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Messaggi del 13/02/2014

 

Pantani

Post n°11116 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Vijay, il mio amico indiano

Post n°11115 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Sotto una buona stella

Post n°11114 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Monuments Men

Post n°11113 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Marco Pantani, in un docufilm i trionfi, le ombre e la fine del Pirata da Il fatto quotidiano

Post n°11112 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

A dieci anni dalla morte il campione rivive bicicletta, sudore e bandana nel documentario Pantani - The Accidental Death of a Cyclist – diretto dall’inglese James Erskine. Sarà nella sale italiane per tre giorni: il 17, 18 e 19 febbraio. In 92 minuti scorre tutta la vita dell'uomo e dello sportivo. Un film in due atti con un protagonista mai completamente felice, e un mondo che gli ruota attorno mai totalmente sincero
Marco Pantani, in un docufilm i trionfi, le ombre e la fine del Pirata – il trailer

Un prologo sulla salita, le scalate, la fatica, il mito di Sisifo, l’apnea tra ragazzini di chi resiste di più. Una soggettiva dal manubrio della bicicletta, trovata espressiva semplice ma efficace, per guardare l’asfalto, come se gli occhi fossero dello stesso Pantani. L’ascesa, il primo movimento, l’apoteosi e la gloria. La discesa, secondo movimento, la solitudine e il dramma. Pantani è un film in due atti con un protagonista mai completamente felice, e un mondo che gli ruota attorno mai totalmente sincero.

“Ho cercato di recuperare nelle sue ore più buie, il Pantani ciclista geniale, corrotto da un sistema di ineluttabile oscurità”, spiega Erskine al fattoquotidiano.it, “un uomo che ha cambiato non solo il punto di vista dello spettatore ma ha diffuso la bellezza del ciclismo come sport. Un pioniere, un rivoluzionario e un genio, comunque un uomo, per questo imperfetto”.

Già, l’imperfetto Pantani, il meccanismo mentale e fisico che si blocca con quell’ematocritoleggermente più alto della norma nella tappa al Giro d’Italia di Madonna di Campiglio (1999). Pantani riscende nuovamente le scale dell’Hotel Touring, lo guardi negli occhi e vedi che è finita. Lo spiegano gli amici, gli ex allenatori, gli ex colleghi e compagni – Marco Velo della Mercatone Uno è ancora commosso: da quel giorno in avanti Pantani fu ossessionato dal complotto, dentro quella stanza successe qualcosa di strano. Si è detto di tutto da allora ad oggi e nel documentario Erskine rinfocola il dubbio facendo dire ai suoi protagonisti: “Marco era troppo famoso, dava fastidio”. O ancora di più, come dice Romano Cenni della Mercatone Uno: “A Milano dissero al bandito Vallanzasca, che era in prigione, di non scommettere su Pantani vincente perché non sarebbe arrivato a Milano”.

“Ho pensato che dovevo raccontare la figura di Pantani proprio quando ho sentito la confessione sul doping di Lance Armstrong, racconta Erskine. Ecco, allora quell’ombra che continuamente si allunga sul campione triste che invece di godersi la fama finisce subito sbranato dal circo mediatico e dal mondo del ciclismo pieno di sacche d’eritropoietina. E la spiegazione che riporta ancora il regista, con un titolo originale identico alla pièce teatrale di Dario Fo sulla morte di Pinelli: “È vero, il riferimento è voluto, nel senso che parliamo della morte di un uomo, rispetto alla quale nessuno si è preso la responsabilità, quando invece tutti ne erano responsabili”.

La galleria di volti noti è da brivido, c’è perfino Maradona. Scorrono il grimpeur Ugrumov (abitava vicino al residence riminese dove morì Pantani), l’avversario Berzin (oggi gonfio come un otre), e il campione inglese Bradley Wiggins: “Amava Marco, amava lo sportivo, il campione. Anche se la figura più straordinaria ed elegante che ho intervistato e inserito molto nel film è mamma Tonina: in lei convivono contemporaneamente tristezza, gioia e confusione”.

Passano veloci gli inizi pioneristici di Pantani, la bici rossa comprata con l’aggiunta dei soldi del nonno, la fidanzata Cristina poi fuggita con un altro, le interviste al campione romagnolo di Minà eZavoli alla ricerca dell’umanità perduta, poi l’albergo della morte: “La mia impressione al di là di qualsiasi inchiesta giudiziaria”, chiosa Erskine, “è che Pantani non si sia né suicidato, né ucciso. È morto accidentalmente. E il mio film è un tributo alla sua memoria”. 

 
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Bonus libri 2014, il pasticciaccio della promessa mancata sulle detrazioni fiscali

Post n°11111 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Avrebbe dovuto essere la mossa del governo per rilanciare la lettura in Italia: una detrazione per tutti del 19% sui testi acquistati. Ma senza copertura si trasforma in un "bonus librai" e prevede un buono sconto solo per gli studenti di 19 euro in tre anni
Bonus libri 2014, il pasticciaccio della promessa mancata sulle detrazioni fiscali

Gli italiani leggono poco o niente. Secondo l’ultimo rapporto Istat, non pensa mai a sfogliare unlibro il 57% della popolazione, mentre i lettori ‘forti’ (quelli che riescono addirittura a leggerne uno al mese) sono appena il 13,9 per cento. Un primato negativo a cui il governo ha cercato di porre rimedio con un’ambiziosa misura pensata a fine dicembre per favorire “la diffusione del libro su qualsiasi supporto e la promozione della lettura”, attraverso l’erogazione di una detrazione fiscaleper l’acquisto di tutti i libri, scolastici e non. Un annuncio che era arrivato su Twitter direttamente dal premier Enrico LettaLa promessa, però, si è infranta poco dopo in un mare di polemiche, figuracce e dietrofront. E con un colpo di mano il governo ha trasformato il bonus inizialmente  previsto in un “contentino” agli studenti che, tuttavia, soddisfa poco sia gli amanti della lettura che i librai.

Nel decreto Destinazione Italia approvato l’11 febbraio dalla Camera (e che passa ora al Senato per ottenere il via libera finale entro il 21) è stato infatti stanziato un fondo di 50 milioni di euro per il triennio 2014-2016 per l’acquisto dei soli libri di lettura, inclusi quelli in formato digitale. Le modalità di funzionamento sono molto semplici: le scuole superiori distribuiranno agli studenti dei voucher con uno sconto del 19% da spendere nelle librerie che aderiscono all’iniziativa. I negozianti, poi, recupereranno i soldi in sede di dichiarazione d’imposta. Una buona notizia? Non proprio. Il credito di imposta iniziale previsto per l’acquisto di libri non c’è più. Il governo se l’è rimangiato, perché l’attuazione era impossibile a causa dell’esiguità delle risorse. I numeri sono chiari: con il bonus libri i potenziali beneficiari sarebbero stati 29 milioni di contribuenti Irpef. Con l’attuale voucher – che vale circa 19 euro (importo da spalmare nel triennio) – il numero scende a2,7 milioni di studenti delle scuole superiori. Meno di un decimo.

Una storia che vale la pena ricostruire. Il 21 dicembre, grazie a un emendamento apparso in Commissione Finanze, trova spazio nel decreto Destinazione Italia (articolo 9) un credito di imposta per le persone fisiche e giuridiche sulla spesa effettuata per i libri per gli anni 2014, 2015 e 2016. In pratica, una detrazione del 19% sui testi acquistati in libreria che consente di scaricare dalle tasse380 euro su una spesa massima di 2mila euro all’anno per romanzi, saggi e libri di testo anche universitari. Un vero tributo di gioia per i genitori degli studenti italiani alle prese con il caro-libri, per gli amanti della lettura e per i librai che da mesi lamentano forte preoccupazione per il calo verticale delle vendite a causa della crisi. Poco importa, quindi, se nell’emendamento non vengano chiarite le modalità dello sgravio fiscale, le tempistiche e le coperture del provvedimento, mancando qualsiasiprovvedimento attuativo.

C’è però poco tempo per rifletterci, visto che con l’avvio dei lavori della Commissione Attività Produttive della Camera, avvenuto la scorsa settimana, il bonus è sparito e con esso i dubbi. È stato, infatti, votato e approvato un emendamento a firma Marco Causi (Pd) che sostituisce dal testo originario le “persone fisiche e giuridiche” destinatarie degli sgravi con gli “esercizi commerciali che effettuano la vendita di libri al dettaglio”, così come spiega Alessandro Cerati dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano. Naturale, quindi, si parla subito di un colpo di mano della lobby di settore, tanto che la misura viene definita “bonus librai“.

L’Associazione librai italiani (Ali) respinge immediatamente al mittente l’accusa di beneficiare dello sgravio fiscale al posto dei lettori e spiega che a rimetterci sono proprio loro perché, spiega il presidente Alberto Galla: ”lo sconto viene anticipato subito e riassorbito solo a distanza di tempo, con il meccanismo delle detrazioni con conseguenti pesanti incertezze sui rimborsi”. Va giù ancora più duro il presidente dell’Associazione italiana editori (Aie) Marco Polillo: “La vicenda sta assumendo la forma di un farsa. Perché annunciare il provvedimento se non c’erano le risorse? La toppa è quasi peggio del buco. Se il governo non trova i fondi per mantenere fede alle proprie promesse, il premier Letta vada in televisione e ammetta l’errore”.

Tra i malumori e la delusione per un’iniziativa che aveva raccolto applausi trasversali, come quelli della Federazione degli Editori europei che si era addirittura congratulata con Letta, indicando nell’Italia un “esempio in Europa per la promozione del libro e della lettura”, il parlamentare Causi candidamente ammette: “Le risorse disponibili per gli sconti sui libri non permettevano una generale applicazione delle agevolazioni fiscali. Con il consenso di tutti i gruppi, le abbiamo destinate agli studenti delle scuole medie superiori”. Del resto bastava fare due conti prima della proclamazione, dal momento che neanche il Dipartimento delle Finanze era stato consultato per capire se c’erano le condizioni per attuare il bonus.

 
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Vijay, il mio amico indiano

Post n°11110 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Vijay and I

Poster

Will è un attore di origine tedesca che ha da tempo dovuto abbandonare i suoi sogni di gloria per indossare lo scomodo costume di un coniglione verde in uno show televisivo per bambini. Nel giorno del suo quarantesimo compleanno, a causa di un equivoco, viene dato per morto. Will decide allora di assistere al proprio funerale sotto le mentite spoglie di un elegante signore indiano di nome Vijay. La sua nuova identità lo porterà a vivere situazioni imbarazzanti e rischierà di rimanergli appiccicata addosso...

  • FOTOGRAFIAAlain Duplantier
  • MONTAGGIOSandrine Deegen
  • PRODUZIONE: Entre Chien et Loup, Samsa Film, Pandora Filmproduktion
  • DISTRIBUZIONE: Officine Ubu
  • PAESE: Belgio, Germania, Lussemburgo
  • DURATA: 96 Min

 
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Sotto una buona stella

Post n°11109 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

 

Poster

Cosa succederebbe se un uomo d'affari (Carlo Verdone), divorziato, con una bella casa, una vita agiata, una ragazza mozzafiato, si trovasse improvvisamente costretto a fare il Mammo casalingo con due figli ventenni ed una nipotina a carico? SOTTO UNA BUONA STELLA racconta la storia di un padre (Carlo Verdone, nel ruolo di Federico Picchioni) che si e'separato dalla moglie quando i figli erano ancora piccoli. Nel corso degli anni, grazie ad una brillante carriera in una holding finanziaria, non ha fatto mai mancare nulla alla famiglia ma la sua totale assenza, affettiva e fisica, specialmente verso i figli, e' stata imperdonabile. L'improvvisa morte della moglie ed uno scandalo finanziario che lo riduce quasi in rovina, cambieranno drasticamente la vita di Federico Picchioni. Non potendo più permettersi di pagare l’affitto ai figli, e' costretto a farli andare a vivere a casa sua.

 

 
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Sotto una buona stella

Post n°11108 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Poster

Cosa succederebbe se un uomo d'affari (Carlo Verdone), divorziato, con una bella casa, una vita agiata, una ragazza mozzafiato, si trovasse improvvisamente costretto a fare il Mammo casalingo con due figli ventenni ed una nipotina a carico? SOTTO UNA BUONA STELLA racconta la storia di un padre (Carlo Verdone, nel ruolo di Federico Picchioni) che si e'separato dalla moglie quando i figli erano ancora piccoli. Nel corso degli anni, grazie ad una brillante carriera in una holding finanziaria, non ha fatto mai mancare nulla alla famiglia ma la sua totale assenza, affettiva e fisica, specialmente verso i figli, e' stata imperdonabile. L'improvvisa morte della moglie ed uno scandalo finanziario che lo riduce quasi in rovina, cambieranno drasticamente la vita di Federico Picchioni. Non potendo più permettersi di pagare l’affitto ai figli, e' costretto a farli andare a vivere a casa sua.

 
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Monuments Men

Post n°11107 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

The Monuments Men

Poster

Monuments Men, basato sulla storia vera del più grande saccheggio di opere d'arte della storia, racconta le avventure di un improbabile plotone, reclutato dall'esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale e spedito in Germania per salvare capolavori artistici dalle mani dei Nazisti e restituirle ai legittimi proprietari. Potrebbe rivelarsi una missione impossibile: con le opere d'arte intrappolate dietro le linee nemiche e l'esercito tedesco incaricato di distruggere qualsiasi cosa in seguito alla caduta del Reich, come potranno sette direttori di musei, curatori e storici dell'arte - molto più a loro agio con un Michelangelo che con un fucile in mano - portare a termine la missione? Nei panni dei Monuments Men, come vennero chiamati, in una lotta contro il tempo per impedire la distruzione di 1000 anni di cultura, questi uomini rischieranno le loro vite per proteggere e difendere le più grandi conquiste del genere umano.

 
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Il mistero di Dante

Post n°11106 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Poster

Un viaggio sulle orme del più famoso iniziato del Trecento italiano, autore del celebre poema la "Divina Commedia". Poeta che ha ispirato le più grandi menti della Storia.

 
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Storia d'inverno

Post n°11105 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Winter's Tale

Poster

Storia d'inverno è la trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Mark Helprin. Il film racconta una romantica storia d'amore in cui i destini dei protagonisti s'incrociano, tra passato e presente, sullo sfondo della New York del 1916 e di quella dei giorni nostri. Tutto ha inizio quanto Peter Lake, ladro di professione, durante un tentativo di rapina in una villa, si imbatte nella bellissima Beverly Penn, figlia del ricco proprietario dell'abitazione. Per entrambi è un colpo di fulmine, ma Beverly è afflitta da una malattia incurabile e come se ciò non bastasse, a contrastare il loro amore ci si mette anche un pericoloso gangster che ha un conto in sospeso con Peter ed è deciso a liberarsi di lui una volta per tutte.

 
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Film nelle sale da oggi

 

Frasi d'autore

Post n°11103 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: frasi

Che penserà la gente Mr. Kane ? Quello che dico io!...La gente penserà solo quello che voglio io...Quarto Potere 1941 Orson Welles.

 
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Smetto quando voglio

Post n°11102 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Smetto quando voglio, opera prima di Sydney Sibilia, tenta di affrontare in maniera ironica la situazione vergognosa dei giovani laureati italiani e in questo caso specificamente la condizione delle grandi menti che in Italia vengono umiliate.

A un ricercatore universitario viene negato il rinnovo dell'assegno di ricerca. Non ha il coraggio di dirlo alla sua fidanzata, si sente un fallito, uno dei tanti italiani che potrebbe veramente dire la sua ma che è costretto ad un destino nefasto. I suoi amici poi stanno come lui. Pietro Zinni però non vuole fare la loro stessa fine, non vuole essere umiliato facendo il lavapiatti in un ristorante cinese, né il benzinaio per un gestore bengalese in nero. Non vuole buttare al vento anni di studi e sacrifici. Si ingegna allora e scopre una possibilità ai limiti della legalità. Sintetizza con l'aiuto di un suo amico chimico una nuova sostanza stupefacente tra quelle non ancora messe al bando dal ministero. La cosa in sé è legale, ma lo spaccio no. Pietro recluta così tutti i suoi amici accademici finiti in rovina, eccellenti latinisti, antropologi, economisti e mette su una banda. La cosa però sfugge di mano.

Il film pure se molto surreale su alcuni punti, rappresenta il grido disperato di una generazione di menti geniali perduta. Un film che intercetta una condizione sociale diffusa, dove molti sono costretti addirittura a mentire dequalificandosi per poter lavorare, come se fosse un reato o da stupidi aver studiato.

La storia è carina, ma ad un certo punto si perde e rischia di andare verso la banalità, soprattutto nel finale. La comicità degli attori scelti per i vari ruoli sicuramente è un'arma vincente per questo film, dove ognuno ha il suo ruolo specifico. Così da Edoardo Leo, che nei panni di Zinni riesce a essere il trascinatore del gruppo, passando per Pietro Sermonti, Libero De Rienzo, Valerio Aprea, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia e Paolo Calabresi ognuno con le sue caratteristiche. Esilaranti ad esempio sono le discussioni tra i latinisti. Poi ci sono gli economisti con la fissa di contare le carte a poker, gli archeologi affamati con presunti principi di celiachia.

L'originalità di questa commedia è che il regista l'ha messa in scena come fosse un film hollywoodiano. Sicuramente una commedia frizzante ben scritta e ben confenzionata.

Voto finale: 4--/5

Smetto quando voglio

In Smetto quando voglio, Pietro Zinni ha trentasette anni, fa il ricercatore ed è un genio. Ma questo non è sufficiente. Arrivano i tagli all'università e viene licenziato. Cosa può fare per sopravvivere un nerd che nella vita ha sempre e solo studiato? L'idea è drammaticamente semplice: mettere insieme una banda criminale come non se ne sono mai viste. Recluta i migliori tra i suoi ex colleghi, che nonostante le competenze vivono ormai tutti ai margini della società, facendo chi il benzinaio, chi il lavapiatti, chi il giocatore di poker. Macroeconomia, Neurobiologia, Antropologia, Lettere Classiche e Archeologia si riveleranno perfette per scalare la piramide malavitosa.

 
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Boyhood, il film lungo 12 anni che punta all'Orso da cinecittà news

Post n°11101 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Cristiana Paternò13/02/2014
BERLINO – In un concorso piuttosto deludente era molto atteso Boyhood, il nuovo progetto di Richard Linklater, ancor più ambizioso della trilogia Before Sunrise/Before Sunset/Before Midnight, anche perché preceduto da rumorsestremamente positivi dopo la presentazione al Sundance. Ed è stato molto applaudito infatti dai giornalisti qui alFestival di Berlino, secondo molti avrebbe già prenotato l'Orso. Girato tra il 2002 e il presente, con una produzione indipendente e del tutto atipica, il film racconta la crescita di Mason, un ragazzo texano, dall'età di 6 anni al diploma, seguendo la crescita reale del protagonista (Ellar Coltrane) e naturalmente l’invecchiare di tutti gli altri. Ma attenzione: Boyhood non è un documentario (come lo eraUp di Michael Apted) ma un film di finzione come del resto finzione era Before Sunrise (che qui a Berlino vinse l’Orso d’oro per la regia nel ‘95). Peraltro anche qui troviamo tra gli interpreti (anzi qualcosa di più perché l'attore ha partecipato attivamente al processo creativo) Ethan Hawke nel ruolo del padre del ragazzo, all’inizio totalmente assente dalla vita del piccolo e di sua sorella maggiore Samantha detta Sam (Lorelei Linklater, figlia del regista). L’uomo è andato a lavorare in Alaska dopo la separazione dalla moglie (Patricia Arquette) avvenuta, a quanto si capisce, perché la donna cerca qualcosa di più solido rispetto a quello che lui, musicista hippie e spiantato, può offrirle. 

Il film racconta dunque una famiglia allargata e, più in generale, una saga familiare contemporanea, nel suo aspetto caotico e imprevedibile, tutt’altro che epico, spesso buffo e divertente. Evita di dare troppe spiegazioni ma affida la ricerca di senso all’accumulo di esperienze di Mason, condensando dodici anni in quasi tre ore di durata. La mamma decide di trasferirsi in città, ad Austin, e riprendere gli studi di psicologia. Ben presto si risposerà con un professore del college, anche lui con due figli da un precedente matrimonio. L’uomo rigido e piuttosto antipatico, si rivelerà poi un alcolizzato violento. Nuovo cambio di casa, nuovo divorzio e riavvicinamento di Mason e Samantha al padre biologico, che nel frattempo si è risposato e ha una bambina piccola… Quel che emerge dalla narrazione fatta per lo più di eventi banali e quotidiani, è soprattutto l’insensatezza dell’esistenza umana, che di generazione in generazione ripropone gli stessi passaggi. Un sentimento più amaro che dolce sintetizzato dalle parole che la madre, quando Mason, ormai diciottenne, lascia la casa per andare all'università: “Mi sono sposata, ho divorziato, ho fatto carriera, ho cresciuto voi figli, adesso il prossimo passo sarà il mio funerale”. 

Per Ethan Hawke Boyhood (confidenzialmente chiamato The Twelve Years Project) ha uno spirito unico al mondo. “Credevo che la serie di Before fosse la cosa più originale in cui mi sarei trovato a lavorare, ma Richard mi ha coinvolto in qualcosa di ancor più strano. Girando ogni anno un breve film con lo stesso ragazzo che cambia e mi fa domande sempre diverse, dai videogiochi a come conquistare una ragazza, e sentir cambiare la sua voce e veder modificare il suo corpo, è stato come scattare una fotografia dell’essere umano”. Aggiunge Linklater: “Volevo scrivere una storia che parlasse dell’infanzia ma non riuscivo a decidere su quale età concentrarmi. Così mi è balenata questa idea: perché non girare ogni anno un pezzo per poter cogliere l’intero processo della crescita. Non è facile, ci vuole molta pazienza, forse per questo nessuno l’aveva mai fatto prima d’ora”. Ovviamente le cose sarebbero anche potute andare per il verso sbagliato, il giovane protagonista poteva decidere di abbandonare il progetto per qualsiasi motivo e c’è sempre stata una buona dose di improvvisazione ma calibrata. Linklater racconta di aver scritto sia i dettagli della sceneggiatura che i dialoghi a più riprese, anno dopo anno, ma di aver avuto in mente il quadro globale e il finale della storia, oltre ad alcuni aspetti cardine della psicologia dei personaggi, fin da subito. Il regista americano confessa che questo film, come tutta la sua opera, ha un aspetto molto personale, quasi autobiografico. “Diciamo che ho mescolato esperienze di mio padre, del padre di Ethan e di me come genitore”. 

 
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Sochi 2014 - Splendida Arianna Fontana: argento nello short track da yahoo.sport

Post n°11100 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da Ladridicinema

L'azzurra cade nella finale dei 500 metri femminili, ma arriva seconda, ottenendo la terza medaglia olimpica della sua carriera dopo i due bronzi di Torino e Vancouver. Oro alla cinese Jianrou Li, bronzo alla coreana Seung-Hi Park. Squalificata la britannica Christie, che al primo giro ha fatto cadere Arianna e la Park
Arianna Fontana - Sochi 2014 (Getty Images)

La terza medaglia per l'Italia è arrivata. A vincerla è stata una meravigliosa Arianna Fontana in una finale da brividi. Incredibile, infatti, l'epilogo nella finale dei 500 metri femminili di short track. Non è accaduto all'ultima curva come a Steven Bradbury nel 2002, ma al primo giro. La britannica Elise Christie (poi squalificata) ha letteralmente travolto Arianna Fontana e la coreana Seung-Hi Park, le due favorite. La cinese Jianrou Li, ripescata e richiamata dalla sua Nazionale per l'assenza del campionissima Wang Meng e meno accreditata delle quattro, si è così involata solitaria verso l'oro. La nostra atleta, però, è stata strepitosa, si è rialzata ed è andata a prendersi il meritatissimo argento. Forse un piccolo rammarico per non essersi aggiudicata l'oro, ma una grande soddisfazione: per la Fontana è la terza medaglia olimpica, la prima d'argento dopo i due bronzi di Torino (staffetta) e Vancouver (500 metri).

ORGOGLIO AZZURRO - L'Italia conquista dunque la terza medaglia ai Giochi Invernali di Sochi dopo l'argento di Innerhofer in discesa e il bronzo di Zoeggeler nello slittino singolo. Per lo short track azzurro è la sesta medaglia in totale ai Giochi e in tre di queste la protagonista è stata proprio la Fontana.

 
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