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Messaggi del 28/10/2014

 

Mannoia, a 60 anni mi merito raccolta da Ansa

Post n°11841 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 

Per festeggiare i suoi 60 anni e i 46 di carriera, Fiorella Mannoia ha chiamato a raccolta tutti gli amici di una vita in musica. Il risultato? Diciotto duetti con i più grandi artisti italiani riuniti nel doppio cd antologico "Fiorella" (Sony Music), uscito oggi. "E' il mio viaggio nella migliore musica italiana, un coronamento del mio lavoro, con la benedizione laica di tutti coloro che hanno scritto per me. In fondo a 60 anni me lo merito. Anche se guardando indietro a tutto quello che ho fatto, ci sarebbe stato bisogno di un cofanetto da 4-5 cd", scherza la cantante incontrando i giornalisti nella sua casa romana, tra cimeli esotici, libri, cd e una gatta che si aggira curiosa.

A scorrere la lista dei 18 artisti che l'hanno accompagnano in questa avventura, c'è la storia in note degli ultimi quattro decenni: da Laura Pausini a Cesare Cremonini, da Daniele Silvestri a Niccolò Fabi, da Franco Battiato a Tiziano Ferro, passando per Ligabue, Pino Daniele, Fossati, Renato Zero per citarne alcuni. Con qualche sorpresa. "Il duetto con Adriano Celentano è stato un regalo inaspettato, considerando che non ne faceva dai tempi di Mina - racconta Fiorella -. Quello che mi sta più a cuore, invece, è con Dori Ghezzi, che non ha mai voluto partecipare a progetti che riguardassero Fabrizio De Andrè. Ma - ribadisce - ci sono tutti gli amici di questi anni". Meno uno: "Vasco mi ha detto 'no', mi ha chiesto di aspettarlo perché stava lavorando al suo disco. Ma non potevo".

Il primo cd raccoglie il meglio del repertorio della cantante, arricchito dall'inedito Le parole perdute. Il secondo cd, invece, è un omaggio alle canzoni dei suoi colleghi. Come Amore bello con Baglioni o Boogie con Frankie hi-nrg. "Perché il successo dell'altro è anche il tuo successo", spiega, lei che non si è mai tirata indietro davanti a una richiesta di collaborazione: "se la canzone mi piace, dico di sì".

Da sempre, Fiorella Mannoia ha puntato anche sull'impegno sociale e politico - schierandosi prima con la sinistra e ora a favore del Movimento 5 Stelle. Renzi e Grillo? "Onestamente ho da ridire su tutti e due . Il primo mi sembra che parli tanto, ma in concreto non si è visto ancora nulla, l'altro dovrebbe stare zitto per non rovinare il lavoro dei parlamentari che sono i nostri cani da guardia e ci riportano quello che succede, perché ormai c'è un partito unico, destra e sinistra si sono confuse". Non ha mai avuto paura di dire certe cose? "L'unico vantaggio di invecchiare è poter dire quello che penso".

 
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La spia, ultimo film di Philip Seymour Hoffman da cinecittà news

Post n°11840 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 

Cr. P.25/10/2014
''Philip Seymour Hoffman era un raro caso di attore americano nato a teatro, passato al cinema e ritornato a teatro. Aveva iniziato con ruoli da caratterista, poi è cresciuto, ha espanso il suo repertorio, guadagnato più gravitas. Lavorare con lui era eccezionale, era alla mano, genroso, diretto, collaborativo, mai presuntuoso''. A ricordare così il grande attore, tragicamente scomparso lo scorso 2 febbraio, è il collega Willem Dafoe, che ha condiviso il suo ultimo film, La spia - A Most Wanted Man diretto da Anton Corbijn e tratto da un romanzo di John Le Carré. In cartellone al Festival di Roma (sezione Gala), dal 30 ottobre sarà nelle sale con Notorious Pictures, il film si presta ''purtroppo a paralleli tra la vita privata di Hoffman e questa sua ultima, fantastica performance: magari, a posteriori, sul set aveva un'intensità particolare, di cui non ci siamo resi conto'', confessa Corbijn. ''Il film ha preso un peso che non ci aspettavamo, che non volevamo'', aggiunge il regista, mentre Dafoe osserva come ''il ricordo di Hoffman oscurerà sempre il film''. Nel cast anche Rachel McAdams e Daniel Bruhl, A Most Wanted Man è ''un film che parla dell'autunno della nostra umanità'', è ambientato tra Amburgo e Berlino e ruota intorno a un misterioso uomo in fuga, un banchiere britannico (Dafoe), una giovane avvocatessa idealista (McAdams) e il capo di una unità di spionaggio tedesca (Hoffman) che indaga sul terrorismo di matrice islamica: ''Philip interpreta un uomo che più volte è stato fottuto nella sua vita, ma è rimasto una persona buona, non ha perso la fiducia nell'umanità. Un uomo - dice Corbijn - completamente assorbito dal proprio lavoro, non islamofobo e nemmeno con una grande cura per sé''.

 
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Festival di Roma, il pubblico premia Trash e Roan Johnson

Post n°11839 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 

redazione25/10/2014
Premio del Pubblico BNL / Gala

Trash di Stephen Daldry


Premio del Pubblico / Cinema d’Oggi

Shier gongmin / 12 Citizens di Xu Ang


Premio del Pubblico / Mondo Genere

Haider di Vishal Bhardwaj

Premio del Pubblico BNL / Cinema Italia (Fiction)
Fino a qui tutto bene di Roan Johnson

Premio del Pubblico | Cinema Italia (Documentario) 

Looking for Kadija di Francesco G. Raganato

Premio TAODUE Camera d’Oro alla migliore opera prima
Andrea di Stefano per Escobar: Paradise Lost

Premio TAODUE al
 Produttore della migliore opera prima
Laura Hastings-Smith per X+Y di Morgan Matthews

Menzione speciale TAODUE
Last Summer di Leonardo Guerra Seràgnoli

Premio Doc.It al Migliore documentario italiano
Largo Baracche di Gaetano Di Vaio 

Menzione speciale Doc.It
Roma Termini di Bartolomeo Pampaloni

Marc’Aurelio alla carriera
Walter Salles

Maverick Director Award
Takashi Miike

Marc’Aurelio del futuro
Aleksej Fedorcenko

Marc’Aurelio Acting Award

Tomas Milian

 
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La Festa fa gli sconti e il pubblico apprezza

Post n°11838 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 

Cristiana Paternò25/10/2014
Con un prezzo medio diminuito, sconti, convenzioni e molti eventi a ingresso gratuito, il Festival di Roma collauda la vecchia/nuova identità di Festa cittadina. E' quanto emerge dal bilancio presentato dal presidente della Fondazione Cinema per Roma Paolo Ferrari e dal direttore generaleLamberto Mancini in chiusura della nona edizione. 113 film da 23 paesi e 474 talent sul red carpet in dieci giorni. Ma ciò che più conta è il "festival più accessibile" con oltre 80mila ingressi in sala, senza contare Alice, così si arriva alle 150mila presenze stimate nel Villaggio. "Un dato di grande soddisfazione", per Mancini. Che preferisce non dare la cifra degli incassi, nonostante le insistenze dei giornalisti, e parla di "lieve flessione al botteghino", ma sottolinea che quest'anno c'era una sezione in meno (Cinemaxxi), mentre gli incontri e le proiezioni di Wired erano tutte a titolo gratuito. "Anche la risposta al voto del pubblico, con 48 film votati, è stata buona". Inoltre si insiste sui 141 partner di cui 46 con investimento economico (un +40%) e sul "salto" di The Business Street giunta a 811 accreditati da 52 paesi.

Il direttore uscente Marco Mueller (in scadenza a dicembre) sembra tuttavia far trapelare una certa amarezza. "E' un'esperienza che non posso che ritenere conclusa. Ho avuto un mandato triennale in cui c'è stato molto da imparare. Abbiamo dovuto adeguare la nostra proposta alle indicazioni che sono arrivate, spesso all'ultimo momento. Il primo anno era un festival di anteprime assolute, poi il nostro vino è stato annacquato. In questi trent'anni come fabbricatore di festival ho imparato tanto e cercherò di usare tutto quello che ho appreso come docente universitario in una facoltà di architettura in Svizzera dove ho la cattedra". Più tardi Mueller, ai microfoni di Rai Movie, ha spiegato: "E' un paradosso rifare ogni anno il festival in sale pensate per la musica. Se Roma vuole una festa del cinema sarebbe ora che si pensasse a una sede definitiva". E sul futuro della kermesse il direttore ha aggiunto: "Roma ha voglia che esista una celebrazione del cinema in autunno e se il mercato diventa un appuntamento sempre più imprescindibile, allora festa e mercato sono fatti per restare".

Del futuro del festival, dal palco della Sala Sinopoli, ha parlato anche il presidente di Bnl Gruppo Bnp Paribas, la banca main partner sin dalla prima edizione, Luigi Abete: "Mi pare che ci sia una eccessiva attenzione a buttare giù questo festival anziché a farlo crescere. Troppa gente sembra dedicare tutte le sue energie a vedere non come implementare ma come intralciare la kernesse. Se il festival continua a crescere, Bnl manterrà il suo ruolo".
Non mancano i dati sulla copertura giornalistica dell'evento, con 796 articoli su quotidiani nazionali e locali, 5.862 articoli sul web, 244 lanci di agenzia, 587 servizi nei TG nazionali e locali e nelle trasmissioni tv e radiofoniche, 792 articoli sui media internazionali. Ma qualcuno fa notare che alcuni quotidiani ad alta tiratura hanno ridimensionato lo spazio dedicato al festival. "Se una parte della carta stampata ha fatto altre scelte - replica Mueller - avranno avuto le loro ragioni. Io registro la straordinaria copertura televisiva". Infine tocca a Mancini dare un'indicazione per il futuro, in cui si prospetta la fusione con il Festival della Fiction: "La caratura internazionale che il festival si è guadagnato in 9 anni non va sprecata, ma l'altro obiettivo è coinvolgere sempre più il territorio in una città unica che ha una marea di eventi". 

 
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Quando ad andare in analisi è lo psicoanalista freudiano

Post n°11837 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

Stefano Stefanutto Rosa27/10/2014
Che può fare uno psicoanalista freudiano un po’ superficiale e cinico, Claudio Bisio, caduto in depressione alla notizia che sta perdendo la vista e dopo aver abbandonato i suoi pazienti? Andare in terapia da uno psicoterapeuta non freudiano, Gioele Dix, accompagnato e sostenuto dai suoi stessi pazienti, in un insolito rovesciamento delle parti. Solo così ritroverà la voglia di vivere, scoprendo il benessere delle relazioni umane, a cominciare dal rapporto trascurato con la figlia lontana. 

Dopo Nessuno mi può giudicare e Viva l’Italia,Massimiliano Bruno per la sua terza commedia Confusi e felici - distribuita da 01 il 30 ottobre e prodotta da IIF con Rai Cinema - si rifà alla sua esperienza diretta. “Frequento la psicoanalisi da 20 anni e mi faceva piacere poter mettere al servizio del pubblico un mio percorso che mi ha fatto bene: il senso generale è che si può guarire e la nostra scelta è stata quella di descrivere il percorso di rinascita attraverso comicità, approfondimento dei personaggi e tanta verità”.
Bruno sottolinea anche di aver sperimentato prima l’analisi freudiana senza successo e di essere poi approdato a un’altra scuola di pensiero che cura le persone e non fa assistenza, come dice con una battuta Gioele Dix.

Il regista romano attinge alle tipologie più frequenti di disagio curate sul lettino, per creare un insolito universo di pazienti che tormentano il nostro protagonista nel momento in cui decide di mollarli. Marco Giallini è uno spacciatore di droghe leggere affetto da attacchi di panico; Pietro Sermonti e Caterina Guzzanti sono una coppia in crisi sessuale, perché lui è appassionato di social network; Paola Minaccioniè alla disperata ricerca di un partner; Rocco Papaleo è un uomo in preda all’ira a causa del tradimento della moglie; lo stesso Massimiliano Bruno è un autista Atac che vive ancora con la mamma e i suoi  gustosi piatti. E infine Anna Foglietta è la segretaria innamorata del suo datore di lavoro, l’analista, e ce la mette tutta per farlo uscire dalla crisi.

All’origine il ruolo interpretato dal regista prevedeva la presenza del comico Lillo, “ma due settimane prima dell’inizio delle riprese mi ha dato buca, così ho rimediato interpretando io questo mammone sovrappeso, uno stereotipo frequente nel cinema, al quale ho dato un‘umanità diversa”.
C’è anche un cameo del trio musicale Max Gazzè, Daniele Silvestri e Niccolò Fabi che accompagnano Bisio impegnato a chiedere scusa alla bella e altruista segretaria, cantando una serenata sotto la finestra di casa sua. “Poco prima della fine delle riprese mi sono accorto che il rapporto tra lo psicoanalista e la sua segretaria era stato trattato troppo velocemente e che andava ampliato con una scena - dice Bruno - Così mi è venuta l’idea della serenata e subito ho pensato a Daniele che conosco da una vita. L’ho chiamato e mi ha risposto con la voce di chi si è appena svegliato, in quei giorni era in tour con Max e Niccolò. Ho scritto la canzone la notte, Maurizio Filardo l’ha musicata subito dopo e l’ultimo giorno di set abbiamo girato la scena ai lotti della Garbatella”.

 
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Ficarra&Picone: gli 80 euro di Renzi non bastano, chiediamo aiuto ai pensionati

Post n°11836 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

Stefano Stefanutto Rosa25/10/2014
ROMA. “Quando vedo Renzi parlare in tv io sto bene, è solo quando cambio canale o spengo la televisione che mi sento male. Sono convinto che se Matteo mi facesse compagnia l'intera giornata, potrei dire tranquillamente che tutto va bene in Italia”. Salvo Ficarra, nel giorno della convention renziana della Leopolda, sembra essere più in sintonia con l’opposizione in piazza della Cgil. Ficarra eValentino Picone sono i registi e gli interpreti del loro quinto film, Andiamo a quel paese, una commedia garbata e ironica, con accenti di critica sociale, prodotta da Attilio De Razza per Tramp Limited in collaborazione con Medusa Film, che lo distribuisce dal 6 novembre, e con Mediaset Premium.

Nel paese dove la raccomandazione del potente politico di turno è il prodotto tipico italiano, come la pizza o il vino, che possono fare due disoccupati a Palermo, ormai 40enni e amici di lunga data? Per di più uno dei due, Salvo, tiene moglie (Tiziana Lodato) e una figlia piccola, mentre Valentino, un tempo fidanzato, ora è rimasto single, con i genitori lontani, trasferiti in Germania.
La soluzione per sbarcare il lunario è abbandonare la città e tornare a Monteforte (nella realtà Rosolini, in provincia di Siracusa) il piccolo paese d'origine, arroccato nell’entroterra, dove la vita è meno cara ed è più facile tirare avanti. Certo è la morte civile, perché la cittadina è abitata soprattutto da anziani e per di più Salvo si ritrova ospite della casa della suocera. Ma non tutto il male viene per nuocere perché quegli anziani, "e non vecchi perché il termine s’addice agli oggetti", sono in fondo una risorsa con le loro pensioni, soprattutto le donne vedove che spesso cumulano insieme alla loro pensione quella di reversibilità del coniuge
E’ questo il serbatoio a cui il duo comico attinge, prima improvvisando un ospizio nelle case di Salvo e Valentino. Poi progettando, in gran segreto, ma si sa in paese tutti alla fine ne vengono a conoscenza, un matrimonio di convenienza tra la ultra 70enne zia Lucia (Lily Tirrinnanzi) e il meno convinto Valentino. Ma a rovinare i piani ci pensano Carmelo (Ludovico Caldarera) il nulla facente nipote di zia Lucia, l’anziano parroco del paese (Mariano Rigillo), il brigadiere dei carabinieri (Francesco Paolantoni) padre di Roberta (Fatima Trotta), l’ex fidanzata storica di Valentino.

“La Sicilia che raccontiamo è reale, è quella che abbiamo trovato, così come alcuni figuranti e comparse del film sono persone prese dal posto”, racconta Picone. Hanno cercato a lungo nell’isola una piazza particolare, soleggiata, e finalmente sono arrivati a Rosolini, l’ultimo paese della provincia di Siracusa dove hanno scoperto che nonostante la bellezza del luogo non era stato girato nessun film. Le cittadine vicine invece avevano ospitato i set di Pietro Germi e del Commissario Montalbano.
La morale del film ? “C’era l’intenzione di raccontare  quello che vivi tutti i giorni, che al di là degli 80 euro che ti dà Renzi, tu giovane non puoi campare se non hai qualche pensionato che ti aiuta”, risponde Ficarra.
E a chi gli obietta che forse è un po’ troppo alta, rispetto alla media, la pensione citata nel film di 1400 euro di un’anziana, Ficarra ricorda che la cifra ne include anche una di reversibilità oltre ai famosi 80 euro promessi da Renzi.

Il film lancia anche un invito a Papa Francesco, quello di mettere in discussione il celibato dei preti. “Temevamo, viste le prese di posizione del Pontefice, di arrivare in ritardo. Inoltre noi proponiamo la castità per i politici che dovrebbero fare meditazione e vivere in monasteri, magari di clausura”, incalza Ficarra.
Da Paolantoni e Rigillo, e dagli altri interpreti (nel cast anche Nino Frassica e Giancarlo Ratti), arrivano i complimenti ai due comici per come si sono comportati sul set: meticolosi, puntigliosi e brave persone che hanno realizzato un film comico non ridanciano, che lascia un retro pensiero e fa riflettere lo spettatore.
Insomma nonostante la loro identità di siciliani “nati stanchi”, il oro sodalizio artistico e creativo lungo 21 anni, dà ancora dei frutti.

 
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I lavoratori di Cinecittà tornano in piazza da articolo 21

Post n°11835 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

cinecittalavoratori

Martedi 28 ottobre alle ore 14,00 i lavoratori di Cinecittà scendono in piazza in via del Collegio Romano, per sensibilizzare il Ministro Dario Franceschini su lo stato e la gestione dello stabilimento. Chiedono un vero progetto di rilancio fatto di Cinema, Cultura e Audiovisivo. Un progetto inatteso dal 1997, che non vede l’esigenza di costruire un albergo e di un parcheggio sotterraneo ma che rilanci la cultura cinematografica della nostra nazione.

Serve un progetto di ripresa della nostra cultura e del nostro cinema a livello mondiale, una ripresa che deve mettere sul tavolo i principali attori di questo settore, produttori, tecnici, professionisti del settore, distributori, esercenti, chi ha competenze in questo lavoro, non far decidere le sorti del cinema a personaggi che il cinema non l’hanno mai fatto.   No, a persone che si interessano di televisione e non vogliono capire la differenza tra un film ed una fiction. No, a distributori a cui interessa solo proiettare cinema americano tralasciando i nostri film. Per venti anni si è pensato solo a distribuire film americani di cassetta tralasciando il nostro cinema, e oggi ci ritroviamo con poca produzione italiana e con i giovani che hanno difficoltà d’inserimento.

Le proposte e le esigenze immediate sono tre: un accordo tra ANICA, RAI e Cinecittà per riportare il cinema e la fiction negli stabilimenti e per riprendere a costruire le scenografie. Ci permetterebbe di ovviare alla delocalizzazione del nostro cinema all’estero e riprenderemmo a dare lavoro a operai specializzati e a tutto l’artigianato del settore.   Un accordo e un aiuto alle produzioni riducendo l’aliquota IVA al 5%, sarebbe un ottima scelta anche per richiamare le produzioni straniere.
E poi un accordo con il Comune di Roma per eliminare la ToSap (Tassa sul suolo pubblico) e un accordo con i beni artistici e architettonici…  E questo è solo un piccolo elenco delle peculiarità che i lavoratori di Cinecittà e il cinema italiano chiedono al Ministro Franceschini. Interventi immediati per salvare lo stabilimento e l’industria del cinema italiano.

27 ottobre 2014

 
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La riforma della Rai agli Stati generali dell’antimafia da articolo21

Post n°11834 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 

RAI

Appassionato e interessante il seminario sul servizio pubblico radiotelevisivo tenutosi durante gli “Stati generali dell’antimafia”, promossi da “Libera” di don Ciotti. Insieme ai paralleli gruppi dedicati alla diffamazione e alla battaglia per la legalità dalla finzione al reale, componeva il capitolo “Per un dovere d’informazione e democrazia” della riuscitissima edizione di “Contromafie”, tenutasi dal 23 al 26 ottobre.

Si è parlato a lungo del ruolo inedito e impegnativo che deve assumere la Rai con il vicino rinnovo della concessione dello Stato, previsto nel 2016. Ma il termine, secondo il governo, potrebbe essere persino anticipato di un anno. A maggior ragione, si riapra il dibattito pubblico, vincendo la deriva liberista e tecnocratica che avvolge argomenti vitali per la democrazia. In parte desuete, ormai, le vecchie ragioni economiche e tecniche che fecero propendere negli anni cinquanta per la scelta pubblica, oggi è necessario ridare senso storico e forza morale alla scelta pubblica. Come ha sottolineato l’associazione “Articolo 21” nella campagna lanciata con le scuole più di un anno fa per una nuova “Carta d’identità della Rai”, innanzitutto vanno rifondate le ragioni etiche e culturali di un moderno intervento pubblico: per una nuova alfabetizzazione degli italiani, che riconnetta ciò che si è disgregato ed eviti il crescere del “digital devide”, terribile realtà di un paese al penultimo posto in Europa per diffusione della banda larga. Inoltre, vanno illuminate le periferie, tanto quelle geografiche quanto quelle che afferiscono ai disagi e alle povertà. Ne hanno parlato  Giuseppe Giulietti, Vittorio Di Trapani, Valerio Cataldi, Fabrizio Feo e la stessa introduzione del “tutor” (chi scrive). Ancora. E’ doverosa una radicale riforma della governance aziendale, svincolandola da partiti, lobby, salotti e poteri palesi o occulti. Si tratta di immaginare un doppio livello di indirizzo e gestione –come propone il testo del “MoveOn”- centrato da un lato su di un consiglio rappresentativo di associazioni e mondo degli utenti (magari pure dei dipendenti della stessa Rai, è stato detto), con una ridotta espressione del Parlamento; dall’altro su di un ristretto consiglio operativo deciso dall’organismo largo. Quindi, nessuna elezione o nomina direttamente partitica. All’incirca come nella Bbc o in Germania. Il coinvolgimento dell’universo assiociativo è scelta ben diversa dalla generica consultazione, spesso genericamente evocata dal governo senza una pratica effettiva. Siamo per la società civile, non per la “folla”.

L’altro punto toccato, con contributi importanti di Elio Matarazzo, Francesco Devescovi, Stefano Luppi, Marco Mele e Natalia Lombardo, ha toccato lo scenario generale e il nodo dell’autonomia della Rai. Non è immaginabile tagliare le risorse senza neppure una strategia definita: dai 150 milioni di euro sottratti nei mesi scorsi, alle incertezze sulla misura del canone di abbonamento (che sia finalmente legato al reddito, ma non dimezzato, come si dice da ambienti di PalazzoChigi), alla messa sul mercato del gioiello di famiglia tecnologico “RaiWay”. E poi, è stato sottolineato, che senso avrebbe toccare la Rai senza riformare l’intero sistema, retto ancora dalla legge Gasparri di dieci anni fa? E il conflitto di interessi deve rimanere l’irrisolta piaga italiana? Lungo e appassionato il confronto, che merita di andare avanti, come ha detto puntualmente Marcella Sansoni nella sintesi dei lavori dei gruppi nella sessione plenaria di domenica, chiusa da un sempre formidabile don Ciotti.

Infine, Mara Filippi ha parlato della nuova edizione del “Premio Morrione”, dedicato ai giovani cronisti. Ottima e ragguardevole iniziativa. E sì, Roberto fu protagonista di “Libera” e rimane il riferimento per tutti noi, dandoci coraggio e voglia di ribellarci ai pensieri unici, alle censure striscianti, alle banalità dominanti.

27 ottobre 2014

 
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Top Ten: i dieci migliori gatti animati da www.supergacinema.it

Post n°11833 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 

 

Scat Cat

Eccoci qua! Come vi avevamo promesso siamo pronti con una nuova top ten dedicata ai migliori gatti del cinema. Ma questa volta si tratta di gatti animati! Partiamo subito!

10. Lucifero - Cenerentola

Lucifero è il gatto pestifero e un po’ cattivello della Matrigna di Cenerentola. Un gattone nero con gli occhi verdi che viene trattato come un principe dalla sua famiglia e si comporta in maniera dispettosa con Cenerentola, ad esempio passando e sporcando il pavimento che lei ha appena lavato! Nonostante tutto però la ragazza cerca di trattarlo con amore e invita i suoi amici animali (in particolare il cane Tobia) a fare amicizia con lui. L'unico vero obiettivo di Lucifero è quello di catturare i topolini di Cenerentola e per farlo farà di tutto, finchè, verso la fine del film, inseguito proprio da Tobia il povero Lucifero cade da una finestra.Per fortuna lo rivediamo anche in Cenerentola II e III.

 

 

9. Garfield

Creato negli anni ’70 da Jim Davis, Garfield è un gatto arancione protagonista del fumetto che dal 2001 detiene il primato come la striscia di fumetti più pubblicata al mondo. Dall’enorme successo di questo gatto un po’ troppo pigro nascono due diverse serie animate e nel 2004 anche Garfield diventa una star del cinema, con il primo lungometraggio a lui dedicato dal titolo Garfield-Il Film.

Questo bel gattone arancione è famoso per essere molto pigro, indipendente e con un grande senso dell’humor satirico! Vive con il suo padrone Jon, odia il lunedì, si diverte con gli amici del quartiere, finchè non entra a far parte della famiglia anche il bassotto Odie, cane della sua veterinaria di cui Jon è innamorato.

Nel 2009 è uscito anche Garfield-Il Supergatto.

 

 

8. I gatti siamesi - Lilli e il Vagabondo 

Tutti noi abbiamo amato la romantica storia di Lilli e di Biagio, il meraviglioso cane randagio che la aiuta a sopravvivere nella città dopo che la cagnolina è stata spedita in canile dalla zia Sara che avrebbe dovuto prendersi cura di lei e del suo nipotino in assenza dei genitori (e padroni di Lilli). Beh, l’antipatia della zia Sara è memorabile, ma mai quanto l’arrivo dei suoi due gatti siamesi che subito si coalizzano contro la povera Lilli scatenando un disastro! Non sono proprio dei gattini adorabili, ma la canzoncina che cantano e la loro spavalderia fanno in modo che nella nostra top ten ci siano anche loro!!

 

 

7. Stregatto - Alice nel Paese delle Meraviglie

Lo Stregatto è uno dei tanti personaggi di Alice nel Paese delle Meraviglie; nel cartone Stregatto è a strisce di colore viola e rosa, appare e scompare mentre parla con la piccola Alice, canta e si definisce “mezzo svanito”! Nella versione originale del romanzo di Lewis Carroll il vero nome di Stregatto è Gatto del Cheshire, dal nome di una contea inglese. Sembrerebbe infatti che nel 1865 Carrol scrisse il romanzo ispirandosi ad alcune leggende ben più antiche e a racconti popolari che parlavano di misteriosi gatti invisibili che si aggiravano per la campagna inglese, che facevano strani sorrisi ed erano definiti un po’ allucinati… proprio come il nostro Stregatto!

 

 

6. Felix The Cat

Felix The Cat è un personaggio creato da Pat Sullivan e Otto Messmer, un simpatico gatto bianco e nero, dalla sagoma stilizzata e semplice, con uno sguardo tenero, quasi umano e dotato di un forte senso di umorismo! È il primo vero divo del mondo del fumetto prima e di quello dell'animazione e del cinema muto, poi. Il segreto del successo fu sicuramente legato alla qualità e alla tecnica d'animazione di un livello certamente superiore per l’epoca, ma anche e soprattutto alla simpatia stessa di Felix, al suo buonumore, alla sua semplicità e alla sua allegra fantasia.

La sua popolarità convince il cinema americano a farne il protagonista, nel 1930, del primo cartone animato sonoro ed è anche per questo che gli abbiamo riservato un posto nella nostra top ten!

 

 

5. Oliver - Oliver & Company

Un film d’animazione Disney del 1988 ispirato al romanzo di Charles DickensOliver Twist. In questa versione però Oliver è un gattino arancione che è stato abbandonato e si ritrova a vivere una serie di disavventure nella città di New York, facendo amicizia con alcuni cani randagi e in seguito con una ricca e affettuosa padroncina adottiva. Probabilmente non è tra i migliori lungometraggi Disney, né tra i più famosi, ma è comunque una pellicola ben riuscita, con moltissime scene musicali e Oliver è sicuramente un gattino eccezionale e dolcissimo, degno di nota!

 

 

4. Gatto - Il Gatto con gli Stivali

In un antico borgo spagnolo, Gatto e Humpty Dumpty sono cresciuti come fratelli in un orfanotrofio, finché Humpty, geloso del suo amico più amato e atletico di lui, inizia ad avvicinarsi al crimine di strada e proprio durante una rapina andata male la loro amicizia si frantuma.

Gatto si aggira da allora come un fuorilegge, in cerca di un modo per ripulire il suo nome, mentre Humpty fa squadra con Kitty Zampe di Velluto, una gattina bella e scaltra. Il Gatto con gli Stivali è uno dei personaggi principali della saga di Shrek; è apparso per la prima volta nel secondo capitolo e subito ne è diventato uno dei personaggi più simpatici e amati. Lo spin off che lo vede protagonista racconta la sua infanzia prima dell’incontro con Shrek e gli altri, dei quali nel film non c’è alcun riferimento.

 

 

3. Jiji - Kiki - Consegne a domicilio

Diretto da Hayao Miyazaki nel 1989 ma uscito nelle sale in Italia soltanto quest’anno, dopo una distribuzione nel 2002 direttamente in home video, il film racconta la storia di Kiki, una giovane strega che dopo aver compiuto 13 anni parte da casa a bordo della sua scopa e in compagnia del suo gatto parlante Jiji,aiutante e migliore amico. Jiji è un gattino nero con cui soltanto Kiki riesce a parlare, è simpatico e la sta vicino in tutte le sue avventure, finché non si innamora di una piccola gattina bianca!

 

 

2. Gli Aristogatti

Romeo ed i suoi amici, DuchessaMinouMatisseBizet, impossibile sceglierne uno soltanto! Al secondo posto dovranno stringersi un po’, perché noi sul podio ci mettiamo tutti i gatti del grande classico Disney che presto tornerà nelle sale!

Madame Adelaide è un’anziana e ricca signora rimasta sola al mondo. I suoi affetti più grandi sono i suoi gatti e così decide di scrivere nel testamento che alla sua morte i primi beneficiari dei suoi averi dovranno essere proprio gli Aristogatti e poi in un secondo momento il suo maggiordomo Edgar. Quest’ultimo però non accetta di essere stato “scavalcato” dai gatti e decide di rapirli di notte e portarli lontano. Romeo, er mejo der Colosseo,è un bel gattone rosso di strada che si prende cura della splendida gatta bianca ed aristocratica Duchessa e dei suoi tre bei micetti. Tra mille avventure e attraversando una Parigi dei primi anni del ‘900, Romeo riesce infatti a riportarli a casa, nella villa di Madame Adelaide.

Sfondi e animazione dipinti a mano, disegni curati e molto belli, una colonna sonora di classe che va dalla musica classica al jazz ed una storia simpatica e avvincente di cui questi splendidi gatti (ed i loro amici animali) sono i protagonisti assoluti.

 

 

1. Zorba - La Gabbianella e il Gatto

Rimasta intrappolata in una distesa di petrolio, la gabbianella Kengah riesce a trascinarsi fino al terrazzo di una casa dove Zorba, un grosso gatto nero, sta dormendo. La gabbianella, ormai in fin di vita, affida il suo uovo al gatto, facendosi promettere che non lo mangerà, che si prenderà cura del suo piccolo e che gli insegnerà a volare. Disegni e animazioni bellissimi, colonna sonora divertente per questa favola delicata e intelligente tratta dal romanzo omonimo di Luìs Sepulveda e diretta da Enzo D’Alò. Il gatto Zorba che con la sua dolcezza e la sua simpatia si prende cura di una piccola gabbianella merita senza dubbio il primo posto!

 

 

Come per la precedente Top Ten, vogliamo ricordare altri gatti animati molto simpatici -del cinema e della tv- che meritano una menzione speciale! Pensiamo a Gambadilegno, il celebre nemico di Topolino, a Figaro, il gattino di Pinocchio amico della pesciolina rossa Cleo (e ovviamente il Gatto, compare della Volpe, sempre in Pinocchio); Oreste il gattino rosso di Alice che la segue ovunque all’inizio del film, fin quando Alice non precipita nel buco che la porterà nel Paese delle Meraviglie. E poi ancora il Sergente Tibbs ne La Carica dei 101 che aiuta Pongo e Peggy a tornare a casa; Birba, il gatto arancione di Gargamella, che cerca sempre di catturare e mangiare i PuffiIsidoro, un altro gatto arancione personaggio dei fumetti, ma anche protagonista di due divertenti serie animate; Palla di Neve, il gatto (anzi i cinque diversi gatti) adottati dalla famiglia dei Simpson e ovviamente Silvestro della Looney Tunes, gatto bianco e nero, perennemente affamato e ossessionato dalla caccia al canarino Titti. Infine Tom, il gatto grigio e maldestro, anche lui determinato nella caccia al piccolo topolino Jerry!

figaro-pinocchio

Se vi siete persi la Top Ten con i migliori gatti reali del cinema potete cliccare qui!

Silvia Preziosi

 
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Guardiani della galassia vola al primo posto

Post n°11832 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 

Box Office Italia
Esito scontato nella corsa alla vetta della classifica italiana: I Guardiani della galassia ottengono 2.3 milioni e volano facilmente al primo posto. Resiste molto bene, restando sopra la soglia del milione di euro, Il giovane favoloso, che fino a oggi è arrivato a quota 2.7 e rappresenta il miglior incasso per un film italiano di questo inizio stagione. Per un soffio sta sopra al milione di euro anche Soap Opera, che ottiene il terzo posto, superando ...E fuori nevica!di poche migliaia di euro. Insomma, per una settimana è (quasi) grand'Italia al box office. Parte benino The Judge, con 835mila euro, mentre crollano i big delle settimane scorse: The EqualizerTutto può cambiareMaze RunnerLucy sono in procinto di salutare la top ten, nella quale Boyhood non riesce invece ad accedere per un soffio. La prossima settimana i Guardiani dovranno vedersela dall'attacco di Dracula UntoldConfusi e feliciUna folle passioneFrank e La spia - A Most Wanted Man

Box Office Usa
Settimana interlocutoria negli States, in attesa della supersfida del 6 novembre tra gli attesi Interstellar e Big Hero 6. Due facce nuove in testa alla classifica: l'horror Ouija che parte bene con 20 milioni e John Wick, un action/thriller che riporta Keanu Reeves nelle parti alte della classifica, da cui mancava da un bel po' (il film è piaciuto parecchio alla critica e potrebbe beneficiare del passaparola nelle prossime settimane). Perdono quota Fury eL'amore bugiardo - Gone Girl, che riescono a stare sopra ai 10 milioni: il film di Fincher è a quota 124, un ottimo risultato. Balzo in avanti di St. Vincent che grazie alle 2000 sale in più rispetto alla settimana scorsa è quinto, mentre perdono quota i vari The JudgeAnnabelleDracula Untold e Alexander and the Terrible, Horrible, No Good, Very Bad Day. A livello mondiale Guardiani della galassia è al terzo posto e questa settimana dovrebbe superareMaleficent: attualmente è a quota 752 milioni e potrebbe chiudere con un dato vicino agli 800, una partenza eccelsa per un nuovo brand (che rivedremo presto e spesso). La prossima settimana si celebra Halloween con Lo sciacallo, il ritorno in sala del primo Saw (in quasi 2000 sale!) e Before i Go to Sleep

 
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