nuovi» Licei artistici, la cancellazione di «Storia dell’arte» dai bienni dei Licei classici e linguistici, dagli indirizzi Turismo e Grafica degli Istituti tecnici e dei professionali; zero ore per i geometri; cancellazionedi «Disegno e Storia dell’arte» dai bienni dei Licei scienze umane e linguistici;cancellazione di «Disegno e Storia dell’arte» dal «nuovo» Liceo sportivo; eliminazione del «Disegno» nei trienni di questi ultimi «ambiti formativi»

BloggokinArte1

Una cosa abberrante. Una riforma insensata che non solo ha spazzato via la cultura dell’Arte, ma anche tutte quelle materie che erano le base di buona parte della nostra storia e del famoso “made in Italy“, quelle che una volta venivano chiamate arti applicate come il design, lamoda, la grafica, la nostra eccellenza creativa è morta con quella riforma.

Negli ultimi due anni si sono moltiplicati i tentativi di far rinascere la disciplina e tutto il sapere perduto. Appelli incessanti tra 2012 e 2013 non sono serviti, compresa una clamorosa raccolta di 15mila firme sostenuta dallo stesso Ministro dei Beni Culturali Massimo Bray. Fino ad arrivare il il 31 ottobre 2013 era finalmente arrivato in Commissione Cultura Scienze e Istruzione della Camera l’emendamento «C 1574-A» presentato da Celeste Costantino, deputata di Sel, per il «Ripristino della Storia dell’arte nella Scuola secondaria». Il sì sembrava scontato ma alla fine l’emendamento «non ha trovato ascolto»…

Bocciato

Perché, dice la motivazione della maggioranza della Commissione, reintrodurre la materia…

«Significherebbe aumentare una spesa che è stata tagliata perché il Paese non è in grado di sostenerla».

Ed è esattamente questo il motivo per la quale io mi vergogno di essere italiano, mi vergogno di portare mio figlio a scuola sapendo che non imparerà mai sui banchi di scuola cheLeonardoMichelangelo e Donatello non sono le Tartarughe Ninja, ma dovrò spiegarglielo ioMi vergogno di vivere in un paese che dovrebbe e potrebbe vivere di turismo culturale, di beni artistiche, un paese che dovrebbe essere visitato e amato per la storia che rappresenta e per la cultura artistica e che invece stenta a sopravivere.

BloggokinArte2

Cosa sarà della nostra cultura fra 5/6 anni? Chi si ricorderà i nomi delle opere, degli autori, dei quadri e delle sculture, dei monumenti e delle statue. Che generazioni stiamo crescendo?

Abbiamo immaginato un futuro non troppo lontano dove ì ragazzi e le ragazze vedranno un’opera d’arte e (non avendola studiata mai nelle scuole) gli daranno un titolo loro, di fantasia. Un titolo falso per un falso sapere artistico.

Ci piacerebbe che voi che state leggende condivideste queste righe e queste immagini. Prendetele usatele nei vostri siti/blog/social/facebook/twitter o dove volete, ma sopratutto condividete l’idea che…

Vogliamo il ripristino della storia dell’Arte nella scuola

BloggokinArte3

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Tor Vergata in lutto. E’ morto a 44 anni il professore di sociologia Massimo Rosati da fanpage

Post n°11044 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Improvvisamente a causa di un malore è morto Massimo Rosati professore di Sociologia generale presso l’Università di Tor Vergata a Roma. I suoi campi di ricerca vertevano sul ruolo delle religioni nelle società contemporanee e all'attualizzazione del pensiero di Durkheim.

Tor Vergata in lutto. E’ morto a 44 anni il professore di sociologia Massimo Rosati.

L’Università di Tor Vergata perde Massimo Rosati professore di Sociologia Generale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia. Strappato alla vita all’improvviso, lascia la moglie Barbara, la figlia Anna, i suoi colleghi e gli alunni del suo corso di laurea. Un uomo dai mille progetti, un professore sempre pronto a mettere in discussione qualsiasi tesi anche la più improbabile. Un uomo che ha sempre amato il suo lavoro, tanto che dal 2007 al 2012 ha pubblicato 28 volumi circa la presenza e il ruolo delle religioni nelle società contemporanee, all’attualizzazione del pensiero di Durkheim e di altri autori della tradizione durkheimiana, al rapporto tra memoria e società, alle forme della secolarizzazione in ottica comparata. Ideatore e direttore del Centro Studi e Documentazione ‘Religioni e Istituzioni Politiche nella Società Post-Secolare’ aveva preso in considerazione le idee di Jürgen Habermas le cui ultime riflessioni vertono in particolar modo sull’idea di società “post-secolare” dove propone la necessità di una revisione del rapporto tra religione e politica nello spazio pubblico, in cui la coscienza pubblica in Europa viene definita nei termini di una “società post-secolare”: una coscienza che deve adattarsi dunque a convivere con il persistere di comunità religiose e consequenzialmente con la certezza di una sempre maggiore richiesta di influenza pubblica delle pretese e ragioni della religione.

Prof. Massimo Rosati: “L`aratro e la stella: tutto è ierofania, basta saper guardare. Ovvero la secolarizzazione come errore”

 

Tra le righe di un articolo scritto da Giancarlo Bosetti Direttore di “Reset” possiamo capire come questo violento distacco ha lasciato tutti senza parole:“«Reset» perde un amico, un collaboratore assiduo, con le sue idee, con il suo blog, con i progetti che avevamo in corso. Niente lasciava immaginare che questo potesse accadere. La violenza di questa interruzione di contatti amichevoli e operosi, di consuete relazioni di lavoro, è incredibile e dolorosa.” e ancora “Massimo aveva già prodotto e pubblicato molto nella sua intensissima vita professionale, ma era ancora nella fase, naturale per la sua età, in cui si immagina che la parte più grande del lavoro deve ancora venire.”

Anche su Facebook centinaia di post e commenti, soprattutto sul gruppo Scienze della Comunicazione Tor Vergata dove una sua collega, la professoressa Francesca Dragotto, annuncia cosi: “Mi mancano le parole con cui dirlo… è successa una cosa terribile, Massimo Rosati è morto ieri improvvisamente… Mi sembra giusto condividerlo con tutti voi, suoi allievi.” Un altro collega, Tonino Griffero“C’è poco da dire, in effetti, dinanzi a eventi di questa natura: non resta che ammutolire e ricordare il valore di Massimo.” Anche la professoressa Elisabetta Marino”Le vostre parole sono la consolazione più grande. Nessuno muore veramente se continua a vivere nel cuore di così tante persone” 

Tanti anche i commenti degli alunni rimasti sbigottiti da questa triste e improvvisa dipartita:

Matteo B.:“Ciao. Sono Matteo Bortolini, ero amico di Massimo, abbiamo fatto e scritto tante cose insieme. Ti ringrazio per il tuo articolo, davvero. Tenete cara la sua memoria, era la persona più straordinaria e umile che ho conosciuto. La testa di Durkheim che vedete nella prima foto l’ha fatta la mia mamma, per dire”

Francesca S.: “Stamattina mi è crollato il mondo addosso. Mi hai lasciato tanto, ci siamo scontrati e poi chiariti. La grandezza del tuo cuore la tua scrittura illeggibile. La mia tesi che porta il tuo nome… non ti dico addio ma ciao perché esisterai per sempre dentro me.”  

Oreste Z.: “Un Professore esemplare. Amava il suo lavoro e riusciva a trasmetterti tutta la sua passione. Senza parole, condoglianze alla sua famiglia ed ai suoi cari”. 

Elisa C.: “Rimango senza parole. Una persona unica, stimabile, professionale. Una perdita sconvolgente. Le sue lezioni incantavano davvero. Resterà sempre un’icona insuperabile. È proprio vero, sono sempre i migliori ad andarsene. La prego, prof, appena sa qualcosa riguardo i funerali, di scriverlo, molti ci tengono a dare l’ultimo saluto ad un uomo STRAORDINARIO.”

Federica P.: “NON CI CREDO !!!!”

Andrea L.A.: “Semplicemente un grande!non capirò mai perché sono sempre le persone che meritano di restare ad andarsene, la considero una grande fortuna aver potuto partecipare alle sue lezioni, addio prof!”



continua su: http://www.fanpage.it/tor-vergata-in-lutto-e-morto-a-44-anni-il-professore-di-sociologia-massimo-rosati/#ixzz2sSuwhC9U 
http://www.fanpage.it

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963