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Messaggi del 29/11/2016

 

Animali Fantastici e dove trovarli, primo al box office

Post n°13482 pubblicato il 29 Novembre 2016 da Ladridicinema
 

Un altro weekend fortunato per Animali fantastici e dove trovarli, che continua a incassare oltre un milione al giorno, mantenendo a grande distanza la concorrenza. Sul podio, rispettivamente con 413 e 376mila, troviamo gli italiani La cena di Natale e Come diventare grandi nonostante i genitori, che rispetto a ieri invertono le loro posizioni in classifica. Seguono gli americani SnowdenAnimali notturni e Mechanic: Resurrection, tutti intorno ai 200mila euro, mentre risale dal decimo al settimo posto Trolls, seguito dalla nuova uscita Palle di neve (125mila). Oceania stravince il weekend del Ringraziamento con il secondo miglior incasso di sempre per un film presentato durante questo periodo. Record anche su MYmovies con 424k visitatori nella sola giornata di domenica: +60% vs Comingsoon + 381% vs Movieplayer (audiweb). Nelle casse di Disney entrano 81,1 milioni che sono più che sufficienti per staccare Animali Fantastici e dove trovarli che da par suo piazza un eccellente secondo weekend (solo -40% rispetto al primo) e vola a 150 milioni (473 a livello mondiale). Ottimo dato anche per Doctor Strange, che raccoglie altri 13,3 milioni di dollari e supera quota 200 milioni (616 a livello mondiale). Buona partenza per Allied (18 milioni complessivi), mentre Babbo Bastardo 2 si ferma ad appena 9 milioni. Imbarazzante il dato di L'eccezione alla regola, che si ferma fuori dalla top ten al 12esimo posto con appena 2,1 milioni totali, peggior esordio per un film "wide" (con più di 2000 sale) del 2016 ed uno dei peggiori di sempre. Da segnalare i 135 milioni raccolti da Trolls e l'ottimo dato di Almost Christmas che migliora del 5% rispetto alla settimana scorsa arrivando a 36,6 milioni. Fuori dalla top ten ottime medie per l'autoriale Manchester by the Sea, che in molti prevedono candidato ai prossimi premi Oscar. La prossima settimana si tira il fiato con il solo horror Incarnate a uscire in un numero decente di sale, mentre sono in arrivo tutti i film "da Oscar" ma con release limitate (La La LandJackie) e sale l'attesa per il 16 dicembre, giorno dell'arrivo in sala di Rogue One: A Star Wars Story, primo storico spin-off della saga.


Box Office Italia del 27/11/2016
1. Animali fantastici e dove trovarli: Euro 1.121.612
2. La cena di Natale: Euro 413.130
3. Come diventare grandi nonostante i genitori: Euro 376.500
4. Snowden: Euro 248.533
5. Mechanic: Resurrection: Euro 207.748
6. Animali notturni: Euro 201.523
7. Trolls: Euro 155.335
8. Palle di neve: Euro 125.462
9. Quel bravo ragazzo: Euro 106.357
10. La ragazza del treno: Euro 81.469

 
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Snowden

Post n°13481 pubblicato il 29 Novembre 2016 da Ladridicinema
 

La paranoia o forse il complottismo sono alcune delle caratteristiche o delle accuse che vengono fatte a chi non riconosce la versione ufficiale dei fatti che avvengono nel mondo. Snowden nel 2013 lascia il suo impiego alla National security agency e vola a Hong Kong per incontrare i giornalisti e consegnare loro le prove per dimostrare la gigantesca violazione dei diritti anche del singolo individuo da parte del governo americano. Ha dimostrato che probabilmente molti di questi dubbiosi, non solo avevano ragione ma che la situazione era anche peggio con il programma di controllo di tutto il mondo da parte dell'intelligence americana. Chi meglio di Oliver Stone poteva fare un film sul caso Snowden, con i suoi tratti di abusi e di paranoia e con quella biografia? La storia di Snowden sembra perfetta per lui, visto che c'è la parabola di questo patriota volontario che piano piano comprende cosa stanno facendo e considerandosi sempre un uomo fedele alla sua causa e al suo paese, decide di ribellarsi a quel mondo.
Perchè siamo in un mondo dove la verità non si cerca e si trova si vuole nasconderla. La performance di Joseph Gordon-Levitt nei panni di Snowden, è molto interessante e permette così di spostare l'attenzione da un film che poteva diventare troppo politico o ideologico, ad un film molto personale con tutti i dubbi delle scelte che doveva l'ex agente doveva prendere, trasformandolo in uomo che ha cambiato la storia. La domanda quindi per giudicare Snowden, è a quale libertà siamo disposti a rinunciare per consentire ai nostri governi di proteggerci o meglio credere che questi ci proteggano?

 
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Il film intervista su Fidel Castro Con Stone dietro il mito del Lider da la repubblica

Post n°13480 pubblicato il 29 Novembre 2016 da Ladridicinema


di NADINE GORDIMER



Fidel Castro


STRAORDINARIE figure pubbliche che hanno scolpito il paesaggio politico e sociologico del nostro mondo: li conosciamo poco in base a quello che esce loro di bocca. La classica retorica dei discorsi pubblici, dietro bandiere e davanti folle vocianti adorazione o opposizione, non ha valore di testimonianza a questo proposito. Sono, devono essere, le parole dell'oracolo. Un oracolo è assoluto, la sua voce non contiene incertezza, non ha soggettività. Tali caratteristiche umane non rientrano nell'immagine della leadership. La coscienza del leader va presentata così, al di là del personale, e questo ci porta a costruire l'immagine del fenomeno-leader come eroe o come mostro, a seconda delle convinzioni politico-ideologiche di chi ne dipinge il ritratto ufficiale o ne schizza la caricatura. 

Fidel Castro è un valido esempio. I media e persino il dibattito intellettuale, dal salotto all'accademia, lo dipingono (in misura preponderante nella comunità mondiale occidentale) come un tiranno antiquato che ancora aspira ad un ordine sociale maligno oppure, tra coloro che ammettono l'incapacità del capitalismo di colmare l'abisso tra ricchi e poveri, viene dipinto come una vittima delle ambizioni imperiali degli Usa. Alcuni lo temono, alcuni lo deridono e spengono la Tv o girano la pagina del giornale che riporta uno dei suoi interminabili discorsi. 

Il documentario di Oliver Stone ha il notevole pregio di non essere tanto un film su Fidel Castro, quanto la sincera rivelazione di Castro ad opera di Castro stesso. E non è la confessione sentimentale di un vecchio assediato da gran parte del mondo in cerca di "comprensione". Le domande che pone Oliver Stone sono spesso pesanti. Il Castro iconico, confrontato con amare verità o famose menzogne che denigrano sia la sua persona che l'ordine sociale di Cuba, non si irrita agli affondi giornalistici diretti ad una verità che sfugge - abbiamo il suo viso, gli occhi intensamente espressivi proprio in primo piano, impossibile non cogliere una reazione inconscia. Il confronto non è descritto, lo viviamo con lui. Risponde non senza riflettere, in linea con il pacato autocontrollo che fa sì che non interrompa mai il suo interlocutore. È certamente questo atteggiamento che dà a Stone l'opportunità di filmare una discussione straordinaria piuttosto che un'intervista. 


Udire, senza interpolazione, senza interpretazione, da quella bocca espressiva con il mezzo sorriso ironico non completamente perso nella barba ribelle, una riflessione sul famoso complesso rapporto con Che Guevara stimola a ragionare, ad esempio, sull'enfasi posta sul Che come massimo eroe della liberazione, ritratto su enormi manifesti ovunque all'Avana. (Influenzata dalla rappresentazione occidentale del culto di Fidel a Cuba, mi ero aspettata di vedere l'immagine di Castro che osserva la gente dall'alto. Mi è stato detto che non è costume tra i cubani onorare in questo modo gli eroi in vita). 

Fidel Castro nel film parla con franchezza delle divergenze sorte con Guevara senza denigrarlo. E senza, in questa fase della sua vita almeno, rivalità o cautela all'idea che le proprie affermazioni possano fornire argomenti a chi proverebbe soddisfazione nel veder dimostrata senza mezzi termini l'esistenza di un dissenso tra coloro che si credevano indiscutibilmente uniti nell'imperativo morale della rivoluzione. 

Castro è osservato in filmati del passato ma soprattutto ripreso nel presente, nel corso degli avvenimenti e, in modo rivelatore, durante la normale routine della sua vita quotidiana, che non è fatta di istrionici baci ai bambini. Benché la scuola per studenti stranieri dei paesi in via di sviluppo (la cui esistenza è esempio dell'impegno di Cuba a favore dell'istruzione) sia teatro dell'entusiasmo da fan di ragazzine che spasimano per toccare la mano della fama e di ragazzi impazienti di sfiorare la spalla del potere, la sua conversazione è troppo seria e priva di superiorità per essere una finzione a beneficio del fotografo. 

Deludendo il naturale, professionale approccio inquisitore di Oliver Stone, le uniche domande cui Castro garbatamente rifiuta di rispondere più che con una ammissione, riguardano i suoi rapporti con le donne. E se ne fa una questione etica, di rispetto delle donne stesse, il suo rifiuto è inoppugnabile, pur se una scappatoia. Conferma inoltre la sua posizione sul diritto alla riservatezza nella vita privata di una persona, contestato nella morale di un mondo affamato di scandali, che brama vedere piedi d'argilla alla base delle statue degli eroi. 

L'unica domanda che Stone evita di porre è come mai non c'è libertà di stampa a Cuba. Se Fidel è in grado di rispondere con franchezza ai pesanti interrogativi sul regime, nonché alle calunnie, che scopo ha impedire l'espressione, a favore o, cosa più importante, contro, del suo popolo che mostra tanto coraggio e convinzione nel sopportare l'insostenibile, ignobile embargo imposto dagli Usa e il fatto che il mondo tolleri l'esistenza di un campo di internamento politico Usa nella Baia di Guantanamo, in territorio cubano? 

Oliver Stone dichiara che Fidel Castro, nonostante gli accordi prevedessero il diritto di chiedere tagli nel filmato ove lo desiderasse, non ne ha chiesto nessuno. Stone ha colto Fidel Castro nella sua totalità di uomo, rivelandone la grande intelligenza, il senso dell'umorismo nonché la convinzione che la Cuba di cui vede gli errori, parlandone spontaneamente, è un'isola del mondo in cui si mantiene vivo l'ideale dell'umanità che si evolve fino alla sua vera realizzazione. Penso che nessuno di noi possa accontentarsi dell'idea che ha di Fidel Castro, qualunque essa sia, come uno degli artefici del mondo che conosciamo, senza aver visto questo film. 
(Copyright Nadine Gordimer, traduzione di Emilia Benghi ) 

(20 aprile 2005)

 
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