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Messaggi del 21/01/2016

 

Il Piccolo Principe

Post n°12919 pubblicato il 21 Gennaio 2016 da Ladridicinema
 

C'era una volta un piccolo principe..; così inizia una delle fiabe più belle di tutti i tempi. Una sua interpretazione viene portata al cinema da Osborne, e lo fa realizzando un piccolo capolavoro, attraverso un'opera raffinata, colorata, dove gli stili del cinema di animazione si vanno ad inglobare tra il tridimensionale e lo stop motion.

La potenza delle metafore riguardanti la condizione umana de Il Piccolo Principe è resa al massimo nel libro e per la prima volta anche in un film. Questa difficoltà a trasportare questa storia dal libro al cinema sta nel fatto che una parte fondamentale dell'opera, è la frase «L’essenziale è invisibile agli occhi », detta dalla volpe al piccolo principe e che lui stesso ricorderà per indicare che ogni cosa può nascondere un tesoro, un mistero da svelare.

In questa reinterpretazione o comunque trasposizione del libro, abbiamo una bambina che si traferisce con la madre in un nuovo quartiere. La madre, donna in carriera, vuole assolutamente che la figlia si inserisca nei corsi della prestigiosa Accademia Werth finalizzata a formare i manager del futuro e gli organizza ogni aspetto della sua vita. Il nuovo vicino di casa è un anziano aviatore che prende a raccontare alla bambina del suo incontro, avvenuto tanti anni prima nel deserto africano, con un Piccolo Principe giunto sulla Terra dopo un lungo viaggio tra gli asteroidi. La bambina inizialmente sembra voler resistere alla narrazione ma progressivamente se ne fa catturare.

Il fantastico e l’immaginazione sono gli unici mezzi per giungere davvero all’essenza delle cose. I bambini lo sanno da sempre, ma gli adulti? Osborne e i suoi sceneggiatori Irena Brignull e Bob Persichetti hanno racchiuso le vicende del principe e dell'aviatore all'interno di una storia che vede la piccola protagonista destinata ad un precoce adultismo. La bambina progressivamente si ribellerà a quello che sembra essere il suo percorso.

Oltre alle apparenze però c’è lo spirito, che dobbiamo scoprire usando il cuore, perchè lo spirito rende le cose uniche; è la risposta a quello che facciamo, a quello che scegliamo e alla nostra vita. Lo spirito crea legami, e grazie ad esso il mondo è pieno di elementi e simboli che ci ricordano qualcosa e soprattutto qualcuno a noi molto caro, quando questo non c'è più. La vera vita è nello spirito che può perfettamente fare a meno della materia, della «corteccia» che il Piccolo Principe lascia dietro di sé senza rimpianti. Per ritrovare la sua rosa infatti, il Piccolo Principe sacrifica il proprio corpo, facendosi mordere dal serpente velenoso: «Sembrerò morto ma non sarà vero… », ci dice come ultimo messaggio, un messaggio di vita

Il doppiaggio italiano appare all’altezza:da Toni Servillo che da voce al vecchio aviatore a Paola Cortellesi solida nell’interpretare la madre. Benissimo anche Lorenzo d’Agata e Vittoria Bartolomei nei panni rispettivamente del Piccolo Principe e della Bambina. Bene alcuni comprimari, come Siani, Pif e Alessandro Gassmann; così come Micaela Ramazzotti, la rosa; e Stefano Accorsi, la volpe.

Nel Piccolo Principe, assume particolare significato la lezione proprio di questo ultimo personaggio, ovvero la volpe: «se vuoi un amico, addomesticami». È attraverso questo insegnamento che il Piccolo Principe riesce a capire i sentimenti che prova per la sua rosa: «Credo che mi abbia addomesticato». Il Piccolo Principe capisce che addomesticandolo fa uscire dalla sua realtà corporale un essere che diventa così “unico al mondo”. Questo significa che solo il nostro sguardo percepisce la singolarità di un individuo, di una cosa. Infatti le persone, le cose sono racchiuse nelle apparenze e solo addomesticandole potremo rivelare e apprezzare la loro singolarità.

«Certo un passante qualsiasi penserebbe che la mia rosa vi assomigli. Ma lei è la più importante di tutte perché è l’unica che innaffio, è la sola che ho messo sotto la campana di vetro e che proteggo con un paravento. Perché è lei che proteggo uccidendo le cocciniglie è lei e solo lei che ascolto quando si lamenta o si vanta o, perfino, quanto tace… ». È grazie a tutte queste attenzioni che il Piccolo Principe ha reso la sua rosa unica al mondo e se ne è innamorato, ma non capisce bene i suoi sentimenti.

Il Piccolo Principe dovrà compiere un viaggio di 1 anno per rendersi conto dei suoi sentimenti verso la rosa. Capire il piacere di un incontro che si conclude con il dolore di una separazione. Addomesticare un essere, significa accettare di vederlo sparire un giorno o l’altro. La «scomparsa ormai prossima» della sua rosa, sprofonda il Piccolo Principe nella melanconia e lo spinge a lasciarsi mordere dal serpente per tornare da lei sull’asteroide B612.

Voto: 5+

Il piccolo principe

(Titolo originale: Le petit prince)

Poster

Un vecchio ed eccentrico aviatore e la sua nuova vicina di casa: una bambina molto matura trasferitasi nel quartiere insieme alla madre. Attraverso le pagine del diario dell'aviatore e i suoi disegni, la bambina scopre come molto tempo prima l'aviatore fosse precipitato in un deserto e avesse incontrato il Piccolo Principe, un enigmatico ragazzino giunto da un altro pianeta. Le esperienze dell'aviatore e il racconto dei viaggi del Piccolo Principe in altri mondi contribuiscono a creare un legame tra l'aviatore e la bambina. Affronteranno insieme una straordinaria avventura, alla fine della quale la bambina avrà imparato ad usare la sua immaginazione e a ritrovare la sua infanzia.

NOTE:

Presentato fuori concorso al festival di Cannes 2015.

 

SOGGETTO:

Ispirato all'omonimo libro di Antoine de Saint-Exupéry.

 
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