Creato da: Ladridicinema il 15/05/2007
Blog di cinema, cultura e comunicazione

sito   

 

Monicelli, senza cultura in Italia...

 
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2016 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30  
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

tutto il materiale di questo blog può essere liberamente preso, basta citarci nel momento in cui una parte del blog è stata usata.
Ladridicinema

 
 

Ultimi commenti

Contatta l'autore

Nickname: Ladridicinema
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 40
Prov: RM
 
Citazioni nei Blog Amici: 28
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

FILM PREFERITI

Detenuto in attesa di giudizio, Il grande dittatore, Braveheart, Eyes wide shut, I cento passi, I diari della motocicletta, Il marchese del Grillo, Il miglio verde, Il piccolo diavolo, Il postino, Il regista di matrimoni, Il signore degli anelli, La grande guerra, La leggenda del pianista sull'oceano, La mala education, La vita è bella, Nuovo cinema paradiso, Quei bravi ragazzi, Roma città aperta, Romanzo criminale, Rugantino, Un borghese piccolo piccolo, Piano solo, Youth without Youth, Fantasia, Il re leone, Ratatouille, I vicerè, Saturno contro, Il padrino, Volver, Lupin e il castello di cagliostro, Il divo, Che - Guerrilla, Che-The Argentine, Milk, Nell'anno del signore, Ladri di biciclette, Le fate ignoranti, Milk, Alì, La meglio gioventù, C'era una volta in America, Il pianista, La caduta, Quando sei nato non puoi più nasconderti, Le vite degli altri, Baaria, Basta che funzioni, I vicerè, La tela animata, Il caso mattei, Salvatore Giuliano, La grande bellezza, Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Todo Modo, Z - L'orgia del potere

 

Ultime visite al Blog

vento_acquaalex.18trancoacer.250AVV_PORFIRIORUBIROSATEMPESTA_NELLA_MENTESense.8cassetta2surfinia60monellaccio19iltuocognatino1mario_fiyprefazione09LiledeLumiLMiele.Speziato0Ladridicinema
 

Tag

 
 

classifica 

 

Messaggi del 11/04/2016

 

Box-Office Italia: Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio vince il weekend

Post n°13118 pubblicato il 11 Aprile 2016 da Ladridicinema
 

È Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio a vincere il weekend in italia, con 1.3 milioni di euro e una media di circa 2.300 euro per sala. Il film della Universal è uscito mercoledì, e in cinque giorni ha raccolto 1.5 milioni di dollari, circa la metà di quanto raccolse Biancaneve e il Cacciatore nello stesso periodo (ma era estate, con incassi più alti negli infrasettimanali).

 

Apre al secondo posto Veloce come il Vento: il film di Matteo Rovere apre bene con circa 708mila euro in quattro giorni e una media superiore ai duemila euro per sala.

Scende al terzo posto Batman v Superman: Dawn of Justice, che incassa 618mila euro e arriva a 9.9 milioni di euro (tra oggi e domani dovrebbe finalmente superare i dieci milioni).

Quarta posizione per Race – il Colore della Vittoria, con 476mila euro e un totale di ben 1.3 milioni complessivi. Al quinto posto apre Troppo Napoletano, altra commedia campana che ottiene un grande risultato dopo Vita, Cuore, Battito: ben 459mila euro e una media di quasi 4.600 euro per sala, la migliore del weekend.

Sesto posto per Kung Fu Panda 3, che incassa 355mila euro e sale a 7.8 milioni complessivi. Al settimo posto Heidi raccoglie 320mila euro, salendo a 2.6 milioni complessivi, mentre apre all’ottavo posto Mister Chocolat, con 154mila euro, mentre al nono posto apre Victor: la Storia Segreta del dottor Frankenstein, con 148mila euro in quattro giorni. Chiude la top-ten Grimsby, che incassa solo 120mila euro.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Francesco Guccini: “Quello del 17 aprile è un referendum importante” da il fatto quotidiano

Post n°13117 pubblicato il 11 Aprile 2016 da Ladridicinema
 

Francesco Guccini: “Quello del 17 aprile è un referendum importante”. E sulla sua carriera: “Tra qualche anno sarò dimenticato”

Tra attualità, musica e malinconia, il "maestrone" si racconta, e dedica un pensiero a Emiliano Liuzzi

Ora preferisce scrivere libri che canzoni: ogni tanto, però, non le torna la voglia? Non è un po’ come cercare di smettere di fumare?
È stato più facile smettere di fare concerti che di fumare. Infatti sono ancora un fumatore tremendo. Malinconia dei concerti non ce l’ho. A volte, però, mi vengono in mente le serate fatte con gli amici musicisti. Mangiavamo due volte, prima e dopo il concerto. Giocavamo, dicevamo moltissime barzellette. Quello mi manca.

Crede che arrivati a una certa età, i cantanti debbano smettere di fare i concerti?
Dipende dal carattere, ci sono artisti che a novant’anni cantano ancora. Io, invece, mi stancavo troppo: non ne potevo più. Lo stesso valeva per la produzione di dischi: ora non ci penso proprio a scrivere canzoni.

E le sue chitarre dove sono?
Abbandonate in un angolo. Ammesso che sia mai stato in grado di suonare, ora non posso più: quando le riprendo in mano, non ho più i calli alle dita e mi faccio male. E allora capisco come suonare sia un episodio legato al passato.

Lunedì 11, però, torna sul palco del Teatro Dal Verme di Milano per raccontare 40 anni della sua carriera…
Sì, e non ho idea di cosa salterà fuori mentre sarò nelle mani di Massimo Cirri. Parleremo di una carriera – se così la vogliamo chiamare – che nonostante un esordio casuale ho poi capito essere il mio mestiere. Io sono un chiacchierano che ama andare senza freni. E un ricordo tirerà l’altro, come le ciliegie.

“Gli eroi sono tutti giovani e belli”. Oggi in cosa la vede la rivoluzione della gioventù?
Non la vedo, i giovani d’oggi hanno meno possibilità di noi. Pensi solo all’Appennino: sta morendo anche perché le poche industrie che c’erano sono in decadenza. Eppure alcuni giovani stanno tornando alla natura. Qui sugli Appennini si sono radunati alcuni hippy che si fanno chiamare Elfi. Sono circa duecento e vivono in case abbandonate senza corrente né luce. Io ai giovani consiglierei solo una cosa: leggete, leggete, leggete, perché solo leggendo si apre la mente e si scoprono nuove possibilità.

In diverse canzoni ha raccontato della forza della natura – come in Un vecchio e un bambino o Acque. E a proposito del rapporto tra uomo e natura, mi chiedo se il 17 aprile andrà a votare al referendum.
Adesso ho un braccio immobilizzato a causa di una caduta, ma tra poco mi toglieranno la fasciatura e vedremo. È un referendum importante, perché il tema è complesso e semplice allo stesso tempo.

E quindi cosa sceglierà il 17 aprile?
Non voglio dirlo perché ogni mia risposta politica scatena reazioni su Facebook per cui vengo insultato e lodato insieme. Facciamo come un tempo: il voto è segreto. Poi, si sa quali potrebbero essere le mie scelte.

Perché le interessa l’opinione che avranno di lei su Facebook? Usa questo social network?
Assolutamente no. La mia conoscenza del computer si ferma al tasto on-off. Ma ho la gente che mi informa e mi viene a dire: “Ti stanno infamando”.

A proposito di posizioni politiche, qualche settimana fa Matteo Renzi ha citato una sua canzone in un discorso alla Camera dei Deputati. Che effetto le ha fatto?
Le canzoni sono innocenti: non sono responsabile delle persone che le citano. Comunque, rispetto all’opinione di Matteo Renzi o di qualunque altro politico, preferisco quella di Dino Zoff. Lui ha detto più volte che ama le mie canzoni e con lui sì che mi sono incontrato: è una persona per bene. Non come i politici.

Nel senso che non le interessa l’opinione dei politici o nel senso che non crede non ci possano essere brave persone nel mondo politico?
Tutte e due.

Come ama trascorrere le giornate Francesco Guccini?
Vivo nel piccolo paese dove ho passato i primi cinque anni della mia vita. Qui ritrovo qualche vecchio amico, i sopravvissuti. Poi amo leggere, ma non più come una volta perché ho un difetto agli occhi e faccio molta fatica. Così ora ascolto gli audio libri: in questi giorni sto sentendo i Promessi Sposi. Anzi, tra poco devo andare perché voglio sapere come va a finire (ride, ndr.)

Lei ha una vita ritirata. Viene in mente il commento che al funerale di Umberto Eco ha fatto Moni Ovadia: “Le persone che amano il sapere dovrebbero unirsi per dare alla cultura e al sapere la centralità che meritano”. Cosa ne pensa?
Preferisco che un intellettuale come Umberto Eco si sia espresso attraverso il suo modo di vivere e l’insegnamento, senza unirsi a nessun gruppo. Credo che ogni intellettuale dovrebbe esprimersi attraverso quello che fa o che scrive e non grazie a gruppi di appartenenza.

Questa è stata anche la sua scelta?
Non ho una personalità così grande da potermi paragonare a Umberto Eco. Non è falsa modestia, solo non ho una grossa opinione di me. Nonostante questo, una volta alcuni religiosi mi hanno addirittura detto che la loro vocazione è nata ascoltando alcune mie canzoni. In realtà, penso che tra qualche anno sarò dimenticato. Ma tanto, non ci sarò più e non mi interesserà.

È un grande estimatore dei fumetti. Ama molto Milano Manara, per esempio. Qualche settimana fa in un’intervista il maestro del fumetto erotico mi ha detto che “a 70 anni l’erotismo non scompare, diventa solo più intellettuale”…
Ha ragione. Ora certe forze giovanili non ci sono più, ma la mente funziona ancora bene. Un proverbio delle mie parti dice: Piutost che nient l’è mei piutost. Un segreto? Non ne ho, ma ho una moglie molto più giovane di me.

Oltre alla sua attività di scrittore, ha qualche sogno nel cassetto?
L’unica cosa che vorrei sarebbe avere quarant’anni in meno, avere la forza che avevo una volta. Ecco, mi manca andare andare a camminare per i boschi.

Il 10 marzo è andato per la prima volta al campo di concentramento di Auschwitz, 50 anni dopo la tua canzone-manifesto…
È stata una botta allo stomaco, un’impressione durissima. Ma, anche dopo avere visto il campo di concentramento, non cambierei nulla della mia canzone. Le canzoni non si riscrivono.

Su di lei ha scritto molto Emiliano Liuzzi, giornalista del Fatto Quotidiano recentemente scomparso.
Ha scritto moltissimo su di me, aveva grande passione. Lo ricordo bene: era un bravo giornalista. Ci siamo rimasti tutti male, anche mia moglie e mia figlia.

Emiliano, in un articolo sulla Strage di Bologna che nasce da una conversazione con lei, ha scritto: “Le ferite non fanno parte della vita, casomai la cambiano”.
(ride, ndr.) Chissà che non avesse proprio ragione.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Gomorra 2, il trailer ufficiale da sorrisiecanzoni

Post n°13116 pubblicato il 11 Aprile 2016 da Ladridicinema
 
Tag: news, novità, tv

http://www.sorrisi.com/tv/news-e-anticipazioni/gomorra-2-il-trailer-ufficiale-seconda-stagione/In attesa del 10 maggio, ecco il trailer ufficiale della seconda stagione di Gomorra. Cosa succederà a Ciro, Genny e Don Pietro?
11 Aprile 2016 | 11:20 di Manuela Puglisi

 

Un nuovo capitolo di Gomorra sta per cominciare, il prossimo 10 maggio, ora Sky ha pubblicato il trailer della seconda stagione e l’attesa è alle stelle.

Dove ritroveremo i protagonisti? Sappiamo che Don Pietro (Fortunato Cerlino) è riuscito a fuggire dal furgone penitenziario, mentre Ciro (Marco D’Amore) ha sparato a Genny (Salvatore Esposito), i cui ragazzi hanno subito un agguato da parte di Conte (Marco Palvetti).

Nel trailer vediamo proprio Don Pietro che, dopo la fuga, dice di volersi ripigliare “Tutto quello che è nostro”, le immagini che seguono sembrano suggerire una guerra in piena regola. Ciro è riunito in una stanza con Salvatore Conte, in quello che sembra un consiglio di guerra “Tutti quanti abbiamo una ferita, un'umiliazione, un morto da piangere, ma la mano che ci ha fatto male è sempre la stessa: i Savastano”. Nuove alleanze si formano, tutta la città rischia di essere messa a ferro e fuoco da Ciro e da Don Pietro, mentre Genny rinfaccia al padre la sua età e gli dice “Ti stai facendo vecchio, non riesci a vedere il futuro” mentre lui risponde “La barca l’hai tenuta tu Gennari’ e dove ci hai portato?" e "Ricordati che sei sempre figlio mio". Tutti contro tutti, in una lotta per il potere all’ultimo sangue, che la processione che si vede nel finale del trailer sia per il funerale di uno dei protagonisti?

Torneremo a vedere Marco D’Amore, Fortunato Cerlino, Salvatore Esposito e Marco Palvetti, mentre due new entry si aggiungeranno al cast: Cristiana Dell’Anna e Cristina Donadio. Dietro alla macchina da presa ci saranno Stefano Sollima, Francesca Comencini, Claudio Cupellini e Claudio Giovannesi.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

“È un giornalista, è il suo lavoro, deve conoscere quello di cui parla!” da juventibus

Post n°13115 pubblicato il 11 Aprile 2016 da Ladridicinema
 

“È un giornalista, è il suo lavoro, deve conoscere quello di cui parla!”
 Di giornalisti, giornalismo, polemiche, articoli faziosi, doveri deontologici e varie ed eventuali si è parlato e scritto molto e molto bene anche qui su Juventibus.

Io non voglio ripetere concetti già espressi, ma mi piace aggiungere alla discussione un aneddoto riguardante William Felton Russell, detto Bill.
Bill Russell è stato uno dei giocatori di basket che hanno cambiato “il gioco” nella sua interpretazione.
Lo stile moderno di intendere pensare e giocare in NBA passa attraverso le sue mani e i suoi 208 cm di altezza.
Quello che Cruyff ha rappresentato per il calcio, Rusell lo ha fatto per la pallacanestro dalla metà degli anni ’50 alla fine dei ’60, infilando record di vittorie e “anelli” in serie.
Una volta rifiutò un premio istituito dall’emittente ESPN perché il giornalista di punta della rete sportiva (immaginate il Caressa o il Pardo di turno) riportò male alcuni dati riguardanti la sua carriera e la storia della sua squadra, i Boston Celtics.
È un giornalista, è il suo lavoro, deve conoscere quello di cui parla!” disse.
Una posizione drastica, estrema senza dubbio, in linea col personaggio ma che chiarisce un punto: da un giornalista ci si aspetta principalmente accuratezza, controllo delle fonti, fatti anteposti alle opinioni e che quest’ultime partano dai fatti e non dalla fantasia.

Per me, nato ai bordi di periferia e appassionato di calcio, il giornalista (sportivo in questo caso) è sempre stato un maestro di cerimonia, un prete laico a capo della funzione religiosa più religiosa che esista in Italia e cioè il calcio parlato.
Ricordo quando da adolescente aspettavo la domenica sera per sentire il punto di Tosatti a Pressing:
Raimondo Vianello che era il conduttore, passava il tempo a prendere in giro la valletta di turno e mettere in ridicolo l’allora imberbe moviolista ma mai si permetteva di interrompere la predica di Tosatti.

Arrigo Sacchi ripete spesso che il calcio è la cosa più importante delle cose meno importanti.
Una volta forse aveva ragione, oggi la realtà è che il calcio fa scendere le persone in strada, agita folle, mette in subbuglio città e migliaia di persone molto più di altri argomenti più importanti.
In questo contesto il prete laico con la penna in mano invece dell’ostia, ha il potere di dirigere il pensiero, solleticare le orecchie di chi ascolta solo quello che vuole sentire.
Ma restano giornalisti, devono conoscere ciò di cui parlano.

È questo che, da rispettoso amante del calcio e delle altrui professioni, mi aspetto prima di tutto da un giornalista: che conosca ciò di cui sta parlando.
Le opinioni devono essere subordinate ai fatti e non viceversa, il fact checking non può essere un optional.

Non si può dire che ad ogni fallo da rigore in area deve corrispondere un’ammonizione perché NON È VERO, c’è un regolamento e una casistica ampia che dimostrano il contrario;
non si può dire che Bonucci dia una testata a Rizzoli perché NON È VERO e le immagini lo provano;
non si può dire che Higuain è stato espulso per proteste perché NON È VERO.

La lista sarebbe lunga e potrei andare avanti pagine e pagine… ma vi risparmio.

Per fortuna negli anni il pensiero che venne a Russell è venuto anche a molti appassionati che hanno cominciato a dubitare dei maestri di cerimonia.

Io non voglio prendere il posto di nessuno, ci sono molti che scrivono meglio di me, ma resto un fedele seguace e sopra a tutto continuo ad aspettarmi questo da un giornalista: che conosca bene la materia e i fatti di cui scrive o parla.
Prima delle sue opinioni, dei suoi interessi, di tutto il resto…
“È un giornalista, è il suo lavoro, deve conoscere quello di cui parla!”

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Renato Zero per una volta dice "Alt" allʼamore: nel nuovo disco impegno civile, denunce sociali e fede da tgcom

Post n°13114 pubblicato il 11 Aprile 2016 da Ladridicinema
 

Il cantante romano cambia registro: "Chi non vive non scrive" dice, parlando a Milano di donne maltrattate, di casta, di rivoluzione e di Gesù. "Roma? Non la cambierei ma ormai in centro vivono solo politici, vescovi e pony express"

Renato Zero per una volta dice "Alt" all'amore: nel nuovo disco impegno civile, denunce sociali e fede

Da Zero alla A di "Alt", di Arena di Verona ma non di Amore: per la prima volta in carriera Renato Zero mette da parte il sentimento più alto e più bello. Gli preferisce l’impegno sociale e la quotidianità perché il suo 29.mo album ("Alt", in uscita venerdì 8 aprile) parla di Casta, famiglia, migranti e fede. "Chi non vive non scrive - dice Renato Fiacchini - e questo disco parla dell’oggi, non del domani come io ho sempre fatto".

Dai 14 brani trasudano temi trattati sia dai telegiornali che al mercato o davanti al caffè al bar. "Mi piace immaginare un futuro - spiega lui - ma stavolta sono rimasto al quotidiano, usando anche una metrica insolita per i miei standard".

La scelta di cambiare registro si percepisce sin dal primo ascolto del disco. "Sete di potere, quando è comodo il sedere, la poltrona non si lascia proprio no" è un passaggio di "Nemici Miei". Di intolleranza si canta in "Vi assolverete mai" ("Discriminare è un'arte che fu dei farisei, aspetterò sulla riva anche te"): "A me gridavano 'a froscio nel 1968 a Roma - ricorda Zero con ironia - e io gli rispondevo 'Potessi annà 'froscia'. Ma quello che fa rabbia è che all’epoca a essere intolleranti erano i quarantenni, oggi sono i giovanissimi". Le donne annullate sono protagoniste de "La lista", i rapporti rovinati de "Il cielo è degli angeli", la necessità di alzare la testa di "Rivoluzione" ("Se la corda di spezza s'incendia la piazza"). E ancora: di televisione e di "artisti stagionali" si parla "In questo misero show", dei segni che una vita lascia dentro e fuori in "La voce che ti do". Ma il picco più alto - inatteso sì ma fino a un certo punto per chi conosce bene vita e miracoli di Renato Zero - è "Gesù", una preghiera in musica dove chi ha stupito con "Il triangolo" o "Baratto" oggi si guarda attorno e mette quasi in dubbio l'esistenza di Gesù: "Gesù oggi niente miracoli? Hai smesso di crederci? Sei ancora con gli ultimi?". Zero non nasconde il suo lato spirituale: "I musulmani hanno estremizzato il loro amore per il loro dio - dice - noi invece dimentichiamo di averne uno. Parlo di Gesù, non di Dio. Gesù siamo noi, mentre Dio potrebbe essere una realtà lontana e non avere tempo per noi. Di Gesù ne abbiamo avuti tanti, ad esempio tutte le vittime di mafia".

Roma, sindacati e trivelle - Da "Alt" alla stretta attualità il passaggio è forzato. Renato Zero respinge al mittente tutti gli inviti a schierarsi politicamente, cosa che non ha mai fatto in cinque decenni di carriera. Nemmeno su Roma prende posizione, pur denunciandone il degrado. "I romani sono a Tor Vergata, in periferia: in centro solo vescovi, politici e fattorini. Ma non cambierei Roma con nessuna città.In una canzone parlo di sindacati: non mi piace che molti sindacalisti finiscano a Montecitorio. Spesso fanno ostruzionismo allo sviluppo. Ma non sono solo loro". Enigmatico sulla Capitale, solare sul referendum sulle trivelle. "Quattro anni fa con Lucio Dalla cantai alle Tremiti contro i nuovi impianti di trivellazione che rischiavano di deturpare quel paradiso".

Dai pirati informatici ai malleoli a Verona - Il tempo di invitare chi ha messo illegalmente in Rete mercoledì notte l'intero album "Alt" a non farsi vedere mai ai suoi concerti e poi Renato Zero parla di Verona, dei soli due live in calendario l'uno e il 2 giugno. Praticamente è già tutto sold out e dal suo staff nulla trapela in merito ad altre tappe, estive o no. "Torno a Verona per riprendermi tre malleoli che ci ho lasciato 18 anni fa" scherza l’artista istrionico, ricordando un volo da due metri nel backstage del Palasport per una botola lasciata aperta. "Ma oggi sono in forma" annuncia. Sorcini avvisati.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Il Trono di Spade 6: Un nuovo spettacolare trailer da comingsoon

Post n°13113 pubblicato il 11 Aprile 2016 da Ladridicinema
 

11 aprile 2016 - Emanuele Manta
Il Trono di Spade 6: Un nuovo spettacolare trailer

Un tempo l'inverno era la minaccia più temuta nel mondo di Westeros. Nell'imminente sesta stagione de Il Trono di Spade lo sarà la guerra, ulteriore seminatrice di morte. "The dead are coming", avverte Davos nel nuovo trailer diffuso da HBO, mentre ognuno affronta i propri demoni potenzialmente letali. Da Tyrion a tu per tu con il drago a Daenerys prigioniera dei guerrieri Dothraki, dall'ardente desiderio di vendetta dei Lannister al piano di Sansa per reclamare il rispetto che merita, dalla presa di coscienza di Melisandre al ritorno della Montagna, fino e non solo all'avanzata dell'armata degli Estranei. L'appuntamento con il primo episodio, in Italia su Sky Atlantic il 25 maggio alle 3:00 e alle 22:10 con la versione originale sottotitolata e il 2 maggio alle 21:10 con la versione doppiata non è stato mai così atteso.

 

 

 

Iscriviti alla nostra newsletter:

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963