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Monicelli, senza cultura in Italia...
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Messaggi del 24/08/2015
Post n°12497 pubblicato il 24 Agosto 2015 da Ladridicinema
L’autore di Le cronache del ghiaccio e del fuoco dichiara di essere stato fortemente influenzato da Tolkien Se pure George R.R. Martin riuscisse a pubblicare The Winds of Winter, sesto e penultimo libro della saga letteraria Cronache del ghiaccio e del fuoco, prima della sesta stagione dell’adattamento televisivo HBO (in arrivo ad Aprile 2016), ci sarebbe ancora da aspettare parecchio prima di conoscere la conclusione del ‘gioco dei troni’ – presumibilmente, ancora svariati anni. Eppure, l’autore ha deciso di offrire ai fan una piccola anticipazione su quello che sarà il finale dell’epico racconto… un’anticipazione che, se possibile, alimenta ulteriormente la nostra curiosità. «Non ho ancora scritto il finale», ha dichiarato Martin a The Observer. «Ma posso già dirvi che il tono sarà dolceamaro. Non è un mistero che J.R.R. Tolkien abbia avuto una grande influenza su di me, e adoro il modo in cui ha chiuso Il Signore degli Anelli. Finisce con una vittoria, ma è una vittoria dolceamara: Frodo non sarà mai più lo stesso, e per questo decide di partire, mentre gli altri vivono lo loro vite. Ogni volta che lo rileggo, ne percepisco la grandezza. Tutto quello che posso dire è che è quello il tipo di mood che sceglierò. Poi starà ai lettori giudicare se ci sarò riuscito o meno». Le sue parole ci fanno pensare soprattutto agli Stark: forse Arya riuscirà a vendicarsi, ma a caro prezzo.Daenerys dovrebbe riuscire a conquistare il trono, ma con alte perdite. E Tyrion potrebbe sopravvivere, ma con un terribile vuoto nel cuore. Non ci resta che attendere (e pregare che i nostri personaggi preferiti escano meno ammaccati possibile da questo malinconico finale).
Post n°12496 pubblicato il 24 Agosto 2015 da Ladridicinema
«Giornalai». Sui social è questa l’offesa ricorrente nei confronti dei giornalisti. Un’offesa che, spesso, meritano, meritiamo. Zero verifica delle fonti, sottomissione al potere dei social, ipocrisia, talvolta populismo. E tutto questo per un unico e solo obiettivo: fare “clic”. Sui giornali online, più clic si ottengono, più l’editore guadagna. Poi la deontologia, la serietà, la verità vengono dopo. Sensazionalismo e viralità. L’ultima in ordine di tempo è la non-notizia sulla cartina che mostrerebbe l’innalzamento del livello delle acque nel Mediterraneo. Secondo questa cartina, nel 2100 molte città italiane finirebbero sott’acqua. Certo, d’estate la penuria di notizie gioca brutti scherzi. Così in molti quotidiani online non si sono fatti mancare questa notiziona, datata autunno 2013, vecchia di quasi due anni. Peccato che si tratti di un’opera artistica di un grafico per sensibilizzare sul rischio dei cambiamenti climatici ma che non contiene alcun elemento scientifico. Qualcuno lo scrive, ma in fondo. Mentre i titoli sono più o meno di questo tenore: «L’Italia sott’acqua, nel 2100 Roma e Milano saranno sommerse». C’è chi rimpiange le fotogallery di Victoria’s Secret o delle performance simil porno di Miley Cirrus. Bufale un tanto al chilo. Qualche settimana fa, invece, alcuni quotidiani di destra si sono sbizzarriti con un’altra non-notizia: «Renzi tassa l’aria condizionata». L’articolo (chiamiamolo così) è stato scritto da Davide Giacalone su Libero e accusa il governo di imporre una tassa sui condizionatori d’aria. Tutto falso o quasi. Infatti, il governo (Monti, per l’esattezza) ha imposto il cosiddetto bollino (rilasciato dopo un controllo quadriennale) per i condizionatori con più di 12kW, in pratica solo per gli impianti più grossi di uffici e grandi negozi. Non per le famiglie, come sosteneva Giacalone. Lui non chiede scusa e attacca gli altri colleghi: «Per molti è più semplice copiare i comunicati stampa ufficiali. Non si stupiscano se i lettori non crescono». Beh, diciamo che lui ha dato il suo sostanziale contributo. Mentre associazioni di consumatori copiano pari pari il suo “articolo” e gridano allo scandalo e sui social volano gli insulti contro Renzi. Era luglio e faceva caldo. Bisogna capirli. Ipocrisia, portami via. Tra una mezza bufala e un articolo “acchiappa clic” non manca poi chi si diletta nello scrivere di “figli di” che otttengono posti pubblici grazie all’aiuto del padre potente. L’ultimo in ordine di tempo è il Fatto Quotidiano che ha attaccato Pier Carlo Padoan, poiché la figlia è stata assunta dalla Cassa Depositi e Prestiti senza concorso. «Scandalo», «Casta». Tutto vero, però, poi si scopre che la figlia di Padoan lavorava dal 2008 come senior economist al Sace, la società pubblica di assicurazione dei crediti all’estero controllata interamente dalla stessa Cassa. Quindi l’assunzione è stata fatta dalla stessa società che da sette anni le paga lo stipendio. In pratica, ancora una volta, una non-notizia. Al di là dell’articolo Fatto Quotidiano, sono molte le testate che si esercitano nelle denunce anti-casta sui “figli di”. Giusto, lecito, ammirevole. Ma da che pulpito arriva la predica se le redazioni sono piene zeppe di figli di giornalisti, amici di figli di giornalisti, amici degli amici ecc? Da che pulpito arriva la predica quando si scrive che l’Italia non è un paese per giovani, quando proprio i giornali sfruttano il lavoro dei giovani cronisti retribuendoli una miseria; 15-20-30 euro ad articolo pari ad una giornata di lavoro, pari a non più di 900 euro al mese, lavorando anche il sabato e la domenica?
Post n°12495 pubblicato il 24 Agosto 2015 da Ladridicinema
Proprio quando si è da poco conclusa al cinema la seconda saga ispirata ai suoi romanzi,J.R.R. Tolkien continua a far parlare di sé. Non gli basta aver dominato un quindicennio di adattamenti su grande schermo, creando un rinnovato interesse per il fantasy. Un romanzo fra i primi suoi lavori di prosa, infatti, The Story of Kullervo, sarà pubblicato presto da Harper Collins. Basato su una leggenda finlandese comosciuta come Kalevala, è una storia fantastica su un uomo venduto come schiavo da un oscuro mago che seduce la sorella e finisce per suicidarsi. Agli amanti di Tolkien e del Signore degli anelli va detto che non è ambientato nella Terra di mezzo, anche se lo scrittore ha riconosciuto l’influenza di questo lavoro sui più celebri scritti più tardi. “Ero immensamente attratto da qualcosa nell’aria di Kalevala”, scrisse Tolkiien in una lettera del 1955 a W.H. Auden. Come sottolinea il Guardian, la vicenda richiama quella di Turin Tundabar del Silmarillion.The Story of Kullervo rimase sempre a livello di bozza, con la prima metà in prosa e la seconda metà sintesi della vicenda a grandi linee. The Story of Kullervo uscirà il 27 agosto nel Regno Unito e potete prenotarlo qui.
Post n°12494 pubblicato il 24 Agosto 2015 da Ladridicinema
Box Office Italia Poche soprese nel box office italiano, dominato, ma nemmeno troppo, dall'ultima Missione Impossibile di Tom Cruise, che da noi ottiene sempre lusinghieri successi. Stavolta però la sensazione è che gli italiani siano ancora al mare, visto che il film parte forte ma non fortissimo, raccolgiendo 1.5 milioni nel weekend e 2.3 in totale, dato che, vista l'assenza di concorrenti, non pare eccezionale. Si difende benino Ant-Man, che aggiunge 700mila euro al suo portafogli e raggiunge quota 3.4 complessiva. Come era lecito aspettarsi, Ant-Man è stato un film "piccolo" per Marvel, anche sotto il profilo commerciale. Va benino anche Come ti rovino le vacanze, che ha raccolto 2 milioni complessivi, un bel dato per una commedia che in patria ha floppato alla grande. Insignificanti i dati delle altre new entry: The Gallowsottiene poco meno di 400mila euro e L'A.S.S.O. nella manica 360mila. La prossima settimana arrivano più di 10 film in sala (ma, a parte i Minions nessuna uscita veramente forte) e la stagione "inizia" ufficialmente, vista anche la partenza del Festival del cinema di Venezia (che però da molti anni incide poco o nulla sul box office). Oggi e per i prossimi due giorni è in sala l'ultimo film Ghibli, Quando c'era Marnie.
Box Office USA Questa settimana si è ufficialmente chiusa una delle estati più memorabili della storia del cinema americano, che ha visto il trionfo assoluto di Universal e delle sue pellicole. Non stupisce quindi vederne una in testa alla top ten, ossia quel Straight Outta Compton che è riuscito in sole due settimane a passare la soglia dei 100 milioni di dollari e che si conferma come grande sopresa di stagione. Marcia bene anche Mission: Impossible - Rogue Nation, arrivato a 157 milioni in patria e 438 a livello mondiale. Poco incisive le tre new entry settimanali: la migliore è Sinister 2 con 10 milioni, seguita da Hitman: Agent 47 con 8 e American Ultra con 5.5. In mezzo cala velocemente Operazione U.N.C.L.E., mentre in coda sono prossimi a salutare la classifica Ant-Man (164 milioni in patria, 361 nel mondo) e i Minions che chiudono con 320 milioni in casa e sono oramai vicinissimi a passare il miliardo di dollari worldwide (sono 989 milioni). Imbarazzante il crollo di Fantastic Four, che passa dal quarto al decimo posto con appena 45 milioni incassati, decisamente il peggior flop di questa estate americana. Settembre è il più debole dei mesi, per quanto concerne la programmazione cinematografica, e quindi la sensazione è che per assistere a nuovi exploit sarà necessario aspettare il 25 settembre con il sequel di Hotel Transylvania e il 2 ottobre con l'uscita di The Martian. Ultima curiosità: Jurassic World ha superato Forrest Gump ed è diventato il 24esimo miglior incasso di sempre nella storia del cinema americano.
Post n°12493 pubblicato il 24 Agosto 2015 da Ladridicinema
Cinque pezzi da novanta e un solo grande insolito protagonista in questo intricato giallo mascherato con impressa sopra la firma elegante di John Huston: il make up! Raramente in un film di questo genere il trucco degli attori è un elemento fondamentale al pari della sceneggiatura e delle riprese e devo dire che crea sovente un effetto straniante sullo spettatore. Fin dai titoli di testa viene evidenziata nel cast la presenza di attori famosissimi provenienti dal panorama hollywoodiano ma il loro peso specifico e la loro incisività all'interno del film va ripartita in percentuale nella soluzione finale: Tony Curtis 3%, Burt Lancaster 5%, Frank Sinatra 7%, Robert Mitchum 15%, Kirk Douglas 70%, solo quet'ultimo infatti ha un ruolo ben definito, se così si può dire visto il suo continuo trasformismo, egli è indentificato fin dalle prime battute come il boia autore delle uccisioni dei soggetti inseriti nella lista di quell'Adrian Messenger citato nel titolo originale accortosi della strana moria legata da un denominatore comune che non può essere considerato una coincidenza, è proprio lui ad incaricare il vecchio amico ex agente dell'Intelligence Service di indagare e far luce sulla faccenda. Anthony Gethryn interpretato da un indiscutibile e come al solito bravissimo George C. Scott è il vero protagonista della storia nonostante il suo nome compaia nei credits di apertura solo dopo il titolo del film e i nomi dei cinque grandi attori citati in apertura di cui come detto quattro sono poco più che dei camei anche se va sottolineato come alcuni di loro, ad esempio Robert Mitchum, siano degli ingranaggi importanti della trama ricomparendo nel movimentato finale proprio per inculcare il dubbio su chi sia il vero colpevole nascosto sotto il pesante trucco. Filmato nel glorioso bianco e nero al quale il restauro digitale ha giovato egregiamente "I 5 Volti dell'assassino" è un giallo vecchio stampo con influenze da Aghata Christie ed Hitchcock girato con eleganza millimetrica da Huston in una Londra spettrale che è il palcoscenico perfetto in tutto il suo grigiore per sviluppare una trama ben oliata che si snoda nei suoi luoghi più caratteristici come il tessuto urbano, i docks sul Tamigi e la magione dei Messenger avvolta nel verde e nella foschia e la suspance classica che ne scaturisce sfocia a volte nel brivido violento ma mai eccessivo. Il trucco come detto è un elemento dominante e a volte invadente soprattutto nei primi piani delle irriconoscibili stelle su cui è stato applicato ma per la gioia dei curiosi Huston alla fine ci svela il trucco senza uccidere la magia del suo cinema sempre meritevole di una visione anche in un film minore dei suoi. Su George C. Scott Ha l'aspetto adatto per interpretare il segugio arguto e tutta la sua bravura emerge nella bellissima sequenza della decodificazione delle ultime parole pronunciate da Messenger che messe insieme formano una affermazione che da addito a più interpretazione perchè contiene diversi doppi sensi ed ambiguità. Su Kirk Douglas Molto bravo a esprimere con lo sguardo l'ambiguità e la frustrazione interiore del suo personaggio che deve mascherare, è proiprio il caso di dirlo, le sue cattive intenzioni.
Post n°12492 pubblicato il 24 Agosto 2015 da Ladridicinema
L'attimo fuggente VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR: Miglior sceneggiatura originale VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO: Miglior film straniero VINCITORE DI 1 PREMIO CÉSAR: Miglior film straniero Ci sono film che hanno scritto realmente la storia dei nostri tempi, film che si ricordano anno dopo anno, che hanno lasciato un segno, una parola, una frase, un motto, una filosofia di vita. "Carpe diem": anche solo per un’ora è stato ed è fortunatamente il grido di ragazzi di tutto il mondo che da "l’Attimo Fuggente" hanno tratto ispirazione. Girato nel Delaware e campione di incassi del 1989 vanta la partecipazione di grandi attori, a parte il grande Robin Williams compaiono dietro i banchi Ethan Hawke e Robert Sean Leonard, conosciuto principalmente a Broadway. L’attimo fuggente (la regia è di Peter Weir che ha collezionato negli anni tre nomination agli oscar per "L’Attimo fuggente", "The Truman Show" e"Witness il testimone") racconta di Welton, uno di quei collegi maschili severi e chiusi al libero arbitrio, alla fantasia, all’immaginazione. In fredde aule di studio si delineano le storie di un gruppo di ragazzi durante un anno che cambierà la loro vita. Ognuno con un suo passato, ognuno con delle ambizioni per il futuro, ognuno con una famiglia alle spalle ingombrante, onnipresente e calcolatrice. E nella vita di questi ragazzi entra un uomo, un professore ex alunno, Mr Keating che insegnerà a ciascuno di loro cosa vuol dire scrivere poesia, cosa è la vera e unica poesia, quella che ti fa tremare quando la si legge, che ti fa credere quando la si scrive, che ti fa sognare quando la si ascolta. Mr Keating insegnerà ad un gruppo di 17enni a vivere al di fuori dei rigidi schemi di un grigio edificio, a tentare, rischiare per poterne essere fieri. Tra lezioni in cortile, calci ad un pallone recitando versi di Whitman, scoprirono qualcosa quei ragazzi, qualcosa che rimarrà per tutto il resto della loro esistenza. Al grido "Carpe diem" risponderà Neil, ancora incerto sul suo futuro, già dottore per il padre, egli scoprirà il suo fuoco dentro nel recitare, scoprirà la vera essenza del suo essere su un palcoscenico, ma la sua scelta, così tanto combattuta e acclamata dai compagni, sarà distrutta da una famiglia che si accorgerà troppo tardi del suo errore. E il signor Anderson, un giovanissimo Ethan Hawke che imparerà a parlare di se, a rivelarsi davanti agli altri, che si scoprirà poeta e scrittore con tanto da raccontare. Tra amore, passione, poesia i ragazzi impareranno molto di più di una semplice pagina di un libro, riunendosi di notte in una caverna, rianimando la setta dei poeti estinti, rivivendo e riascoltando parola dopo parola ogni battito della loro anima. Distese di neve, paesaggi da favola di un incantevole bellezza, sembra tutto così magico, quasi disegnato, e ogni albero, ogni fiore, ogni foglia sembra descrivere quei ragazzi che nel collegio di Welton costruirono la loro vita, e grazie ad un professore originale, un vero "Capitano", impararono a crescere credendo in loro stessi. Bellissimo film, immancabile per un amante del vero cinema.
Post n°12491 pubblicato il 24 Agosto 2015 da Ladridicinema
Lo S.H.I.E.L.D. è stato smantellato e i Vendicatori sono usciti allo scoperto. Dopo aver oltrepassato il portale dei Chitauri e aver intravisto cosa c'è fuori, Tony Stark ha riesumato il progetto di Ultron, un'intelligenza artificiale a protezione del mondo. È l'armatura che ha tolto a se stesso e con cui vorrebbe schermare il pianeta. Ma Ultron ha un'idea propria di cosa significhi ottenere la pace ed è un'idea che prevede innanzitutto la distruzione degli Avengers. Provata dalle manipolazioni che Wanda ha operato sulle loro menti, portando allo stato cosciente paure, traumi e sensi di colpa di tutti, la squadra si unisce nonostante tutto per fermare il nemico e recuperare la gemma dell'infinito. Travolto da un successo a dir poco imponente, Joss Whedon dimostra con questo secondo film di saperlo reggere sulle spalle e di poter continuare l'opera senza smarrire l'ispirazione, compensando la sorpresa sfumata con nuovi arrivi e nuove idee. Il faccia a faccia con Thanos è rimandato, per questo capitolo si resta sulla Terra, anche se l'America non è più al centro della mappa (ma certa retorica americana sì...). Si aggiungono al gruppo i gemelli Maximoff, Pietro e Wanda, e il personaggio cult di Visione, interpretato dallo stesso Paul Bettany che ha finora fornito la voce di Jarvis. Ma le dinamiche più interessanti sono interne al gruppo originario, come l'avvicinamento sentimentale tra Natasha e Bruce Banner, se non al personaggio stesso, com'è il caso di Stark. Si ride un po' meno, in compenso il discorso sull'intelligenza artificiale è affascinante sia dal punto di vista concettuale sia da quello filmico (con una debole eco del crepuscolo di Hal 9000). Certamente, scrittura e regia assicurano qui nuovamente un grandissimo equilibro tra le forze in campo, specie all'interno degli stessi Avengers, bilanciando la superiorità di Ironman, Thor e Hulk con un maggior protagonismo di Occhio di Falco e Black Widow (Capitan America sta un po' nel mezzo). Allo stesso tempo, si conferma il quid in più di Tony Stark e Bruce Banner, cervello e sentimento di questa serie di film, tanto che la sequenza in cui lavorano insieme d'intelletto è più emozionante della loro prestazione nella battaglia. Ma la trovata più spiazzante è anche la più intelligente: non potendo ingannarsi ed ingannarci sulla difficoltà di Jeremy Renner di reggere il confronto coi suoi partner a colpi di arco e frecce, Whedon potenzia la sua ordinarietà (è il super padre di famiglia), inserendo in un sol colpo un'altra dimensione nel film, che fa sorridere e guarda dritta negli occhi il pubblico in sala. Stanti così le cose, gli Avengers devono trionfare a tutti i costi. Per salvare il mondo, naturalmente, ma anche per permettere ad Occhio di Falco di tornare a casa e finire di pavimentare il solarium.
Post n°12490 pubblicato il 24 Agosto 2015 da Ladridicinema
Pubblicato il: 21/08/2015 16:04 Andrea Bocelli ha scelto per il ritorno nei negozi di dischi un omaggio al meglio delle colonne sonore di tutti i tempi. Due anni dopo l'ottima accoglienza tributata a “Passione” (che è stato premiato con il Latin Billboard Latin Music Awards entrato direttamente al secondo posto della Billboard 200, nella top ten inglese e sul podio di iTunes in 29 paesi al mondo), ai blocchi di partenza c'è infatti “Cinema”, progetto discografico che rivela fin dal titolo il suo contenuto. L’album, dedicato alla musica da film, uscirà il 23 ottobre su etichetta Sugar in 75 paesi. Il primo brano pubblicato di "Cinema" è "Nelle tue mani", tratto dalla colonna sonora de "Il Gladiatore", il blockbuster di Ridley Scott. "Un brano di grande effetto – commenta Bocelli - che restituisce il pathos e il respiro epico della pellicola da cui è tratto, evocando le peculiarità morali del protagonista: eroe coraggioso e leale che tutti vorremmo per amico, padre, marito, figlio". La canzone è accompagnata da un video straordinario girato nel deserto di El Mirage, in California, e interpretato dal due volte candidato all’Oscar e vincitore del Golden Globe John Travolta, e i figli di Andrea Bocelli, Virginia (per la prima volta in un video) e Matteo. La regia è stata affidata ad uno dei più geniali videomaker italiani, Gaetano Morbioli. “Cinema” è il quindicesimo album in studio di Andrea Bocelli, ed è il frutto di un formidabile quanto rodato team di grandi artisti: a quasi un decennio dal grandissimo successo dell’album “Amore”, infatti, si è ricostituito il quartetto creativo formato, oltre che dal celeberrimo tenore italiano, da tre suoi grandi amici: David Foster, Humberto Gatica e Tony Renis. Nella tracklist di cinema sfilano: 'Maria' (da ‘West Side Story’), 'La chanson de Lara' (da ‘Dottor Zivago’), 'Moon River' (da ‘Colazione da Tiffany’), 'E piu' ti penso' (da ‘Malèna’), 'Be my love' (da ‘Il pescatore della Louisiana’), 'The music of the night' (da ‘Il fantasma dell'Opera’), 'Brucia la terra' (da ‘Il Padrino’), 'Por una cabeza' (da ‘Profumo di donna’), 'No llores por mí Argentina' (da ‘Evita’), 'L'amore è una cosa meravigliosa' (da ‘L’amore è una cosa meravigliosa’), 'Mi mancherai' (da ‘Il Postino’), 'Cheek to cheek' (da ‘Cappello a cilindro’), 'Sorridi amore vai' (da ‘La vita è bella’), 'Historia de amor' (da ‘Love Story’), ''Ol' man river' (da ‘Show Boat’) e 'Nelle tue mani (now we are free)' (da ‘Gladiatore’).
Post n°12489 pubblicato il 24 Agosto 2015 da Ladridicinema
La guerra ucraina è stata la spinta per l'Unione Europea verso la creazione di un piano d'azione mirato contro i media russi. Si chiama "East StratCom Team" il progetto firmato UE contro la propaganda russa. A proposito di giornalismo e libertà d'espressione, il governo di Kiev, appoggiato dall'Ue, ha stilato una lista di giornalisti italiani non graditi in Ucraina, tra cui il reporter Eliseo Tatiana Santi e Vauro Senesi Bertolasi e anche il noto vignettista Vauro Senesi. Sputnik Italia ha raggiunto per una testimonianza diretta Vauro, che ha gentilmente rilasciato un'intervista sull'accaduto. — Vauro, sei nella lista nera di Kiev, insieme ad altri italiani, per il fatto di essere stato nel Donbass a documentare la guerra. Raccontaci le tue emozioni. Miliziano DNR in casa distrutta nel Donbass — Per prima cosa dovrò rivisitare la cartina geografica, perché è il secondo Paese dove non posso più rimettere piede per via della mia attività giornalistica. Il primo è Israele, evidentemente perché gli articoli e i servizi che facevo dalla Palestina non erano di gradimento del governo israeliano. Poroshenko è arrivato secondo. Mi è stato comunicato dal Ministero degli Esteri che avevano ricevuto una lista nella quale ci sono anche io. Il governo ucraino imputava a me e ad altri giornalisti due cose: aver passato clandestinamente il confine con l'Ucraina, accusa ridicola visto che la parte di confine con la Russia non è sotto il loro controllo. La seconda causa addirittura è di avere fatto attività di fiancheggiamento al terrorismo antiucraino. Se raccontare quello che vedi, cioè quello che credo sia il dovere deontologico di qualsiasi giornalista, è fare attività antiucraine, bene, io confesso di averlo fatto. — Quindi chi cerca di documentare una guerra può essere penalizzato e intanto in Europa c'è il silenzio. — Intanto l'Ucraina per fortuna non fa ancora parte dell'Unione Europea. Dico per fortuna, perché inserire nell'Europa un Paese governato da un governo con chiare connotazioni autoritarie neofasciste, non credo sia un passo positivo. L'Europa sta giocando in questa situazione un ruolo che dire ambiguo è dire poco: cioè il ruolo del silenzio. Per lo meno in Italia, ed è stato uno dei motivi che mi ha portato ad andare nel Donbass, per altro dopo essere stato dalla parte ucraina a Sloviansk passando da Kiev. Ho cercato di raccontare ambedue i fronti. In Italia e in Europa da quanto mi risulta c'è un'omertà, un silenzio mafioso su quello che sta accadendo in quelle terre. L'Europa subendo in pieno, come al solito, la pressione americana, si ritrova l'imbarazzante alleato Poroshenko e tutta la sua giunta. In sfera militare il Paese ha connotazioni fasciste e naziste, il battaglione Azov ne è un esempio. Finanziato da Kolomoiskij che è o comunque è stato il presidente delle comunità ebraiche europee ed ha cittadinanza israeliana. Pare strano che Israele, teoricamente il luogo della memoria della Shoa, mantenga la cittadinanza al signor Kolomoiskij, che finanzia battaglioni che sull'uniforme sfoggiano elementi nazisti. — Che ne pensi dell'attacco ai giornalisti e alla libertà d'espressione? Per esempio in Estonia, che fa parte dell'Europa, è avvenuto l'arresto immotivato di Giulietto Chiesa. Com'è stato possibile? Una delle ragioni ufficiali dell`espulsione di Giulietto Chiesa dall’Estonia è stata proprio questa: costituiva una “minaccia alla sicurezza nazionale dell’Estonia”. — L'arresto di Giulietto Chiesa è stato un atto gravissimo, anche perché oltre ad essere giornalista, è cittadino europeo ed è stato deputato europeo. In questi Paesi ci sono dei revanscismi fascisti, che l'Europa tollera e finge di non vedere. — Parliamo del piano d'azione dell'UE "East Stratcom Team" che ha come scopo quello di combattere la "disinformazione russa". Che ne pensi di questo piano che parte a settembre? — È ridicolo, perché ho parlato fino adesso dell'omissione di informazione sulle vicende ucraine e non soltanto, anche quelle baltiche che c'è in Europa e in Italia in particolare. Se ci deve essere un piano dovrebbe essere un piano perché finalmente ci sia un'informazione, non certo per contrastare la cosiddetta "disinformazione" russa. Quando un ente statuale o interstatuale come l'Unione Europea decide di intervenire così pesantemente nel campo dell'informazione, che dovrebbe essere libera e autonoma, significa che il contagio dell'autoritarismo ha colpito anche i vertici europei. — Forse l'Europa ha capito che nel campo dell'informazione, soprattutto sulla crisi ucraina, sta perdendo contro la Russia e si sta attrezzando? — Sì, forse. Non capisco come faranno, pagheranno dei giornalisti? Non saranno più giornalisti, ma dei portavoce, che è molto diverso. — Uno degli obiettivi del piano europeo è dare un'informazione alternativa. In Italia però l'informazione che arriva sulla questione ucraina è unilaterale. Arriverà mai in Italia un'informazione alternativa? Il luogo in Ucraina dove è stato ucciso Andrey Stenin, fotografo di Rossiya Segodnya — Io spero. Vedo qualche timidissimo segnale di incrinatura di questo silenzio veramente pesante su una situazione che tra l'altro è nel cuore dell'Europa. Ho i miei forti dubbi che dalla Mogherini in là possa partire una campagna di contrasto alla falsa informazione. Non vedo dove sia questa falsa informazione! È piuttosto incredibile che si dia fiato alle trombe per queste iniziative, e non sia stata spesa una parola sul fatto che un governo extraeuropeo detta il veto a dei giornalisti italiani in questo caso. Non ho sentito una parola da parte della Mogherini, né una parola da parte dell'ordine dei giornalisti. Probabilmente arriveremo al punto che in luoghi di crisi potranno andare soltanto giornalisti graditi ai governi responsabili di quelle crisi. Il governo italiano ci ha solo avvisato di non andare a Kiev. Però mi sembra poco. Sarebbe strano se il governo non facesse altri passi, perché vorrebbe dire che il governo italiano obbedisce ad un governo extraeuropeo e fascista come quello ucraino.
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Post n°12488 pubblicato il 24 Agosto 2015 da Ladridicinema
Sembra proprio che la serie tv e i libri in futuro prenderanno strade diverse. La serie tv concluderà prima del "The End" di Martin. Come finirà il tv show? E la saga di libri? In questi mesi continuano a giungere dalla rete numerosi spoiler sulla sesta stagionedi Game of Thrones. Inutile negare che al centro delle discussioni rimanga il personaggio di Jon Snow, e il suo destino. Tutto lo staff mantiene il silenzio e continua a confermare la sua morte, ma anche se così fosse, questo non esclude che lui possa ritornare sotto un'altra forma, come già da mesi teorizzano i fan. Inoltre rimangono sospetti i continui avvistamenti diKit Harington, nelle location della serie, ed il suo look, che continua a rimanere immutato anche se sono passati mesi dalla sua uscita di scena. Per avere delle risposte certe dovremo aspettare le nuove puntate, ma nel frattempo girano voci interessanti anche sul destino della saga di libri e dellaserie tv. George Martin ritarda l'uscita del sesto capitolo Come è ormai noto a tutti, il tv show si basa su Le cronache di ghiaccio e di fuoco e anche se il telefilm non ha sempre rispettato in modo dettagliato i romanzi, possiamo affermare che la trama principale è sempre stata seguita. Ma sappiate che le cose in futuro potrebbero cambiare. Già dal sesto capitolo potremo sicuramente notare delle differenze, infatti l'uscita della prossima stagione di GoT è stata confermata per la primavera del 2016, mentre non è ancora noto quando potremo acquistare in libreria il prossimo capitolo della saga, poichéMartin ha già annunciato un ritardo. Lo scrittore accetta che la serie dovrà finire prima dei sui libri Inizialmente l'autore aveva dichiarato che non avrebbe mai accettato che la serie potesse continuare senza basarsi sui suoi romanzi. Probabilmente il tempo e le difficoltà a stare a passo con la il tv show hanno fatto cambiare idea all'uomo. Recentemente ha infatti affermato che è stato costretto ad anticipare molti degli eventi che verranno narrati nei suoi romanzi, per permettere ai creatori di proseguire con il telefilm. Lo scrittore comunque continuerà a pubblicare i suoi testi e la serie tv continuerà a raccontare la propria storia, basandosi per ora sulle direttive di George. L'HBO dunque non seguirà più fedelmente i romanzi dell'autore ed è molto probabile che in futuro il tv show potrebbe avere una vita propria. Questo potrebbe solo significare che la serie avrà un finale differente rispetto ai romanzi. Se sei appassionato di Game of Thrones, clicca "Segui" in alto a sinistra per rimanere costantemente aggiornato sulle ultime anticipazioni.
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