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Messaggi del 20/01/2016

 

Leonardo Di Caprio vuole recitare nel ruolo di Vladimir Putin © REUTERS/ Paul Drinkwater/NBC Universal da sputnik

Post n°12918 pubblicato il 20 Gennaio 2016 da Ladridicinema
 

L’attore americano Leonardo Di Caprio in una intervista al giornale tedesco Welt am Sonntag ha raccontato che reciterebbe volentieri nel ruolo del presidente russo Vladimir Putin.

"Putin sarebbe molto, molto, molto interessante, lo interpreterei volentieri". L'attore ha aggiunto di aver incontrato personalmente Putin alcuni anni fa ad un forum sul salvataggio delle tigri siberiane a San Pietroburgo.

"Ho finanziato alcuni progetti per la protezione di questi felini. Putin e io abbiamo parlato solo della difesa di questi animali e per niente di politica", ha dichiarato Di Caprio.

L'attore ha inoltre raccontato di essere affascinato dalla storia russa. "Lenin sarebbe pure un ruolo interessante. Mi piacerebbe interpretare Rasputin. Credo che dovrebbero esserci più film sulla storia russa".



Leggi tutto: http://it.sputniknews.com/mondo/20160116/1902174/dicaprio-ruolo-putin.html#ixzz3xnArCSnT

 
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I film di Ettore Scola tornano in tv per omaggiare il maestro da sorrisi

Post n°12917 pubblicato il 20 Gennaio 2016 da Ladridicinema
 
Tag: news

Rai Movie e Iris tra i canali che hanno inserito in palinsesto i film del regista appena scomparso

Foto: Marcello Mastroianni e Massimo Troisi in «Che ora è»

20 Gennaio 2016 | 14:03 di Francesco Chignola

La scomparsa di Ettore Scola, tra i più grandi registi e sceneggiatori del cinema italiano, ha convinto le reti a inserire in palinsesto alcuni dei suoi film più amati. Ecco come cambieranno i programmi nei prossimi giorni per fare spazio ai titoli diretti da Scola.

RAI MOVIE

 

Il canale tematico della Rai dedicato al cinema ha cambiato in corsa il palinsesto di oggi (mercoledì 20 gennaio) per far spazio a una giornata tutta dedicata al cinema di Scola.

Si è partiti alle 12.05 con «Gente di Roma» con Valerio Mastandrea, alle 17.50 è il turno di «Dramma della gelosia - Tutti i particolari in cronaca» con Monica Vitti, Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini. Alle 19.25 la rete propone il suo documentario dedicato a Fellini, «Che strano chiamarsi Federico».

In piena notte invece il canale propone «C'eravamo tanto amati» all'1.40 e «Ballando ballando» alle 3.30.

 

IRIS

 

Anche il canale tematico di Mediaset ha preparato una maratona di film di Ettore Scola, che andrà in onda domenica 24 gennaio a partire dalle 11, uno dietro l'altro.

I film sono «Se permettete parliamo di donne», «Che ora è?», «Il viaggio di Capitan Fracassa», «Concorrenza sleale» e «L'arcidiavolo».

 

RETE 4

Stasera (mercoledì 20 gennaio) intorno alle 23.20 sul quarto canale andrà in onda «Che ora è», film del 1989 con Massimo Troisi e Marcello Mastroianni.

RAIUNO

Il primo canale ha trasmesso «C'eravamo tanto amati» nel pomeriggio. Dopo il Tg1 della notte andrà in onda «La terrazza».

 
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Sanremo 2016: Pausini, Zero, Ramazzotti e i Pooh superospiti. Torna il Dopofestival da http://mobile.avvenire.it/

Post n°12916 pubblicato il 20 Gennaio 2016 da Ladridicinema
 


Angela Calvini
Formula che vince non si cambia, ma si aggiorna. Carlo Conti presenta il 66mo Festival di Sanremo, che si svolgerà all'Ariston dal 9 al 13 febbraio prossimi, nella più classica delle cornici, tra le palme e i fiori della Riviera, confermando la stessa impostazione che l'anno passato ha portato a un vero boom di ascolti: 20 cantanti in gara per tutte le età e tutti i gusti, la gara dei Giovani in apertura di serata, un po' di comicità a partire dall'amico Pieraccioni, superospiti italiani e qualche star internazionale ancora da definire e, come dice Conti “una punteggiatura” fatta di storie comuni, in linea con lo slogan “tutti cantano Sanremo”. 

Con un paio di novità: il ritorno del Dopofestival su Raiuno e una conduzione a cinque. Carlo Conti, quindi fa un passo indietro (in vista anche della terza edizione del Festival dove sarà molto probabilmente solo direttore artistico), e sarà affiancato sul palco da un cast acchiappa ascolti: Virginia Raffaele, attrice e imitatrice che darà un tocco comico, Gabriel Garko, sex symbol in grado di catalizzare tutte le fans dei feuilleton Mediaset, e Madalina Ghenea, modella romena statuaria “icona” di “La giovinezza” di Paolo Sorrentino. L'incontro, al casinò di Sanremo, si è aperto con un omaggio a David Bowie: un video dell'edizione 1997, presentata da Mike Bongiorno, alla quale l'artista scomparso partecipò come superospite. 

“La parola d'ordine fra noi è 'divertirsi' perché per trasferire divertimento e energia al pubblico dobbiamo, per primi, divertirci noi", spiega Carlo Conti, annunciando che tornerà anche il Dopofestival condotto dalla Gialappa's Band - il trio composto da Marco Santin, Carlo Taranto e Giorgio Gherarducci - e Nicola Savino. 

Renato Zero, Laura Pausini, Eros Ramazzotti e i Pooh, che per l'occasione faranno la 'reunion' storica con Riccardo Fogli, saranno i superospiti canori italiani. Nell'attesa di una conferma di Bocelli, spunta come ospite Cristina D'Avena voluta dal popolo del web. Il Festival punterà molto sui social e sull'appoggio di Radio Rai, in particolare di Radio Due. «Sarà un Festival all’insegna della musica e dell’allegria, ma anche della sicurezza – spiega il direttore di Raiuno Giancarlo Leone -. Visto quello che sta succedendo i controlli saranno ampliati e ci saranno misure ad hoc, come i biglietti nominali. Gli ascolti sono importanti ma non determinanti: Sanremo resta lo show e il programma di maggior successo con ascolti che solo le partite della Nazionale e i grandissimi eventi sportivi riescono a superare. Negli ultimi anni il range è stato tra il 35 per cento di share e il 48 per cento». 

Non mancheranno sul palco, conferma Conti, anche le tematiche sociali, fra cui anche il tema dell'immigrazione: “C'è già una canzone in gara, (“Blu” di Irene Fornaciari ndr) che tratta di questo tema, e probabilmente ci sarà nello spazio “Tutti cantano Sanremo” qualcuno che parlerà della situazione. Daremo voce a tante storie e posizioni diverse. Noi illumineremo dei temi, ma non possiamo dare delle soluzioni. Quelle spettano alla politica”.

LA GARA
Definito da Carlo Conti “un mosaico”, il cast dei cantanti è stato scelto valutando il loro “appeal radiofonico”. 

20 i Campioni, che si sfideranno attraverso quattro sistemi di votazione: Televoto, giuria della Sala Stampa, giuria di Esperti e giuria Demoscopica. Una novità per le eliminazioni: nella serata del venerdì verranno comunicati i 5 ultimi in classifica, e il pubblico da casa potrà ripescare col televoto un artista per la Finalissima. 

Ecco i cantanti in gara: 

Deborah Iurato e Giovanni Caccamo con la canzone 'Via da qui';
 Noemi 'La borsa di una donna'; 
Alessio Bernabei 'Noi siamo infinito'; 
Enrico Ruggeri 'Il primo amore non si scorda mai'; 
Arisa 'Guardando il cielo'; 
Rocco Hunt 'Wake up'; 
Dear Jack 'Mezzo respiro'; 
Stadio 'Un giorno mi dirai'; 
Lorenzo Fragola 'Infinite volte'; 
Annalisa 'Il diluvio universale' ; 
Irene Fornaciari 'Blu'; 
Neffa 'Sogni e nostalgia'; 
Zero Assoluto 'Di me e di te';
Dolcenera 'Ora o mai più'; 
Clementino 'Quando sono lontano'; 
Patty Pravo 'Cieli immensi'; 
Valerio Scanu 'Finalmente piove'; 
Morgan e Bluvertigo 'Semplicemente'; 
Francesca Michielin 'Nessun grado di separazione'; 
Elio e le Storie Tese 'Vincere l'odio 

La gara delle Nuove Proposte si svolgerà con la formula del talent a inizio di serata a partire dalla seconda data del Festival il 10 febbraio. In gara Cecile, Chiara Dello Iacovo, Francesco Gabbani, rama Michael Leonardi, Mahmool, Ermanl Meta, Miele. 

 
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Il caso Spotlight,film su preti pedofili da ansa

Post n°12915 pubblicato il 20 Gennaio 2016 da Ladridicinema
 

Esce 18/2, con Michael Keaton e Mark Ruffalo. Tappa a Roma il 23

Seicento articoli, 1000 casi di bambini vittime di abusi sessuali e psicologici, 70 preti pedofili, una storia che comincia decenni prima e che viene fuori solo nel 2002 con uno scandalo mondiale dovuto alla super inchiesta del Boston Globe. Il pool di giornalisti investigatori, che lavorano insieme in una newsroom intitolata Spotlight, tenaci, senza fretta, testardi, a schiena dritta, coraggiosi, vince il Pulitzer.

Piu' o meno un caso Watergate sulla omertosa chiesa americana in fatto di pedofilia. E esattamente come fu per l'inchiesta di Bob Woodward e Carl Bernstein del Washington Post, la bella lezione di giornalismo come si deve arriva al cinema: è Il Caso Spotlight, in sala dal 18 febbraio distribuito da Bim e carico di aspettative agli Oscar, avendo sei nomination tra cui miglior film e miglior regista. Il film diretto da Tom MacCarthy e con un gran cast in cui spiccano Michael Keaton, Mark Ruffalo e Stanley Tucci, accolto con successo (poi andra' in prima americana a Toronto), arriva in Italia presentato il 23 gennaio da Michael Keaton e Walter Robinson (il giornalista del Boston Globe da lui interpretato nel film).

Una tappa promozionale non casuale visto che molti sono i rimandi al Vaticano e a certe scelte sullo scandalo dei preti pedofili in un film teso e avvincente che ricorda anche nei ritmi e nel modo di girare Tutti gli uomini del presidente con Hoffman e Redford e va ad aggiornare di diritto la lista di film belli e credibili sul giornalismo d'inchiesta.

 
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Morto Ettore Scola, ultimo maestro di cinema e impegno da Ansa

Post n°12914 pubblicato il 20 Gennaio 2016 da Ladridicinema
 
Tag: news, STORIA

Era nato a Trevico (Avellino) il 10 maggio 1931. Maestro del cinema italiano era noto per capolavori come 'C'eravamo tanti amati', 'Una giornata particolare' e 'La famiglia'

E' morto Ettore ScolaIl regista, nato a Trevico (AV) nel 1931, aveva 84 anni.

Maestro del cinema italiano, Scola era noto per capolavori come 'C'eravamo tanti amati' (1974), 'Una giornata particolare' (1977) e 'La famiglia' (1987). Scola era in coma da domenica sera.

La notizia della sua morte ha aperto questa mattina tutti i notiziari delle radio e delle tv francesi, che hanno ricordato il regista con emozione. "Ettore Scola, maestro del grottesco e dei rimpianti" titola il sito on line di Le Monde, che esce nel pomeriggio e che dedica alla morte del regista la sua notizia di apertura. 

"Ettore Scola è morto. C'eravamo tanto amati. E' venuto tanto spesso a Cannes. Mi sento infinitamente triste e orfano, come l'Italia": questo il tweet dell'ex presidente del Festival di Cannes. "Con Scola - continua Jacob - se ne va una fetta del cinema italiano di tutti i tempi. Critico sulla società, innamorato dei suoi antieroi, sorridente". 

 

Se si facesse un referendum popolare per il film più perfetto del cinema italiano, forse vincerebbe lui con "Una giornata particolare" del 1977. Ettore Scola, il cui cuore si è fermato "per stanchezza", circondato da una famiglia stretta a riccio per difenderne l'intimità, custodi la moglie Gigliola e le figlie Paola e Silvia, è stato un campione assoluto del miglior cinema italiano del secondo '900, un maestro che detestava i titoli altisonanti, che amava l'autoironia, ma che mai ha rinunciato ad essere in prima fila nelle grandi battaglie civili ed artistiche del paese.

 

Animatore della politica cinematografica degli autori con l'Anac, ministro-ombra del Pci con delega alla cultura nel 1989, presidente del Bifest di Bari dal 2011, alle celebrazioni per i suoi 80 anni confessava: "Per il momento non ho tanta voglia di lavorare, anche perché diventa perfino difficile trovare il tempo: sanno che sei libero e ti cercano tutti, per le richieste più strane. Ogni paesino ha un cinema che rischia la chiusura, un festivalino che cerca di crescere, un circolo culturale. E io tutto sommato mi commuovo a sentire tanta passione, mi sembra tempo ben speso quello a fianco di giovani che credono ancora in valori e idee. Ma detesto le celebrazioni e l'enfasi, non è ancora tempo di mummificarmi". E icona immobile non sarà nemmeno adesso, perché l'eco dei suoi film più belli tornerà presto grazie al film documento ancora inedito "Ridendo e scherzando" che gli hanno regalato le figlie, riprendendo quel testimone della memoria per la quale era tornato alla regia nel 2013 con il toccante "Che strano chiamarsi Federico", quasi un album di famiglia strettamente intrecciato al ricordo di Fellini. Nato a Trevico, in Irpinia, nel 1931, si trasferisce con la famiglia a Roma, dove frequenta il Liceo classico Albertelli. Studente di legge, disegnatore e battutista sul 'Marc'Aurelio' di Ruggero Maccari e poi autore alla radio per le gag di 'Mario Pio' cucite su misura per Alberto Sordi, Scola cresce nel cinema italiano come un 'ragazzo di bottega'.

I suoi maestri sono Ruggero Maccari, Mario Mattoli, Steno, Antonio Pietrangeli ma anche Totò e Sordi. Eppure è a Vittorio De Sica che poi dedicherà il suo capolavoro 'C'eravamo tanto amati' del '74 ed è al neorealismo che guarderà con 'Una giornata particolare' del 1977, scritto con Maccari da un'idea di Maurizio Costanzo, forse il punto più alto della sua collaborazione con l'amico Marcello Mastroianni che avrebbe diretto in ben nove film. Gli anni '70 coincidono con la massima creatività dell'autore che però firma le sue prime sceneggiature già nei primi anni '50, conoscendo successi da 'Un americano a Roma' a 'Accadde al commissariato', da 'Il conte Max' a 'Il mattatore' o 'La marcia su Roma' che preannuncia il suo esordio dietro la macchina da presa: è il 1964, il film è 'Se permettete parliamo di donne'. Un buon successo, una sicurezza del mestiere gli consentiranno di ripetersi ('La congiuntura' e 'L'arcidiavolo'), ma è nel '68 che, grazie alla garanzia di Sordi, firma il suo primo successo popolare con 'Riusciranno i nostri eroi'. I vizi degli italiani sono in mostra, l'approccio è diverso da quello dei Monicelli e Risi, una vena di malinconia e di solidarietà per i suoi 'mostri'.

Dopo 'Io la conoscevo bene' nel 1965, dal '69 ('Il commissario Pepe' con Ugo Tognazzi è omaggio indiretto a Pietro Germi) Scola diventa un 'autore' a tutto tondo. Da regista ha sempre guardato con disincanto alla sua carriera, eppure film come 'La più bella serata della mia vita' da Durrenmatt, 'I nuovi mostri', 'La terrazza', 'La famiglia' scandiscono altrettanti capitoli del miglior cinema italiano in una fase storica (l'ultimo terzo del '900) che acuiva il declino italiano. "Non mi pare che le cose siano migliorate - commentava di recente -, anzi. Ma mi fa piacere che titoli come La terrazza o La famiglia si vedano ancora, fotografano momenti di svolta importante nella nostra vita , specie il secondo che abbraccia idealmente 80 anni di storia italiana".

Ma era affezionato anche al corto contro il razzismo come '1947- 1997' o al corale "Gente di Roma" che racchiudeva la sua memoria di romano d'adozione. Di Scola va ricordata l'anima di più ampio respiro europeo, che passa per titoli come 'Il mondo nuovo' (1982), 'Ballando ballando' (1983), 'Il viaggio di Capitan Fracassa' (1990). Che la politica sia stata sempre la sua passione è facile ricordarlo scorrendo la lista dei documentari che ha firmato: da 'Viaggio nel Fiat Nam' fino a 'Un altro mondo è possibile' e 'Lettere dalla Palestina' (opere collettive dei cineasti italiani del 2002), passando per il toccante 'L'addio a Enrico Berlinguer' del 1984. Scola non si è mai nascosto dietro scelte di comodo, ma non ha mai sbandierato le sue passioni con un gusto della battuta sdrammatizzante che lo accompagnava in ogni apparizione pubblica. "Bisogna saper ridere di sé per ironizzare sul mondo - diceva -. Peccato che ogni anno che passa sia sempre più difficile". Era un uomo forte e robusto, il volto da antico romano incorniciato da una barba severa che negli ultimi anni si era imbiancata come la capigliatura leonina. Parlava piano con un eloquio punteggiato di battute sottili che non risparmiavano niente e nessuno, ma sempre accompagnate a una natura gentile che restituiva umanità e calore. Ha vinto a Cannes, a Venezia, per quattro volte è stato nominato all'Oscar e sulla bacheca di casa figurano 8 David di Donatello, compreso quello alla carriera ricevuto nel 2011

. Ha tenuto a battesimo imprese culturali come il Festival di Annecy e quello di Bari, la Casa del Cinema (fondata dall'amico Felice Laudadio), la Festa di Roma (di cui ha presieduto la prima giuria, nel 2006). Ha vissuto tra i libri, le passioni, il disegno, la musica, senza sentirsi quel grande intellettuale europeo che era diventato.

 
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Viva la nostalgia! Se la musica “vecchia” batte le nuove uscite da La stampa

Post n°12913 pubblicato il 20 Gennaio 2016 da Ladridicinema
 

Succede negli Stati Uniti: tra album fisici, download e streaming, il repertorio macina più vendite delle hit fresche di uscita

 

19/01/2016
STEFANO RIZZATO
MILANO

Un sorpasso che si può, a ben vedere, definire storico. Per la prima volta, nel 2015, la musica di repertorio ha superato le nuove uscite. Si vendono, scaricano, ascoltano più dischi «vecchi» rispetto a quelli appena usciti. Accade negli Stati Uniti, e lo mostrano i dati rilevati - come ogni anno - da Nielsen. Ed è davvero una rivoluzione, soprattutto se si pensa al punto di partenza. Come mostra il grafico qui sotto, nel 2005 gli album freschi di rilascio battevano quelli di repertorio di 389,4 milioni di unità a 229,5. Lo scorso anno, in fondo alla crisi globale del disco, il gap non esisteva più. Anzi, negli States sono stati venduti 122,8 milioni di album di repertorio contro 118,5 album nuovi. E tutto nonostante Adele, che nel 2015 da sola ha venduto il 6,3 per cento del mercato discografico totale. 

 

 

A rendersene conto per primo è stato il sito specializzato Rockit, che a sua volta ha ripreso le notizie in arrivo da oltreoceano. E scorrendo il rapporto Nielsen si capisce che la tendenza è già radicata. Il «repertorio» è fatto dagli album che hanno raggiunto 18 mesi dalla loro uscita. Nessuno di questi è nella top-10 delle vendite dello scorso anno, ma in quella lista - dominata da «25» di Adele - ci sono ben quattro album usciti nel 2014. E la nostalgia emerge forte, ovviamente, anche quando si parla di vinile. Con Pink Floyd, Beatles e Miles Davis al terzo, quarto e quinto posto tra i vinili più venduti nel 2015. 

 
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Morto Ettore Scola. Ha narrato l'Italia da 'La terrazza' a'La famiglia' da rainews

Post n°12912 pubblicato il 20 Gennaio 2016 da Ladridicinema
 
Tag: news, STORIA

Tweet 19 GENNAIO 2016

Con Ettore Scola muore uno degli ultimi maestri del cinema italiano che ha vissuto in tutte le declinazioni: prima sceneggiatore, poi regista, anche se nasce giornalista. Nato a Trevico (Avellino) il 10 maggio 1931 inizia a collaborare con la rivista umoristica Marc'Aurelio, dove gravitavano personaggi come Federico Fellini, Furio Scarpelli e Steno. Poi negli anni '50 comincia a scrivere sceneggiature con Age e Scarpelli, per film come Un americano a Roma (1954), La grande guerra (1959) e Crimen (1960). La regia per lui arriva nel 1964 con il film 'Se permettete parliamo di donne' con Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni. Ci saranno poi 'Il commissario Pepe' (1969) con Tognazzi nei panni di un inedito commissario di polizia poco violento e per niente rozzo e 'Dramma della gelosia - Tutti i particolari in cronaca' (1970), storia popolare firmata dallo stesso Scola insieme ad Age & Scarpelli, divertente, brillante, piena di ritmo fino all'amaro finale.     Tra i suoi film piu' importanti, nel 1974, 'C'eravamo tanto amati', le vicende di tre amici Vittorio Gassman (suo attore feticcio), Nino Manfredi e Stefano Satta Flores, tutti alla fine innamorati di Luciana (Stefania Sandrelli). Tra i suoi altri capolavori 'Brutti, sporchi e cattivi' (1976) e 'Una giornata particolare' (1977) con gli indimenticabili Sophia Loren e Marcello Mastroianni alle prese con un amore impossibile all'ombra del fascismo. Il 1980 e' l'anno de 'La terrazza', crisi e bilanci di un gruppo di intellettuali idealisti. Ottanta anni di storia (1906-1986) racconta invece 'La famiglia' (1987) sempre con Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli e Fanny Ardant.     Ultimo suo film nel 2013 il documentario dedicato a Fellini 'Che strano chiamarsi Federico'. Scola, da sempre impegnato nel sociale, ha, tra l'altro, fatto parte del governo ombra del Pci nel 1989 con delega ai Beni Culturali. - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Ettore-Scola-e319968b-d68a-4f7c-a080-fe537c719cfc.html

 
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"Caro Faber", la lettera che Don Gallo dedicò a Fabrizio De André a pochi giorni dalla sua morte da huffingtonpost

Post n°12911 pubblicato il 20 Gennaio 2016 da Ladridicinema
 
Tag: musica, news

Pubblicato: 11/01/2016 18:49 CET Aggiornato: 11/01/2016 18:49 CET
GALLO

La loro Genova ha unito i loro destini, le loro storie si sono incrociate per sempre nell'attenzione verso gli ultimi e gli emarginati. Don Gallo, il prete di strada che si è fatto conoscere durante tutta la sua vita per l'impegno verso le condizioni umane dei disagiati e degli ultimi, dei dimenticati e Fabrizio De André, hanno condiviso tra le vie di Genova il racconto del mondo.

Lo hanno raccontato e testimoniato allo stesso modo. L'uno attraverso il Vangelo, l'altro attraverso la musica. Ai tempi dei liceo, Faber era l'alunno del cugino di Don Gallo, Giacomino Piana, che insegnava religione. Don Gallo invece si era insediato come viceparroco nella chiesa della Madonna del Carmine, a una cinquantina di metri dalla famosa Via del Campo, divenuta poi celebre negli accordi di De André.

Nel diciassettesimo anniversario della morte di Faber, questa lettera scritta da Don Gallo racconta, parola dopo parola, l'essenza dell'amico e cantautore italiano, ricordandone la profonda vicinanza verso l'umanità intera e gli insegnamenti scaturiti dalla sua "antologia dell'amore":

Caro Faber. Per Fabrizio De André

di don Andrea GalloGenova, 14 gennaio 1999

Caro Faber,
da tanti anni canto con te, per dare voce agli ultimi, ai vinti, ai fragili, ai perdenti. Canto con te e con tanti ragazzi in Comunità.
Quanti «Geordie» o «Michè», «Marinella» o «Bocca di Rosa» vivono accanto a me, nella mia città di mare che è anche la tua. Anch’io ogni giorno, come prete, «verso il vino e spezzo il pane per chi ha sete e fame». Tu, Faber, mi hai insegnato a distribuirlo, non solo tra le mura del Tempio, ma per le strade, nei vicoli più oscuri, nell’esclusione.
E ho scoperto con te, camminando in via del Campo, che «dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior».
La tua morte ci ha migliorati, Faber, come sa fare l’intelligenza.
Abbiamo riscoperto tutta la tua «antologia dell’amore», una profonda inquietudine dello spirito che coincide con l’aspirazione alla libertà.
E soprattutto, il tuo ricordo, le tue canzoni, ci stimolano ad andare avanti.
Caro Faber, tu non ci sei più ma restano gli emarginati, i pregiudizi, i diversi, restano l’ignoranza, l’arroganza, il potere, l’indifferenza.
La Comunità di san Benedetto ha aperto una porta in città. Nel 1971, mentre ascoltavamo il tuo album, Tutti morimmo a stento, in Comunità bussavano tanti personaggi derelitti e abbandonati: impiccati, migranti, tossicomani, suicidi, adolescenti traviate, bimbi impazziti per l’esplosione atomica.
Il tuo album ci lasciò una traccia indelebile. In quel tuo racconto crudo e dolente (che era ed è la nostra vita quotidiana) abbiamo intravisto una tenue parola di speranza, perché, come dicevi nella canzone, alla solitudine può seguire l’amore, come a ogni inverno segue la primavera [«Ma tu che vai, ma tu rimani / anche la neve morirà domani / l’amore ancora ci passerà vicino / nella stagione del biancospino», da L’amore, ndr].
È vero, Faber, di loro, degli esclusi, dei loro «occhi troppo belli», la mia Comunità si sente parte. Loro sanno essere i nostri occhi belli.
Caro Faber, grazie!
Ti abbiamo lasciato cantando Storia di un impiegato, Canzone di Maggio. Ci sembrano troppo attuali. Ti sentiamo oggi così vicino, così stretto a noi. Grazie.

E se credete ora
che tutto sia come prima
perché avete votato ancora
la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare
la paura di cambiare
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti,
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti.

Caro Faber, parli all'uomo, amando l’uomo. Stringi la mano al cuore e svegli il dubbio che Dio esista.
Grazie.
Le ragazze e i ragazzi con don Andrea Gallo,
prete da marciapiede.

 
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Steve Jobs

Post n°12910 pubblicato il 20 Gennaio 2016 da Ladridicinema
 

Poster

Steve Job si svolge nei backstage pochi minuti prima dei lanci dei tre prodotti più rappresentativi nell'arco della carriera di Jobs, partendo con il Macintosh nel 1984 e finendo con la presentazione dell'iMac nel 1998, portandoci, appunto, dietro le quinte della rivoluzione digitale, per tratteggiare un ritratto intimo dell'uomo geniale che è stato il suo epicentro.

  • SCENEGGIATURAAaron Sorkin
  • FOTOGRAFIAAlwin H. Kuchler
  • MONTAGGIOElliot Graham
  • PRODUZIONE: Cloud Eight Films, Decibel Films, Management 360
  • DISTRIBUZIONE: Universal Pictures Italia
  • PAESE: USA
  • DURATA: 122 Min

 

NOTE:

Adattamento cinematografico della biografia scritta da Walter Isaacson.

 
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Film nelle sale da domani

Post n°12909 pubblicato il 20 Gennaio 2016 da Ladridicinema
 

Locandina: Garm Wars: l'ultimo druido
Garm Wars: l'ultimo druido
Garm Wars: The Last Druid
  • DATA USCITA: 18/01/2016
  • GENERE: Azione, Thriller
  • NAZIONALITA': Canada, Giappone
  • ANNO: 2014
  • REGIA: Mamoru Oshii
  • CAST: Summer H. Howell, Mélanie St-Pierre, Lance Henriksen

Locandina: Il Figlio di Saul
Il Figlio di Saul
Saul fia
  • DATA USCITA: 21/01/2016
  • GENERE: Drammatico
  • NAZIONALITA': Uruguay
  • ANNO: 2015
  • REGIA: Laszlo Nemes
  • CAST: Géza Röhrig, Levente Molnár, Urs Rechn

Locandina: Il paese dove gli alberi volano
Il paese dove gli alberi volano
Il paese dove gli alberi volano
  • DATA USCITA: 21/01/2016
  • GENERE: Documentario
  • NAZIONALITA': Italia
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Davide Barletti, Jacopo Quadri
  • CAST:

Locandina: Piccoli brividi
Piccoli brividi
Goosebumps
  • DATA USCITA: 21/01/2016
  • GENERE: Commedia, Fantasy, Avventura
  • NAZIONALITA': USA
  • ANNO: 2015
  • REGIA: Rob Letterman
  • CAST: Dylan Minnette, Odeya Rush, Jack Black

Locandina: Se mi lasci non vale
Se mi lasci non vale
Se mi lasci non vale
  • DATA USCITA: 21/01/2016
  • GENERE: Commedia
  • NAZIONALITA': Italia
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Vincenzo Salemme
  • CAST: Vincenzo Salemme, Carlo Buccirosso, Paolo Calabresi

Locandina: Steve Jobs
Steve Jobs
Steve Jobs
  • DATA USCITA: 21/01/2016
  • GENERE: Biografico, Drammatico
  • NAZIONALITA': USA
  • ANNO: 2015
  • REGIA: Danny Boyle
  • CAST: Michael Fassbender, Kate Winslet, Sarah Snook

Locandina: The Pills: Sempre meglio che lavorare
The Pills: Sempre meglio che lavorare
The Pills: Sempre meglio che lavorare
  • DATA USCITA: 21/01/2016
  • GENERE: Commedia
  • NAZIONALITA': Italia
  • ANNO: 2016
  • REGIA: Luca Vecchi
  • CAST: Matteo Corradini, Luigi Di Capua, Luca Vecchi

Locandina: Ti guardo
Ti guardo
Desde allá

  • DATA USCITA: 21/01/2016
  • GENERE: Drammatico
  • NAZIONALITA': Venezuela
  • ANNO: 2015
  • REGIA: Lorenzo Vigas
  • CAST: Alfredo Castro, Luis Silva

 
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Revenant - Redivivo

Post n°12908 pubblicato il 20 Gennaio 2016 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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La corrispondenza

Post n°12907 pubblicato il 20 Gennaio 2016 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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È morto Ettore Scola, addio al maestro del cinema italiano da larepubblica

Post n°12906 pubblicato il 20 Gennaio 2016 da Ladridicinema
 
Tag: news, STORIA

 

Il grande regista aveva 84 anni. Con i suoi capolavori, da "C'eravamo tanti amati" a "Una giornata particolare" a "La terrazza", ha raccontato l'Italia. Dalle 10.30 di domani, 21 gennaio, si aprirà la camera ardente alla Casa del Cinema di Roma

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    La cena, 1998


Con il suo cinema ha raccontato l'Italia che si riscattava dal fascismo e cercava di dimenticare la guerra, con un linguaggio profondo ma lieve ha saputo tratteggiare tutti i tipi di italiani, dagli intellettuali di sinistra che si davano convegno sulle "terrazze" ai commercianti in competizione sleale, ha dato voce al radiocronista licenziato e mandato al confino perché omosessuale e alla casalinga schiacciata dalla prepotenza del marito fascista, i genitori che passavano la notte davanti alle scuole e i militanti comunisti in crisi di identità e di fedeltà.

Una carriera e una vita nel segno dell'impegno civile, politico e sociale che lo portò tra l'altro a far parte del governo ombra del Partito Comunista Italiano, nel 1989, con la delega ai Beni Culturali.

La camera ardente si aprirà dalle 10.30 di domani, 21 gennaio, alla Casa del Cinema di Roma.
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    Con il presidente Napolitano nel 2013 prima della proiezione del film: "Che strano chiamarsi Federico: Scola racconta Fellini"


Il Marc'Aurelio e i suoi scarabocchi. Nato a Trevico (Avellino) il 10 maggio 1931, Ettore si trasferì a Roma con la famiglia da bambino. Già quindicenne la sua passione per il disegno iniziata a cinque anni lo portò nella redazione della rivista umoristica Marc'Aurelio dove collaborava un giovane artista, di dieci anni più grande, Federico Fellini. Con quelli che poi lui chiamerà "scarabocchi", vignette, bozzetti che lo accompagneranno sempre, riuscì a trovare il suo spazio in un ambiente di grande fermento culturale. Finito il liceo classico Pio Albertelli, il giovane Scola si iscrisse a Giurisprudenza. Ma il suo destino non era nel mondo dei tribunali.
 
Parole, parole, parole e poi il cinema. Fin dagli anni Quaranta Scola collaborò a trasmissioni e varietà per la radio e la neonata televisione, ma già a metà degli anni Cinquanta il cinema finì per prendere il sopravvento prima come sceneggiatore collaborando con Age e Scarpelli, per film come Un americano a Roma (1954), La grande Guerra (1959) e Crimen (1960) e poi con il passaggio dietro la macchina da presa. L'esordio alla regia è del 1964 con il film Se permette parliamo di donnescritto con l'amico Ruggero Maccari e interpretato da Vittorio Gassman, che insieme a Nino Manfredi e Marcello Mastroianni sarà uno degli attori preferiti da Scola.


Il successo con Sordi... in Africa. Il primo vero successo popolare Scola lo ottenne con la commedia amara Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa? con Alberto Sordi, Nino Manfredi, Bernard Blier, una critica all'arroganza degli italiani benestanti nei confronti del Terzo Mondo. Il film fu il campione di incassi della stagione '68-'69 e gettò le basi per una collaborazione con Sordi che sarebbe poi durata altri tre film, La più bella serata della mia vita (1972), alcuni episodi del film collettivo I nuovi mostri (1977) e Romanzo di un giovane povero (1995).
 
Negli anni Settanta, "Ci eravamo tanto amati". Con Il commissario Pepe (1969) eDramma della gelosia - Tutti i particolari in cronaca (1970) Scola entrò nel decennio più significativo della sua carriera. Nel 1974 realizzò C'eravamo tanto amati, film che ripercorre trent'anni di storia italiana dal 1945 al 1975 attraverso le vicende di tre amici interpretati da Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Stefano Satta Flores, tutti innamorati di Luciana (Stefania Sandrelli). Il film è un capolavoro che lo consacrò definitivamente tra i grandi del cinema italiano regalandogli anche la fama internazionale con premi al festival di Mosca, il César francese e tre Nastri d'argento e confermando anche il suo successo di pubblico.
 

Sulla "Terrazza" della sinistra italiana. Nella seconda metà del decennio Scola firmò Brutti, sporchi e cattivi (1976), con cui vinse il premio per la regia a Cannes, una sua personale rivisitazione delle periferie raccontate da Pasolini (che infatti avrebbe dovuto filmare una prefazione ma fu assassinato durante la lavorazione del film). Poi Una giornata particolare (1977) con Sophia Loren e Marcello Mastroianni: sullo sfondo della visita di Adolf Hitler a Roma si consumano poche ore della vita di un radiocronista omosessuale e della sua vicina di casa, una casalinga frustrata madre di sei figli e moglie di un fascista prepotente. Il film valse al regista una delle sue quattro candidature all'Oscar come migliore pellicola straniera e vinse il Golden Globe. Nel 1980 il registrò La terrazza, amaro bilancio di un gruppo di intellettuali di sinistra in crisi. Un film di cui il regista recentemente ricordava che "fu recensito al di fuori del gruppo di critici cinematografici che solitamente parlavano del mio cinema, perché molti si sentirono convocati da quei temi. Così del film scrissero Scalfari, Tabucchi, Bocca perché parlava della posizione di vari intellettuali di cinema o letteratura scontenti di quello che avevano realizzato nella vita perché probabilmente avrebbero fare di più".
 
Gli anni Ottanta: la famiglia e la nostalgia. Emblema degli anni '80 di Scola è il film La famiglia (1987), commedia che ripercorre 80 anni di storia italiana (1906-1986) con Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli e Fanny Ardant. Accolto con entusiasmo sia dalla critica che dal pubblico, il film ottenne sei David di Donatello, sei Nastri d'Argento e una nomination all'Oscar come miglior film straniero. Il resto degli anni Ottanta furono segnati ancora dalla collaborazione con Marcello Mastroianni e da una certa vena di nostalgia: sia Splendor, dedicato ad una sala cinematografica che sta chiudendo, sia Che ora è?, sulla difficoltà di comunicazione tra un padre (Mastroianni) e un figlio (Troisi), raccontano un mondo che non esiste più.
 
Gli anni della concorrenza sleale. Nel decennio successivo Scola cominciò a rallentare la produzione cinematografica e scelse di chiudere la sua filmografia con due opere: La cena ancora con Gassman, Ardant e Giancarlo Giannini, tutto ambientato in un'unica sera in una trattoria romana dove sono riuniti una quarantina di personaggi rappresentanti della borghesia italiana, e Concorrenza Sleale con Diego Abatantuono e Sergio Castellitto nei ruoli di due negozianti in lotta commerciale nell'Italia scossa dalle leggi razziali.

Ettore Scola, 83 anni, è stato il protagonista del Festival del Film di Bari, in un teatro Petruzzelli pieno di giovani studenti, reduci dalla visione di "Una giornata particolare", suo capolavoro. Scola, classe 1931, che è anche il presidente del Bif&st, ha raccontato l'arte (e il cuore) del cinema e ha risposto a domande incalzanti e complicate, cercando di svelare dubbi forse senza risposta come: "Che cosa saremmo stati senza il cinema?". La videointervista di Alessandra Vitali.

 
L'epoca berlusconiana e gli ultimi film documentari. Per tutti gli anni in cui Silvio Berlusconi è stato al governo Scola ha detto che non avrebbe più fatto film. Nel 2009, inaugurando una mostra con i suoi "scarabocchi", affermò: "All'inizio ho smesso di fare cinema per colpa di Berlusconi, ma ora lo ringrazio, ho finito con i film. Mi sono trovato altre cose da fare e non ne avrei più il tempo". Negli ultimi anni però Scola aveva invece firmato due documentari: uno dedicato alla sua città d'adozione, Gente di Roma, e un altro al suo grande amico Federico Fellini raccontato a partire proprio da quella fucina culturale del Marc'Aurelio dove lo aveva conosciuto, Che strano chiamarsi Federico. 
 
Ridendo e scherzando. Ettore Scola era sposato con la sceneggiatrice e regista Gigliola Scola. Insieme alle sue due figlie Paola e Silvia aveva presentato a novembre alla Festa di Roma il documentario che raccontava la sua vita e la sua carriera, Ridendo e scherzando. In quell'occasione aveva detto: "Il cinema è un lavoro duro ma si può, ridendo e scherzando, mandare qualche messaggetto, qualche cartolina postale con le proprie osservazione sul mondo. Il cinema è come un faretto che illumina le cose della vita".
 
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