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Messaggi del 26/09/2014

 

Konchalovski contro l'Oscar: "Non candidatemi" da cinecittànews

Post n°11764 pubblicato il 26 Settembre 2014 da Ladridicinema
 

Cr. P.26/09/2014
Andrei Konchalovski, il regista russo Leone d'argento all'ultima Mostra di Venezia con Le notti bianche di un postino, ha chiesto di non presentare il suo film come candidato russo al Premio Oscar per il miglior film straniero. Il cineasta, fratello di Nikita Mikhalkov, ha spiegato le sue ragioni in una lettera aperta al presidente della commissione russa per il premio Oscar, Vladimir Menshov, che vinse la statuetta nel 1981 per Mosca non crede alle lacrime. Il regista fa appello alla coerenza, avendo più volte criticato l' ''hollywoodizzazione'' del mercato cinematografico russo e denunciato l'influenza negativa del cinema commerciale americano sulla formazione dei gusti e delle preferenze degli spettatori russi. Konchalovski poi ritiene ''assurda'' la categoria dell'Oscar per il miglior film straniero, definendola "una segregazione del cinema mondiale dal mondo anglofono (Usa, Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda), il che a mio giudizio rappresenta l'idea già superata del dominio culturale dell'Occidente. La commissione russa ora dovrà scegliere in fretta tra gli altri possibili candidati: i termini scadono dopodomani.

 
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Il capitale umano in lizza per l'Oscar da cinecittà news

Post n°11763 pubblicato il 26 Settembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: eventi, news

Cr. P.24/09/2014
Il capitale umano di Paolo Virzì è stato indicato dalla commissione selezionatrice che si riunisce presso l'Anica come candidato italiano nella corsa all'Oscar per il miglior film in lingua straniera. Le nomination per la cinquina saranno rese note il 15 gennaio 2015, mentre a metà dicembre dovrebbe essere stilata una shortlist di nove titoli. La cerimonia di premiazione si svolgerà il 22 febbraio 2015 a Los Angeles. 

Lo scorso anno cominciò così l'avventura del film di Paolo Sorrentino La grande bellezza che poi vinse l'Oscar. In precedenza fu La bestia nel cuore di Cristina Comencini a ottenere la candidatura, nel 2005. "Ringrazio tutti e sono molto onorato'', ha commentato a caldo Paolo Virzì all'Ansa. ''E' una grande responsabilità quella di rappresentare il nostro paese in un momento così complicato e così vivo del nostro cinema''.

La commissione di selezione istituita dall'Anica su invito dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, riunita davanti a un notaio, era composta da Gianni Amelio, Tommaso Arrighi, Angelo Barbagallo, Nicola Borrelli, Caterina D’Amico, Maria Pia Fusco, Barbara Salabè, Gabriele Salvatores e Nick Vivarelli. “Quest’anno è stato particolarmente difficile scegliere un solo film per rappresentare il nostro paese agli Oscar - hanno dichiarato i membri della commissione - perché abbiamo amato e ci sentivamo rappresentati da molti dei film iscritti. Abbiamo individuato una terna di film eccezionali composta da Anime nereLe meraviglie Il capitale umano, che ha poi prevalso sugli altri”.

 


Tra i contendenti del film di Virzì, tratto dal romanzo dell'americano Stephen Amidon, troviamo il belga Due giorni, una notte di Luc e Jean-Pierre Dardenne, Saint Laurent di Bertrand Bonello dalla Francia, il polaccoIda di Pawel Pawlikowski, lo svedese Turist di Ruben Östlund, Premio della Giuria in Un Certain Regard a Cannes, il documentario svizzero The Circle di Stefan Haupt, Panorama Audience Award alla Berlinale, l'ungherese White God di Kornel Mundruzko, vincitore di Un certain regard a Cannes, il canadese Mommy di Xavier Dolan, premiato a Cannes, l'hongkonghese The Golden Era di Ann Hui, film di chiusura di Venezia,Timbuktu di Abderrahmane Sissako dalla Mauritania, il turco Il regno d’inverno – Winter Sleep di Nuri Bilge Ceylan, Palma d’Oro a Cannes. 

 
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Pasolini

Post n°11762 pubblicato il 26 Settembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Lucy

Post n°11761 pubblicato il 26 Settembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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La buca

Post n°11760 pubblicato il 26 Settembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Un ragazzo d'oro

Post n°11759 pubblicato il 26 Settembre 2014 da Ladridicinema
 

Pupi Avati torna al cinema tre anni dopo Il cuore grande delle ragazze, affrontando ancora una volta il rapporto padre-figlio, già affrontato in altri film dell'autore (La cena per farli conoscere, Il papà di Giovanna, Il figlio più piccolo).

E' la storia di Davide Bias, un pubblicitario che vuole diventare scrittore, ma con scarso successo. Un ragazzo in cura che abusa di psicofarmaci e con una sensibilità spiccata che scoperto di aver giudicato male il padre in vita, diventerà ossessionato dalla voglia di riabilitarlo agli occhi di tutti, ma soprattutto cerca di saziare il suo senso di colpa per averlo abbandonato; arrivando ad un'ossessione che lo porterà a trasformarsi nel ruolo del padre. Si capisce quindi che molte delle sue insicurezze, probabilmente create dalla sua mente; derivano dal rapporto con suo padre Achille Bias, sceneggiatore di film si serie B degli anni 70, che lui odia, e soprattutto teme di condividerne il destino che lui giudica fallimentare.

Un ragazzo d'oro ultimo film di Pupi Avati, è da considerare probabilmente il suo film più cupo, lento e psicologico ma allo stesso tempo forse un film incompiuto e un'occasione sprecata per come ha deciso di sviluppare l'ottima storia creata e per molti quesiti che chi lo guarda si pone probabilmente alla fine del film sullo sviluppo degli eventi; così come molte domande possono essere poste nel chiedersi perchè abbia scelto alcuni attori. Tranne Scamarcio, forse alla sua più bella interpretazione; il resto è ampiamente sotto la sufficienza. Scamarcio, interpreta un ruolo molto complesso, e lo fa in maniera quasi perfetta.

Il tema del rapporto padre-figlio vera ossessione del cinema del regista, è affrontato in maniera intima al limite dell'introspezione. Questa volta però a differenza delle altre volte in realtà il padre non c'è perchè muore all'inizio del film, ma rivive attraverso l'ossessione e il ricordo del figlio. 

A livello di narrazione come detto prima, c'è qualche cosa che non va. Nulla è spiegato: nè come il padre è morto realmente, nè il rapporto con Ludovica del padre. Dal film emerge che probabilmente, ma neanche qui si ha la certezza, che il padre fosse stato realmente mediocre e che probabilmente la fragilità di Davide, nasce più da problematiche psichiche del ragazzo che dalle carenze del padre. Spiegazioni che però il regista non da, preferendo raccontare solo questo amore ritrovato.

Nel complesso un film che aveva grosse possibilità, mal sviluppato e mal strutturato, poco attento a determinate cose. Cosa che spesso accade quando l'argomento è così sentito da parte dell'autore. Il cinema di Avati negli ultimi anni sta perdendo molto di quella poeticità che aveva contraddistinto il suo cinema. Un vero peccato, se pensiamo che, con certo materiale a disposizione poteva regalarci una vera perla.

Voto finale: 2--/5

Un ragazzo d'oro

Poster

La storia è quella di Davide Bias (Riccardo Scamarcio) un creativo pubblicitario col sogno di scrivere qualcosa di bello, di vero. Convive quotidianamente con ansia e insoddisfazione: per tenerle a bada, solo le pillole. Neanche la fidanzata Silvia (Cristiana Capotondi) sa come sollevarlo dalle sue insicurezze. Quando il padre, uno sceneggiatore di film di serie B, improvvisamente muore, da Milano il giovane si trasferisce a Roma dove incontra la bellissima Ludovica (Sharon Stone), un’editrice interessata a pubblicare un libro autobiografico che il papà di Davide aveva intenzione di scrivere....

  • PRODUZIONE: Combo Produzioni, Duea Film, Rai Cinema
  • DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
  • PAESE: Italia
  • DURATA102 Min
 
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