Creato da: Ladridicinema il 15/05/2007
Blog di cinema, cultura e comunicazione

sito   

 

Monicelli, senza cultura in Italia...

 
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Febbraio 2014 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28    
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

tutto il materiale di questo blog può essere liberamente preso, basta citarci nel momento in cui una parte del blog è stata usata.
Ladridicinema

 
 

Ultimi commenti

Contatta l'autore

Nickname: Ladridicinema
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 40
Prov: RM
 
Citazioni nei Blog Amici: 28
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

FILM PREFERITI

Detenuto in attesa di giudizio, Il grande dittatore, Braveheart, Eyes wide shut, I cento passi, I diari della motocicletta, Il marchese del Grillo, Il miglio verde, Il piccolo diavolo, Il postino, Il regista di matrimoni, Il signore degli anelli, La grande guerra, La leggenda del pianista sull'oceano, La mala education, La vita è bella, Nuovo cinema paradiso, Quei bravi ragazzi, Roma città aperta, Romanzo criminale, Rugantino, Un borghese piccolo piccolo, Piano solo, Youth without Youth, Fantasia, Il re leone, Ratatouille, I vicerè, Saturno contro, Il padrino, Volver, Lupin e il castello di cagliostro, Il divo, Che - Guerrilla, Che-The Argentine, Milk, Nell'anno del signore, Ladri di biciclette, Le fate ignoranti, Milk, Alì, La meglio gioventù, C'era una volta in America, Il pianista, La caduta, Quando sei nato non puoi più nasconderti, Le vite degli altri, Baaria, Basta che funzioni, I vicerè, La tela animata, Il caso mattei, Salvatore Giuliano, La grande bellezza, Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Todo Modo, Z - L'orgia del potere

 

Ultime visite al Blog

ILARY.85JOM53vento_acquaalex.18trancoacer.250AVV_PORFIRIORUBIROSATEMPESTA_NELLA_MENTESense.8cassetta2surfinia60monellaccio19iltuocognatino1mario_fiyprefazione09LiledeLumiL
 

Tag

 
 

classifica 

 

Messaggi del 16/02/2014

 

La grande bellezza miglior film ai Bafta

Post n°11131 pubblicato il 16 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Ecco tutti i vincitori dei BAFTA, gli Oscar inglesi!

Come da tradizione, a poche settimane dagli Oscar si sono tenuti questa sera i BAFTA, ovvero i premi assegnati dalla British Academy of Film and Television Arts che, pur non collegati all'Academy, sono diventati negli ultimi anni abbastanza indicativi già a partire dalle nomination (Gravity, 12 Anni Schiavo e American Hustle hanno fatto incetta proprio come agli Oscar).

La cerimonia è in corso alla Royal Opera House di Londra, con Stephen Fry alla conduzione. Qui sotto potete vedere i premi assegnati finora (refresh per gli aggiornamenti):

 

Best British Film

"Gravity" 
- WINNER
"Mandela"
"Philomena" 

"Rush" 

"Saving Mr. Banks" 

"The Selfish Giant" 

Best British Short

"Island Queen"
"Keeping Up With The Joneses" 

"Orbit Ever After" 

"Room 8" - WINNER
"Sea View" 

Best British Short Animation

"Everything I Can See From Here"
"I Am Tom Moody"
"Sleeping With The Fishes" - WINNER

Best Production Design

"12 Years a Slave"
"American Hustle" 

"Behind the Candelabra"
"Gravity" 

"The Great Gatsby" - WINNER

Best Sound

"All Is Lost" 

"Captain Phillips" 

"Gravity" WINNER
"Inside Llewyn Davis" 

"Rush"

Best Film Editing

"Captain Phillips" 

"Gravity"
"Rush" WINNER
"12 Years a Slave" 

"The Wolf of Wall Street"

Best Documentary

"The Act of Killing" - WINNER
"The Armstrong Lie"
"Blackfish"
"Tim's Vermeer" 

"We Steal Secrets: The Story of WikiLeaks"

Best Hair & Make-Up

"American Hustle" - WINNER
"Behind the Candelabra"
"Lee Daniels' The Butler"
"The Great Gatsby"
"The Hobbit: The Desolation of Smaug"

Best Costume Design

"American Hustle" 

"Behind the Candelabra"
"The Great Gatsby" - WINNER 
"The Invisible Woman"
"Saving Mr. Banks"

Best Original Music

John Williams - "The Book Thief" 

Henry Jackman - "Captain Phillips" 

Steven Price - "Gravity" WINNER
Thomas Newman - "Saving Mr. Banks" 

Hans Zimmer - "12 Years a Slave"

Best Animated Film

"Despicable Me 2" 

"Frozen" - WINNER
"Monsters University"

Best British Debut By A Writer, Director Or Producer

Colin Carberry, Glenn Patterson - "Good Vibrations" 

Kieran Evans - "Kelly & Victor" - WINNER 
Scott Graham - "Shell" 

Kelly Marcel - "Saving Mr. Banks" 

Paul Wright, Polly Stokes - "For Those In Peril"

Best Supporting Actor

Barkhad Abdi - "Captain Phillips" - WINNER 
Daniel Bruhl - "Rush"
Bradley Cooper - American Hustle"
Matt Damon - "Behind the Candelabra"
Michael Fassbender - "12 Years a Slave"

Best Cinematography 

Barry Ackroyd - "Captain Phillips"
Emmanuel Lubezki - "Gravity" - WINNER
Bruno Delbonnel - "Inside Llewyn Davis"
Phedon Papamichael - "Nebraska"
Sean Bobbitt - "12 Years a Slave"

Best Supporting Actress

Sally Hawkins - "Blue Jasmine"
Jennifer Lawrence - "American Hustle" - WINNER 
Lupita Nyong'o - "12 Years a Slave"
Julia Roberts - "August: Osage County"
Oprah Winfrey - "Lee Daniels' The Butler"

Outstanding Contribution To British Cinema

Peter Greenaway

Best Original Screenplay

Eric Warren Singer & David O. Russell - "American Hustle" - WINNER
Woody Allen - "Blue Jasmine" 

Alfonso & Jonas Cuaron - "Gravity" 

Joel & Ethan Coen - "Inside Llewyn Davis"
Bob Nelson - "Nebraska"

Best Adapted Screenplay

Richard LaGravenese - "Behind the Candelabra" 

Billy Ray - "Captain Phillips" 

Steve Coogan & Jeff Pope - "Philomena" 

John Ridley - "12 Years a Slave" 

Terence Winter - "The Wolf of Wall Street" - WINNER

Rising Star Award

Dane DeHaan

George MacKay

Lupita Nyong'o 

Will Poulter
 - WINNER
Lea Seydoux

Best Visual Effects

"Gravity" - WINNER
"The Hobbit: The Desolation of Smaug" 

"Iron Man 3"
"Pacific Rim" 

"Star Trek Into Darkness"

Best Foreign Language Film

"The Act of Killing" 

"Blue Is the Warmest Color" 

"The Great Beauty" - WINNER
"Metro Manila" 

"Wadjda"

Best Actor

Christian Bale - "American Hustle" 

Bruce Dern - "Nebraska"
Leonardo DiCaprio - "The Wolf of Wall Street" 

Chiwetel Ejiofor - "12 Years a Slave" WINNER
Tom Hanks - "Captain Phillips"

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

.

Post n°11130 pubblicato il 16 Febbraio 2014 da Ladridicinema

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

.

Post n°11129 pubblicato il 16 Febbraio 2014 da Ladridicinema

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

I premi collaterali della Berlinale, l'australiano "52 Tuesdays" vince Generation da il fatto quotidiano

Post n°11128 pubblicato il 16 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Mi. Gre.15/02/2014
BERLINO - I premi del concorso ufficiale della Berlinale numero 64 arriveranno questa sera alle 20, ma intanto il festival ha assegnato i primi riconoscimenti per le sezioni collaterali, a partire da quella dedicata ai più giovani. Lagiuria giovane di Generation 14plus ha infatti premiato con il Crystal Bear per il Miglior Film 52 Tuesdays diSophie Hyde, racconto di una situazione eccezionale ma allo stesso tempo normale di una famiglia e della ricerca dell'identità che passa, nonostante i conflitti, attraverso l'amore che si prova l'uno per l'altro. "La storia commovente - ha motivato la giuria - è presentata con una struttura affascinante e convince con la forza dei personaggi, l'umorismo, le idee intelligenti e la sensibilità". LaMenzione speciale è andata allo spagnolo Artico di Gabri Velàzquez, che "unisce in modo unico frasi, ritmo, audio, contenuti e immagini forti", mentre il Crystal Bear per il Miglior Cortometraggio è stato attribuito a Mike di Petros Silvestros, dalla Gran Bretagna, con la Menzione speciale per l'australiano Emo (the musical) di Neil Triffet.

I membri della Giuria Internazionale di Generation 14plus hanno invece assegnato il Grand Prix per il miglior film a Violet di Bas Devos (Belgio/Olanda), per la sua "astratta esplorazione delle emozioni che seguono un tragica morte"; la Menzione speciale è andata al cinese Einstein and Einstein di Cao Baoping, un dramma familiare che che rivela lentamente le tsratificazioni delle relazioni di genere nella Cina moderna. Il Premio speciale per il miglior corto è stato attribuito a Vetrarmorgun di Sakaris Stórá (Faroer Islands), e le Menzione speciale a Søn di Kristoffer Kiørboe (Danimarca). 

Già assegnati anche i Teddy Award, che vengono ogni anno attribuiti al film che comunica nel modo migliore tematiche queer, contribuendo alla tolleranza, all'accettazione, alla solidarietà e all'uguaglianza nella società. Al riconoscimento partecipano film da ogni sezione della Berlinale. E' stato premiato dunque come Miglior Film il brasiliano The Way He Looks di Daniel Ribeiro (in Panorama), storia di amori e amicizie tra adolescenti. Miglior documentario è lo svizzero The Circle di Stefan Haupt, miglior corto Mondial 2010 di Roy Dib, e il Teddy Jury Award è andato a Pierrot Lunaire di Bruce LaBruce.


Il
 Caligari Film Prize a un film del Forum è stato assegnato a The Great Museum di Johannes Holzhausen.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Carlo Verdone: da uomo d'affari a mammo casalingo

Post n°11127 pubblicato il 16 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

Stefano Stefanutto Rosa11/02/2014
In 'Sotto una buona stella', la sua nuova commedia brillante, il regista e attore è un uomo in carriera che, perso il lavoro, si trova a occuparsi, dopo anni di assenza, dei due giovani figli
“Non mi sarei mai aspettato di durare così tanto artisticamente, certo oltre al talento occorre una buona stella e io ho avuto un dono grande dal destino. Cerco poi di dare al pubblico non lo stesso film, anche se qualche volta sono tornato indietro”. Carlo Verdone è come sempre sincero e al tempo stesso modesto mentre parla di Sotto una buona stella, la sua nuova commedia brillante e un po’ malinconica in sala il 13 febbraio in 730 copie distribuite da Filmauro.
24esimo film da regista, interprete e sceneggiatore, a cui si sommano altri 13 film solo come attore, in una carriera artistica cominciata sul set nel 1977 con La luna di Bernardo Bertolucci.
“Nasco con la commedia e finirò con la commedia, anche se credo di poter fare qualcosa di buono in film più complessi come ne La grande bellezza”.

Questa volta Verdone è un uomo in carriera, divorziato, una bella casa e una donna giovane, che improvvisamente conosce la precarietà della vita, persi il lavoro e un bel po’ di soldi nella holding finanziaria. La morte inattesa della ex moglie complica le cose. Verdone si ritrova a badare, ospitandoli, ai figli giovani, l’uno aspirante cantautore l’altra aspirante scrittrice, dopo anni di totale assenza. La casa si trasforma in un porto di mare, le tensioni si accumulano e la prima a rimetterci è la giovane convivente che se ne va, lasciando il nostro Verdone in balia degli eventi. Ma una vicina, alquanto rumorosa e ‘tagliatrice di teste’, piano piano metterà ordine nella sua vita.

Come è nata la storia di Federico Picchioni, improvvisamente nei panni di un mammo casalingo?
E’ stato un parto molto lungo dal punto di vista ideativo, che mi ha ricordato Borotalco con i suoi 12 mesi per trovare il soggetto. Io e Aurelio non riuscivamo ad essere d’accordo sul progetto. Alla fine eravamo stremati, ma lo sceneggiatore Pasquale Plastino ha recuperato un plot, pensato prima di Posti in piedi in paradiso, che ha ispirato la prima parte di Sotto una buona stella. Poi la scrittura è arrivata fluida.

Il tema centrale del suo film sembra essere innanzitutto la ricerca di solidarietà?
Siamo partiti da una famiglia dissestata, dall’incontro tra un padre e i due figli di cui si è disinteressato per anni. Poi la commedia si apre e domina la ricerca da parte di tutti i protagonisti di un abbraccio affettuoso, di una persona accanto. Sento che è un periodo di grande solitudine e forte è la richiesta di affetto e protezione.

Che c’è di autobiografico nel suo film?
Per fortuna nulla. Sono soltanto un osservatore della realtà, un pedinatore degli italiani e così racconto il periodo che viviamo. I difetti, le emergenze, le fragilità, tutti argomenti adatti a un film serio, vengono incanalati nella commedia, ma con equilibrio e misura. 

Nonostante la malinconia di fondo, il finale è di speranza?
Federico decide di non decidere, ma Luisa non vuole stare sola. Il film mostra la fragilità del momento che stiamo vivendo. Il personaggio di Paola Cortellesi entra dopo che sono state narrate le mie disavventure lavorative e diventa via via il baricentro del film. E’ Luisa a fare il primo passo verso Federico, lei lo scuote. E’ una donna affidabile, generosa che lo fa resuscitare da una condizione di solitudine dopo che i figli se ne vanno. 

Un film in fondo di stampo teatrale?
Sì, si svolge in due ambienti ricostruiti a Cinecittà. Sono contento di avere portato un po’ di lavoro alle brave maestranze degli Studios.

Da un po’ di tempo i suoi film sono corali.
Sono partito costruendo storie sui personaggi: il bullo di Un sacco bello, il candido di Bianco rosso e Verdone, il coatto di Troppo forte. Avevo dato tutto me stesso, il mio virtuosismo anche negli sketch televisivi. Poi è arrivato Compagni di scuola, e il produttore Mario Cecchi Gori non ci credeva: verboso, non fa ridere, non c’è un protagonista. Un’opera corale, uno dei film migliori. Aspettatevi sempre film corali, nei quali lascio il mio segno ma offro anche chance agli altri.

Come ha scelto il cast?
Con Paola non avevo mai lavorato, è un’attrice in ascesa. C’è stato feeling nei tempi recitativi, non c’è stato bisogno di dirigerla, era già nella parte. Di Tea Falco avevo notato alcune sue performance da attrice sperimentale dei primi anni ’70 e il suo accento astratto nel film rispecchia un certo modo di essere giovani. Lorenzo Richelmy è già un professionista, una promessa che viene dal Centro sperimentale. Infine Eleonora Sergio è un’amica che, nonostante il personaggio antipatico, ha dato energia alla scena.

Nel film c’è una citazione del Festival di poesia di Castelporziano, tenutosi nel 1979 sul litorale laziale. Come mai?
E’ un omaggio a quel tempo di teatrini off e sperimentazione. Io c’ero a quel festival, ho vissuto quel giorno di sabba infernale. Ricordo che una volta sul palco a Evtušenko fu chiesta una poesia su Ostia e lui atteggiandosi, con le dita sulla fronte, recitò: “Ostia, onde di preservativi”. E subito qualcuno rispose che quella era l’essenza di Ostia.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Festival di Berlino 2014, Orso d’oro al cinese “Black Coal Thin Ice” di Diao Yinan da Il fatto quotidiano

Post n°11126 pubblicato il 16 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Orso d’argento gran premio della giuria a The grand Budapest hotel di Wes Anderson. Il riconoscimento per la miglior regia è andato all’americano Richard Linklater per il suo Boyhood. Avrebbe meritato un riconoscimento più pesante il tedesco Kreuzweg di Dietrich Brueggeman che si deve accontentare del premio per la sceneggiatura
Festival di Berlino 2014, Orso d’oro al cinese “Black Coal Thin Ice” di Diao Yinan

Un detective movie molto bello e che certamente meritava un riconoscimento, ma due e soprattutto il massimo premio, suona da evidente esagerazione. La storia di un ex detective della Cina settentrionale che s’innamora follemente della vedova di un uomo ucciso e seviziato (parte dei suoi resti sono visibili mescolati al carbone trasportato in una fabbrica..) ha conquistato i giurati sinofili, che non contenti del bis al film di Yinan, hanno regalato l’Orso d’argento al miglior contributo tecnico (fotografia) a un altro cinese, Blind Massage di Lou Ye: una struggente storia con attori ciechi in un film assai mediocre.

Fa sorridere, a questo punto, anche la decisione dell’Orso d’argento attribuito all’altro texano del concorso, Wes Anderson, gran premio della giuria per The Grand Budapest Hotel, il film di apertura. Un premio a un film che nulla aggiunge alla filmografia del pur bravo cineasta e di cui forse non aveva bisogno. Ne avrebbe invece avuto molto il bellissimo ’71, esordio del britannicoYann Demange, rimasto a mani vuote, e così pure avrebbe meritato un riconoscimento più pesante il tedesco Kreuzweg di Dietrich Brueggeman (il migliore del quartetto locale), che si deve accontentare dell’Orso d’argento per la sceneggiatura.

E se il premio all’interpretazione femminile guarda ancora al Far East (la vincitrice è la giapponeseHaru Kuroki per il commovente e grandioso Chiisai Ouchi dell’83enne maestro Yoji Yamada) l’Alfred Bauer Prize per “un film che apre nuove prospettive al cinema” risponde ironicamente al nome del 91enne francese Alain Resnais, per il suo Aimer, boire et chanter. Una pellicola frizzante e di valore che – tuttavia – non solo non offre innovazioni stilistiche al cinema ma si allinea perfettamente alla poetica di un maestro che da mezzo secolo ci regala magnifici contributi alla Storia del cinema. Un consiglio alla giuria della 64ma Berlinale: ripassare la Nouvelle Vague.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Cristiano De André: “Quella notte che piansi sentendo mio padre cantare” da la repubblica

Post n°11125 pubblicato il 16 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

 

Aggiornato il 14 febbraio 2014

È in gara al Festival con due suoi brani, "Invisibili" e "Il cielo è vuoto". E venerdì, nella serata del Sanremo Club, rifarà "Verranno a chiederti del nostro amore" che Faber scrisse per mamma Puny

 

MILANO - Doveva avere poco più di 10 anni, una notte a Genova. Il piccolo Cristiano si sveglia, alle cinque del mattino, sente dei rumori, va a guardare in salotto e scopre che il padre sta cantando a sua madre, Enrica “Puny” Rignon, una nuova canzone. Spia in silenzio e vede la madre che scoppia a piangere. Piange anche lui, di commozione. La canzone era
Verranno a chiederti del nostro amore, una delle più struggenti e intense scritte da De André nella sua monumentale carriera. Cristiano la canterà a Sanremo, il venerdì, nella serata riservata alle grandi canzoni della nostra storia, voce e pianoforte, dedicandola ai suoi genitori.  Ma al di là di questa dedica, in gara ci andrà con due pezzi molto forti, a partire da Invisibili, una dura requisitoria sulla “strage” con cui l’eroina ha devastato un’intera generazione. 

Dalla Genova invasa dall'eroina negli anni '70 all'Italia di oggi, svuotata di ogni valore. Sono i temi centrali di "Invisibili" e "Il cielo è vuoto", le due canzoni con cui Cristiano De Andrè ritorna al Festival di Sanremo dopo undici anni. "Siamo stati invasi dal Nulla della 'Storia infinita', dobbiamo andarci a recuperare l'anima e riempirla come una calza della befana di cose buone" (intervista di Gino Castaldo, video di Antonio Nasso)


Chi sono gli invisibili?

«Allora, prima cosa, mio padre non c’entra, contrariamente a quanto qualcuno ha pensato. Casomai c’entra perché la “sua” Genova, quella dei suoi vent’anni, era molto più bucolica e interessante di quella della fine degli anni Settanta-anni Ottanta. In realtà è un dialogo immaginario con un amico che non c’è più, divorato dall’eroina a ventitré anni, com’è successo a un sacco di gente che conoscevo. Io sono stato fortunato, perché avevo un padre con la testa che aveva, e poi avevo la musica, una passione travolgente che probabilmente mi ha salvato. Avevo un’alternativa. Altri non ce l’avevano».

Invisibili sono le vittime, ma forse anche i carnefici?

«Certamente, l’eroina diventava la tua mamma, la tua ragione di vita, quella che ti capiva. Successe dovunque ma in particolare a Genova e Verona, a metà anni Settanta arrivò un mare d’eroina e non si sa quale assassino invisibile l’abbia diffusa, questi governi di allora, chissà... un modo per far fuori generazioni scomode, uno sterminio invisibile, c’era il perbenismo italiota che demonizzava la droga, creava la vergogna sociale, considerando criminali i ragazzi che si drogavano, non erano capiti, era il periodo clerico-fascista delle stragi, della strategia della tensione, delle tangenti, un’Italia che non voleva cambiare ed era inaccettabile per chi aveva vent’anni. Sta di fatto che una generazione è sparita tra overdose, malattie, mentre c’erano i nostri zii, diciamo così, che cercavano di cambiare le cose, il divorzio, l’aborto, sembrava un disegno per cancellare una generazione, semplici ragazzi che magari sognavano un mondo diverso».

Anche lei però a trovato il modo di perdersi...

«Ma sì, c’era comunque l’insicurezza, l’inquietudine dei vent’anni, e quella promessa che avevo fatto a mio padre di trovare un rifugio per Cristiano, per essere considerato, e il dubbio di riuscire a mantenere quella promessa».

E quanto ci ha messo a mantenerla?

«Beh, adesso forse, a 47 anni. Non è stato facile, mi son dovuto abituare a essere un’ombra, poi pian piano a essere Cristiano De André, con un cognome che del resto non mi dispiace affatto portare. Il momento decisivo è stato quando ho portato in giro le sue canzoni, lì ho esorcizzato, sono diventato mio padre, e ho capito molte cose, tra le righe, un’esperienza anche dolorosa ma fantastica. La svolta fu il suo ultimo tour. C’eravamo ritrovati, mi trattava come un collega, come un musicista da rispettare, era stata la mia vittoria, peccato che proprio a quel punto l’ho perso... ».Cristiano De André: “Quella notte che piansi sentendo mio padre cantare”

Cristiano De André


Il secondo pezzo, Il cielo è vuoto, sembra quasi un raccordo di speranza. O no?

«Sì, in parte, volevo immaginare il cielo come una lavagna vuota su cui possiamo scrivere una cosa nuova. In fondo in questo periodo siamo come regrediti a molto tempo fa, quasi un secondo medioevo, gli unici miti sono l’essere furbi, i soldi, abbiamo totalmente perso la capacità di parlarci con l’anima, e dobbiamo ricercarla nella discarica delle cose del passato».

I due pezzi sono ambedue in gran parte recitati...

«Sì, volevo ritornare a quella cosa un po’ familiare che era “due toni sotto il rutto”, diciamo alla Lou Reed, ma poi c’è anche della melodia».
 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Short track, Arianna Fontana monumentale a Sochi: bronzo nei 1500 metri da rainews

Post n°11124 pubblicato il 16 Febbraio 2014 da Ladridicinema

L'azzurra conquista la seconda medaglia all'Olimpiade di Sochi dopo l'argento nei 500 metri. L'Italia sale a cinque podi in questa edizione dei Giochi. Nello sci alpino risultati deludenti nel Super G femminile 
Arianna FontanaSochi (Russia)15 febbraio 2014La regina dello short track azzurro non delude, anzi raddoppia. Dopo l’argento nei 500 metri, Arianna Fontana concede il bis vincendo il bronzo nei 1500 metri. È la quinta medaglia per l’Italia a Sochi, la quarta olimpica in carriera per la valtellinese. In mattinata invece delusione nel Super G femminile e prova incolore per la staffetta femminile dello sci di fondo.
 
Arianna Fontana monumentale
Arianna Fontana l’aveva detto alla vigilia dei Giochi: l’obiettivo era entrare in tutte le finali e poi giocarsi un posto sul podio. Tutto sta procedendo al meglio. Anche nei 1500 metri l’azzurra ha disputato una gara di grande personalità, confermando di essere diventata una delle migliori al mondo anche sulle distanze più lunghe. Prima nella sua semifinale, nella prova che ha assegnato le medaglie si è arresa solamente alla cinese Yang Zhou e alla sudcoreana Suk Hee Shim.
 
Quattro medaglie in tre Olimpiadi
Con il bronzo nei 1500 metri Arianna Fontana colleziona la seconda medaglia a Sochi e, grazie al terzo posto in staffetta a Torino 2006 e al bronzo nei 500 metri a Vancouver 2010, arriva a quattro podi olimpici in carriera in tre diverse edizioni dei Giochi. Era già nella storia dello short track azzurro, ora è entrata in quella degli sport invernali italiani.

Nei 1000 metri doppietta russa
Nello short track è stato assegnato anche il titolo dei 1000 metri maschili. L'Italiano Yuri Confortola è stato eliminato ai quarti di finale. La gara si è chiusa con una storica doppietta russa: oro per Victor An, argento per il connazionale Vladimir Grigorev. Terzo posto per l'olandese Sjinkie Knegt.

Austria regina del Super G femminile
La giornata olimpica si era aperta con una vera e propria lotteria sugli sci e le azzurre purtroppo non avevano in mano il biglietto vincente. Il difficilissimo tracciato del Super G femminile ha messo fuori causa quasi metà delle atlete, con uscite a raffica. L’inizio è stato incredibile, con otto delle prime nove sciatrici finite fuori pista. Tra loro purtroppo anche Daniela Merighetti, quarta in discesa libera pochi giorni fa. Alla fine quasi metà delle atlete migliori non è riuscita ad arrivare al traguardo e nell’elenco c’è anche Francesca Marsaglia. Tra chi ha completato la discesa la migliore è stata l’austriaca Anna Fenninger, che ha preceduto la tedesca Maria Hoefl-Riesch e la connazionale Nicole Hosp. Per l’Italia decimo posto di Nadia Fanchini e undicesima posizione per Verena Stuffer.

Sci di fondo, oro alla Svezia. Italia ottava
Altra giornata incolore per lo sci di fondo azzurro. Nella staffetta 4x5 km femminile Elisa Brocard, Ilaria Debertolis, Virginia De Martin Topranin e Marina Piller hanno chiuso in ottava posizione. L'oro è andato alla Svezia davanti a Finlandia e Germania. 

Pattinaggio di velocità, oro alla Polonia per tre millesimi
Grande lavoro per i cronometristi nei 1500 metri maschili di pattinaggio di velocità. L'oro è stato assegnato per soli tre millesimi. Questo il vantaggio del nuovo campione olimpico, il polacco Zbigniew Brodka, sull'olandese Koen Verveij. Bronzo per il canadese Denny Morrison. Per quanto riguarda gli italiani, diciassettesimo Mirko Nenzi e trentanovesimo Matteo Anesi.

Skeleton, oro al russo Tretiakov
Il russo Alexander Tretiakov ha vinto l'oro nello Skeleton maschile. La medaglia d'argento se l'è aggiudicata il lettone Martins Dukurs, mentre lo statunitense Matthew Antoine quella di bronzo. Lontano dal podio l'italiano Maurizio Oioli, arrivato diciottesimo.

Trampolino maschile, il polacco Stoch vince la medaglia d'oro
L'atleta polacco Kamil Stoch è arrivato primo nella finale del salto dal trampolino "Large Hill" maschile e ha vinto la medaglia d'oro, bissando così il successo ottenuto nel trampolino piccolo. L'argento è andato al giapponese Noriaki Kasai, mentre lo sloveno Peter Prevc si è aggiudicato la medaglia di bronzo. Ultimo classificato in finale l'italiano Sebastian Colloredo.
 

- See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Short-track-Arianna-Fontana-bronzo-nei-1500-metri-olimpiade-sochi-2fb2e62b-0cfe-4a69-8418-c5fa8608db42.html?refresh_ce#sthash.SQ3xCj0s.dpuf

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963