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Messaggi del 19/06/2014

 

Deficit d’attenzione? Anche le parole curano da cinecittà news

Post n°11575 pubblicato il 19 Giugno 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

Andrea Guglielmino18/06/2014

“Milioni di bambini sono considerati malati. E se ci stessimo sbagliando?”. Questa domanda accompagna l’uscita del  docu-film di Stella Savino ADHD – Rush Hour, sul tema sempre più attuale della sindrome da deficit dell’attenzione e iperattività. La pellicola sarà distribuita daMicrocinema a partire dal 26 giugno. 

Bambini che non stanno fermi, giocherellano con le mani o i piedi, non riescono a stare seduti, corrono, si arrampicano, si distraggono, sparano risposte prima che sia terminata una domanda, interrompono le comunicazioni con gli altri. Tutto sommato atteggiamenti che sarebbero stati considerati comuni tra i bambini di una certa età fino a qualche anno fa. Ma ora invece si sta creando una tendenza spesso non giustificata a diagnosticare appunto questa “presunta” sindrome, basandosi soltanto su diagnosi comportamentale e non su ricerche di tipo neuro-psichiatrico. Il fenomeno parte dagli Usa e in particolare dal sistema scolastico. Gli insegnanti notano bambini irrequieti, chiamano i genitori e dicono ‘vostro figlio non sta bene. E’ iperattivo. Dovete risolvere il problema’. Il punto è che, spesso, risolvere il problema significa somministrare al bambino psicofarmaci che forse sì, tengono sotto controllo i suoi disturbi a breve raggio, ma incidono tantissimo sulla salute e sullo sviluppo. Negli Stati Uniti se ne parla tantissimo perché la casistica è molto ampia (parliamo dell11% degli studenti censiti). In Italia siamo attorno all’1°%.

 “La forbice – spiega la regista – mi pare troppo ampia per potersi basare solo sulla differenza di condizioni ambientali, sociali e culturali. Pur senza avere nessuno che ha avuto questa problematica vicino a me mi è parso un dato interessante per partire con una ricerca. La percezione di questa problematica è altissima nei paesi anglosassoni, dove il sistema scolastico è basato sulla performance e sulla competizione, mentre scende sensibilmente nei paesi mediterranei dove c’è comunque un’attenzione familiare maggiore rispetto all’infanzia. E per quanto possiamo essere critici, il nostro paese da questo punto di vista, rispetto all’America, è un paradiso. Ovviamente il mio intento non è trovare soluzioni, in una sola ora e mezza di documentario, su qualcosa di cui la comunità medica discute da 50 anni, però voglio sollevare domande in modo da spingere chi è colpito direttamente o indirettamente dalla problematica a indagare. Ora, io sono tendenzialmente contro l’uso dei farmaci, ma non volevo fare un documentario di denuncia alla Michael Moore. Volevo invece sentire voci pro e contro, solo che gli esperti ‘pro’, in linea di principio, intuivano il mio orientamento filosofico e rifiutavano il confronto. Molto importante il confronto con Stefania, la madre di Armando, uno dei protagonisti, che somministra farmaci a suo figlio in un modo che non esito a definire criminale. Lei sapeva esattamente cosa pensavo di lei, eppure mi ha aperto casa e mi ha permesso di raccontare il ‘sommerso’, ovvero quei casi non registrati di persone che si procurano i farmaci con stratagemmi, ad esempio acquistandoli in Svizzera. Per questo,e per la sua generosità, la stimo, sono stata in casa con lei per settimane. Mi sono chiesta spesso se non lo facesse per un’esigenza di redenzione. Comunque è stato importante perché non volevo finire con un approccio new-age o superficiale, del genere ‘facciamo yoga e risolviamo tutto’. Non è quello il problema centrale, il problema è che sotto il cappello dell’ADHD finiscono decine e decine di malattie e problematiche. Un bambino che si addormenta in classe potrebbe avere problemi non neurologici ma epatici, o problemi in famiglia. E’ molto facile bollare tutto con una diagnosi semplicistica”.

Il consulente scientifico del progetto è l’esperto Stefano Canali, che aggiunge: “Quante malattie psichiatriche nel corso della storia sono poi “scomparse” man mano che cambiavano le condizioni ambientali e culturali. L’omosessualità, l’isteria… la anfetamine un certo dosaggio effettivamente aumentano la capacità di focalizzazione. Addirittura certi colleghi usano il Ritalin per quando sono molto concentrati su articoli o ricerche. Ma gli effetti a lungo raggio potrebbero essere devastanti, e non lo sappiamo. Questi giovani stanno facendo da cavie. E allora è bene ricordarsi come diceva Platone che anche la parola è una cura e che ‘il cervello è un alambicco che distilla l’anima’, per citare le parole di un alchimista – dunque favorevole ai farmaci, ne ‘L’opera in nero’ di Marguerite Yourcenar.

 
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"Le cose belle", crescere sull'orlo della catastrofe

Post n°11574 pubblicato il 19 Giugno 2014 da Ladridicinema
 

Cristiana Paternò16/06/2014
Un film lungo tredici anni per raccontare "il tempo che si passa a immaginare, ad aspettare, e poi, all’improvviso, a ricordare". È Le cose belle di Giovanni Piperno eAgostino Ferrente, un lavoro cresciuto insieme ai suoi protagonisti e che continua a crescere, come una pianta, in modo organico e naturale. Adele, Enzo, Fabio e Silvana erano bambini o poco più nella Napoli del ’99, quando i due autori li scelsero per la loro intensità e i loro sogni, diversi da quelli dei loro coetanei, sogni non omologati. Era agosto e si girava un po’ in corsa un documentario, Intervista a mia madre, che Raitre aveva commissionato ed era ansiosa di mandare in onda (oggi la tv è totalmente assente dal progetto finanziato da Regione Campania e Pasta Garofalo). Due ragazzi dodicenni e due ragazzine di quattordici si raccontavano nel rapporto, mai semplice, con i propri genitori. Un po’ fatalisti ma in fondo convinti di avere un futuro. Forse era anche lo spirito dei tempi. Li ritroviamo alla fine degli anni 2000, giovani adulti segnati dalle cose brutte in una città che pare perennemente sull’orlo della catastrofe. 

“Abbiamo provato a fare il contrario del documentario antropologico – spiega Agostino Ferrente, autore del celebrato L’orchestra di Piazza Vittorio – non siamo osservatori neutri della realtà ma la influenziamo e la modifichiamo. Per esempio, abbiamo fatto ritrovare Enzo e Fabio attraverso la ricerca di un lavoro, mentre Silvana, grazie al film, ha capito che doveva cambiare vita”. Così Enzo, che da piccolo cantava insieme al padre nei ristoranti, ha ripreso il repertorio napoletano per regalarci una versione straziante di Passione che apre e chiude il film. Un nuovo inizio e un nuovo finale, per quest’opera molto musicale, un momento di cinema nato in progress, nei giorni della presentazione del documentario a Venezia, alle Giornate degli Autori, perché Enzo, che aveva deciso di smettere di cantare nel ’99, è salito di nuovo sul palco. “La sua esperienza da bambino – ci dice Piperno - l'aveva fatto soffrire, ma quando l’abbiamo sentito interpretarePassione ci si sono drizzati i peli per l’emozione”. 

 “Il film ha realizzato il mio sogno – interviene Enzo, che ha da poco perso il lavoro da venditore porta a porta - da piccolo cantavo con mio padre, oggi canto da solo e sto imparando a suonare la chitarra. Questa è una cosa bella...”. Fabio, che amava giocare a calcio e ora ha una figlia piccola, è felice di rivivere il passato, “anche per non far fare a mia figlia i miei stessi errori”. Le due ragazze hanno preferito non venire a Roma per la presentazione del film, Adele si è trasferita in Sicilia con il suo nuovo compagno e Silvana cerca di vivere nel presente. “Oggi nelle cose belle non ci credono più – dicono i registi – o forse hanno imparato a non cercarle nel futuro ma nell’incerto vivere della loro giornata, nella lotta per un’esistenza difficile ma dignitosa”. La loro Napoli è una città dove la bellezza si annida nelle pieghe di una quotidianità segnata da disoccupazione e degrado, famiglie dissestate e povertà. “Ma un regista non è un assistente sociale o un antropologo – chiarisce Ferrente – e non credo che queste storie siano limitate a Napoli, tutti i paesi del Mediterraneo possono riconoscersi”. E ancora: “Non eravamo all'inseguimento della spazzatura o dei casi tragici. Ci siamo innamorati di questi personaggi e abbiamo voluto mostrare che, nonostante il disagio, tra le rovine nascono fiori. Questi ragazzi, pur avendo la camorra a un metro, hanno resistito, cercando di lavorare”. Aggiunge Piperno: “Napoli, che nel ’99 era all’apice del rinnovamento di Bassolino, dieci anni dopo è invasa dall'immondizia, ma non voglio cadere nel luogo comune del ‘prima si stava meglio’, questa è una città che si muove tanto. Così abbiamo evitato di mostrare la Napoli della camorra che adesso, col successo della serie Gomorra, sembra l’unica verità. Noi diamo spazio a quello che inferno non è”. EAntonella Di Nocera, produttrice del progetto fin dal ’99 e assessore alla Cultura per un biennio col sindaco De Magistris, spiega: “La bellezza della dignità umana si conserva nonostante tutto. Ma noi adulti abbiamo responsabilità verso i ragazzi e in queste immagini non si vedono belle scuole e bei parchi, ma precariato. È un film che va mostrato agli studenti”.

Dal 26 giugno Le cose belle, che ha fatto incetta di premi, dal Nastro speciale al Cariddi di Taormina 2014, arriva in sala grazie all’Istituto Luce Cinecittà. Come spiega l’ad Roberto Cicutto: “E’ un film da cui non ci si stacca e che potrebbe essere usato come lezione di regia”.

 
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l'Italia stregata da Maleficent

Post n°11573 pubblicato il 19 Giugno 2014 da Ladridicinema
 

 

Box Office Italia
L'Italia è ancora stregata da Maleficent, che riesce a stare anche questa settimana sopra quota 1 milione di euro e arriva ad un ottimo totale di oltre 10 milioni, una vera rarità in questo periodo pre-estivo e soprattutto denso di eventi sportivi. Detto ciò il gap rispetto al secondo posto dimostra quanto le offerte di questo weekend siano state poco attrattive per il pubblico. Il Magico mondo di Oz esordisce con poco più di 300mila euro, un dato deludente ma in linea con gli scarsi risultati ottenuti dal film in tutto il mondo, America in primis dove è stato uno dei peggiori flop dell'anno. Tutti i film in classifica sono in netto calo e quindi bastano cifre molto basse per entrare nella top ten: 1303 raccoglie poco più di 200mila euro e si piazza quinto, Le week-end è settimo con 100mila euro e spicci. La prossima settimana arrivano Jersey BoysTutte contro lui e, con soli 5 anni di ritardo rispetto alla sua uscita nelle sale americane (e home video, a ben vedere...), Synecdoche, New York

Box Office Usa
In America ci sono risultati abbastanza clamorosi: nonostante uscisse in "appena" 3300 sale, 22 Jump Street ottiene il primo posto del box office con 60 milioni di dollari ed una media per sala strepitosa (anche le recensioni sono ottime), mentre l'evidentemente non molto atteso sequel di Dragon Trainer deve accontentarsi del secondo posto con solo 50 milioni di dollari. Una mezza delusione per Fox, che adesso spera che il film sfondi nel resto del mondo per andare in pari. Dietro resistono bene Maleficent, arrivato a 163 milioni (e 436 nel mondo) ed Edge of Tomorrow - Senza domani che perde meno di quanto fosse lecito aspettarsi e arriva a 56 milioni, cifra però ancora deludente (nel mondo è a 167). Crolla Colpa delle stelle che però è già ampiamente in attivo, mentre X-Men - Giorni di un futuro passato passa i 200 milioni ed è a 661 milioni nel mondo (nota: i primi tre incassi mondiali sono tre film con supereroi, si capisce perché nei prossimi 4 anni ne usciranno 27...). Godzilla arriva a 191 e forse potrebbe passare quota 200, mentre Un milione di modi per morire nel West è ufficialmente un floppone con appena 38 milioni e poche possibilità di recuperare nel resto del mondo. Saluta la top ten The Amazing Spider-Man 2 con quasi 200 milioni di dollari, ben 50 in meno rispetto al primo capitolo, almeno sul suolo americano (all'estero invece va strabene, visto che a oggi è il secondo miglior film dell'anno con 700 milioni). La prossima settimana è "defatigante" con il solo Jersey Boys di Eastwood in uscita in molte sale, in attesa del nuovoTransformers 4 - L'era dell'estinzione che dovrebbe dominare nel periodo che porterà al weekend dell'Indipendence Day. 

 
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Film nelle sale da oggi

Post n°11572 pubblicato il 19 Giugno 2014 da Ladridicinema
 

 
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