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Monicelli, senza cultura in Italia...
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Messaggi del 26/12/2016
Post n°13514 pubblicato il 26 Dicembre 2016 da Ladridicinema
L’incidente dell’aereo Tu-45 dell'esercito russo caduto nel Mar Nero mentre era diretto in Siria, è stato un duro colpo per una delle icone passato sovietico. A bordo c’erano infatti 60 membri del celebre Coro dell’Armata Rossa Tweet Aereo russo diretto in Siria cade nel Mar Nero. A bordo militari e membri del Coro dell'Armata Rossa Aereo russo con 91 persone a bordo scompare dai radar sul Mar Nero: era diretto in Siria Aereo caduto nel Sinai, Egitto: "Rumore da scatole nere. Troppo presto per parlare di bomba" Le prime immagini dei rottami del jet russo precipitato nel Sinai Egitto, nel pomeriggio previsto volo per italiani bloccati. Ad agosto aereo inglese evitò missile Aereo caduto nel Sinai, si rafforza l'ipotesi bomba 25 dicembre 2016 Nessun superstite, sono tutti morti gli uomini a bordo del Tupolev inabissatosi stamattina nel Mar Nero in quello che le autorità russe considerano un incidente. A bordo oltre a militari diretti alla base russa di Latakia (Laodicea) in Siria c'erano molti membri del celebre Coro dell'Armata Rossa.che si sarebbero dovuti esibire per i militari russi di stanza in un'altra base in Siria. Una leggenda lunga 90 anni Fondato nel 1928 da Alex Alexandrov con la missione di sollevare il morale delle truppe, il Coro dell'Armata Rossa, noto anche come Alexandrov Ensemble, è forse il più famoso dei gruppi musicali del suo genere e un'autentica "leggenda" dell'ex Unione Sovietica. Composto esclusivamente da voci maschili il coro ha inoltre un'orchestra e un gruppo di ballo. Nel suo repertorio ci sono canzoni legate all’ideologia comunista, figlie dell’era del regime sovietico ma anche canti popolari e pezzi del floclore russo, come il famoso "Battellieri del Volga", adattamento di una melodia popolare con testi che evocano il duro sforzo dei lavoratori. Il coro dell’Armata Rossa fin dalla sua nascita ha avuto una significativa presenza internazionale e fu utilizzato spesso come ambasciatore degli ideali e dei valori dell'Unione Sovietica. Nel 1937 i suoi artisti si sono esibiti al Salone Internazionale di Parigi, dove hanno guadagnato enorme prestigio. Ma è stato durante la seconda guerra mondiale che il gruppo è diventato un baluardo della resistenza e della lotta contro l'occupazione della Germania nazista. - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Coro-armata-rossa-annientato-incidente-aereo-mar-nero-fine-leggenda-unione-sovietica-96aa7546-15a0-4dfc-9ae7-5b4755701958.html
Post n°13513 pubblicato il 26 Dicembre 2016 da Ladridicinema
"Eʼ con grande tristezza che confermiamo che il nostro amato figlio, fratello e amico George si è spento serenamente nella sua casa", ha reso noto il portavoce dellʼartista
Post n°13512 pubblicato il 26 Dicembre 2016 da Ladridicinema
MONDO 13:02 20.12.2016URL abbreviato172152320 La polizia ha arrestato un gruppo di fotografi che aveva realizzato un falso reportage su Aleppo. Lo ha reso noto il ministero dell’Interno egiziano con un post sulla sua pagina Facebook. Le foto, realizzate illegalmente tra le rovine della provincia di Port Said, mostrano bambini soprattutto bambini. In alcuni scatti si intravedono anche i genitori dei piccoli attori che li attendono nelle vicinanze. Secondo le forze dell'ordine, i fotografi avevano intenzione di diffondere le immagini attraverso i social network per raccontare la situazione critica di Aleppo. Le manette sono scattate quando una pattuglia della polizia di ronda nella zona scelta come set ha si è accorta di una bambina con un vestito bianco e un orsacchiotto in mano coperta di sangue. I poliziotti hanno poi scoperto che la bambina stava bene e il sangue e le ferite erano solo trucchi scenici. Uno dei fotografi rimarrà in prigione per quattro giorni, mentre gli altri membri del gruppo sono stati liberati su cauzione.
Leggi tutto: https://it.sputniknews.com/mondo/201612203816589-egitto-arresti-fotografi/
Post n°13511 pubblicato il 26 Dicembre 2016 da Ladridicinema
C’è lo speculatore George Soros tra i ricchissimi finanziatori del nuovo sistema “anti-bufale” annunciato giovedì scorso da Facebook. Una rivelazione, qui illustrata dal Daily Mail, che fa seguito alle dichiarazioni di Mark Zuckerberg di pochi giorni fa. “Penso a Facebook come a una società tecnologica, ma riconosco che abbiamo una responsabilità che va oltre la costruzione della tecnologia attraverso cui veicolare l’informazione – ha spiegato il fondatore e amministratore delegato di Facebook, annunciando delle nuove misure speciali per contrastare la disinformazione e segnalare le “bufale”. L’intento, come ha illustrato il vicepresidente di Facebook Adam Mosseri, è quello di implementare l’interfaccia con un bottone attraverso il quale gli utenti possano segnalare le notizie reputate false o non attendibili. Successivamente gli articoli saranno inviati alle organizzazioni di “fact-checking” che, secondo metodi e criteri definiti dall’International Fact-Checking Network di Poynter, valuteranno come classificare le notizie: se reputate “bufale” o non affidabili, non verranno rimosse ma un avviso apparirà agli utenti ogni qualvolta proveranno a condividerle. George Soros e Bill Gates finanziano Poynter Fin qui, nulla di strano. A vigilare su questa delicata operazione di controllo sarà dunque una società esterna che così dovrebbe garantire imparzialità e obiettività, almeno secondo i vertici il popolare social network. Peccato che qualche dubbio in proposito sorga quando si visiona la lista dei finanziatori e sponsor del Poynter Institute, tra cui risulta esserci proprio l’Open Society Foundation del magnate ungherese naturalizzato americano George Soros, sponsor importante dell’ultima campagna elettorale di Hillary Clinton – con 25 milioni di dollari – e noto per le sue attività “filantropiche” in tutto il mondo, nonché “regista occulto” delle manifestazioni contro Trump. E non solo: tra gli sponsor di Poynter, oltre all’Open Society Foundations, ci sono la Fondazione di Bill & Melinda Gates, Google, e la Omidyar Network del fondatore di Ebay Pierre Omidyar. Avranno interesse questi soggetti a far si che sui nostri social network siano le segnalate, in modo del tutto oggettivo, bufale e notizie non fondate? Sarà davvero un’operazione “trasparente” come sostiene il patron di Facebook Mark Zuckerberg? Qualche perplessità rimane. Nel 2011 Poynter chiedeva ai giornalisti di “minimizzare” il terrorismo jihadista Fu Poynter, come ha sottolineato nel 2011 Fox News, a invitare i giornalisti a “minimizzare”i morti del terrorismo islamista, paragonando le vittime del terrorismo a quelli della malaria o dell’AIDS. “Tra le centinaia di omicidi che si verificano ogni giorno – sosteneva Poynter in un corso rivolto ai cronisti – i giornalisti sono molto più propensi a riferire delle violenze della jihad e del terrorismo rispetto ad altri. Di conseguenza, i lettori hanno sviluppato un’impressione distorta della preponderanza terrorismo islamista, rispetto ad altre forme di conflitto. Occorre non amplificare i timori legati a questo”. E ancora: “Per dare un po’ di cifre e contestualizzare, l’FBI riferisce che circa 15 mila persone nel Stati Uniti vengono uccise ogni anno. In tutto il mondo, più di mezzo milione di persone muore per mano di assassini, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Al loro apice, le organizzazioni jihadiste hanno causato meno del 2 per cento di questi morti”. Ci si può fidare di chi banalizza e sminuisce in questa maniera il dramma del terrorismo islamista, uno dei cancri del nostro tempo?
Post n°13510 pubblicato il 26 Dicembre 2016 da Ladridicinema
Giornalista della CBS attacca le bufale dei media sulla Siria: "Se Assad sta commettendo un genocidio, perche' le persone festeggiano?" Tre fatti sulla Siria e sulla battaglia di Aleppo che i media non vi stanno raccontando In un video sulla sua pagina Facebook, il giornalista della CBS Ben Swann ripropone il suo intervento sulla Siria durante la trasmissione "Reality Chek". Sono quattro minuti di rara importanza per il coraggio di chi riesce a rompere il muro della propaganda all'interno degli Stati Uniti.
Dopo aver mostrato il video delle persone che ad Aleppo esultano per la liberazione della parte orientale della città in mano ai terroristi - censurato da tutti i media tradizionali - Swann mostra i "tre fatti che non conoscete sulla Siria"
"Fino ad oggi in Siria vi hanno raccontato che si stesse combattendo per la libertà e la democrazia contro il ldittatore Assad. Ma tutto si è rivelato falso", prosegue. Fatto numero uno.
"Il Free Syrian Army dei ribelli si è smantellato. I cosiddetti ribelli moderati addestrati dagli Usa hanno dato le loro armi ad Al Nusra ed il governo siriano sta combattendo contro Isis ed Al-Qaeda, anche se i media continuano a parlare, mentendo, di ribelli. Aleppo è stata presa nel 2012 dai "ribelli", con Al Nusra il principale gruppo. A settembre di quest'anno è iniziata l'operazione di liberazione da parte della Russia. Domenica i terroristi hanno attaccato i bus di evacuazione dalla parte orientale della città perché non vogliono che i civili partano.
Fatto Numero Due.
"Non c'è un attacco sui civili da parte del governo siriano. I media hanno spesso riportato che gli ospedali fossero il primo obiettivo dei bombardamenti su Aleppo est prima della liberazione. Nessun media nazionale riporta che sul territorio quello che si è scoperto è che vi fossero tre ospedali ad Aleppo est ed erano tutti e tre utilizzati esclusivamente dai combattenti di Al-Qaeda e dell'Isis".
Fatto numero tre.
"I caschi bianchi non sono quello che dicono di essere. Sono una Ong che dichiara di non avere alcuna connessione con nessun gruppo in lotta in Siria ma che porta soccorso alla popolazione. Falso, ricevono finanziamenti per un miliardo di dollari da Usa, Regno Unito, Giappone, Danimarca, Olanda e Germania".
"La gente celebra ad Aleppo per aver cacciato i terroristi. Nessun media tradizionale ve lo mostra, per non farvi vedere la realtà e cioè che la lotta è tra il governo siriano contro Isis e Al Qaeda", conclude il giornalista di CBS.
Un grazie nostro de l'AntiDiplomatico al coraggio di Swann, ma il grazie più significativo è questo:
Post n°13509 pubblicato il 26 Dicembre 2016 da Ladridicinema
Introduzione Veloce Autore Cilli O.; pag 448
Contiene "Il mio viaggio in Italia. Diario inedito del 1955", di J.R.R. Tolkien.
Grazie a un lavoro di ricerca durato cinque anni, che ha riportato alla luce un gran numero di inediti provenienti da archivi italiani e inglesi, l'autore ricostruisce la storia editoriale delle opere di Tolkien in Italia e il rapporto tra l'autore de Lo Hobbit e del Signore degli Anelli e il nostro Paese. Dai rifiuti di Mondadori nel 1955 e 1962, alla pubblicazione con Astrolabio, dalle testimonianze dirette dei protagonisti italiani, all'adesione decennale di Tolkien alla Oxford Dante Society. Ad impreziosire questo importante studio, vengono pubblicate le pagine inedite in Italia del DIARIO che J.R.R. Tolkien scrisse durante il suo viaggio del 1955. IL DIARIO Nel maggio del 1955 JRR TOLKIEN, l'Autore de Lo Hobbit e del Signore degli Anelli, assieme alla figlia Priscilla, con in mano le bozze dell'ultimo Libro de Il Signore degli Anelli compì un importante viaggio in Italia, che rimase impresso a fondo nelle sue opere narrative. Dalle acque di Venezia alla spiritualità di San Francesco in Assisi, questo Diario inedito illumina le radici culturali e spirituali di un grande successo letterario e cinematografico. JOHN REUEL RONALD TOLKIEN, filologo finissimo, docente ad Oxford, noto per lo più per la sua stupefacente vena letteraria fantastica: è autore de Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli, de Il Silmarillion e di altre opere falsamente ritenute minori. Dai primi due romanzi sono state tratte le due trilogie filmiche di Peter Jackson, vincitrici di 11 Premi Oscar. ORONZO CILLI, studioso e capofila dei Collezionisti Tolkieniani italiani, è attivo da vent'anni nel Fandom italiano, ed Autore di innumerevoli Articoli e Saggi su Tolkien e il Fantastico.
Post n°13508 pubblicato il 26 Dicembre 2016 da Ladridicinema
Diretto nel 1983 da Burny Mattinson (che nel 1986 sarà tra i registi di Basil l’Investigatopo con John Musker, Ron Clements e Dave Michener) e candidato all’Oscar nella categoria Miglior Cortometraggio Animato nel 1984, il Canto di Natale di Topolino ( Mickey’s Christmas Carol) è entrato nell’immaginario comune non solo per via dell’ispirazione al classico letterario di Charles Dickens. Nel corto rivive infatti lo spirito di una compagnia che ha fatto del concetto di “magico” una pietra angolare della propria produzione creativa. La “magia” disneyana è, innanzitutto, la capacità di celebrare il quotidiano come meraviglioso. Affermare che ciò che rende il mondo un posto “magico” non è fuori ma è dentro di noi è scontato ma non banale: Walt Disney si era accorto in tempi non sospetti che “ Puoi disegnare, creare e costruire il posto più bello del mondo, ma ci vogliono le persone per rendere il sogno realtà“. Attraverso i sogni rivelatori, Scrooge si riappropria della possibilità di fare ancora la differenza, per rendere la sua realtà un posto speciale per se stesso e per gli altri. La visita dei tre Spiriti è un climax ascendente di terrore che proietta Scrooge verso un futuro tragico dal quale, tuttavia, può redimersi a un passo dal baratro. Nell’adattamento disneyano, il concetto di “ Se puoi sognarlo, puoi realizzarlo” si sposta dal generale al particolare ricadendo proprio sul carattere dell’individuo Scrooge, depositario di un successo effimero che lo rende ricco ma non realizzato. Attraverso un sogno rivelatore, Scrooge è in grado di sganciarsi da quell’equazione tra successo e denaro sulla base della quale si è illuso di aver compreso il senso della vita. Scrooge, de’ Paperoni. De’ Paperoni, Scrooge.L’eleganza del Canto di Natale di Topolino è soprattutto nell’uso sapiente di un’occasione fornita su un piatto d’argento e mai sprecata: Paperon de’ Paperoni (in originale Scrooge McDuck) è già di per sé un personaggio ispirato a Ebenezer Scrooge. Il corto, tuttavia, non si adagia su un personaggio potenzialmente già pronto e confezionato ma “assegna” con saggezza anche i ruoli dei vari comprimari, amalgamandoli con il character design della ciurma disneyana. Scrooge, ricco e opportunamente taccagno, è burbero e bisbetico ma non è mai né una macchietta né un’esasperazione dell’egoismo del vecchio disilluso che si è chiuso a riccio. Lo Scrooge di Paperon de’ Paperoni “se la canta e se la suona” non tanto per giustificare il proprio egoismo, ma proprio per liberarsi di una giostra di seccature che lo distolgono dall’unico interesse che lo tiene al riparo dal resto del mondo: il big money. Quando spiega perché non intende dare soldi ai poveri la sua espressione, non a caso, cambia in maniera del tutto innaturale: “Se raccogliete soldi per i poveri, non vi saranno più poveri! E se non dovrete più raccogliere soldi per loro, vi troverete senza lavoro! Vi prego, signori, non chiedetemi di farvi perdere il lavoro!”. E quando de’ Paperoni/Scrooge la butta in caciara e difende un sistema (secondo il quale chi è povero ha essenzialmente fatto una scelta di vita che consente a chi sta meglio di potersi dedicare ai bisognosi), trasmette al pubblico la sua crudele ironia: “Lo vedi come va il mondo, Cratchit? Lavori tutta una vita per fare i soldi, e la gente vuole che tu li dia via!”. Ed è proprio nel bofonchiare e nel dispensare “Bah!” che lo Scrooge di de’ Paperoni vede nel profitto l’unico metro di giudizio. L’animazione, dal canto suo, provvede prontamente a spogliarlo di ogni velleità compassionevole imprigionandolo in una schiena ricurva e in uno scuro cappotto nel bianco della neve. L’Atlante delle Nuvole di Paperone“Passato, presente, futuro, tutto è connesso” è l’idea alla base de L’Atlante delle Nuvole di David Mitchell, ripresa al cinema in Cloud Atlas. Mitchell scrive il suo libro nel 2004 e il film delle Wachowski è del 2012, ma l’idea di una doppia interconnessione (attraverso le epoche e verso le altre persone) tra le tre dimensioni temporali non è certo un’intuizione dell’ultima ora. Se 173 anni dopo il racconto di Dickens abbiamo ancora bisogno di comprendere che le nostre azioni generano conseguenze su di noi e sugli altri, è un segnale che l’importanza di gestire le proprie scelte esula completamente dal progresso. Nel raccontare in maniera abbastanza fedele la parabola del racconto del 1843, Il Canto di Natale di Topolino aggiunge alla vicenda il doppio tocco dell’immagine in movimento e della libera interpretazione: la prima aggiunge pathos, la seconda entertainment. Se il viaggio di Scrooge segue la tipica struttura tripartita del classico letterario, la goffagine di Pippo nei panni di Marley o la spontaneità di Paperino in quelli di Fred consentono al pubblico di constatare quanto versatile sia il parco dei character disneyani nel portare alla luce un racconto ben noto senza alcuna necessità di stravolgerlo. Nonostante la presenza di Topolino nel titolo (il corto è parte della serie Mickey Mouse), Paperone è il cuore del racconto non solo per semplici motivi di storytelling: il personaggio che interpreta è un inno all’importanza di chiamarsi Scrooge sia nell’universo dickensiano che in quello disneyano. Gli altri protagonisti, non a caso, si spogliano temporaneamente del loro nome canonico per assumere quello del rispettivo ruolo. È anche questo effetto straniamento, che per ovvie ragioni sfuma nella versione italiana, a separare Scrooge da tutti gli altri e a connettere con maggiore efficacia l’Ebenezer Scrooge di Charles Dickens allo Scrooge McDuck di Carl Barks. Per riscoprire la presenza e il valore degli altri e tornare a essere una persona compassionevole, Scrooge deve innanzitutto liberarsi di una serie di convinzioni limitanti nelle quali si è rifugiato, chiudendosi in un castello di sicurezze che, in realtà, sono servite a nascondere la sua mancanza di coraggio. “Caro Scrooge, se si misurasse la gente dalla bontà, tu non saresti più grande di un granello di polvere!” sentenzia il Grillo Parlante nei panni dello Spirito del Natale Passato. Mostrandogli l’occasione sfumata di avere un affetto per la vita, il Grillo ricorda a Scrooge di essere stato qualcosa di “altro” rispetto all’uomo freddo che è nel presente: “Amavi i tuoi soldi più di quella creatura, e l’hai perduta per sempre”. Ma soprattutto, è il secondo spirito (Willie, il gigante di Bongo e i Tre Avventurieri) a dover smontare l’idea di Scrooge di aver dato alle persone niente di più di ciò che meritavano: osservando la vita del suo bistrattato dipendente, Scrooge comprende quando dolore gli sia sempre stato accanto, anche sul luogo di lavoro. Confondendo la bontà con il buonismo, l’anziano papero è divenuto cieco non solo rispetto all’affetto che avrebbe potuto dare ma, soprattutto, a quello che avrebbe potuto ricevere. Il terzo spirito, inevitabilmente, è pronto a mostrargli che nessuno verrebbe al funerale di un uomo che ha perso ogni occasione di empatia con gli altri. Ma non tutto è perduto: la possibilità di rimediare c’è, ed è frutto di una pulsione individuale che può sconfiggere anche abitudini sedimentate nel tempo. Non è male tenerlo a mente, anche 33 anni dopo l’uscita del Canto di Natale di Topolino.
Post n°13507 pubblicato il 26 Dicembre 2016 da Ladridicinema
Post n°13506 pubblicato il 26 Dicembre 2016 da Ladridicinema
Post n°13505 pubblicato il 26 Dicembre 2016 da Ladridicinema
Tremila anni fa, i più grandi navigatori al mondo attraversavano lo sconfinato Oceano Pacifico, alla scoperta delle numerose isole dell'Oceania. Ma poi, per un millennio, i loro viaggi cessarono - e ancora oggi, nessuno sa il perché. Da Walt Disney Animation Studios arriva Oceania, un'entusiasmante avventura d'animazione incentrata su una vivace adolescente di nome Vaiana, che s'imbarca in una coraggiosa missione per salvare il suo popolo. Durante il suo viaggio, s'imbatterà nel semidio in disgrazia Maui che la guiderà nella sua ricerca per diventare una grande esploratrice. Insieme, i due attraverseranno l'oceano in un viaggio pieno d'azione, che li porterà ad affrontare enormi creature feroci e ostacoli impossibili e, lungo il percorso, Vaiana porterà a compimento l'antica ricerca dei suoi antenati e troverà l'unica cosa che ha sempre desiderato: la propria identità. - DATA USCITA: 22 dicembre 2016
- GENERE: Animazione , Avventura , Commedia , Family , Fantasy , Musicale
- ANNO: 2016
- REGIA: Ron Clements, John Musker
- ATTORI: Angela Finocchiaro, Raphael Gualazzi, Chiara Grispo, Dwayne Johnson, Alan Tudyk, Nicole Scherzinger, Jemaine Clement
Post n°13504 pubblicato il 26 Dicembre 2016 da Ladridicinema
Titolo originale: Florence Foster Jenkins Nel 1944 l'ereditiera Florence Foster Jenkins è tra le protagoniste dei salotti dell'alta società newyorchese. Mecenate generosa, appassionata di musica classica, Florence, con l'aiuto del marito e manager, l'inglese St. Clair Bayfield, intrattiene l'élite cittadina con incredibili performance canore, di cui lei è ovviamente la star. Quando canta, quella che sente nella sua testa come una voce meravigliosa, è per chiunque l'ascolti orribilmente ridicola. Protetta dal marito, Florence non verrà mai a conoscenza di questa verità. Solo quando Florence deciderà di esibirsi in pubblico in un concerto alla Carnegie Hall, senza invitati controllati, St. Clair capirà di trovarsi di fronte alla più grande sfida della sua vita. - DATA USCITA: 22 dicembre 2016
- GENERE: Biografico , Commedia , Drammatico
- ANNO: 2016
- REGIA: Stephen Frears
- ATTORI: Meryl Streep, Hugh Grant, Simon Helberg, Rebecca Ferguson, Nina Arianda, John Kavanagh, David Haig, Christian McKay, Mark Arnold
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Inviato da: Mr.Loto
il 28/03/2022 alle 11:57
Inviato da: Mr.Loto
il 15/10/2020 alle 16:34
Inviato da: RavvedutiIn2
il 13/11/2019 alle 16:33
Inviato da: surfinia60
il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
il 02/04/2019 alle 14:45